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Jimin pov's:

Delle volte mi pento così tanto di aver raccontato quel che basta a Yoongi.

Altre invece ringrazio mentalmente mia madre che mi ha dato coraggio e voglia di sfogarmi su un estraneo che man mano sta diventano un... conoscente? amico? un qualcosa che non so?

Un qualcuno che ho incontrato casualmente in una discoteca e che poi diventa, per diversi suoi problemi, il coinquilino del suo migliore amico, quindi un qualcuno che vedo quasi tutti i giorni.

Tutti i vicini di casa che ho avuto da quando sono stato messo al mondo li vedevo si e no tre o quattro volte all'anno, perché con lui dev'essere così diverso?

Sto anche saltando la scuola per questa mia "malattia", e da come ha detto Yoongi dieci minuti fa in chiamata, dovrebbe presentarsi qui a momenti con il pranzo.

Con il kimchi, si, il mio piatto preferito.

Appena arriva gli chiedo come fa a saperlo, e se mi dice che ha indovinato a caso giuro che lo caccio.

Il dottore, ovviamente, ne è a conoscenza e non smetteva di fargli i complimenti sul fatto che mi aiuta e cose del genere, facendomi solo sentire più piccolo e aumentare la cosa di farmi sentire sempre in più, un problema irrisolvibile.

Bussano alla porta e ad entrare è il ragazzo che tormenta i miei pensieri.

-Hey Jim-

-Come fai a sapere che il kimchi è il mio piatto preferito?- Incrocio le braccia al petto e lo guardo un po' male.

Lui sospira, mettendo il tutto sul ripiano del tavolino che sta sulle mie gambe.

-Tuo padre me l'ha detto.-

Ah, è stato piuttosto facile.

-Mh.-

-Perché sei sempre così arrabbiato con me?-

-Non lo sono, solo che non mi sta piacendo questa situazione.-

Prende le bacchette e mi guarda per pochi secondi.

-Prima cerchi aiuto... sto cercando di dartelo e ora mi dici che non ti va bene?-

Perché detta così sembra suonar male? nella mia testa sembrava avessi io la ragione...

-Sta di fatto che tu sei un est-

-Ancora Jimin? dopo tutte le volte che ci stiamo vedendo sono ancora un estraneo?- Mi parla lui sopra, sembra irritato dal fatto che io lo definisca ancora così.

-E cosa sei?-

-Tsk... me la stai facendo scendere, sai? odio mangiare in silenzio ma per oggi sarà così, perché se andiamo avanti con questa discussione potrei andarmene da un momento all'altro e visto che voglio mantenere la promessa che ho fatto per te facciamo quel che dobbiamo fare e basta.-

-Se ti scoccia stare qui puoi anche andartene.- Continuo ad istigarlo, buttando le bacchette a terra.

Lui guarda la mossa e tiene lo sguardo sulle bacchette che stanno ora sul pavimento dell'ospedale.

-Jimin mangia.-

-Non ho fame.-

-Mangia.-

-Ma chi sei tu? assolutamente nessuno, non puoi obbligarmi.-

Ora il suo sguardo si alza e si posa sul mio.

-Devo obbligarti a forza?-

-Non ne avresti il coraggio.-

Entrambe le sue sopracciglia si alzano, facendo un espressione sorpresa.

-Sei serio, ragazzino? non mi conosci abbastanza per parlarmi in questo modo.-

-Eppure lo sto facendo.-

-Sai che ti dico? che questo tuo comportamento da bimbo di tre anni non mi piace per niente, non ti ho fatto niente, sto solo cercando di aiutarti e questa è la ricompensa? e poi dici che siamo noi a sbattercene di te? sei tu che non hai rispetto e non pensi a come possano stare le altre persona ad essere trattate in questo modo. Stammi bene, perché sappi che sarà l'ultima volta che vengo dentro in questa stanza e che avrò un minimo di dialogo con te.-

Il suo tono duro ha raffreddato ancora di più l'intera camera e dopo aver rovesciato senza farlo apposta il piatto tutto per terra, prende la sua roba e se ne va, sbattendo in malo modo la porta.

Your Attention - Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora