༻ 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗 ༺

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༺ ❝ 𝐎𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐬 ❞ ༻

— Secret;

𝐍𝐢𝐦𝐮𝐞'𝐬 𝐏𝐎𝐕

« 𝕮iao, sono Nimue Woolridge. »

Troppo spento.

« Heilà, sono Nimue Woolrige, sono nuova! »

Fin troppo entusiasmo. Riprovai.

« Buongiorno, il mio nome é Nimue Woolridge, é un piacere fare la vostra conoscenza. »

Troppo formale.

Diamine, e pensare che avevo detto a Blaise di aver condotto un'intera squadra di Quodpot, che cosa mi era preso? Era una porta di noce a separarmi dal dormitorio che mi era stato assegnato. Scossi la testa.

Mi appropriai di un ultimo respiro profondo prima di varcare la soglia, posai il palmo della mano sulla superficie.

La stanza era vuota.

Un tavolino circolare giaceva al centro, era abbastanza spaziosa, i lineamenti dell'arredamento erano colpiti da una fosca luce verdastra che filtrava attraverso il sontuoso drappo che adornava le ampie finestre.

Vagai per la stanza, facendo scorrere i polpastrelli sulle colonne che ergevano i letti disposti circolarmente. Un lettera sigillata accuratamente dal caratteristico sigillo di ceralacca color porpora brillante attirò la mia attenzione.

Prima che potessi scattare verso di essa, un brusio di voci anonime mi distrasse. Minuto dopo minuto diventarono sempre più chiare, cercai di identificarle. Una voce femminile e graziosa.

Astoria?

Mi precipitai istintivamente verso il bagno, cercando di limitare il più possibile ogni rumore.

« Desilludo. » sussurrai la formula, appropriandomi dell'invisibilità. Dovevo passare inosservata ed essere prudente, dove c'era Astoria c'era Draco.

Non tardarono a spalancare la porta, attraversarono l'ampio spazio sedendosi dopodiché sul letto, presumibilmente quello della ragazza.

Dovevo solo pregare che non avrebbero scatenato i loro ormoni mentre ero lì, o perlomeno dovevo trovare il modo di uscire.

Dei respiri frammentati colmavano il silenzio che occupava comodamente la stanza.

« Avevi detto che non sarebbe stato necessario. » affermò in modo solenne la ragazza, una scintilla di delusione ardeva nella sua voce.

« Esonerarmi dagli ordini che mi hanno assegnato comporterebbe un rischio, spero vivamente ti sia ben chiara la situazione. » in quel momento la severità di Draco era ben percettibile, affilata come un rasoio dalla lama sottile, ma letale.

« Pensaci, pensaci bene. » lo pregò invano la ragazza. Il volto di Draco era anonimo, disarmato da ogni espressione, le labbra sanguigne socchiuse in una linea retta, inespressive. Un respiro prolungato colmò i suoi polmoni d'ossigeno.

« Aspetti visite? » domandò stranito mantenendo il contatto visivo con Astoria.

« Cosa? »

« Su quel letto c'é una lettera. » Astoria allungò il corpo verso il pezzo di carta ingiallito, ma prima che potesse appropriarsene il ragazzo lo afferrò fermamente tra le dita, esaminandolo minuziosamente con lo sguardo.

Il nome del destinatario della lettera si insinuò tra le labbra di Draco in un lieve sussurro, riecheggiando silenziosamente tra le pareti della stanza.

« Non ho idea di chi si tratti. Temi sia passata di qui? » mormorò Astoria.

« No, in caso contrario la lettera sarebbe aperta. » rispose Draco facendo spallucce, come se stesse affermando l'ovvio.

« Già, hai ragione, credo. Daphne mi aspetta in Sala Comune, vieni con me? » lo invitò la ragazza.

« Solo un momento, devo occuparmi di una questione, non ci vorrà molto. »

Diamine, vattene.

« A dopo. » Astoria si appropriò delle labbra di Draco.

Passarono una serie di secondi, la porta si spalancò chiudendosi subito dopo.

« Ora puoi uscire, complimenti novellina, davvero un ottimo nascondiglio. » si calò sul pavimento, sollevando in un sussulto le lenzuola che fasciavano il materasso.

La sorpresa che aleggiò sul suo volto suggeriva quanto fosse convinto di trovarmi lì. Di certo non sono così stupida da nascondermi in un luogo così banale.

« So che sei qui, i tuoi giochetti non funzioneranno con me. » esclamò irritato.

Ebbene sì, non demorde.

Perlustrò per alcuni minuti la zona dei letti, subito dopo passò al bagno.

Serrai le narici con il palmo della mano, passo dopo passo si avvicinava sempre di più, così vicino al mio viso che avrebbe potuto percepire persino i miei respiri.

Un groviglio spinato di nodi mi serrò la gola paralizzandomi.

Lui non poteva vedere me, ma io vedevo lui, mi chiedevo se si sarebbe avvicinato così tanto se avesse potuto vedermi. Sembrava attratto da una forza impercettibile all'occhio, e il non poter respirare rendeva il tutto più difficile.

Avrei voluto respingerlo, scostarlo il più lontano possibile da me.

Un respiro sommesso attraversò le sue labbra, sentii l'alito caldo colpirmi il collo contrastando i lembi di pelle scoperti dai tessuti della divisa.

In un movimento repentino mi voltò le spalle dirigendosi verso la porta, chiudendosela alle sue spalle.

« Finite Incantatem. » sussurrai, agitando la bacchetta, tornai immediatamente visibile.

Mi scrollai strati e strati d'ansia di dosso con un solo respiro, mentre sistemavo nuovamente lo scarso contenuto dei miei bagagli meditai profondamente sull'accaduto. 

Qualcuno qui mi nascondeva qualcosa. E soprattutto si era appropriato di qualcosa che mi apparteneva. 

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Cult of Chaos; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora