Capitolo 32 ~ Ritrovarsi

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Elizabeth

Per la serie: "Se qualcosa può andare male, lo farà", la giornata, tra tentativi di fuga mancati, a causa degli uomini di mio padre, che non mi hanno mollata un secondo e attimi di sconforto, è trascorsa in un baleno, tanto che si è fatta sera e lui è ormai rincasato dal lavoro.

Nonostante ciò, io però non mi sono ancora arresa, anche perchè non posso, in alcun modo, permettere che alle persone di cui mi sono innamorata - poichè, per quanto assurdo e impensabile, fino ad un paio di mesi fa, è ormai evidente, che io li ami - capiti qualcosa di irreparabile... per lo meno, non senza lottare.

Per cui, una volta terminato di cenare, dopo aver intelligentemente rubato, dall'appendichiavi, la chiave della porta sul retro, usata solitamente solo dai domestici, fingo di non sentirmi molto bene e mi ritiro nella mia stanza, ma invece che mettermi a dormire, termino di preparare lo zaino contentente gli oggetti che stavolta voglio portare con me, non avendo potuto farlo, per ovvi motivi, la scorsa, tra cui una foto di mia madre e poi attendo, pazientemente, che mio padre e tutti i dipendenti vadano a dormire.

Dio, é cosí snervante dover aspettare, quando non desidero altro che scappare.

Ma finalmente, passata la mezzanotte, ben consapevole che gli unici ostacoli rimasti tra me e la libertà, sono i due "bodyguard" piazzati fuori dalla mia stanza ed il sistema d'allarme della villa, volto a segnalare qualunque intrusione, esco sul balcone e mi calo dalla grondaia.

Anni e anni di pratica, quando credevo che il massimo della ribellione fosse uscire di nascosto la sera per dormire da Luke e rientrare in mattinata, prima che mio padre se ne accorgesse, senza sapere che lui era a conoscenza di tutto, visti i fin troppo buoni rapporti col mio ragazzo e il sistema di sorveglianza intorno alla casa, a cui, al tempo, non facevo caso.

Poi, camminando il più vicino possibile al muro della villa, mi dirigo verso la porta sul retro, infilo la chiave nella serratura, entro e, facendo ben attenzione a non svegliare nessuno, stacco la corrente.

A quel punto, non mi rimane che uscire e raggiungere rapidamente un angolo del giardino, dove le siepi sono tenute, dal giardiniere, leggermente più basse e quindi sono più facilemente scavalcabili.

Ma invece che atterrare sull'asfalto, come mi sarei aspettata, colpisco qualcosa, anzi qualcuno e finiamo entrambi a terra.

Ciò che mi sorprende, è però scoprire chi è quella persona

«Jamie?»

«Liz?»

«Oh mio dio, Jamie, Jesse! Siete voi? E siete davvero qui?» esclamo quindi, incredula, alzandomi e aiutando il maggiore, leggermente dolorante per la botta, a fare lo stesso

«Si, siamo qui piccola, siamo qui, ma ti prego, abbassa la voce, o sveglierai tutto il vicinato e soprattutto gli omoni che tuo padre ha messo di guardia» ribatte per cui quest'ultimo, sorridendo teneramente e accarezzandomi, dolcemente, una guancia

«Ma come avete fatto a trovarmi?»

«Diciamo che siamo stati aiutati, tu piuttosto, come hai fatto a scappare?» chiede, con tono sorpreso, Jesse

«Emh, ne dobbiamo parlare proprio qui?» domando però io, in risposta, ancora parzialmente preoccupata che qualcuno possa accorgersi, da un momento all'altro, della mia fuga.
Al che, Jamie risponde

«No, affatto, anzi non parliamone proprio, l'importante è che ci siamo ritrovati»

Dopodiché ci stringiamo in un abbraccio spontaneo e dannazione, quanto mi era mancato!

«Che dite, andiamo?» esclama poi, sempre il maggiore

«Andiamo» rispondiamo perciò, annuendo e sorridendo a trentadue denti, noi.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, buona domenica e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui, seppur sia piuttosto corto, Liz riesce a scappare e si ricongiunge con i fratelli, che neanche a farlo apposta, erano invece andati a liberarla.
Se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Inoltre ricordatevi che mercoledì pubblicherò un nuovo capitolo di "Dribbling d'amore".
Ci vediamo tra una settimana, con il prossimo, un bacio, ciao ♥😘

RAPITAWhere stories live. Discover now