the memories haunt me

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"Non dire cazzate", balbetta la mia amica, incredula quanto me. 
Io sono pietrificata, non riesco a muovere neanche un muscolo per lo shock. L'unica cosa che riesco a fare è spostare lo sguardo da Beth a Tracy ripetutamente, come per cercare di leggere sui loro volti un indizio che mi suggerisca che è tutto uno scherzo.
"Te lo giuro", dice il ragazzo: "Che motivo avrei di mentire?".

La mia amica cerca di prendere in mano la situazione, parlando al posto mio: "Sono passati quattro anni, non le importa più niente di quell'idiota. Perché hai tirato fuori questa cosa? Eravamo qui per divertirci".
"Lo so", cerca di giustificarsi Tracy, sollevando le spalle e rivolgendosi direttamente a me: "Ma mi ricordo bene quanto eravate felici quando stavate insieme. Anche se sei andata avanti, credevo fosse giusto farti sapere che è in giro".
Scoppio a ridere nervosamente: "Lo Xanax deve averti cancellato la memoria: come fai a dire che eravamo felici?".

Tracy sospira e si passa una mano tra capelli: "Senti, non ti incazzate con me. Credevo solo di farti un favore: immagina se avessi incontrato lui anziché me, questa sera".

Non ha tutti i torti, forse non pensava neanche di scalfirmi con questa rivelazione e in effetti che cazzo me ne frega di lui? Sono andata avanti, ho la mia vita e un ragazzo che mi tratta come se fossi l'unica cosa che conta al mondo. Sono passati anni, io sto bene e quella storia è acqua passata ormai, sono una persona diversa da quella che ero: non sono più una ragazzina, sono cresciuta e mi sento più sicura di me, meno manipolabile.

Faccio un sospiro e mi calmo, consapevole delle mie convinzioni.
"È a Los Angeles?", chiedo in tono quasi apatico, con le braccia incrociate al petto.
"Sí, è tornato più o meno un mese fa".
Senza accorgermene, le parole mi escono dalla bocca d'impeto: "E sta bene?".
Tracy annuisce con un sorriso, poi si volta e torna in casa come se niente fosse; mentre io e Beth restiamo immobili per qualche secondo, senza dire niente.

"Come stai?", mi chiede lei, avvicinandosi cautamente.
"É tutto okay, non è successo niente", la rassicuro, mentre accendo una sigaretta minimizzando l'accaduto.
"Sicura?".
"L'hai detto anche tu, sono passati quattro anni e io sono andata avanti. Lo ammetto, è stato un colpo all'inizio, ma sapere che è tornato non cambia le cose". Cerco di mantenere un tono di voce il più calmo possibile, mi sto mostrando più tranquilla di quanto sia in realtà, e sono sicura che Elizabeth l'abbia capito che sto millantando una falsa sicurezza. 

"Non hai mai pronunciato il suo nome ed hai sempre evitato di parlare di lui", mi fa notare: "Come puoi aspettarti che ti creda?".
"Se ti dico che sto alla grande è perché sto davvero alla grande. Dai, smettila di preoccuparti per questa cazzata e dammi dell'altra coca, che voglio tornare dentro e divertirmi come si deve".
Beth mi allunga incerta la busta contenente la polvere bianca, non sembra affatto convinta, ma non credo voglia insistere ancora. Sa che con me non funziona: se non mi va di parlarne, non lo farò finché non mi sentirò pronta. So di essere davvero cocciuta a volte, ma non posso farci niente.

Rientriamo in casa cariche, di certo io non voglio rovinarmi la serata e cerco il più possibile di non pensare a quello che mi ha detto Tracy: ogni volta che un pensiero stupido fa capolino nella mia testa, cerco di annegarlo sul nascere con qualche sorso di alcol. 

Dopo qualche ora, però, mi rendo conto di essere messa parecchio male: non riesco nemmeno a reggermi in piedi e la testa mi gira vorticosamente. Neanche Beth è esattamente un fiore, ma in qualche modo riesce e portarmi verso il divano in salotto, approfittando di uno dei pochi momenti in cui non è occupato. Finiamo per addormentarci entrambe: nonostante il casino che ci circonda, crolliamo l'una appoggiata alla spalla dell'altra.

Vengo svegliata solo dalla luce del sole che filtra attraverso le tende gialle del salotto: non so che ore siano, so solo che non dovrei essere qui. Mi guardo attorno: Beth sta ancora dormendo appoggiata al bracciolo del divano, a terra ci sono un paio di ragazzi e svariate bottiglie di vetro vuote. Mi alzo piano cercando di non svegliare nessuno e vado in bagno: mi guardo allo specchio e mi rendo conto di fare decisamente schifo, l'eyeliner è completamente sbavato ed ho l'ombretto persino sulla fronte. Mi do una ripulita in fretta e furia e cerco di ricompormi al meglio, nonostante la nausea e la testa che mi scoppia.

Mi decido poi a controllare il telefono e mi accorgo immediatamente di avere decine di chiamate perse da Axel: sbuffo sedendomi sulla tazza del cesso, sono sicura che sarà preoccupatissimo, ma ormai non ha nemmeno senso richiamarlo, visto che sarà già al lavoro da ore; così mi limito ad inviargli un messaggio per fargli sapere che sono ancora viva e che mi sono semplicemente addormentata, ma credo sarà parecchio arrabbiato con me.

Proprio mentre sto digitando, la porta del bagno si spalanca e mi trovò davanti Elizabeth.
"Hey, ti sei svegliata?", la accolgo. 
"Sí, ho sentito che ti sei alzata poco fa", dice lei: "Tutto okay?", mi chiede poi, grattandosi la nuca.
Annuisco continuando a tenere gli occhi fissi sul display del mio cellulare e lei capisci all'istante la fonte della mia preoccupazione: "Axel?", domanda. 
"Sí", le dico, mentre invio il messaggio di scuse: "In realtà credo che non sopporti il fatto che vada alle feste, ma non mi dice mai niente. Finge di non sapere che mi faccio di coca, credo che mi odi profondamente per questo".
Beth mi ascolta con attenzione, poi mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla per rassicurarmi e farmi capire che, nonostante tutto, le ci sarà sempre. 

"Ci credi che ero come lui, una volta? Lavoro fisso, a letto a mezzanotte, zero grilli per la testa...", rido.
"Perché dici così?", esordisce la mia amica, interrompendo la lista di virtù che una volta mi appartenevano: "Axel ti ama per ciò che sei ora, non per chi eri quando nemmeno vi conoscevate".
Sollevo le spalle in tutta risposta, lei non ha tutti i torti, ma anche io ho le mie ragioni per credere di essere diventata una persona peggiore nel corso del tempo.

Beth si piega sulle ginocchia davanti a me e mi sfiora il mento con due dita: "Bianca, no. Lo so cosa stai facendo, stai pensando a quello che ti ha detto Tracy... cazzo, non ti azzardare a farti venire le paranoie".
Io la guardo dritta negli occhi e scoppio a ridere: "Ma quali paranoie, Elizabeth! No, lo sai anche tu che ormai quello è un capitolo chiuso, è una storia morta e sepolta".
"E allora perché adesso ti stai deprimendo ripensando alla persona che eri prima?", incalza lei.
"Non lo so, la mia era solo una considerazione. Non mi interessa niente di quel che mi ha detto Tracy, dico davvero".
Lei stringe le labbra e scuote la testa: "Puoi parlarmene, non ti giudico, lo sai".

Tra di noi cala il silenzio ed io mi limito a fissarmi la punta delle scarpe in vernice nera, mentre mi rigiro nervosamente il cellulare tra le mani.
"Cosa provi in questo momento?", mi chiede dolcemente, usa un tono molto delicato per farmi capire che davvero con lei posso parlare liberamente.

"La verità è che non lo so, Beth. Dopo tutto questo tempo, non me l'aspettavo per niente. Era un sacco che non ripensavo più a lui".
"È normale che ti senti così, non sei un robot e tirare fuori certe storie dal passato so che può far male. Non voglio fare la stronza adesso, però voglio farti notare che in quattro anni non si è mai preoccupato anche solo di farti sapere se era vivo o morto. Ora è qui da un mese e non ti ha mai contattata. Non farti film, Bianca, tienila ben presente questa cosa".

Beth é sempre stata una ragazza coi piedi per terra, molto realista, mi ha sempre aiutata a vedere la realtà così com'è, non filtrata dai miei sentimenti. Anche io sono sempre stata una persona piuttosto razionale, ma quando si trattava della mia precedente relazione, era tutta un'altra storia.

"Lo so, sta tranquilla. Sono contenta che stia bene, ma non mi aspetto niente da lui. Quello che abbiamo condiviso è stato... intenso e sì, per un po' forse sono stata felice con lui, ma mi ha causato troppi problemi e adesso non siamo altro che due sconosciuti".

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPWhere stories live. Discover now