Capitolo 34 "Voglio urlarlo!"

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Lo guardai, poi glielo presi dalle mani e lessi il titolo. Lo rimisi al suo posto.

"Anch'io l'ho già letto, è un classico...ma perché continui a seguirmi?"

"Niente..."

"Helen, pensi che io sia stupido? Che vuoi da me?"

"Niente. Vedo che non frequenti più quei due..."

Sapevo che prima o poi ci sarebbe arrivata. Mi girai e iniziai a guardare alcuni libri sullo scaffale davanti a me.

"No, sono dei bastardi."

"Se posso chiedertelo...perché?"

La guardai con la coda dell'occhio. Tanto lei li conosceva da anni quindi avrei anche potuto dirglielo...

"Ecco...li ho visti mentre si baciavano. A me sembrava si odiassero! E invece..."

Helen scoppiò in una risata, nella quale si poteva percepire una nota di malinconica.

"Che strano...allora è proprio vero che la storia si ripete."

"Che vuoi dire?"

In quel momento mi abbracciò e io rimasi immobile, per poi appoggiare le mie mani sulla sua schiena. Mi sentivo strano: perché lo stava facendo?

"Helen?"

"Noi due siamo vittime di un'amore impossibile, un'amore rovinato proprio sul più bello... E dallo stesso ragazzo."

Quelle parole non avevano senso. Si staccò da me e iniziò a fissarmi.

"Io vado. Quando ti va possiamo parlare, ecco il mio numero."

Rimasi lì, immobile per qualche istante, per elaborare ciò che era appena successo, ma non riuscivo dargli una spiegazione. La vita non era logica, la vita era tutt'altro, imprevedibile...

-

Era martedì pomeriggio. Io e Sarah ci incontrammo in un bar vicino a scuola. Le raccontai di Helen.

"Ma che grandissima st..."

"Sarah, Sarah! Ti prego non qui."

"Okay ma quando ci vuole ci vuole! Perché si mette tra te e Jason?!"

"Va be, in fondo è la sua ex ragazza, ma la cosa più strana è questa."

Le porsi un bigliettino.

"Un numero?"

"Il suo numero."

"Cosa?!"

"Sarah calmati!"

"Come faccio a calmarmi? Questo è il numero di Helen! Ma quando te l'ha dato? E perché?"

Le raccontai anche della mattina prima e dello strano incontro in biblioteca.

"Quella tipa non mi convince..." disse, dopo il racconto.

"E io che dovrei dire?"

"Senti tra qualche giorno partiamo e tu devi lasciar stare tutti questi drammi per un po'...ti prego. Quando torneremo parlerai con Jason e tutto si risolverà."

Mi limitai a sorridere e a soffocare in quel falso sorriso, tutte le mie preoccupazioni...

-

Era mercoledì sera. Stavo in sala a guardare la tv. Bussarono alla porta. Guardai l'orario: le 18:42. Mi alzai scocciato e andai ad aprire.

"Eric?!"

"In persona!"

"Ma non dovevi tornare domani?"

Jake e Jason | Come un uraganoWhere stories live. Discover now