"Non sta succedendo niente, non si preoccupi." le rispose Eren.

"Beh non sembra, T/N hai accettato di fare il tuo lavoro, da brava?"

Attraverso il rosso velo di rabbia che ormai mi accecava, sentivo Eren che mi gridava contro e vedevo le sue mani protese verso di me, nel vano tentativo di afferrarmi, mentre Levi lo teneva fermo con tutto il peso del proprio corpo.

Non appena si calmó, Eren spinse Levi per comunicargli che sarebbe riuscito a contenersi da solo.

"Signorina T/C, le dico un'ultima cosa. Posso accettare il fatto che si rifiuta di lavorare con la signorina Ral, ma pretendo il doppio delle foto oggi, se qualcuna viene male o ce ne sono di meno, si consideri licenziata."

Licenziata?

Tutto ciò per colpa di quella stronza?

Senza dirmi una parola in più, Eren si sistemò il colletto della camicia stracciato, ed uscí dalla stanza seguito dallo sguardo di Petra.

"Ed io da chi verrò fotografata?" chiese.

"Non lo so, ora ne discuto con i miei colleghi e le faccio sapere, con permesso." urló Eren da lontano mentre seguiva la sua strada.

"Non dovevi farlo, non ce n'era bisogno." sussurró Levi.

Petra si guardò intorno per poi sbuffare ed andarsene inseguendo Eren.

"Non l'ho fatto per te, semplicemente mi sono seccata di essere trattata male da chiunque, non ho intenzione di lavorare con una persona così."

"Non è così male, T/N..." si avvicinó Armin, "Non capisco perché la odi così tanto."

"Io non odio nessuno, ma non mi piace come persona." dissi.

"Vabbè ora iniziamo e fai un buon lavoro, altrimenti verrai licenziata." Levi mi prese per un fianco portandomi verso il set fotografico.

"Si, si lo so."

Iniziai a fargli delle foto davvero belle, ma stavolta, ne tenni anche altre venute un po' più brutte.

Lo feci solo perché così Eren non avrebbe potuto lamentarsi del numero di fotografie e andavo sul sicuro, tenendo il mio lavoro.

Le più belle le raggruppai in una cartella, mentre quelle peggiori in un'altra.

"Abbiamo finito?" chiese sfinito Levi.

"Si, ora si."

"Oh cazzo meno male, ne hai fatte tante vero?" sembró preoccupato.

"Sono tantissime, penso andranno bene, ora chiedo ad Armin."

"Armin se n'era andato non ricordi? Ti ha chiesto di lasciargli la macchina fotografica sulla scrivania così quando torna se la prende."

Io e la mia memoria di merda.

"Hai ragione, la lascio qui allora." risposi e la poggiai sulla scrivania in mezzo alla stanza.

Levi si alzó e corse ad abbracciarmi da dietro, lasciandomi un dolce bacio sul collo.

Mi spostava i capelli dal viso.

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