look at the sky tonight

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Restiamo sulla spiaggia a parlare del niente per ore e cerchiamo di ripararci dal freddo restando il più possibile abbracciati. Mentre gioca con i miei capelli, Gus mi sta raccontando di quella volta in cui, quando si trovava a Londra, era andato avanti per un mese intero cibandosi solo ed esclusivamente di fish and chips e caramelle gommose: era tutto ciò che gli piaceva della cucina inglese.

Questo momento tra noi è talmente piacevole che mi dispiace interromperlo, ma il freddo inizia davvero a farsi sentire: entrambi abbiamo la pelle d'oca e ogni tanto veniamo scossi da qualche brivido, così propongo di tornare alla macchina e Gustav si mostra subito decisamente d'accordo. Ci alziamo e ci scrolliamo di dosso la sabbia che si è appiccicata sui vestiti, poi raggiungiamo mano nella mano l'auto.

"Bianca, posso chiederti una cosa?", mi domanda, sistemandosi sul sedile, prima ancora di inserire le chiavi nel cruscotto.
"Certo", annuisco incuriosita.
Al che, Gus tira fuori dalla tasca dei jeans il suo iPhone e lo collega alla radio tramite Bluetooth in poche mosse, continuando a smanettare per qualche altro secondo.

"Non dirmi che hai ricominciato con la musica!", lo anticipo con entusiasmo, prima che possa effettivamente rivelarmi la natura della sua domanda. Sul viso mi si disegna un sorriso stupito, per qualche ragione mi sento come una bambina che ha appena saputo che i suoi genitori la porteranno a Disneyland per il compleanno.
"Sì, beh, qualcosa del genere", ammette quindi lui, sospirando con fare incerto.
Mi sembra quasi in imbarazzo, mentre io sono molto eccitata da questa cosa: spalanco gli occhi in un'espressione infantile e lo fisso con insistenza, impaziente di sentire la novità.

"Ti va di ascoltare una roba che ho scritto?", mi chiede, lanciandomi uno sguardo nervoso e puntando il pollice sullo schermo del telefono, pronto per premere play.
"Cazzo, sì!", esclamo, senza preoccuparmi di trattenere in alcun modo tutto l'entusiasmo che provo in questo momento. Gus mi sorride, mordendosi il labbro con un velo di incertezza, indugia un po' e poi si decide a far partire finalmente la canzone.

I don't know where I'm headed but I know I won't regret it, and I know you won't forget it, girl
Please don't panic, baby, please don't panic, baby
I'm the only one to get it but I'm only ever-present when I almost need a medic
Now I gotta stress it, baby
Please don't panic, girl, please don't panic, baby.

Non appena il suono esce dall'impianto stereo della macchina, sento un brivido percorrermi la schiena. Chiudo gli occhi per concentrarmi meglio sulle sue parole e sulla voce di Lil Peep, che mi sembra perfino migliorata rispetto ad anni fa; la linea melodica del pezzo mi cattura subito e mi entra in testa all'istante.

She calls on me, why can't she see You're the one she needs but all she wants is me.
She calls on me, why can't she see? You're the one she needs, it gets hard for me to breathe.

Mi sembra sia passata un'infinità di tempo dall'ultima volta che ho ascoltato una sua canzone, ma ricordo ancora alla perfezione tutti i messaggi che, all'epoca, era solito inviarmi quando chiudeva un brano in studio: se lo faceva mandare subito sul telefono, in modo da potermelo girare il prima possibile, perché voleva sempre sapere il mio parere a riguardo. Adoravo il fatto che ci tenesse sempre a coinvolgermi in qualche modo nei suoi progetti: mi faceva sentire speciale.

You don't wanna see me act this way, you don't wanna look me in my face
Girl, I think about you all damn day, but I know you don't believe the shit I say.
Baby, I'm the reason for your pain, I don't wanna hurt you, love, just stay
Girl, I think about you all damn day, but I know you don't believe the shit I say.

Riapro gli occhi non appena il beat si arresta e guardo Gus torturarsi nervosamente le pellicine delle unghie.

"Wow": è tutto ciò che riesco a dire. Non so neanche da dove iniziare per esprimere a parole la bellezza di questa canzone.
Lui mette subito le mani avanti, cercando quasi di smorzare tutta la mia eccitazione: "L'ho registrata in questi giorni, è stata una cosa di getto... volevo solo vedere se ero ancora in grado di farlo, lo so che non è niente di che".
"Scherzi?", sbotto: "Gus, la adoro! Dovresti pubblicarla, dico davvero".
Lui non sembra d'accordo, continua a sminuire il suo lavoro: "E' solo una bozza, niente di serio".
"La adoro", ripeto, guardandolo dritto negli occhi per fargli capire che non sto affatto scherzando o esagerando con i complimenti: "Il cambio di flow, la base, la passione, il modo in cui canti... wow".

"Davvero ti piace?". Gustav sorride scuotendo la testa, incredulo che stia sinceramente apprezzando la sua canzone: è come se non si aspettasse una reazione del genere da parte mia.
"Hai registrato altro?", chiedo curiosa.
Lui annuisce voltandosi verso di me, tenendo la testa poggiata al sedile e mordendosi il labbro: "Sì, qualcosa. Ma comunque è tutta roba fatta per noia, non c'è un progetto dietro".

Mentre parla, Gus si accorge del tettuccio panoramico sopra le nostre teste: "Tracy non si è proprio risparmiato, eh?", commenta, cambiando quindi argomento e puntando un dito verso il soffitto. Annuisco divertita ed inizio a premere pulsanti a caso, nella speranza di riuscire a tirare la tenda parasole che in questo momento ci sta schermando la visione del cielo notturno sopra di noi. Nel frattempo Peep prova a reclinare entrambi gli schienali, in modo da poterci mettere più comodi. Quando finalmente azzecco il tasto corretto e il tendaggio si ritira all'indietro, mi lascio cadere sul sedile ritrovandomi quasi sdraiata: non devo muovere il collo nemmeno di un centimetro per godermi la vista del meraviglioso cielo di stasera.

La notte è illuminata da centinaia di stelle, una più brillante dell'altra, e una mezzaluna risplende intensamente. Come ho fatto a non accorgermi prima di questo spettacolo? Anche Gus sembra estasiato, resta zitto per qualche minuto a contemplare ogni singolo puntino luminoso.

"Look at the sky tonight, all of the stars have a reason... a reason to shine, a reason like mine...", canticchio con un filo di voce, socchiudendo gli occhi. Mi è venuto naturale pensare a questa canzone, ripescata dai meandri della mia memoria, ma in realtà non mi sono neanche accorta di averla intonata ad alta voce.

Gustav si volta verso di me, con un sorriso dolce disegnato sul viso: "Tutto accade per un motivo", bisbiglia, mentre mi accarezza la mano e intreccia le sue dita alle mie: "Spesso non capiamo il perchè di certe cose, ci sembrano solo delle immense rotture di palle e ci chiediamo 'perchè a me? cosa ho fatto di male per meritarmelo?' Però io penso sia impossibile che sia tutto in balia del caso: voglio credere che ci sia un piano dietro. Chiamalo destino, karma o persino Dio, come ti pare... ma c'è un motivo per ogni cosa, anche quello che ci sembra insignificante".

Sento le palpebre farsi pesanti, ho in corpo una stanchezza terribile, ma sto cercando con tutta me stessa di combattere il sonno e restare sveglia. Adoro questo tipo di conversazioni che si fanno solo di notte e solamente in compagnia di specifiche persone. In particolare, mi piace ascoltare Gus parlare a ruota libera: amo quando si lascia andare un po' e si apre su pensieri e temi profondi, che spesso si riescono ad affrontare solo con la complicità del buio. Vorrei che momenti come questo durassero in eterno.

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora