Capitolo 28

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Ho troppi pensieri che mi frullano in testa e soprattutto preoccupazioni per le situazioni che stanno avvenendo.
Ormai, sta per finire il mese di Settembre e tutte queste avventure che ho passato sembrano successe ieri.

Con gli occhi mezzi aperti mi alzo dal letto, notando come la stanza ha assunto il colore verdastro delle profondità del Lago Nero, che riflettono sulla finestra della camera.

Poi, senza essermene resa conto, scruto la figura appisolata della mia compagna di stanza, accoccolata tra le coperte del suo letto. Cercando di non fare rumore, recupero la mia bacchetta dai toni scuri dal cassetto, alzandomi definitivamente dal mio materasso e uscendo dalla stanza facendo scricchiolare un poco la porta.

«Lumos.» sussurro agitando la bacchetta, vedendo come, questa, crea un leggero fascio di luce bianca per poter vedere dove metto i piedi.

Cammino a passo felpato verso l'uscita della sala comune, mentre il camino scoppietta ancora, creando una luce sfocata che si riflette sul divano in pelle nera, e facendo attenzione sia al custode del castello che al suo gatto dagli occhi rossi.
Inizio a vagare per i più umidi corridoi, in cerca di un luogo abbastanza accogliente da permettermi di poter riflettere.

Così trovo una lunga rampa di scale di ferro color argento, in un corridoio non molto conosciuto dagli studenti: la vecchia Torre di Astronomia, oltretutto un luogo vietato per gli alunni della scuola.

Nel momento in cui arrivo all'ultimo scalino a tratti polveroso, un vento delicato passa attraverso il mio volto e i miei capelli scuri, facendoli svolazzare delicatamente in aria.
Con coraggio, faccio qualche passo avanti e arrivo davanti alla ringhiera di ferro della torre, appoggiando le mie mani tremanti sulla parte congelata.

In lontananza si nota la piccola capanna di Rubeus Hagrid e le sue grandi zucche che, per metà, la circondano. Mentre l'ippogrifo del gigante, Fierobecco, é rannicchiato su se stesso sull'erba asciutta e verdognola.
Il cielo mostra le sue splendide stelle, e la Luna piena risalta nella mia traiettoria.

Ad un certo punto, con mio stupore, sento dei pesanti passi provenire dall'entrata della torre, tanto che decido di nascondermi dietro a un piccolo muretto lì vicino, per vedere la persona intrusa.

Una sagoma si presenta sulla soglia, e non faccio a meno di vedere una ragazza mora con degli abiti scuri e qualche rifinitura verde e argento venire verso la luce.

Astoria Greengrass punta lo sguardo verso il cielo, mentre apro la bocca in segno di sorpresa.
Non si era fatta vedere per molto tempo dopo il litigio con Pansy Parkinson, a cui io e Sofia abbiamo assistito pienamente.

Per vederla meglio, faccio un passo indietro, ma accidentalmente il mio piede schiaccia un rametto che si spezza immediatamente al solo tocco.

La ragazza se ne accorge e punta il suo sguardo torvo verso di me, guardando il mio corpo con occhi vispi.

«Cosa ci fai qui? Mi spiavi per caso?» chiede iniziando ad innervosirsi.

«Potrei farti la stessa domanda.» rispondo posizionando le braccia conserte sotto ai seni. «Cosa stavi facendo tutti questi giorni che sei mancata da Hogwarts?» chiedo a mia volta, vogliosa di saperne di più.

«Sicuramente sono fatti miei e non lo devo dire a te.» risponde facendo una smorfia.

«Senti, Astoria, non fare la difficile; cosa vuoi da me?» chiedo disperata, stufa di quella sciocca situazione.

«Da te?» ripete facendo una risatina irritante. «Io non voglio niente da te. Voglio solo riavere Draco e la vita che avevamo prima.» risponde subito dopo.

«E io cosa c'entro?» chiedo dopo la sua risposta, alquanto confusa dal suo comportamento.

«Tu c'entri eccome. Me lo stai rubando, e non dire che non é così.» continua puntando un dito contro di me. «Anzi, sai una cosa?» mi chiede mentre alzo un sopracciglio, consapevole che avrebbe dato lei una risposta.

«Questa faccenda mi ha davvero stufato; non ho bisogno della tua approvazione per riprendermi Draco. Posso farlo anche da sola.» conclude, proprio quando vedo il peggio nei suoi occhi.

In un'attimo, vedo Astoria frugare velocemente nella tasca dei pantaloni, per poi tirare fuori la sua bacchetta e puntarla contro di me. La tiro fuori anche io, ma purtroppo il mio modo frettoloso non me la fa prendere come avrei voluto.

«Pietrificus total-» prova a dire lei, fortunatamente interrotta da qualcuno.

«Expelliarmus!» esclama una voce maschile alle sue spalle.

La bacchetta della mia rivale cade a terra, e quando alzo lo sguardo vedo Draco Malfoy dinanzi a lei, con la bacchetta impugnata nella mano destra.

«Vattene Astoria, non farti più vedere.» dice lui facendole cenno con la testa di uscire.

«Non ti lascerò andare con lei. Prima o poi torneremo insieme.» risponde la mora, e a queste ultime frasi esce dalla torre con passo svelto.

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Where stories live. Discover now