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Si erano appena immesse nella stradina che portava all'ospedale, finalmente dopo ore di viaggio.

Toni era completamente distrutta, era davvero stanchissima, Cheryl invece giaceva addormentata affianco a lei, girò di poco la testa per poterla guardare, aveva la guancia appoggiata al sedile dell'auto, una mano riposta sotto al viso per reggersi la testa, ed un espressione estremamente rilassata, le venne istintivo sorridere di fronte a quella scena, era così carina.

Girò in una strada comunale, e proseguì per una decina di minuti, per poi vedere finalmente all'orizzonte la struttura dell'ospedale.

Parcheggiò, si slacciò la cintura, ed uscì dall'auto, dirigendosi davanti alla portiera opposta, dov'era Cheryl, l'aprì, per poi farsi spazio al suo interno, slacciando la cintura di sicurezza alla sua ragazza, iniziando successivamente a lasciarle lenti baci sul suo viso pallido

Toni: piccola siamo arrivate, devi svegliarti

affermò in un sussurro, portando una mano sulla sua guancia per poterla accarezzare, facendosi scappare un sorriso.

Bastò qualche altra coccola per far svegliare la più piccola, che si rigirò sul morbido tessuto, stropicciandosi gli occhi, facendo intenerire la rosa, che le lasciò un bacio sulla fronte.

Cheryl: siamo arrivate?

chiese con voce ancora impastata dal sonno

Toni: si piccola

rispose ridacchiando, lasciandole un delicato bacio sulla guancia.

La rossa scese dall'auto, e afferrò strettamente la mano della sua ragazza, avendo bisogno di un po' di coraggio, per riuscire ad ascoltare quello che i medici le avrebbero detto da lì a poco.

Toni comprese che c'era qualcosa che non andava, riusciva a capirlo ogni volta, ormai conosceva perfettamente Cheryl, e sapeva come manifestava i suoi diversi stati d'animo.

Senza esitare le strinse in maniera confortante la mano, facendola girare verso la sua direzione, sorridendole calorosamente, cercando di manifestarle un po' di sicurezza.

Toni: andrà tutto bene, okay? Ci sono io con te

sussurrò, portandole una mano sul viso per accarezzarla, cercando di farla calmare un minimo.

La rossa annuì, avviandosi successivamente verso l'entrata dell'edificio, che varcò insicuramente, facendosi spazio al suo interno, scrutando ogni minimo angolo, cercando la madre che era lì già da qualche ora.

Le due ragazze avanzarono lentamente nel corridoio, fin quando non videro Penelope in lontananza.

Cheryl: mamma!

Penelope: ragazze che ci fate qui? non eravate in vacanza?

Toni: stamattina cher mi ha raccontato ciò che è accaduto, quindi ho cercato di portarla qui il prima possibile.

La donna le sorrise teneramente

Penelope: grazie per prenderti sempre cura di lei.

ad interrompere quel discorso fu la rossa, che era molto preoccupata per le condizioni della nonna

Cheryl: lei come sta?

Penelope: non so Cher. Ora sta dormendo, i medici hanno passato tutta la mattinata a visitarla, per cercare di capire di cosa si tratta, a breve dovremo avere delle risposte.

Cheryl: ma che ha avuto? Nel senso come è successo?

Penelope: già da ieri sera era molto fiacca, riusciva a mala pena a parlare, infatti dopo poco è andata a dormire. Nel bel mezzo della notte si è alzata, dovendo vomitare, e fino lì ho immaginato che fosse un semplice virus intestinale, o qualcosa del genere, ma nonostante questa mia supposizione sono comunque voluta rimanere con lei, per sicurezza. Da quel momento non ha più preso sonno, e poi durante la prima mattinata è svenuta, di colpo.

so many things i want to sayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora