The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

Capitolo 39

Lo sguardo dell'unico omega di sangue reale presente all'interno del palazzo vagava in quella stanza spostandosi da una persona all'altra con una freddezza nello sguardo che, se solo avesse potuto osservarsi in quel momento, probabilmente non avrebbe riconosciuto sé stesso. Specialmente, quando nei paraggi c'era il sovrano del regno.

Fin da quando aveva raggiunto i sedici anni, il re aveva sempre cercato di includerlo nelle riunioni che tenevano una volta al mese nella stanza dei consigli e Taehyung aveva sempre adorato quei momenti, quando erano vicini l'uno all'altro e il debole alfa gli insegnava come dovesse pensare un re per far sì che il suo popolo potesse andare avanti e al tempo stesso venerarlo.

I tempi erano cambiati però: Taehyung aveva vissuto un esperienza che non poteva essere compresa, un misto di paura, rabbia e frustrazione trasformatesi poi in amore e dolore per la separazione; adesso non guardava più il mondo come il giovane diciottenne che ha come unico obbiettivo quello di non farsi calpestare da qualsiasi uomo che possedesse dei ferormoni alfa, adesso lo guardava dal punto di vista di un padre che avrebbe cercato di proteggere sangue del suo sangue più di qualsiasi altra cosa.

Gli sguardi infastiditi che gli rivolgevano i membri del consiglio a cui era completamente ignaro quando era più giovane, adesso li scorgeva perfettamente. Percepiva nell'aria – oltre tutti quei fastidiosi ferormoni alfa – la tensione e il fastidio che essi provavano nell'avere la sua presenza lì in quella stanza.

«Come dicevo, in vece compagno di Vostra Altezza il principe, sarebbe un onore poter rendermi utile e aiutare il mio futuro sposo nei suoi compiti reali, viste le sue deboli condizioni fisiche.» anche Bogum era stato invitato quella mattina a partecipare. Era seduto di fronte all'omega e accanto al re – posizionatosi a capotavola di quel lungo tavolo in legno –, spostava lo sguardo negli occhi di tutti i presenti per mostrare la maschera di disponibilità che aveva messo su per fare una buona impressione ai membri del consiglio, i quali sembravano essere già propensi a nominare quell'uomo come futuro re.

L'argomento di quel giorno riguardava Taehyung in prima persona: vista la sua condizione – ormai riconosciuta solo ai membri del consiglio e impossibile da nascondere – e la debolezza che essa aveva comportato, costringendolo a letto, aveva trascurato i pochi compiti che gli spettavano, accumulatisi così fino a richiedere una riunione per discutere sul da farsi.

«Presto mi rimetterò in sesto Comandante. Probabilmente sarebbe successo molto prima se aveste evitato di ridurre quasi a fin di vita l'unico uomo in grado di poter essere davvero utile in questo regno.» Jungkook avrebbe potuto donargli con il tempo le forze che il bambino gli stava sottraendo.

«Quell'uomo è lo scarto del genere umano, non dovreste essere così propenso nei suoi confronti, dico bene?» si rivolse poi al resto dei membri del consiglio. Era un dannato approfittatore, qualsiasi parola, gesto, lui lo avrebbe rigirato a suo vantaggio e ottenuto consensi per elevare la sua figura e disprezzare invece quella dell'omega.

Spostò lo sguardo in direzione degli altri alfa lì presenti per poter vedere chi avesse il coraggio di dar man forte al comandante Park, per poi notare lo sguardo deciso di tutti i presenti. «Ha violato una delle rigide tradizioni avendo rapporti fuori dal contesto matrimoniale e con un pirata, per giunta.» parlò uno degli uomini più potenti lì presenti in quel tavolo, dopo suo padre. «Ma è un omega dopo tutto.»

Diventò rosso di rabbia e imbarazzo, stringendo i pugni sopra le sue gambe fino a imprimersi delle mezzelune sul palmo della mano.

«Secondo il consiglio il vostro tradimento avrebbe dovuto subire essere processato, ma la decisione finale del re non ci ha permesso di agire.» continuò quell'uomo ottenendo consensi da parte dei restanti «E' solo perché ci fidiamo della parola data dal nostro sovrano e dalla presenza del Comandante come vostro futuro compagno, che abbiamo potuto trovare un valido compromesso.»