uno

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«avanti tae, datti una mossa o arriveremo in ritardo!»

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«avanti tae, datti una mossa o arriveremo in ritardo!»

i ciuffi rossastri del migliore amico comparvero da dietro la porta. sul viso, il classico sorriso a trentadue denti.

taehyung gli gettò una fugace occhiata, poi all'orologio appeso alla parete e nuovamente al suo viso. infilò con velocità i vestiti all'interno dello zaino e lo mise in spalla, dirigendosi verso la porta.

prima di uscire socchiuse gli occhi e respirò il noto profumo di casa, che non avrebbe sicuramente risentito fino all'anno successivo.

la madre accolse entrambi a braccia aperte. «mi mancherete.» sussurrò soltanto alle loro orecchie, prima di guardarli allontanarsi verso l'automobile.

«assicurati che non combini guai!» riservò direttamente ad hoseok, che in risposta tirò giù il finestrino e le sorrise smagliante.

«non si preoccupi signora kim, è in buone mani.» la donna scosse soltanto il capo e li seguì fino al cancello.

taehyung non la guardò neppure, troppo assolto dai mille pensieri che gli frullavano per la testa. la sola idea di dover cominciare un anno all'estero lo entusiasmava, eppure una piccola vocina continuava a ripetergli di rimanere lì, nella sua città natale che tanto amava.

«vedrai, ci divertiremo.» lo incoraggiò hoseok poggiando una mano sulla sua gamba.

l'amico si limitò a stringerla e a poggiare il capo sul finestrino, socchiudendo gli occhi per rilassarsi.

[...]

«tae.» sentì qualcuno dire in sottofondo, poi uno scossone alla sua spalla. «siamo arrivati, svegliati.»

taehyung brontolò qualcosa prima di aprire gli occhi e guardarsi attorno. aveva dormito durante il viaggio in auto e anche durante il volo per brixton, quattordici interminabili ore in alta quota.

la nausea si fece sentire una volta messo piede sulla terra ferma e dovette fermarsi un istante per riprendersi. recuperarono gli zaini e si incamminarono verso la loro meta.

hoseok al suo fianco non faceva altro che saltellare entusiasta, i suoi grandi occhi curiosi guardavano da una parte all'altra del quartiere, non sapendo cosa inquadrare per prima.

«eccola, dovrebbe essere quella lì!» quasi urlò, fermandosi soltanto per aprire l'app sul proprio cellulare. guardò l'edificio davanti a loro e poi di nuovo lo schermo, annuendo felice.

«dai tae, muoviti.» sbuffò, trascinando con se l'amico verso la scuola.

taehyung si sistemò meglio lo zaino sulle spalle ed in silenzio varcò la soglia del gigantesco istituto. guardandosi attorno immaginò che fossero gli unici asiatici tra quelle mura e la cosa lo fece sentire a disagio.

nessuno sembrò prestare loro attenzione, troppo intenti a chiacchierare sottovoce. hoseok lo sorpassò e allungò il passo, sempre più curioso.

taehyung sospirò e cercò di mantenere la sua stessa velocità, poi si fermò quando lo vide puntare qualcosa lungo le scale e correre verso di esse.

«morirò di infarto.» commentò a bassa voce, seguendolo.

«210.. 211.. 212 eccola!» hoseok ricontrollò che il numero della propria stanza fosse corretto, poi prese il tesserino personale e la aprì, rivelando una piccola stanza ben illuminata.

«senti che odore di nuovo.» annusò l'asciugamano di benvenuto posto sopra il letto e guardò taehyung sulla soglia della porta.

«la tua è la 213, giusto?» sorrise così tanto da sentire male alle guance. "siamo anche vicini di stanza."

«vedi che fortuna.» rise taehyung, facendogli un cenno col capo prima di dirgersi verso la propria.

cercò il tesserino nelle tasche ed una volta trovato, aprì la sua.

all'apparenza, era molto più spaziosa rispetto a quella del migliore amico: il grande letto posto al centro, sulla sinistra una scrivania bianca così come il resto del mobilio li dentro. una finestra dalle tende sottili ed il bagno posto alla destra, anche quello piuttosto spazioso.

taehyung si chiese perchè contenesse due lavandini e due rispettivi specchi. si guardò in giro e non vide nulla di personale, così respirò di sollievo all'idea di non dover condividere la stanza con nessuno.

sistemò in fretta i pochi vestiti che si era portato dietro da seoul e l'attimo dopo bussarono alla porta; era hoseok che gli ricordava della presentazione delle matricole che si sarebbe tenuta quella mattina.

taehyung lo seguì, chiudendo la stanza e dimenticandosi per la fretta il cellulare dentro.

così quando arrivarono tra la folla di studenti, il ragazzo si toccò le tasche non trovandolo. «torno subito.» gli aveva detto all'amico prima di correre nella sua stanza.

quella volta però non ci fu bisogno della chiave magnetica, quando provò ad abbassare la maniglia la porta si aprì silenziosa. subito si ritrovò a pensare che avesse dimenticato di chiuderla.

quando entrò però, trovò dentro un ragazzo di spalle sdraiato sul suo letto. le sue labbra erano incollate sul collo di un ragazzetto più giovane e taehyung si voltò per non guardare, chiudendo la porta con un pesante tonfo.

«cosa ci fate in camera mia!» alzò il tono della voce e il ragazzo dai numerosi tatuaggi sulle braccia si alzò di scatto e si tirò giù la maglia nera.

si abbassò a dire qualcosa all'orecchio del giovane ed esso gli lasciò un bacio sulla guancia, andando via poco dopo.

taehyung continuò a mantenere lo sguardo altrove l'altro presente rise di lui con voce possente. «non hai mai visto due persone in procinto di scopare?»

«chi sei e perchè sei nella mia camera.» stavolta taehyung lo guardò dritto negli occhi. «come hai fatto ad entrare?»

«parli sempre così tanto?» si lamentò il moro, prendendo il pacco dei preservativi sul letto e mettendoselo in tasca. «sono jungkook.»

soltanto in quel momento taehyung si rese conto: era della sua stessa nazionalità e quindi parlava la sua lingua. la cosa lo sollevò molto ma non abbastanza da stringergli la mano o presentarsi.

«sono jungkook.» insistette il moro, guardando la mano di taehyung e poi la propria. «ti hanno mangiato la lingua, bellezza?»

«come hai fatto ad entrare?»

«mi hanno dato questa stanza.» scrollò le spalle non curante, ritirando via la mano. «mi sa che ci toccherà essere compagni di stanza.»

room 213 | taekook ✓Where stories live. Discover now