Capitolo 10

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Il giorno tanto sospirato delle vacanze al mare era arrivato anche per Adrien e Marinette.
Quella notte il giovane modello si era addormentato sul letto della corvina dopo la solita ronda nelle vesti di supereroi, con l'eccezionale salvataggio di un uomo che aveva rischiato di precipitare nella Senna insieme alla sua auto, perché aveva bevuto troppo e si era messo al volante.
Il caldo sembrava aver graziato tutti quelle prime ore del giorno, a seguito di un temporale improvviso che aveva portato un po' di refrigerio.
Marinette si svegliò a causa dei raggi del sole che penetravano dal lucernario, si voltò appena trovando Adrien sdraiato accanto a lei che ancora dormiva. I suoi capelli sembravano brillare con quei riflessi più chiari del biondo oro.
Il viso della giovane si addolcì, quando sentì il ragazzo mugugnare qualcosa di incomprensibile nel dormiveglia, e accarezzò delicatamente quella chioma bionda, finché due occhi verdi si aprirono piano davanti a lei.
«buongiorno gattino»
Marinette sorrise e gli diede un dolce bacio sulla fronte.
«mm.. Buongiorno principessa»
Rispose il ragazzo infilando la testa sotto il lenzuolo, per poi strofinarla contro il corpo di Marinette, tra il seno e il collo, come fosse un vero gatto, provocando un breve irrigidimento della giovane.
Adrien tornò a guardarla con occhi furbi
«mi piace quando ti imbarazzi»
Dichiarò con tono caldo, guadagnandosi però un buffetto sulla testa dalla sua ragazza.
«sarà meglio andare a far colazione, micetto malizioso, dobbiamo passare dal maestro, ricordi?»
In effetti i due ragazzi avevano notato il cambiamento di umore dei loro kwami in quei giorni, sempre pensierosi e a volte tesi, ed avevano deciso di andare a parlare con Fu per capire se ci fosse qualche novità per loro, nonostante l'imminente partenza.
«malizioso io?! Sei tu quella che ha pensato male!»
Replicò Adrien prendendola in giro, ma lei sorrise appena alzando gli occhi al cielo e proseguì il proprio discorso.
«e poi dobbiamo prendere la valigia a casa tua: sai che ci accompagnano Tom e Sabine in aeroporto»
Adrien sbuffò tirando a sé la ragazza e facendola scivolare sotto di lui, assumendo un'aria davvero maliziosa e lasciandole una scia di baci sul collo e un ultimo bacio sulle labbra, sorrise soddisfatto alzandosi dal letto
«ora possiamo andare»

Il maestro Fu aveva preparato il solito tè, a dispetto del caldo afoso di metà mattina, aveva disposto tre tazze e un piattino con biscotti e Camembert sul tavolino al centro della stanza, come se già sapesse che i portatori dei Miraculous della creazione e della distruzione sarebbero andati a fargli visita. Al suono del campanello di casa, l'uomo aprì la porta di ingresso sorridendo gentilmente, trovandosi davanti la coppia di giovani
«Ladybug, Chat Noir»
Lo salutò con un lieve cenno del capo.
«se non erro oggi prenderete il volo per la Corsica.. Ditemi, quale località avete scelto?»
Introdusse così l'anziano signore, mentre vedeva i due kwami svolazzare per la stanza in direzione del tavolino.
«Ile-Rousse, maestro»
Rispose brevemente Adrien.
«ottima scelta, ragazzi: cambiare aria vi farà bene e credo sia il posto ideale per voi» rispose annuendo.
«conosce Ile-Rousse?»
«ho abbastanza anni da poter dire di aver visto quasi tutto il mondo, ragazzo. Viaggiare era l'unico modo che ho avuto per proteggere i Miraculous e trovare i portatori ideali»
Replicò Fu in una risatina.
«comunque so perché siete qui, conosco da troppo tempo i vostri kwami e ne ho percepito il disagio di questi giorni, oltre ad avere ormai un'esperienza tale da riconoscere un pericolo per i Miraculous dall'aria che tira; non vi porterò via molto tempo ed andrò subito al sodo: non so dirvi chi o cosa possa essere, ma percepisco un'aura potente qui a Parigi. Dobbiamo tenere gli occhi aperti, non credo abbia buone intenzioni»
Il maestro diede una veloce occhiata a Marinette, seduta davanti a lui, per poi voltarsi in direzione della teca in cui conservava la pergamena.
Poi si rivolse ad Adrien con sguardo serio e tono deciso
«dobbiamo proteggerle, entrambe, ad ogni costo»
I due giovani lo fissarono preoccupati: come potevano andare in vacanza in un momento simile?
A quella domanda fu data subito risposta dal maestro, mentre si congedavano dalla casa
«godetevi la vacanza, ragazzi, avrete bisogno di molte energie e mente libera»

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