Giorno 3

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Pessima, anzi, pessissima idea quella di fare un pic-nic al Parco Sempione. C'era ogni ben di dio da mangiare sulla tovaglia a quadri bianchi e rossi che avevamo steso sul prato: focaccia, tramezzini e frutta fresca. Avevo una fame incredibile, ma purtroppo anche le mosche, le zanzare, le formiche, le vespe e chi più ne ha più ne metta, sembravano gradire il pranzo, perché continuavano a ronzarci attorno senza sosta; stavo letteralmente uscendo di testa. Scuotevo le mani per aria in modo improvviso e incontrollato a ogni battito di ali sospetto, come se fossi in preda a un raptus.

Io te l'avevo detto di portare una paletta per le mosche o dell'insetticida.

L'unica nota positiva di quella malsana idea era che Hyunjin era perfettamente a suo agio immerso nella natura.

«Oddio, e quel coso cos'è?» Puntai il dito sulla coperta dopo aver visto un insetto non ben identificato.

Jin sdraiato con le mani incrociate sotto la testa alzò appena il capo. «E' un ragno ed è infinitesimamente più piccolo di te, quindi stai calma e rilassati.»

«Ma come faccio a stare tranquilla? E se mi finisce qualcosa nei capelli?» Il solo pensiero di un insetto intrappolato sulla mia testa mi fece rabbrividire e cominciai a scuotere il capo. «No, no, Jin... mi sento qualcosa addosso!» Mi alzai in piedi di scatto e cominciai a dimenarmi, frizionando con forza la mia folta capigliatura, tuttavia lui non fece una piega.

«Non hai niente addosso.»

«Come fai a saperlo se non hai nemmeno aperto gli occhi per controllare?!»

Secondo me ti sta prendendo in giro.

«Sono empatico, sento che nessun insetto o rettile o animale ti si avvicinerebbe mai.» A quel punto sollevò svogliato le palpebre e scoppiò a ridere. «Sembri una pazza con quei capelli.»

Risentita e sentendomi anche un po' stupida, cominciai a lisciare i ricci con le mani. «Perché hai detto rettile? Secondo te ci sono dei serpenti?» I miei occhi preoccupati cominciarono a perlustrare l'ambiente intorno.

«Probabile...»

«Cazzo...» Cominciai a respirare affannosamente. «Sento che sto per avere un attacco di panico. Perché non siamo andati a fare il pic-nic sull'asfalto? Mi sarei sentita più al sicuro.»

«Guarda che hai deciso tu di venire qui!»

«Certo, lo so! Ma ero un po' a corto di idee e mi sembrava una cosa carina, però adesso...» Scandagliai di nuovo le mie iridi tra i fili d'erba alla ricerca di qualche movimento sospetto. «Soprattutto all'idea che possano esserci dei viscidi animali striscianti... non lo è più!»

«Con mia madre andavo sempre a mangiare al parco a Seoul.»

Rimasi di sasso, e mi bloccai con le dita incastrate tra i nodi dei miei ricci. Non mi sarei mai aspettata che tirasse in ballo quell'argomento così delicato. Cercai di pensare il più velocemente possibile, incerta se cavalcare l'onda o lasciar cadere tutto nel vuoto, ma se l'aveva menzionata forse aveva voglia di parlarne.

«Invece mia madre ci portava al pub, forse è per quello che sono così insofferente agli spazi aperti.»

Calò il silenzio per un po'. Lo osservai impensierita, invece Jin sembrava sereno in viso, quasi sollevato dall'essere riuscito a esternare, anche solo con un accenno, a un argomento tanto importante. Mi sedetti con le gambe raccolte da una parte; altra pessima idea era stata quella di indossare una gonna. Cercai di abbassare l'orlo il più possibile, preoccupata che si potesse vedere molto di più di quanto non volessi mostrare.

Gli occhi affilati di Jin mi scrutarono curiosi. «Parlami della tua famiglia.»

Sobbalzai. «Della mia famiglia?» E puntai il mio dito indice verso di me.

Due settimaneWhere stories live. Discover now