𝑳'𝒖𝒐𝒎𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒐𝒎𝒃𝒓𝒂

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Mi dimenai mugugnando nel palmo della sua mano nel tentativo di liberarmi da quella presa, ma il braccio energico stretto intorno al mio petto mi impedì di muovere le braccia, potei solo scalpitare. Cercai di colpire il barile in modo che il frastuono attirasse qualcuno nelle vicinanze, ma il mio movimento repentino di piedi andò a vuoto, poiché di chiunque si trattava, continuò a trascinarmi fin quando si fermò a poca distanza da dove mi aveva afferrato. Continuai ad agitarmi, cercando di divincolarmi da quella presa, e quando quelle due batterono in ritirata, sparendo alla mia vista, il braccio allentò la presa e io potei spingerlo via, scrollandomelo da dosso.

Mi voltai di scatto, arretrando. Dinanzi a me apparve una figura alta: purtroppo la penombra non mi permise di metterla a fuoco, ma assottigliando lo sguardo, scorsi, grazie alla luce fioca della luna ricoperta da nubi tetre passeggere, solo uno scorcio di pelle chiara e nient'altro.

"Una pirata che non si sa difendere" commentò una voce sicura, avanzando di un passo.

"Non sono una pirata!" Ribattei sprezzante, però aveva ragione, agivo e assumevo atteggiamenti come un pirata: in fin dei conti preferivo crogiolarmi nella baldoria di quella inettitudine piuttosto che fingermi la distinta donna da portamento, alla quale dovevo condurre ogni sorgere del sole. "Come osi mettere le mani su una donna" lo ripresi urtata da quell'azione compiuta nei mie confronti, anche se erano tempi dove a quello poco si badava. Continuai ad arretrare per cercare di avere una visuale più definita, ma si muoveva in mezzo alle ombre, celandosi e riuscendo a scorgergli solo la punta degli stivali stinti. Dovevo tenere alta la guardia perché poteva trattarsi di un altro degli scagnozzi di Velvet, uno scaltro lo era, per cui utilizzare il dialogo era un ottimo metodo per persuadere la preda, ma non ero una facile da abbindolare.

"Non dovresti meravigliarti, sulle isole ognuno viene trattato nel peggiore dei modi"

"Al diavolo! Non è una giustificazione questa" le solite motivazioni che spingevano ingrati a compiere atti scellerati.

"Eppure, da come ho potuto dedurre, stavi scappando da loro. Indossi anche abiti poco consoni a una donzella come te" sussultò sorpreso e allo stesso tempo, brioso.

"Tu invece ti ritroverai presto senza lingua!"

"Ma no, non credo proprio" e ne seguì una risata da malandrino.

"Oh, sì, invece. Stai sconfinando troppo sia nelle parole... sia in altro"

"Posso sapere come mai ti stavano seguendo?" Ignorando la mia minaccia, mi pose una domanda quasi come incuriosito della mia situazione.

Rimase attento a non oltrepassare la linea illuminata, rimanendo fermo nell'ombra delle foglie di palma. "Perché ficcanasare così tanto in una faccenda che non ti riguarda, eh? Perché mi hai tappato la bocca e trascinata qui?" Dovevo uscire da quella situazione al più presto.

A spalle strette, estrassi l'arma nel piccolo fodero nascosto al mio fianco e la puntai verso quell'uomo. Osservandola meglio, la lama era molto più piccola del dovuto e nell'avvicinarla ai miei occhi, constatai che mi ero confusa: avevo lasciato la spada corta nella carrozza e brandito il pugnale da taschino, rinfoderandolo al posto della spada. Strinsi le labbra maledicendomi per la mia distrazione.

Il misterioso uomo prese a ghignare: "aggiungerei anche sbadata" e commentò con una certa confidenza.

"Sta zitto! Perché non combatti, invece di ridere come un decerebrato qualunque" lo apostrofai rigettando quel pugnale sulla sabbia, nervosamente.

Nel muoversi con lentezza fece tentennare anche gli accessori che teneva, sicuro, riposti in una bandoliera. "E come dovrei combattere contro una come te? Con quella puntina acuminata? Nah"

𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt