tra risate e patatine

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POV'S NICO:

Non appena fummo dentro, l'odore di olio da frittura e salsa stantia invase le nostre narici. Molti trovano quell'odore vomitevole, io personalmente lo adoro. Avvistai un tavolo appartato e mi diressi tenendo Will per mano e tirandomelo dietro. Ci sedemmo e aspettammo il tipo che prendeva le ordinazioni. Non tardò ad arrivare. Il cameriere era Dakota, lo vedevo molto spesso lavorare qui. -Nicoo, ciao, ti porto il solito- mi disse e fece per andarsene immediatamente. Ero un attimo in bug. Sbaglio o non aveva proprio visto Will? -Dakota?!- lo chiamai quindi. Si voltò e mi guardò con sguardo curioso, ed io in risposta sventolai la mia mano intrecciata a quella di Will per fargli intendere che non ero solo. Lui arrossì per l'imbarazzo e si riavvicinò -Odei, mi..mi scusi davvero non l'avevo vista..lei cosa vuole?- chiese quindi. -Ma tranquillo non c'è problema, portami una Tasty Basket, una coca cola media e delle patatine semplici- le disse quindi con un sorriso. Era sorprendente la gentilezza di Will. 

Dakota tornò poco dopo con i due vassoi, ci lasciò le pietanze e tornò al bancone. Will guardò stranito il mio. -Che c'è?- gli chiesi mentre aprivo la scatola del Happy Meal, -Happy Meal?- -Si quindi?- non capivo dove parava, -Ma tu non sei..quello è per...niente- alzò gli occhi al cielo e mangiò il suo. Bho, non ci avevo capito nulla ma avevo fame quindi pazienza. Mentre mangiavamo Will allungava le mai e mi prendeva le patatine e puntualmente io, dopo avergli mandato degli sguardi assassini, gliele riprendevo. -La finisci! Sono mie, tu hai le tue- lui semplicemente rise, -Si ma le tue sono più buone- ma era scemo? Mi ero messo con uno scemo? Arrossii leggermente quando ripensai alle parole "mi ero messo". Beh, ora ero fidanzato. Io, Nico Di Angelo avevo un ragazzo. -Perché sei arrossito?- mi chiese con uno strano sorrisetto, -M..ma, n..niente, mangia!-. Dannata boccaccia perché balbetti! Portò la sua mano sul mio viso e si avvicinò sollevando il busto -Sei cute quando arrossisci- mi disse a fior di labbra, ed io, ovviamente, arrossi. Lui rise e se ne tornò seduto. -N..non sono cute!- fece un'altra risatina beffarda e riprese ad infastidire le mie patatine. Accidenti questo, non riesco ad arrabbiarmi se sorride.

Uscimmo dopo aver pagato. Ovviamente lo avevo fatto io, visto che tutte le volte in cui eravamo "usciti" lo aveva fatto lui. Ora camminavamo per strada, tendendoci per mano. Io con lo sguardo basso per calciare i sassi e lui che fissava il sole che già era per la via del tramonto nonostante fossero a malapena le 14:30. Eravamo diretti verso casa sua, così lo avrei lasciato e me ne sarei tornato a casa, ma prima dovevamo fare sosta al supermercato perché doveva comprare la cena. Il supermercato in questione era su un punto che conoscevo particolarmente. Era poco distante dal palazzo dove vivevano Jason con Piper e sotto sua sorella Thalia con Reyna. Erano tutti e quattro più grandi di me, facevano l'università fuori città ma li conoscevo bene. Infatti come immaginavo incontrammo Jason e Piper che andavano alla stazione per andare alle lezioni. 

-Ehi Di Angelo!- mi chiamò Jason lasciando la mano della ragazza per venire a salutarmi. Ovviamente fece per abbracciarmi ma mi scansai. Ora non è che se tengo per mano una persona, automaticamente tutti potete toccarmi, placatevi su! -Dovevo immaginarmelo- disse ridendo e grattandosi la nuca. -Effettivamente Grace, manchi d'ingegno- gli dissi scherzando. Solo in quel momento però il biondo platinato parve accorgersi della presenza al mio fianco e ,visto che sapeva benissimo chi fosse, lanciò degli sguardetti furbi da me a lui, e poi gli porse la mano. -Molto piacere, Jason Grace, migliore amico di sto morto che tieni per mano..tu sei Will no?-. Oh no, no, no, lo so dove stava andando a parare. -Si, come fai a conoscermi?- chiese Will leggermente insospettito. Eccola..figura in arrivo. -Bè Nico non fa altro che parlare dei tuoi occhi azzurri, i tuoi capelli biondi il tuo sorr..AHIA!- non terminò la frase che gli arrivò un bel calcio allo stinco. Non portavo i miei fidati anfibi, ma i calci facevano male comunque. 

un SORRISO alla VOLTAWhere stories live. Discover now