LA RAGAZZA CHE AMAVO

291 10 3
                                    

Gabriele
Glielo leggo negli occhi che l'idea di passare il resto del pomeriggio con me non la entusiasma proprio per niente. Si siede immediatamente in maniera composta e anche se dolorante poggia il piede a terra. "Sono stanca e mi fa male il piede. Andiamo a casa." Alzo gli occhi al cielo e rispondo: "Kristal non sei mai stata una che racconta balle. Dimmelo in faccia se non vuoi stare sola con me." Sbuffa, ma non parla più. Allora io ne approfitto per scusarmi: "Senti, mi dispiace per averti chiamata in quel modo. Io non penso ciò che ti ho detto e lo sai. Soltanto che a volte non rifletto abbastanza prima di parlare ed ecco che succede il casino. Ero solo incazzato e ho scaricato la mia rabbia e la mia frustrazione su di te." "Incazzato per cosa?" "Per come guardi me e come guardi gli altri soprattutto Salvatore e l'idea che a quella dannata festa tutti avrebbero potuto guardarti il culo e non solo, mi infastidiva. Così come mi ha fatto incazzare il fatto che hai ballato con tutti meno che con me o i baci che hai dato ad un sacco di sconosciuti." Mi rivolge un amaro sorriso prima di parlare: "Non stiamo insieme Gabriele e sebbene mi abbia dato molto fastidio quello che mi hai detto, non mi ha sconvolto più di tanto. Che tu pensi quello di me, mi va bene perché io ho sempre ritenuto che solo quello che io penso di me stessa conta davvero e quello che pensano le persone che mi conoscono e mi amano ovvio." "Come fai a comportarti così? Davvero io non ti capisco! Sto cercando di essere gentile e tu te ne esci con una frase del genere?" "Io sto cercando di essere sincera. Apprezzo le tue parole e non devi assolutamente preoccuparti. Non mi hanno ferita o altro e non ho passato notti insonni a pensarci. Sei perdonato! Ora sei più felice?" Mi guarda, ma non mi vede. La Kristal che amavo non c'è più. Fa male dirlo, ma inizio a pensare che l'ho davvero uccisa un anno e mezzo fa. "Pensi davvero che possa essere felice? So che sei così per colpa mia! So che ho perso la parte più bella di me per uno stupido errore e anche se mi fa tanta rabbia vederti così non posso che prendermela con il sottoscritto." "Gabriele, io invece ti ringrazio. Il tuo tradimento mi ha spinto sull'orlo di un baratro e lì le possibilità erano due: cadere o saltare. Io stavo cadendo, ma alla fine ho saltato l'ostacolo più grande della mia vita e adesso sono felicissima. Sono più forte, sono più donna e non mi innamoro più del primo stronzo che mi passa davanti. Io sono orgogliosa di quello che sono." "Come hai fatto ad uscirne?" chiedo sorprendendo entrambi. Lei non si aspettava un così repentino cambio di argomento e io nemmeno volevo farlo, ma ho appena capito che mi interessa troppo l'ultimo periodo della sua vita. Se non posso amarla, voglio almeno essere sicuro che starà bene e che non ricadrà nelle vecchie abitudini. "Non è stato facile, ma io non sono mai stata il tipo che si arrende. Una sera, prima di andare a dormire, mi sono guardata allo specchio e ho visto un fantasma senza corpo e senza vita e quando mi sono svegliata nel bel mezzo della notte, ho deciso che non ne potevo più. Dentro di me è avvenuta una frattura e da me stessa è partita la voglia di ricominciare. Penso che problemi così gravi non li superi se non vuoi davvero farlo e così ho iniziato a lottare giorno dopo giorno e ora eccomi qui." "Perché per noi non lo hai fatto?" Inarca un sopracciglio perfettamente disegnato e allora mi spiego meglio: "Lottare, dico!" "Perché non ne valeva la pena. Parliamoci chiaro Gabriè, io e te ci siamo piaciuti sin dal primo giorno, ma in sei mesi siamo stati insieme si e no un mese e mezzo. Poi avevo le forze per sconfiggere un demone alla volta." "Per me ne vale la pena ricominciare o almeno riprovarci. Io ti amo!" "Peggio per te!" "Non fare la stronza!" "Io sono stronza e non posso essere diversa da come sono, non posso e non voglio. La ragazzina che amavi non esiste più e quello che tu chiami amore mi sembra qualcosa di più simile alla pietà o al rimorso. Tu rappresenti il mio passato e come ti ho già detto ogni volta che ti guardo mi sento male per ciò che è successo." "Anche io guardo i tuoi occhi grigi, occhi che per mesi mi hanno tormentato e soffro perché prima brillavano sempre e ora non più e la colpa è mia. Però Kristal, ti chiedo un favore, dici e pensa il peggio di me, ma non mettere mai in dubbio il mio amore." Alza le spalle e guarda la piazza di fronte a sè. Non parla e il suo silenzio mi irrita. Prova ad alzarsi, ma il piede le fa troppo male e allora anche io mi metto in piedi e la prendo tra le braccia. È così bello sentire il suo corpo caldo a contatto con il mio. Sono in paradiso! Lei, non se lo aspettava e mi colpisce in pieno petto. Cazzo, mi hai fatto male!" urlo. "Era questo il mio obiettivo altrimenti evitavo." "Dove hai imparato a picchiare così forte?" "Mi sto allenando da mesi!" "Palestra?" Annuisce. "E qui a Roma frequenti qualche centro sportivo?" "No. A Londra però ci stavo andando. Qui mi arrangio come posso tra corse ed esercizi a corpo libero." "Io ho una palestra nel mio appartamento. Se vuoi un giorno di questi mi chiami e ci alleniamo insieme oppure se preferisci la lascio a tua completa disposizione." "Grazie, ma non succederà mai!" "Vabbè, se hai bisogno puoi chiamarmi altrimenti fa niente." "Vabbene, ora puoi mettermi giù?" "No adesso attraversiamo la piazza e ci avviciniamo alla strada per aspettare un taxi." "Okey, ma ti prego mettimi giù! Mi sento ridicola." "Non se ne parla." Sbuffa, ma sta ferma e accetta la mia categorica risposta. Prima si guarda intorno e poi guarda il mio collo, il mio petto e le braccia abbronzate. Gli occhi si posano poi sul bicipite dove legge la frase: SEI LA PARTE PIÙ BELLA DI ME che feci scrivere tanto tempo fa proprio per lei. La sfiora con i polpastrelli ruvidi e io sento i brividi. Sorride e per la prima volta da quando ci siamo rivisti vedo le emozioni riflettersi nelle sue iridi grigie. Quanto è bella in questo momento! Vorrei farle una foto. "Sai a volte mi chiedo come sarebbe andata tra di noi se non mi avessi tradita. Forse staremmo ancora insieme o probabilmente avremmo discusso per altro e alla fine saremmo comunque giunti a questo punto." Non le rispondo perché non riesco a credere che sia così pessimista. Davvero pensa che non avremmo avuto un futuro quando io la vedevo già in abito bianco a percorrere la navata? Quando arriviamo alla strada, chiamo un taxi e mi fermo su una panchina. Lei rimane seduta sulle mie gambe con le braccia intorno al mio collo e gli occhi fissi sul tatuaggio. Una delle mie mani è bloccata sul suo fianco mentre l'altra istintivamente accarezza la caviglia dove lei ha scritto: SEI L'UNICO DEMONE CHE MI HA PORTATA IN PARADISO. "Siamo stati stupidi a farci questi tatuaggi eh? Forse era troppo presto!" "Forse siamo stati più stupidi a non cancellarli mai in tutto questo tempo" ribatte lei e poi aggiunge con mia grande sorpresa: "E comunque non sono pentita di averlo fatto!" "Perché dici così? L'altro giorno ti ho sentita mentre parlavi con Alex. Vuoi cancellarli!" "Non si origliano le conversazioni altrui." "Capitavo di lì per caso." "Ma che vuol di...." Non le do il tempo di continuare e dico: "Non cambiare argomento!" "Vabbè ci amavamo tanto e ci sentivamo di farli quindi secondo me è stato giusto così. Dovevamo pensare che c'era la possibilità che ci saremmo lasciati, quello si, ma io preferisco vivere il momento e non preoccuparmi di cose che sarebbero potute anche non accadere. In tutto questo tempo non l'ho cancellato perché era un modo per sentirti vicino e per ricordarmi il bello di noi. Poi mi sono ammalata e fare il laser era diventato pericoloso perché aumentava il rischio di prendere infezioni. Adesso sto bene e sono pronta a ricominciare ecco perché sto valutando l'idea di cancellare il tuo nome da sotto al mio seno, ma in ogni caso credo di voler lasciare quello sulla caviglia." "Ricominciare?" "Si, voglio incontrare una persona da amare." La mia faccia deve essere più che eloquente perché lei chiede: "Ma ti senti poco bene?" "Le tue parole fanno male!" "Scusa, non volevo. E tu perché non li hai cancellati. Immagino che ad Alba non facesse piacere vedere il mio nome sul tuo corpo, no?" "Che centra Alba ora?" "Era la tua ragazza!" "Non è mai stata la mia ragazza. Tutto ciò che riguarda lei fa parte di una storia che tu non vuoi sentire e perciò io non insisterò. Ti amo e per questo non ho cancellato il tatuaggio e poiché lo tieni ancora anche tu penso che ricambi i miei sentimenti!" "Ti sbagli!" "Lo vedremo!" "Certo che sei proprio un rompipalle!" "No, piccola. Sono determinato e questo ti è sempre piaciuto di me." "Non chiamarmi piccola!" "Scusa!" Per un po' ci guardiamo in silenzio e il mio occhio cade sulla sua scollatura vertiginosa. Ricordandomi che è il abito da sera chiedo: "Ma perché sei vestita così alle cinque di pomeriggio? Vai in qualche locale con le ragazze stasera?" Scuote la testa e io insisto: "E allora?" "Non ti piacerà la risposta, fidati!" "Voglio sapere lo stesso!" "Fatti i fatti tuoi Gabriè. Non mi va di discutere o di subire la sceneggiata che so che ci sarà sicuramente se ti dico questa cosa." "Dimmi, ti prometto di fare il bravo!" In realtà non le prometto proprio un cazzo perchè sento che non mi piacerà per niente ciò che ha da dirmi. Mi guarda, la guardo e la conosco troppo bene. Ha paura della mia reazione. Con tutta la calma e la pazienza che possiedo, le accarezzo il volto e le dico: "Dimmi, tranquilla!" "Torno a casa con Salvatore. Parto stasera e ci fermeremo per strada. Credo nei pressi di Napoli. Ceneremo in un ristorante sul mare e staremo in albergo insieme." Non può aver detto quello che credo. Non può averlo fatto, cazzo. Respiro un milione di volte e conto fino a mille e ritorno, ma niente. Non riesco a stare tranquillo e alla fine la attacco: "Insieme? In hotel insieme? Nella stessa stanza?" "Che cambia?" urla lei. "Mamma mia, mamma mia, mamma mia. No Kristal non puoi farmi questo. Non te lo permetterò cazzo. Lo ami? Sei innamorata di quel cretino? Vuoi scopartelo?" "Non strillare! Sei ridicolo. Sono single e faccio il cazzo che mi pare." "No Kristal. Non farlo ti prego." "Non hai pensato a me un anno e mezzo fa quando hai permesso ad Alba di infilarsi nel tuo letto eppure stavamo insieme. Perché a me dovrebbe importare quello che pensi tu che nemmeno sei il mio fidanzato?" "Un anno e mezzo fa ho fatto una cazzata, ma avevo un ottimo motivo per farla. Io ti amo e so che tu ami me. Per favore torniamo a casa insieme o vieni con me in albergo, ma non con lui." "Un motivo valido? Non ci credo. Hai proprio una bella faccia tosta. Comunque non voglio più parlarne. Io farò quanto ti ho detto e sappi che preferisco scoparmi lui che te quindi prendi la tua pietosa offerta di sesso e vai a fare in culo." Mamma mia e quanto è insopportabile e ottusa. Come fa a non capire che ha il mio cuore nelle sue mani? Potrebbe distruggermi e lo sta facendo proprio bene. Forse Aiden ha ragione. Dovrei avere paura di lei. Il taxi si avvicina. Kristal sale e mi lascia lì. Io la guardo scomparire e le mando un messaggio poiché so che finalmente mi ha sbloccato: SE VAI TRA NOI FINISCE PER SEMPRE E SONO SERIO KRISTAL. UN ANNO E MEZZO FA IO HO SCELTO PER ENTRAMBI E HO SBAGLIATO, MA QUANDO DEVI FARE UNA SCELTA È SEMPRE COMPLICATO. ORA TOCCA A TE! SAPPI CHE NON POTRAI TORNATE INDIETRO! Incazzato spengo il telefono e entro nel primo bar che trovo sulla via per ordinare un whisky.

CUORE DI GHIACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora