Capitolo 57

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Mi seguiva dappertutto, era una calamita da cui non potevo trarne via d'uscita.
Scaltro, astuto, attento a ogni mio movimento, osservava come trascorrevo quelle giornate fredde di Novembre.

Non osava distogliere il solito sguardo scrutatore appresso nel suo viso, appena gli passavo accanto, quando concludevo la colazione in Sala Grande, o scrivevo un appunto con la penna d'oca in ogni lezione svolta.
Riusciva a intercettarmi anche in mezzo a una valanga di studenti presi a camminare per i corridoi, mentre stava abbandonato con la schiena al muro freddo, poco distante dalle finestre che davano la visuale al giardino interno.

Sapevo che mi controllava, sapevo che era sempre dietro di me.

A lezione di Pozioni, nelle serre di Erbologia, nelle ore dei pasti, in Biblioteca per leggere libri o terminare i compiti assegnati.

Se non poteva distare dalla mia figura a un soffio di pelle, allora trovava un altro modo per tenermi sott'occhio.
Si appostava negli angoli delle stanze, preferibilmente da solo, per quanto la compagnia non fosse di suo gradimento.

Non spiccicava parola con nessuno, la sua quotidianità era monotona; non rideva, sghignazzava, rispondeva alle domande dei docenti solo quando era opportuno.

«Avete visto il nuovo arrivato? Oh, é così carino!» dicevano alcune ragazze Grifondoro, sistemate in gruppo ai lati dei corridoi ogni qualvolta che lo vedevano arrivare.

«Peccato che sia Serpeverde...»

«Quanto é misterioso! E i suoi occhi?»

Per loro era un sogno a occhi aperti, un principe dall'armatura nera dagli occhi incantatori.

Per me, invece, era solo un'aura negativa da cui dovevo scappare.

***


Il vociferare alto degli studenti, nella mia mente simile a un ronzio, mi accompagna lungo il tragitto per il corridoio.
Con due libri diversi portati al petto con delicatezza, i passi che eseguo intendono fretta e decisione, intenta a tornare in dormitorio.

La lezione pratica avvenuta poco prima con Severus Piton, ha reso nota la mia distrazione nello svolgere il compito assegnato.

Disagio. Umiliazione.

«Ha combinato un disastro! Era da tanto che non discuteva con Piton, ma ora...» sussurra un ragazzo Grifondoro, la sciarpa attorcigliata al collo con precisione.

«Ricordate l'ultima volta che le aveva assegnato quella punizione? Non dev'essere stato facile pulire la biblioteca.» una ragazza dalla chioma castana scuote piano la testa, posando lo sguardo sugli occhi di chi l'ascolta.

«Oh, poi con la presenza di Malfoy!» bisbiglia l'amica al suo fianco, attirando la sua attenzione con un leggero tocco sul braccio.

All'udire quel cognome conosciuto, aggrotto le sopracciglia curiosa.
Quindi, cercando di non far notare la mia presenza, abbandono il busto al muro freddo del corridoio.

Poi, aprendo una pagina ormai ingiallita di uno dei libri che porto al petto, ascolto la conversazione con l'imbroglio di star leggendo un paragrafo.

«A parer mio, é colpa sua se lei é finita in punizione.» dice una voce maschile, tenendo un tono basso.

«E come puoi provarlo? Malfoy é entrato subito dopo di lei! Ciò significa che, se la mia idea non é errata, erano insieme prima della lezione.» risponde la ragazza che aveva parlato in precedenza.

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Where stories live. Discover now