ritardo

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Era sera, io avevo lavorato tutto il giorno con la sola pausa a mezzogiorno. Altro che lavoro part-time. Almeno finalmente avevo un po' di tempo per me.
Quello sconosciuto mi aveva rallegrato la giornata. Forse per la sua inusuale bellezza, oppure per il fatto che con una semplice frase, in qualche modo, mi aveva fatto sentire apprezzato, chissà.
Avevo lasciato il suo numero a Chaeryeong, ma  foglietto stropicciato lo tenevo ancora io.
Mi buttai sul letto ricoperto da un evidente strato di polvere con quella piccola pagina strappata in mano, mentre la osservavo attentamente. "che faccio, gli scrivo?"
"infondo se diventerà un mio collega, in futuro, è meglio che io ci faccia amicizia con lui." ebbene sì, salvai il suo numero e senza nemmeno accorgermene, avevo già la sua chat aperta.

- jeno -

beh buonasera

ciao, ci conosciamo?

diciamo di sì. Ci siamo visti solo una volta però

come ti chiami?

prima devi indovinare chi sono

un indizio?

"mangerei volentieri la tua faccia"

ooh, ho capito

mi chiamo jaemin, purtroppo non ho un bel nome come il tuo

già, ma intanto fra i due, tu sei il dipinto

che simpatico

lo so
mi hai scritto anche per questo, no?
potevi benissimo lasciare il mio numero al tuo capo eh

avevo il numero di un possibile collega...
che fai, te ne privi?

hai proprio ragione
allora domani vengo al Jung's e ti mangio la faccia, che ne dici?

va bene andata


Ridevo mentre scrivevo con quel ragazzo, Jeno.
E non so perché ma già non vedevo l'ora di andare a lavoro il giorno dopo.

Erano le 8:15 e io avevo iniziato il mio secondo giorno al bar da qualche minuto. Jeno ancora non si era ancora fatto vedere. Ci stavo quasi perdendo le speranze, quando finalmente un ragazzo con il fiatone entrò di corsa dalla porta, portando immediatamente attenzione ai miei occhi. Mi avvicinai a lui con un enorme sorriso sulle labbra. Lui fece per ricambiarlo, ma io cambiai espressione ed incrociai le braccia al petto corrugando leggermente le sopracciglia.

< sei in ritardo. > dissi io fingendomi severo parlando con un'aria di superiorità.
< ciao Jeno! > Chaeryeong come sempre era gentilissima nonostante il ritardo di Jeno. Intanto quest'ultimo se la rideva sotto i baffi per la mia piccola scena e sorrideva dolcemente a Chaeryeong. Alzai gli occhi al cielo e mi girai in modo da non vedere nessuno dei due, come se fossi offeso.

< jaemin, accompagnalo a cambiarsi nello spogliatoio. L'uniforme dovrebbe già essere là. >
Sospirai e lo presi per un braccio senza rivolgergli parola. Quando arrivammo nello spogliatoio, una piccola stanzetta che dava sul corridoio in cui erano presenti altre due stanze, presi la sua uniforme in mano e tenni lontana da lui.

< ti prego di non arrivare più in ritardo. Questo è un lavoro e tu devi prenderlo seriamente. > lui cercò di avvicinarsi per prendere i suoi abiti, ma io li allontanai.
< sennò che fai? Mi mangi la faccia? > ridacchiò avendo la meglio su di me e riuscendo ad afferrare la divisa da lavoro. Io, pernon dargliela vinta, mi buttai su di lui facendo sfiorare la ountadei nostri nasi. Riuscii a stringere la presa sul tessuto dell'uniforme, ma ero troppo impegnato a rilassarmi al contatto del suo respiro sulla mi pelle. Ci trovavamo davvero a pochi millimetri l'uno dall'altro. Arrossii pesantemente per quella posizione, ma rimanemmo così per degli istanti interminabili, e nel frattempo i nostri occhi restavano fissi in quello dell'altro.
< sì. Sennò ti mangio la faccia. > riusii a parlare in un sussurro, ma subito dopo entrambi ci staccammo sentendo un telefono suonare. Era il mio.
Non poteva suonare in un momento migliore.
Mi girai dandogli le spalle mentre lui si cambiava.

< pronto? >
< ciao Jaemin! > Era Mark, forse l'unica volta in due anni che ci conosciamo che mi telefonava.
< dopodomani ho casa libera, vieni? C'è tutto il gruppo. Puoi invitare chi vuoi, non siamo tanti. >

< certo che vengo, Mark. > Jeno alzò lo sguardo non appena pronunciai il nome del mio amico.
< trovo qualcuno che mi possa accompagnare, però ci sono promesso. > lui non rispose e mi chiuse in faccia. Ma intuii che la sua reazione fosse positiva.
< hai detto "Mark"? Conosci Mark Lee?" > "quindi abbiamo un amico in comune?"
< sì che lo conosco, è nella mia compagnia. Organizza una piccola festa tra due giorni... > e qui, mi feci coraggio. Era l'occasione perfetta per legare con lui.
< ho bisogno che qualcuno mi accompagni, vieni con me? > mi leccai le labbra ed accennai un sorriso cercando di convincerlo ad accettare. Conoscevo Jeno da un giorno, ma l'evento sarebbe stato tra due giorni quindi avevo tutto il tempo per capire meglio che persona fosse.
Lui non ci pensò due volte e mi rispose.
< ovvio che ti accompagno, Jaemin. > il modo in cui marcò il mio nome mi fece rabbrividire. Ci scmabiammo un sorriso, poco prima di uscire dalla stanza.

Era proprio un ragazzo interessante, avevo voglia di conoscerlo meglio, e speravo che anche lui ne avesse di conoscere meglio me.

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