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Yeosang's pov

«Credo che andró a casa» dissi avvicinandomi agli altri.
Dopo esser andati ad una pizzeria ci eravamo fatti un altro giro per la città.

«cos'hai?» mi chiese Seonghwa girandosi verso di me.
«Nulla, mi fa solo un po' male la testa, non preoccuparti» in realtà volevo andare a casa così da poter stare in un ambiente tranquillo. Quei fratelli non mi ispiravano tanto, avevo una sensazione strana. E poi gli altri era da quando ci eravamo avviati che parlavano tra loro, senza includermi. Sapeco che fosse anche colpa mia perché non sapevo integrarmi, ma appunto per questo motivo credevo che Seonghwa sarebbe stato con me.

«Sei sicuro?» mi chiese Jongho e io annuii.
«Vuoi che ti accompagni?» mi chiese ancora, ma, questa volta, scossi la testa e dissi di no.
«È tardi e casa nostra non è vicina, ti ci vorrà almeno mezz'ora prima di tornare a casa» mi disse Seonghwa avvicinandosi a me.
«Non è importante. Voi se volete rimanete un altro po' qui, io vado a casa» detto questo li salutai leggermente e voltai le spalle. Sentii Hyunah dire "sarà l'adolescenza che gli fa questo effetto, che sarà mai".
Mi girai verso di lei e le andai in contro, mi fermai davanti a lei ed assottigliai gli occhi.

«Il fatto che sei più grande di me non ti da il diritto di parlare male di me e di prendermi per il culo. Ci siamo conosciuti adesso e non ti ho mai dato la confidenza per scherzare su di me. E non credo che te la darò mai visto che mi urti il cervello. Detto questo chiudi quella bocca di merda e buonanotte a tutti.» mi girai dinuovo e mi incamminai, sentii Seonghwa prendermi la mano ma mi scansai e continuai a camminare.
¬

Mi stesi nel mio letto, dopo essermi messo il pigiama, e presi il telefono. Andai sulla chat con Hongjoong e gli scrissi.
«Mi manchi quando ci vediamo?»
Ma la risposta non arrivó, perciò coprii la mia testa con le coperte e feci partire la riproduzione casuale.

Ultimamente ascoltavo solo canzoni tristi, e infatti partì "Weakness" di Jeremy Zucker.
Presi il telefono e guardai l'ora: segnava le 12:03. Sbuffai e chiusi gli occhi, provando a dormire.

Forse sarei dovuto rimanere con loro, almeno stavo con Hwa, però era stato tutta la sera con Hyojong. Sospirai e mi scoprii la testa, mi alzai dal letto e andai verso il mio armadio. Lo aprii e cercai in un angolino l'erba che nascondevo. La presi ed uscii fuori al balcone. Dopo aver chiuso la canna mi accorsi di aver dimenticato l'accendino dentro. Sbuffando entrai dentro e mi diressi in camera mia.

Mi fermai sull'uscio della porta e mi bloccai, notando un fogliettino sul mio letto, che però prima non c'era.
Mi guardai in torno, spaventato, ed entrai in camera mia, chiudendo la porta.
Mi sedetti sul letto e presi il fogliettino, aprendolo. C'era scritto qualcosa, ma non riuscivo a capirlo. Forse era codice morse.
Mi alzai prendendo il mio quaderno con l'alfabeto morse e lo poggiai sul letto.
Presi un altro foglio e iniziai a scrivere le lettere.

Dopo aver tradotto tutto lessi la parola completa: "Hongjoong".
Non sapevo cosa significasse, però mi metteva ansia, avevo paura.
Presi il telefono e chiamai Seonghwa.

«Pronto?» rispose dopo un po'.
«Siete ancora in giro?» avevo paura, avevo una strana sensazione.
«Si ma credo che tra poco torniamo, perché?»
«No nulla, volevo solo sapere. Ci sentiamo dopo» attaccai e chiamai subito mio fratello.

Aspettai che rispondesse ma non successe. Provai a richiamarlo ma non rispose.
Decisi di scrivergli, ma, anche lì, non mi rispose.
Decisi così di uscire da camera mia, per controllare se ci fosse qualcuno. Non avendo nulla presi un coltellino tascabile, che tenevo nel cassetto, ed aprii la porta. Mi diressi nel soggiorno ed accesi la luce, guardandomi intorno.
Non c'era nessuno, ma la televisione era accesa. Mi avvicinai ad essa e trovai un altro bigliettino attaccato sopra.

Lo presi e vidi che era dinuovo scritto in codice morse.
Me lo misi in tasca e continuai a vagare per la casa.

Arrivai fuori al balcone, dopo aver preso la canna, l'accendino e il quaderno con l'alfabeto morse, e mi sedetti su una sedia. Me la accesi e cacciai dalla tasca il fogliettino.
Tradussi anche quello e lessi la parola: "pericolo". Mi spaventai ancora di più e provai a richiamare Hongjoong. Rispose ancora la segreteria e provai a scrivergli dinuovo.

Scrissi un messaggio anche a Jongho: «Quando arrivi a casa puoi dirmi se c'è Hongjoong?»

La risposta non arrivò e Sospirai.
Avevo paura, non sapevo cosa stesse succedendo. Hongjoong era strano, avevo appena trovato due bigliettini con scritto "pericolo" e "Hongjoong" e non sapevo cosa pensare.
Poggiai la testa sulle gambe, che avevo tirato al petto, e sospirai. L'unica cosa buona era che domani era domenica, quindi non sarei dovuto andare a scuola.
.

Ormai avevo smesso di chiedere aiuto, sapevo che non c'era nessuno.
Avevo le mani e le gambe legate, le mani dietro la schiena, ma almeno la bocca la tenevo libera.
Avevo trovato una bottiglia grande d'acqua, vicino ad una parete, ed era l'unica cosa che avevo.
Non sapevo da quanti giorni fossi rinchiuso in quella stanza, ma sapevo solo che ormai la fame stava passando. Iniziavo a non sentire più fame.
Volevo uscire di lì, non ce la facevo più. Ma non sapevo come fare, visto che molto probabilmente gli altri non se ne erano nemmeno accorti.

Ad un certo punto, mentre mi muovevo per provare a sciogliere il nodo alle mie mani, sentii qualcosa pungermi. Scattai per il dolore, ma subito dopo mi girai.
Anche se era buio riuscii a capire cosa fosse: un pezzo, nemmeno troppo piccolo, di vetro. Mi avvicinai e mi girai, così da prenderlo tra le mani.

Provai, con molti sforzi, a tagliare la corda che legava le mie mani. Ma riuscii solo a farmi un taglietto sul polso.
Lasciai andare il pezzo di vetro e lasciai perdere. Sbadigliando, e poi sbuffando, chiusi gli occhi.

The Lake In The Forest ˢᵉᵒⁿᵍʲᵒᵒⁿᵍ;ᵃᵗᵉᵉᶻOnde histórias criam vida. Descubra agora