𝑰𝒎𝒃𝒂𝒓𝒂𝒛𝒛𝒐

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"La portata del dolce è servita" ci comunicò Bennett facendomi voltare di scatto verso lui, ma il mio sguardo venne posato su Ben al mio fianco. 

"Non ora, Bennett" intervenne, e nell'esatto momento che fece per voltarsi i suoi occhi scorsero nella mia direzione guardandomi costernato. Che quell'individuo disonesto fosse stato maledetto per i giorni avvenire. Un conto era non provare sentimenti per Ben, ma un altro era lasciarsi osservare sotto occhi accusatori. 

Tra l'altro vidi mio padre osservare quell'uomo rimasto alla soglia della porta, con una certa ostilità. "Se ne vada da casa mia! Altrimenti, mi vedrò costretto a chiamare le guardie e a farla arrestare" lo intimò imperativo avanzando, finché gliela chiuse in faccia sbattendola e lasciando traballare gli oggetti nelle vicinanze.

Mi strinsi nelle spalle, sentendomi insulsa per aver compiuto le peggiori delle azioni malevole. Quando si voltò, mi puntò addosso occhi d'indignazione, e protendersi vicino al mio orecchio per dirmi: "Se hai compiuto azioni immorali, verrai punita, Elisabeth. Tu sei dichiarata a un giovane avvenente come Wilkinson, e non a tali malfattori" sussurrando l'ultima frase fra i denti e lasciando marcare quella parola con tono più irato del solito. Si drizzò sistemandosi il panciotto e mi superò, lasciandomi preda del panico che dovetti imparare a dissipare. Le mie discutibili maniere sarebbero divenute un pettegolezzo per la metà delle giubbe, sperando il commodoro avesse continuato ad apprezzarmi in una minima parte, evitando di denigrarmi.

Mi feci così piccola da sentire persino il sangue defluire bene, quindi mi limitai ad annegare nella mia mortificazione. Con un senso di ligio dovere cercai di reprimere le lacrime che a momenti sarebbero sgorgate, e quando i passi divennero attutiti potei sentirmi più leggera. Come potevo mitigare quella sua ira? Impossibile persuaderlo o lasciarmi spiegare, avrebbe agito senza esitazioni. Mi voltai con capo chino per spiare la reazione di Ben e lo vidi, lì fermo, con una sorta di aria delusa ben visibile in quei suoi occhi slavati.

Mio padre compì i primi passi verso il commodoro incupito. "Sono desolato per questa spiacevole visita, vogliate scusarci" continuò formale, rivolgendosi anche a Ben. "Possiamo ritenere la questione conclusa. Adesso, per riprenderci, perché non andiamo a farci un bicchierino?" Suggerì all'uomo che fece oscillare gli occhi da Ben a me, marcando lo stato di risentimento che ebbe nei miei confronti: ritenuta da lui sempre civilmente beneducata. Egli approvò con un breve cenno voltandosi e affiancandosi a mio padre, pronto per avviarsi verso la sala.

Rivolsi poi le mie attenzioni all'ufficiale. "Ben" lo scrutai in volto. "Non era mia intenzione lasciar accadere tutto questo, stavo cercando di tenerlo lontano da voi" la voce prese a calare a poco. "In realtà non so chi sia, mi ha importunato da stamattina ma nessuno mi crede e..." 

"Non è colpa tua" mi interruppe, poi sospirò facendo una pausa. "Capisco la quantità di ammiratori che può avere una fanciulla come voi, ma..." avanzò in avanti "se continua a importunarvi, giuro che il cappio sarà l'ultima cosa che dovrà temere" affermò deciso. Mi sentii stranamente accecata da quel suo atteggiamento nei miei confronti, risoluto a volermi difendere a qualsiasi costo, ma anche provata da quel diverbio e per la scomoda situazione cui mi trovavo. Con quale coraggio avrei dovuto guardare quegli uomini? A un tratto avvertii la presenza di qualcuno, ritrovandomi dinanzi all'arcata della sala da pranzo il comandante Cromwell, mentre ci osservava con le mani congiunte dietro la schiena. Chissà da quando si trovava lì a osservarci, e chissà cosa pensava di me. 

Feci distogliere gli occhi da lui. "Ben, riuscirai a convincere tuo zio che si è trattato solo di un malinteso?" Attesi svigorita una sua risposta positiva. 

Asserì col capo, conferendomi un minimo di fiducia. "Su, andiamo" sollevò una mano posandola dietro la mia schiena e invitandomi, con comprensione, a raggiungere la sala da pranzo. Quella sera Ben mi stupii, quello era un lato del suo carattere che non avevo mai visto prima: indulgente, magnanimo e affabile; era l'esempio perfetto di uomo. Camminando al suo fianco, col monito di mio padre a fungermi da mantra ma che per fortuna scacciai in fretta, superando anche il comandante che ci seguì sotto uno sguardo analitico, superammo l'arcata per avvicinarci alla tavola. Potei rivalutare Ben Wilkinson e forse, anche se il mio cuore non provava ancora nulla per lui, mi convinsi a provarci e a capirlo. Riuscì a mostrarmi un animo così puro che era doveroso dargli almeno una possibilità, ma in tutta segretezza, poiché l'avrei messo alla prova. Nelle situazioni più difficili e lì che si vede chi ci tende la mano, lui si rivelò essere l'esempio perfetto per tale detto. Il problema, adesso, era di dover cambiare radicalmente il mio andamento di vita e lasciar andare quelle attitudini notturne che conducevo con gioia. Sarebbe stato difficile abbandonarle. Adoravo l'ebrezza della libertà e il caos che mi allettava come una bimba alla vista delle bambole. Come avrei dovuto abbandonare il mio buon rum, e le strimpellanti cantilene di uomini ubriachi? Al sol pensiero mi sentii malinconica. 

𝐌 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin