Capitolo 57

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[Isabelle's POV]

Mi rotolo dall'altra parte del letto sperando di sentire Dylan accanto a me, ma mi accorgo subito che non c'è.

L'orologio segna le 2 e piove da ore a questa parte.

''Dylan?'' sussurro cercando di capire se è in bagno ma non ricevo una risposta.

Mi alzo strofinando gli occhi per poi andare verso il corridoio. La porta della stanza di Jake è chiusa e la luce non è accesa quindi non può stare da lui.
Invece, l'unica porta del piano ad essere aperta è quella in cui dormiva Ryan.
Forse staranno insieme di sotto.

La luce della cucina, come mi aspettavo, è accesa, ma loro non ci sono. L'unica cosa che trovo è una bottiglia di whiskey mezza finita, ma un solo bicchiere.
Mi accorgo presto che non stanno nemmeno in salotto.

Ma dove sono usciti con questa pioggia?
E soprattutto, perché?

Sento delle urla provenire da fuori una volta che mi avvicino al portone di casa, urla che prima non sentivo data la forte pioggia che sembra non smettere più.
Accelero il passo immediatamente e apro la porta.

È in quel momento che vedo Dylan e Ryan, l'uno davanti all'altro, nel bel mezzo del giardino.
Sgrano gli occhi per capire cosa stia succedendo e riesco a intravedere semplicemente la sagoma di Ryan che gli punta una pistola contro.

Ma che diamine sta succedendo?

Comincio a correre ma dopo aver fatto un metro, sento il rumore assordante della pistola che mi fa rabbrividire.
La voce mi si mozza nella gola e nonostante io voglia urlare con tutta me stessa non ci riesco, è come se le mie corde vocali fossero tagliate.

Con le gambe tremolanti e con le lacrime negli occhi corro verso di loro ma in quel preciso istante Ryan punta la pistola contro la sua tempia e spara.

No, ti prego, no.
Fa che sia un incubo.

Mi accascio accanto al corpo ormai inerme e insanguinato di Dylan, con le mani che tremano in modo incontrollabile.

''DYLAN, NO!'' finalmente riesco a urlare.

Lui non trova la forza di reagire, se non per guardarmi fissa negli occhi con lo sguardo quasi del tutto assente.

''Belle...'' riesce a mormorare con una voce talmente silenziosa che a momenti non lo sento.

''No, no, no. Dylan. Dylan, ti prego, non mi lasciare. Ti prego.'' urlo mentre prendo il suo viso con le mani, cercando di far sì che resti con me.

Vedo Jake che finalmente si avvicina dalla porta di casa.
''CHIAMA UN'AMBULANZA! ADESSO!'' strillo con tutta me stessa.

Lui si ferma per un secondo, realizzando ciò che è successo, come se fosse immobilizzato davanti al corpo di Dylan.

''JAKE, CHIAMA UNA CAZZO DI AMBULANZA!'' grido nuovamente.

Lui finalmente inizia a cercare freneticamente il telefono e appena lo trova digita il numero e chiama.

Spiega la situazione ma io non sento più niente, vedo solo il sangue rosso che si fa spazio sulla maglietta bianca di Dylan, allargandosi con ogni secondo che passa.

Avviene tutto con una fretta tale che tutto ciò che mi circonda comincia a sembrare un incubo terribile da cui voglio solo svegliarmi. Ogni singolo mio senso scompare, non percepisco più la realtà esterna se non il mio corpo che trema in maniera incontrollabile.

''Dylan, per favore, RESTA SVEGLIO!'' sbraito quando vedo i suoi occhi, illuminati solo dalla luce della luna, che si chiudono sempre di più.

''Dylan, io non riesco a vivere senza di te. Ti prego, devi farcela, devi farcela per me. Non lasciarmi adesso!'' grido ormai scoppiando in un mare di lacrime.

Tremo tutta e non riesco a fermarmi, il sale del mio pianto si mischia con il sapore della pioggia e la speranza che tutto questo sia un brutto sogno e che Dylan mi svegli ormai è vana.

Nel frattempo sento che l'ambulanza sta per arrivare, ma Dylan sta messo sempre peggio. La sua presa su di me ormai diventa debole, le sue palpebre si chiudono e sembra non esserci più niente da fare.

Vorrebbe parlarmi, lo intuisco subito, ma lo intimo a non farlo. Non deve sforzarsi, non ce la farebbe nemmeno.

Mi stringe leggermente la mano e io torno subito a guardarlo negli occhi, cercando di ignorare le lacrime che mi annebbiano la vista.

''Belle... per favore. Lasciami andare e- e promettimi che vivrai la tua vita, senza di me.'' ansima e dai suoi respiri irregolari intuisco quanto si stia sforzando.

''Non ti dimenticare di me, ma continua a vivere anche quando me ne andrò, perché io continuerò a starti accanto.'' balbetta socchiudendo leggermente gli occhi, ma ancora non del tutto.

Ti prego,
continua a combattere per me.
Per noi.

''No, Dylan, non ti lascio andare. Resta con me.'' bisbiglio con le labbra che tremano in maniera incontrollabile.

''Belle...in un'altra vita staremo insieme, te lo giuro.'' si sforza, usando le sue ultime energie e il suo ultimo filo di voce per pronunciare la nostra frase, ma poi il suo sguardo diventa completamente assente mentre fissa nel vuoto.

''DYLAN, NO!'' urlo mentre mi incomincia a girare la testa e tutto intorno a me si dipinge di nero.

***

La sfocata luce bianca dell'ambulanza aperta mi fa risvegliare, ma accanto a me è rimasta solamente una pozzanghera di sangue. Dylan si trova sulla barella e cerco con tutta me stessa di alzarmi, ma in quel momento la mano di Jake si posa sul mio braccio. Intravedo il resto dei suoi uomini accanto all'ambulanza.

''Jake, vai a vedere sta ben-'' comincio a sussurrare provando a riprendere le forze.

''Isabelle, aspetta...'' mormora con gli occhi pieni di lacrime.

''No, Jake, no. Aiutami ad alzarmi.'' lo supplico, ma vengo interrotta dal rumore dello sportello dell'ambulanza che si chiude di scatto.

Rimaniamo a fissare l'infermiere che comincia a guidare, mentre gli urlo mentalmente di far partire quella dannata sirena, perché significherebbe che c'è una speranza.

Per me e per lui.

Ma l'ambulanza parte in assoluto silenzio,

ed è lì che io perdo la testa.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now