Capitolo 12

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Tikki si era svegliata di soprassalto nel bel mezzo della notte, con il respiro affannoso e nominando il maestro Fu con tono particolarmente preoccupato.
Plagg, che dormiva accanto a lei, l'aveva confortata ed aveva ascoltato pazientemente il racconto del sogno, o meglio incubo, della sua compagna kwami, che aveva allarmato anche lui.
Dopo aver trascorso quindi una notte decisamente insonne, con Plagg al proprio fianco che cercava in ogni modo di tranquillizzarla senza svegliare i due ragazzi che dormivano beati, Tikki non riuscì a proferir parola quella mattina.
Il kwami nero, sapendo già il motivo di tanta preoccupazione, avrebbe tenuto la bocca chiusa finché non fosse stata lei a tirare fuori il discorso con i loro portatori.
Non che i due giovani non si fossero accorti del disagio in cui versava la piccola coccinella: Marinette la conosceva abbastanza bene da sapere che avrebbe dovuto aspettare prima di chiederle qualsiasi cosa, quando sarebbe stata proprio lei a rivolgerle un qualunque cenno per aprire quel discorso misterioso.
E quel momento arrivò subito dopo colazione, poco prima che i due ragazzi uscissero dalla loro camera per dirigersi alla spiaggia.
«non vorrei sembrare una guastafeste...»
Tentò di introdurre il discorso, dopo un lungo sospiro, incoraggiata da Plagg e torturandosi le zampine rosse, attirando su di sé la totale attenzione dei due eroi in incognito.
«credo... Credo che il maestro Fu.. Ho paura sia successo qualcosa...»
Dichiarò trasmettendo tutta la propria ansia con una vocina interrotta dall'affanno e mostrando gli occhietti lucidi.
La coppia rimase sconvolta da quella rivelazione e subito si intese con il solo sguardo, alquanto preoccupato.
Immediatamente le loro menti dimenticarono ogni svago e si concentrarono sul maestro Fu, facendo emergere il loro istinto altruista
«credo che la nostra vacanza sia terminata, Milady»
Disse il biondo con tono serio
«hai ragione, micetto: torniamo dal maestro Fu»
Si adoperarono subito per preparare le valigie ed organizzare il volo del ritorno imminente, mentre i due kwami li guardavano dispiaciuti per l'improvvisa interruzione della vacanza, ma confortati dal senso del dovere dei giovani eroi.
Ancora una volta ebbero conferma che Adrien e Marinette fossero i portatori migliori di tutti i tempi.

Gabriel stava leggendo un libro nel proprio studio, durante una breve pausa di lavoro, quando Nathalie fece il suo ingresso nella stanza stringendo tra le mani un pacchetto.
«alla fine ti sei convinto»
Evinse, con un sorriso vittorioso, che il marito si fosse arreso alla lettura del libro sui neonati che lei stessa aveva già riletto ormai parecchie volte.
L'uomo alzò lo sguardo e chiuse il libro, alzando le spalle e sospirando
«ammetto che è interessante e utile».
La donna, ancora sorridente, appoggiò il pacchetto sulla scrivania e si sedette sulla poltrona con le mani in grembo, in attesa che Gabriel lo aprisse.
«finalmente sono arrivati»
Disse lo stilista, accennando un sorriso, estraendo e disponendo sulla scrivania i profumi uomo e donna che sarebbero stati oggetto della prossima pubblicità.
«come hai intenzione di fare per la nuova assistente?»
Chiese Nathalie cambiando discorso.
L'uomo si limitò a sospirare e spostare lo sguardo al piano davanti a sé, dopodiché allungò un foglio verso la moglie, che sorrise felice, una volta letto.
«spero accetterà»
Disse Gabriel abbassando lo sguardo.
«lo farà senza dubbio»

Lila stava facendo compagnia alla madre del suo compagno, discorrendo serenamente con la donna del più e del meno.
Era felice che la sua salute fosse migliorata e che probabilmente presto sarebbe potuta tornare a casa insieme a lei e al figlio.
La donna, dal canto suo, non vedeva l'ora di tornare a Parigi, ma le dispiaceva enormemente dover gravare su qualcuno per la vita quotidiana, poiché la sua ripresa sarebbe stata ancora lunga e lenta.
Quando Nathaniel entrò nella stanza affiancato dal medico che stava monitorando la convalescenza della donna, entrambe le figure femminili davanti a loro prestarono attenzione in attesa che uno dei due si esprimesse.
Nathaniel sorrise, preludendo buone notizie, e il medico prese parola.
«signora Kurtzberg, la sua permanenza qui terminerà il prossimo fine settimana, se le sue condizioni continuassero a migliorare. I valori degli esami sono buoni e dalle ultime visite di controllo si evince un miglioramento del recupero dell'attività motoria. Non le nascondo che per il recupero totale ci vorrà ancora parecchio tempo e tanta pazienza, ma se seguirà attentamente le nostre indicazioni e le sedute riabilitative, sono certo che entro fine anno tornerà a camminare ed essere totalmente indipendente»
La donna stirò le labbra in un sorriso, sollevata da quella notizia.
I suoi occhi incrociarono quelli sereni del figlio
«si torna a casa, mamma»

Alya correva nel corridoio della redazione del giornale per non rischiare di arrivare in ritardo alla convocazione che il suo responsabile Thomas aveva indetto.
Si fermò qualche momento fuori dalla porta dell'ufficio del capo, per riprendere fiato e darsi una veloce sistemata.
Tirò l'ennesimo respiro chiudendo gli occhi e stringendo la cartelletta che aveva portato con sé.
Bussò ed aprì la porta solo nel momento in cui le fu dato il permesso.
Purtroppo per lei, non sarebbe stato un colloquio a tu per tu con Thomas.
Cercò di mantenere la calma alla vista del signor Chaval: quell'uomo le trasmetteva una sensazione di disagio, probabilmente perché era un uomo molto ricco e severo.
Sorrise appena, salutandolo con rispetto, e si avvicinò alla scrivania di Thomas per porgergli la cartellina.
«grazie, Alya. Da oggi, però, tutto il materiale che otterrai dalle tue ricerche sarà supervisionato dal signor Chaval. Dovrai fare capo a lui, che ti darà le indicazioni per migliorare le tue doti giornalistiche e risolvere il cruccio di tanti fan dei nostri supereroi»
Thomas sembrava sollevato mentre pronunciava quelle parole, mentre Alya era a dir poco sconvolta.
«d'accordo»
Si limitò a rispondere, voltandosi verso il suo nuovo referente lavorativo, che le sorrise gentilmente.
«mi faccia vedere, signorina, per favore»
Dopo aver letto attentamente la bozza dell'articolo che la giovane avrebbe pubblicato e visionato le fotografie scattate durante l'ultima apparizione pubblica dei due eroi, l'uomo scrutò il viso tirato dall'agitazione di Alya
«devi essere più sicura di te stessa in questo giungla di giornalisti. Hai delle ottime capacità, ragazza, e sono certo che farai strada. Ricorda però che non devi farti intimorire da nessuno, nemmeno da uno come me»
La giovane non capiva
«quello che intendo, cara ragazza, è che noi due collaboreremo d'ora in avanti e mi piacerebbe che tu fossi più rilassata, altrimenti non potresti eccellere come dovresti. Sono certo che lavoreremo bene insieme»
Alya si limitò a sorridere, ma non era ancora del tutto convinta.
Chaval allora si alzò e si posizionò di fronte a lei, mettendole una mano sulla spalla e restituendo la cartellina
«pubblica questo articolo, Alya. Oggi stesso. Da domani ti dedicherai a capire come e quando si mostrano i nostri eroi. Sono certo che faranno qualche ronda ogni tanto. Per ora ho bisogno di materiale fotografico e una mappa dove indicherai tutti i loro spostamenti»
«perdoni la domanda signore. A cosa serve la mappa?»
Chaval le rivolse un'occhiata ovvia
«cara giornalista in erba.. Come puoi scoprire l'identità di qualcuno nascosto da una maschera se non scopri dove abita?»

Il taxi stava percorrendo il tragitto dall'aeroporto alla casa del maestro Fu il più velocemente possibile, senza trovare particolare traffico, essendo ancora agosto, mentre i due giovani seduti sui sedili posteriori si tenevano la mano ed osservavano pensierosi le luci della sera parigina.
Non avevano chiesto ad altri di accompagnarli per evitare di scoprire le loro identità e per tutelare Fu, visto che nessuno dei loro conoscenti sapeva della sua esistenza.
«spero stia bene»
Sospirò Marinette con la testa appoggiata al finestrino.
Adrien le strinse la mano, cercando di tirarle su il morale
«sono certo che è così»

Quando arrivarono davanti alla porta dell'appartamento dell'anziano, l'uomo li accolse com'era solito fare.
Sembrava tutto a posto.
Eppure le percezioni di Tikki erano sempre state provate nel passato, mai era capitato che si sbagliasse.
Marinette voleva capire, sicuramente c'era qualcosa di diverso dal solito, magari non alla portata di tutti: decise dunque di essere diretta, dopo uno scambio di sguardi di intesa con il suo ragazzo, ma l'anziano l'anticipò
«come mai di ritorno così presto dalle vacanze?»
La giovane corvina colse l'attimo
«siamo tornati per lei, maestro. Tikki ha avuto uno strano sentore la notte passata. È sicuro di stare bene? È successo qualcosa di diverso dal solito che noi dobbiamo sapere?»
L'uomo la guardò stranito dall'inaspettata domanda, ma in qualche modo felice che si stessero preoccupando per lui.
Chiuse un momento gli occhi, sospirò e si alzò piano da dov'era seduto, dirigendosi verso la teca in cui era custodita la pergamena.
«non ho la minima idea di come possa essere successo, nonostante non mi sia mai mosso da casa. Non ricordo di estranei entrati qui recentemente. Non credo di essere diventato matto, facendo sparire la pergamena dei miraculous nel nulla e dimenticandomi di averlo fatto»
Scosse la testa e la abbassò sconsolato.
Adrien gli andò accanto e lo ricuorò con una mano sulla spalla
«non si preoccupi per questo, maestro. Qualsiasi cosa sia successa, certamente non è colpa sua e io e Marinette faremo di tutto per risolverla»
Fu lo osservò, poi diede un'occhiata a Marinette e sorrise un po' sollevato
«grazie ragazzi. Non potevo scegliere eroi migliori di voi»

«e ora che facciamo?»
Chiese Marinette una volta usciti dall'appartamento di Fu, trascinando il trolley con sé.
Adrien la prese per mano, la guardò negli occhi e le sorrise
«andiamo a casa, Milady. Stasera dormi da me»

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