Capitolo 16

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[Dylan's POV]

È buio, fa freddo e il pesante odore del sale s'infonde delle nostre narici.

Una volta raggiunto il porto, il mio Rolex segna le 10:18.

Il mio cuore batte all'impazzata e non so se è la paura di non tornare più a casa oppure l'effetto della droga.

Mentre aspettiamo in macchina, ci viene puntato un laser rosso al finestrino. Istintivamente abbasso la testa, ma per fortuna non è un cecchino. Presuppongo sia un segnale per farci capire che fanno sul serio e che sono pesantemente armati.

In quel momento, la radio emette un rumore d'intermittenza e si sente una voce, la stessa del traduttore di poche ore fa.

''Uscite lentamente dalla macchina con le mani in alto e dirigetevi verso la prima nave da merce alla vostra destra. Non portate armi che non facciano parte dello scambio e non portate telefoni. Dovete portare solo ed esclusivamente i 10 borsoni.''

E la radio si spegne.

''Andiamo. Fate tutto ciò che hanno detto.'' dico.

Lentamente, apro lo sportello della macchina e metto le mani in alto. Vedo tutti i miei uomini che fanno lo stesso. Io sono il primo ad andare e mi seguono Jake e gli altri uomini.

Un signore alto con degli occhiali scuri ed un microfono si avvicina a noi.

Resto fermo. Non devo commettere errori, nemmeno minimi.

Comincia a tastarmi dalla testa ai piedi per assicurarsi che non abbia armi. Procede e fa lo stesso con gli altri.

Un altro signore, più vicino alla nave, ci fa un cenno con la testa per avvicinarci. Si trova insieme ad un'altra quindicina di uomini, vestiti con giacca e cravatta. Anche loro hanno gli occhi coperti dagli occhiali scuri ed indossano microfoni.

Cazzo. Non ho mai fatto uno scambio così.

Quello che presumo essere il traduttore comincia a parlarci.

''Buonasera. Io sono il traduttore. Mi chiamo Kim e medierò lo scambio. Il signor Tagashi vuole assicurarsi che la merce non sia pericolosa. Dunque chiede al capo della gang di somministrarsi una dose per via endovenosa davanti a lui.''

Merda. Due grammi già ce li ho nel corpo. Ma non posso tirarmi indietro.

''Dica al signor Tagashi che prima di venire qui ho già assunto una dose.'' affermo.

Sento Jake che mormora qualcosa ma non capisco cosa.

Il traduttore lo riferisce al capo che subito si irrigidisce.

''Ma lo farò comunque. Chiedo solo di poterla sniffare. Non so effettivamente cosa abbiate fatto con la siringa.'' proseguo.

''Potrebbe esserci un'infezione che a poche ore da qui sarà fatale.'' finisco.

''Il signor Tagashi dice che va bene.'' sento dire.

Mi avvicino al borsone e ne prendo un po', stendendola sulla piccola tavoletta di vetro che mi ha dato uno degli uomini.

''Fai fare a me, Dylan. Non vorrei che fosse troppa.'' mi sussurra Jake.

''Lascia fare a me. L'altra volta è andata a finire male, ti ricordo.'' gli replico.

Mi tappo una narice e sniffo. Sento per la seconda volta in meno di un'ora l'effetto della droga che mi travolge e mi fa sentire euforico.

Spero di non averne troppa nel mio organismo.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now