Capitolo 26

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"Certo, scusami, va tutto benissimo"
Rispondo
Mi sorride e mi stringe la mano.

"Devo andare un attimo in bagno però, come posso fare? Non voglio alzarmi prima della fine del pranzo e risultare maleducata" gli sussurro

"Ma certo tranquilla, nessun problema ci mancherebbe, ti accompagno"

"No tranquillo tu resta pure qui a parlare, dimmi solo dove si trova"

"Ti accompagno"

"Non preoccuparti, davvero" lo guardo sicura.

Devo lasciargli la possibilità di parlare con Isabel da solo

"Ok,va bene. Lo trovi al secondo piano, seconda porta sulla destra." Sussurra
Mi alzo e nel più totale imbarazzo non so cosa dire, molti occhi mi guardano e sento Tom parlare al posto mio per spiegare la situazione.

Appena esco dalla stanza la pressione che avevo addosso cala improvvisamente.
Sento gli occhi bagnarsi, accelero il passo per raggiungere il bagno il più velocemente possibile entro e richiudo la porta alle mie spalle mentre le lacrime cominciano ad uscire.
E subito maledico me stessa per essere sempre così emotiva, adesso dovrò aspettare un po' prima di uscire o tutti vedranno i miei occhi rossi. Ma prima di tutto devo tranquillizzarmi e smettere di piangere.

È giusto così. È giusto così. Lo fai per il suo bene. Continuo a ripetere a me stessa. Ma non funziona.
Non so quanto tempo passa, so solo che non riesco a smettere e che sto facendo la figura della maleducata con tutti loro.

Non so quanto tempo sta passando mentre cerco di calmarmi ma all'improvviso sento bussare alla porta e mi impietrisco.

"Ginevra, va tutto bene?"

È Tom con un tono preoccupato.

Non so che fare, se rispondo capira subito dal tono della mia voce che ho pianto.

Faccio un profondo respiro e dico

"Si, scusatemi, arrivo subito"

"Posso entrare?"

No, non voglio farmi vedere così da lui un altra volta soprattutto a casa di sua madre.

"Esco subito, scusami" dico mentre mi tampono velocemente gli occhi per provare a togliere un po di rossore

"Ginevra sono un po' preoccupato, posso entrare per favore"

È preoccupato, l'ho fatto preoccupare in un occasione che doveva essere serena e felice. Mi sento subito in colpa e ricomincio a piangere più intensamente.

Non posso più rispondergli e devo nascondere i singhiozzi.

"Ginevra per favore" lo sento muovere la maniglia.

"Ginevra dimmi che succede ti prego"

Il suo tono è sempre più preoccupato.

Non posso più continuare così, giro la chiave ed apro la porta mostrandogli i miei occhi rossi e le guance rigate in un occasione in cui non avrei dovuto assolutamente farlo e mi sento così in colpa.

"Ehi, che succede?" È molto preoccupato si avvicina e mi prende la testa fra le mani

"Scusami è solo la tensione, adesso mi passa" mento

"Mi dispiace, sarei dovuto venire subito ad aiutarti, scusa"

"No, è a me che dispiace, non avrei dovuto fare così anche oggi. Mi dispiace davvero tanto scusami"

"Ma che stai dicendo?"

Mi abbraccia e restiamo la non so quanto mentre pian piano smetto di piangere.

Poi comincio a sentire dei passi sulle scale e la voce della madre di Tom che ci cerca

"Va tutto bene ragazzi?" Dice mentre la sento avvicinarsi

Io comincio a tremare, non voglio farmi vedere così da lei, chissà che cosa penserà di me. Tom mi stringe più forte e subito risponde.

"Si mamma scusami, mi è preso un po' di mal di testa ma arriviamo subito, non c'è bisogno che vieni qua. Grazie."

Troppo gentile, come sempre.

" Va bene nessun problema"

Si allontana da me quel tanto che basta per prendermi il viso tra le mani e sussurrare
"Adesso ci laviamo il viso con l'acqua fresca e con calma torniamo giù, poi salutiamo tutti e andiamo via, ok?"

"Si, ma possiamo anche restare un altro po', adesso sto meglio."

"Sei sicura ? Guarda che va benissimo andare via, non dobbiamo restare , nessuno ci dirà nulla"

"Si sono sicura"

Non posso fargli questo e fare questa figura. Ho già rovinato la giornata.

Poi deve tornare a parlare con Isabel.

Pian piano usciamo dal bagno e torniamo dagli altri, spero nessuno si accorga di quello che è successo.

Non può essereDär berättelser lever. Upptäck nu