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Rockstar - Nickelback
The blister exists - Slipknot
Powerless - Linkin Park

Hongjoong's pov

«Scendi, sono sotto casa tua» scrissi a Seonghwa.
Ci eravamo organizzati per andare al laghetto per fare una specie di picnic, e io lo ero andato a prendere.
«Arrivo» mi rispose. Connessi il telefono al Bluetooth della macchina e feci partire la mia playlist rock/metal/punk, con i sottogenere anche diciamo, e aspettai che lui scendesse.
Mi avvicinai allo specchietto in alto e mi aggiustai il cappellino che avevo in testa. Mi ero messo un pantalone, non troppo largo, a scacchi, una maglia nera a maniche lunghe, una maglia bianca da sopra, un cappellino della stessa fantasia del pantalone e infine delle scarpe nere e alte.

Sentii la portiera aprirsi e mi girai, incontrando lo sguardo del ragazzo che stavo aspettando.
«Ehi» disse salutandomi, dopo esser entrato in macchina.
Lo salutai e misi in moto.
«Stai davvero bene» gli dissi guardandolo per un momento, indicandogli l'abbigliamento che aveva addosso: indossava un maglioncino nero, con dei piccoli strappi, un jeans non troppo scuro, con delle fantasie e delle scarpe con la suola alta.
Lo vidi, con la coda dell'occhio, sorridere e abbassare il capo imbarazzato. «Grazie, anche tu» gli sorrisi e feci ripartire la musica, che poco prima avevo stoppato.
Partì "Rockstar" dei Nickelback e lo vidi sorridere ancora.
«Ascolti anche loro?» gli chiesi.
«Si, li amo» disse annuendo fortemente.
«Mi fa piacere. Come ti ho già detto, io ascolto vari gruppi e solisti»
«Per esempio?» mi chiese. Ci pensai un attimo e poi risposi.
«Conosci gli skillet? Oppure gli slipknot? Ghostemane?»
«I primi due si, l'altro no» sorrisi, aspettandomelo.
«Ascolto diversi stili. Ghostemane è un solista che fa trap metal, hardcore punk e varie altre cose. Sono capace di passare dagli slipknot a Ludovico Einaudi come se nulla fosse» dissi ridacchiando leggermente.
«Mh questo Ghostemane mi sembra interessante, dopo mi fai ascoltare qualche canzone?»
«Certo che si» in quel momento partì "The blister exists" degli slipknot, nonché una delle mie canzoni preferite di questo gruppo.
«Questa è la mia preferita, o almeno una delle tante. La parte finale poi è stupenda» dissi cercando di non farmi distrarre dalla canzone che era partita.
«Io preferisco canzoni più calme, come quelle dei Pink Floyd, ma devo dire che questa è molto bella» io annuii.

Dopo poco arrivammo e scendemmo dalla macchina. Presi tutto ciò che mi ero portato e ci avviammo all'interno del sentiero.
«Dammi qua, ti aiuto» prese alcune delle cose che avevo in mano e sorrisi, ringraziandolo.
Ci fermammo davanti al solito albero e posai a terra le cose. Allungai il telo che mi ero portato dietro e Seonghwa ne prese una parte, così da stenderlo meglio a terra.
Presi il cestino che mi ero portato, e le altre cose con il cibo dentro, e lo poggia al centro del telo.

Ci sedemmo, uno difronte all'altro, e iniziai a cacciare tutte le cose.
«Cosa hai portato?»
«mhh sandwich, noodles già cotti, spero che siano ancora caldi, e altre cose»
Presi anche le posate e le poggia i sui tovagliolini. Poi presi anche da bere e misi tutto sul telo, spostando i contenitori leggermente più distanti da noi.
Inziammo a mangiare e anche a parlare, per conoscerci meglio.
¬

Un'ora dopo eravamo stesi, uno accanto all'altro, con la musica che usciva leggera dalle casse del mio telefono. In quel momento c'era Powerless dei Linkin Park.
Entrambi avevamo gli occhi chiusi, per rilassarci.
«Parlami un po' di te» gli dissi dopo un po'
«Cosa vuoi sapere?»
«Non lo so, dimmi tu ciò che vuoi dirmi» dopo qualche secondo di silenzio sentii dinuovo la sua voce.
«Come già sai ho 22 anni, disegno e scrivo. I miei genitori non li ho mai conosciuti, ho una sorella e un fratello, ma non li ho mai conosciuti» aprii leggermente gli occhi e girai il viso, per provare a capire le espressioni sul suo volto. Sembrava rilassato, tranquillo, forse non gli faceva più male tutto ciò.

«Come mai? Se vuoi dirmelo, altrimenti fa nulla» dissi facendo spallucce, facendogli capire che doveva decidere lui se dirmi o no queste cose della sua vita.
«Da ciò che mi hanno raccontato i miei genitori sono morti poco dopo la mia nascita, invece mia sorella e mio fratello non so dove siano.»
«Sono più grandi di te?»
«Anche a questo non so risponderti, non mi hanno mai detto più di tanto. So solo che di loro, per adesso, non mi interessa. Non mi hanno mai cercato, quindi va bene così» lo sentii diventare teso, così avvicinai la mano alla sua e gliela strinsi.

«Tu invece? Che mi racconti?» disse stringendo a sua volta la mia mano.
«Mio padre era un musicista, è da lui che ho coltivato la passione per la musica» iniziai parlando di questo.
«diciamo che sai già delle cose della mia vita, immagino che Yeo ti abbia detto tutto, o quasi, ciò che successe 4 anni fa» continuai.
Lo sentii annuire e sospirare.
«Si, so cosa successe. Ma adesso è tutto finito, giusto?» mi chiese girando il viso verso di me, per guardarmi.
«Fin quando non trovano il vero colpevole non è finita» dissi sospirando.
«Ancora non l'hanno trovato?»
«No, però almeno mi hanno lasciato andare»

Cambiammo discorso e iniziammo a parlare di noi da bambini, non sapevamo nemmeno noi come ci eravamo arrivati a quel discorso.
«Immagino che tu fossi una peste, mi sembri una persona molto allegra e vivace» mi disse toccandomi una guancia.
«Mh si lo sono, ma non con tutti. Comunque si, da piccolo ero una peste, ma mai quanto Yeosang.» risi al ricordo di mio fratello da piccolo, quelli si che erano bei momenti.
«Oh davvero? Yeosang mi aveva detto che eri tu quello più vivace tra i due»
«Adesso si, sono io il più vivace, ma solo perché adesso lui si è spento un po'. Ma quando eravamo piccoli era tutto il contrario, era davvero molto vivace e allegro. Quei momenti molte volte mi mancano, perché eravamo dei bambini ignari di ciò che ci avrebbe riservato il futuro. E poi Yeosang era sempre felice, non amo vedere mio fratello spento, non più come prima.»
Lo sentii sospirare e girarsi completamente, anche con il busto, verso di me.
«Adesso che vi siete ritrovati credo che le cose cambieranno» disse guardandomi negli occhi.
«Ho paura che non sia più come prima, ormai siamo entrambi cambiati e abbiamo trascorso 4 anni lontani.»
«Appunto perché vi siete rivisti dopo 4 anni credo che adesso le cose cambieranno. Ultimamente Yeosang stava sprofondando dinuovo, forse perché si avvicina l'anniversario della morte dei vostri genitori, ma era davvero più triste del solito. Quando ti ha rivisto invece sembrava completamente un'altra persona.»
«Ma ha avuto comunque un attacco di panico, anche se io già ero tornato nella sua vita»
«Quelli credo che non spariranno presto. Non dipende da te, sono cose che non può controllare, sono più forti di lui»
Lo sentii accarezzarmi dolcemente i capelli, arrivando ad accarezzarmi la punta del naso. Sorrisi e chiusi dinuovo gli occhi, imbarazzato. Lo sentii avvicinarsi e poggiare poi le labbra sul mio naso, leggere proprio come lo erano state le sue dita poco prima.
Dopo un po' si staccò da me, ma subito dopo lo sentii abbracciarmi. Aprii gli occhi e lo vidi accovacciato che mi abbracciava. Gli spinsi la schiena facendogli capire di mettersi meglio, stendendosi su di me.
Lui dopo qualche secondo si stese su di me, mantenendosi con i gomiti ai lati della mia testa. Con entrambe le mani prese a giocare con i ciuffetti dei miei capelli che fuoriuscivano dal mio capello. La distanza tra i nostri visi era poca e infatti riuscii a concentrarmi meglio su ogni suo piccolo dettaglio. Come i suoi occhi grandi e luminosi, come lui. Le labbra non eccessivamente grandi e la pelle luminosa.

Lo vidi guardarmi le labbra e ricambiai lo sguardo, alternando le labbra e gli occhi.
Sapevo cosa voleva, e forse lo volevo anche io. Non ne ero sicuro, poche volte ero stato sicuro di qualcosa. Ma in quel momento sapevo solo che ogni secondo che passava lui si avvicinava di più a me.
Quando le nostre labbra furono a qualche millimetro di distanza lo vidi spostare lo sguardo verso i miei occhi, forse per chiedermi il permesso per baciarmi. Ricambiai anche io lo sguardo e mi avvicinai, facendo sfiorare le punte dei nostri nasi, per fargli capire di continuare ciò che stava facendo.
Alzai una mano e la portai su un suo fianco, facendola poi scorrere su e giù.
La mano dell'altro invece arrivò sulla mia guancia, dinuovo, e, poco prima di baciarci, mi accarezzó le labbra con il pollice. A quel gesto alzai il mento e feci scontrare le nostre labbra, non riuscendo più ad aspettare. Lui ricambió il bacio e ci staccammo dopo poco.
Lo vidi continuare a fissarmi e dopo una manciata di secondi mi bació dinuovo. Misi anche l'altra mano dietro la sua schiena e la accarezzai. Ricambiai il bacio e lo sentii sorridere. Ci staccammo e sorrisi, guardando le sue guance che si erano colorate di un leggero e dolce rosa.

N.A:
Posso dire di esser fiero di questo capitolo? Non lo so, credo che mi sia uscito davvero bene. O almeno lo spero.

The Lake In The Forest ˢᵉᵒⁿᵍʲᵒᵒⁿᵍ;ᵃᵗᵉᵉᶻDove le storie prendono vita. Scoprilo ora