IL MALE CHE CI HO CAUSATO

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Arrivo a Londra alle prime luci dell'alba. All'aeroporto ci sono un sacco di fotografi e giornalisti che erano stati avvisati da me stessa del mio rientro. Ho voluto immediatamente diffondere la notizia. Dopo un sacco di foto e qualche domanda, finalmente riusciamo a scansarli e torniamo a casa. Arrivata nella mia stanza, abbandono i miei bagagli e mi stendo sul mio comodo letto. Poco dopo mi addormento. Quando apro di nuovo gli occhi è giorno e io mi sento male, molto male. Ho una spiacevole sensazione di freddo che percorre il mio corpo, il cuore mi duole e sento il vuoto che inghiotte ogni mio organo e tessuto. Mi manca qualcosa! Inoltre mi mangiano i rimorsi. Mi sono comportata da stronza insensibile, però, nonostante tutto non riesco a pentirmene. Ho messo la parola fine alla mia storia con Gabriele e per quanto faccia male va bene così perché sono stata così tanto male per lui che immagino sia lecito avere paura di soffrire. Eppure sono consapevole che se mi ostino a sembrare quella fredda e senza cuore alla fine le persone si convinceranno che io sia davvero così e rimarrò sola. Lui mi ama, lo so, ma io non sono capace nemmeno di interrogarmi sui miei sentimenti per lui, figurarsi dargli un nome concreto. La parola amore mi terrorizza. Distrutta psicologicamente, scendo in salone, senza curarmi neppure del mio aspetto e trovo i miei genitori intenti a fare colazione. "Buongiorno" dico senza entusiasmo e loro rispondono: "Buongiorno amore", ma subito dopo aggiungono: "Hai una faccia! Che ti è successo?" "Nulla, state tranquilli! Le ragazze dove sono?" "Desirè è andata a lavorare. Lydia e Charlotte sono andate a fare un giro con Edward e Clara. Tu che vuoi fare?" "Vado in azienda. Voglio sia salutare che ringraziare i vostri soci e inoltre voglio che tutti sappiano che sono tornata più forte e bella di prima e che sono disponibile per eventuali servizi fotografici. Voi che farete oggi?" "Abbiamo delle visite mediche. Comunque Kristal volevamo dirti che il gatto che ti hanno regalato al compleanno arriva nel pomeriggio e che la macchina, invece, ti aspetta in garage." "Vabbene! Allora vado a vestirmi!" Mi avvio verso le scale e loro subito mi bloccano: "Parti lunedì per l'Australia?" "Credo di sì!" "Con Gabriele?" "Non penso!" "Perchè?" "Perchè abbiamo litigato o meglio io gli ho detto che non voglio avere una relazione con lui e ovviamente non l'ha presa bene." "Perchè non vuoi stare con lui? Quando ti ha lasciato sei quasi morta e ora che lui morirebbe per te, che combini? Lo lasci?" "Non è così semplice come pensi tu, mamma. Lui rappresenta il male che mi sono fatta e tornarci insieme sarebbe come cedere nuovamente agli sbagli passati sperando di ottenere un risultato diverso da quello già avuto." "Kristal, il tempo passa e la gente cambia. Tu ne sei la dimostrazione. La Kristal di oggi non ha niente a che vedere con la bambina di un anno e mezzo fa e io come madre non so se esserne felice o meno. L'unica costante in tutto questo tempo è stata il tuo amore per lui." "Io non lo amo più." "O bambina mia, certo che lo ami e lo hanno capito tutti tranne tu. Perché ti ostini a non volerci riprovare? Così stai facendo del male a lui e a te stessa." "Io non me la sento, mi dispiace." Detto questo corro in camera e ne esco un'oretta dopo indossando una gonna nera a portafoglio e una camicetta bianca annodata in vita e aperta sul seno in modo da rendere ben visibile la bralette nera di pizzo. A completare il look, la cintura DLR e i miei nuovi tacchi della Saint Laurent abbinati alla borsetta dello stesso marchio. I capelli, ormai di una lunghezza normale, li lascio cadere liberi lungo la mia esile schiena. Quando arrivo in salone, i miei genitori guardano con disapprovazione i miei abiti, ma tacciono e io senza parlare sfilo loro davanti e mi reco nel garage dove la mia Mercedes fucsia mi attende. Mamma mia e quanto è bella! Uno spettacolo della natura! Ringrazierò per sempre Gabriele per questo regalo perfetto. Arrivata alla casa di moda, parcheggio in un posto riservato e scendo. All'ingresso mostro il pass e subito mi si spalancano le porte. Gli impiegati mi riconoscono e vengono a salutarmi. Mi chiedono come sto e come sono andate le vacanze. Io sorrido, mi interesso a tutto ciò che dicono e alla fine mi dirigo verso gli uffici dei padroni e mi faccio annunciare dalla loro segretaria. Sono felici di vedermi, ma sfortunatamente non hanno tempo da dedicarmi. Hanno una riunione con i dirigenti degli altri settori tra qualche minuto. "Vincent è qui?" "Si cara. Sta nel suo ufficio. Vai a salutarlo che sarà sicuramente felicissimo di vederti." Detto fatto. Lucy, la segretaria di Vincent, è una cara ragazza e andiamo molto d'accordo. Prima di farmi annunciare scambiamo due chiacchiere e mi racconta qualche pettegolezzo. Poi sgancia la notizia bomba: "Pare che fra Desiré e Vincent ci sia del tenero." "Nooooo, ma che dici?" "Sono quasi sicura che sia così. Stamattina sono arrivati insieme e dovevi vedere lui come le sorrideva. Lei era fredda come suo solito, ma bho! Secondo me gatta ci cova." "Ma Lucy ti stai sbagliando sicuramente. La mia amica è fidanzatissima e super innamorata." "Non so Kristal, ma sai che per certe cose ho intuito." Ha ragione. Quando entro nell'ufficio del mio caro amico, lui si illumina. "Ma guarda chi c'è qui." "Ciao bello. Come stai?" "Ora meglio! Mi sei mancata tanto. Come sono andate le vacanze? Raccontami tutto!" Gli parlo della permanenza in Sardegna e poi del traumatico ritorno a Londra. Lui ascolta, sorride, fa domande e poi la nostra conversazione si sposta sul lavoro. Mi prenota diversi servizi fotografici e vengo anche a sapere una bella notizia: "Alla fine Desiré ha ottenuto la collaborazione con la Versace e la Saint Laurent. Le foto dei look da te indossati e che combinavano i vari marchi sono piaciute tantissimo. Sono disposti a lavorare non solo con Desiré, ma anche con altri stilisti emergenti di questa casa di moda a patto che sarai sempre tu la modella e che prenderai parte alle sfilate. Questi sono i biglietti vip già pagati. Puoi portare un'altra persona con te. Le sfilate sono a dicembre." Sono molto felice della situazione! Saluto Vincent e chiamo un ristorante cinese affinché mi porti qualcosa da mangiare. Poi vado all'ultimo piano dove ci sono gli uffici degli stilisti e senza farmi annunciare entro in quello di Desy che come di consueto sta sbraitando al telefono. Al lavoro è una tiranna! Quando mi vede stacca la conversazione e mi sorride. "Complimenti! Sei riuscita ad ottenere le collaborazioni. Questi sono i pass vip per le sfilate di dicembre" le dico. "Sono felice di avercela fatta, ma il merito è anche tuo. Sei bella e carismatica e con una come te che indossa gli abiti, non si può non avere successo. Hai un qualcosa che affascina, seduce e intriga Kris" dichiara appoggiando la schiena alla sua imponente poltrona e posando le mani sulle gambe accavallate con eleganza. Sprizza potere e sicurezza da tutti i pori. "Vero, ma tu sei insistente e brava in tutto ciò che fai. Questi sono i tuoi biglietti prima che i miei, ma poiché la mia presenza è obbligatoria, l'altro è sicuramente tuo." "Grazie! Sono molto felice di poterci andare." "Idem! Comunque hai tempo per mangiare insieme? Ho ordinato cinese." "Si certo! Allora Kristal che pensi di fare con il blog?" chiede finalmente alzandosi dal suo trono per accomodarsi sul divano accanto a me. "Voglio aprirlo e lavorarci, ma sto pensando ad un nome e anche al tipo di contenuti. Dammi tempo! Con Aiden come va?" "Insomma! La distanza è una brutta bestia, ma credo di poterla gestire." "E che mi dici della voce di corridoio che ho sentito stamattina?" "Quale voce di corridoio?" domanda stranita. "Quella che dice che tra te e Vincent c'è qualcosa." "Non è assolutamente vero! Ho notato un certo interessa da parte sua, ma io sono distaccata proprio perché voglio che capisca che da parte mia non c'è nulla." Annuisco e poi la segretaria di Desiré bussa alla porta e ci avvisa che è arrivato il cibo che ho ordinato. Mi alzo, pago il fattorino e ritorno in ufficio ordinando alla segretaria di disdire tutti gli appuntamenti nel giro di un'ora. La mia amica è d'accordo con me e così ci godiamo il pranzo in pace. "Tu vai in Australia con Gabriele lunedì?" "NO!" "Perchè?" "Perchè l'ho lasciato!" "Che cazzo dici?" "Calmati, Desiré. Io non sono pronta ad amarlo!" "Ma tu lo ami già! Lo amavi ancora prima di conoscerlo. Possibile che non te ne rendi conto?" "Non è vero!" "Invece sì! Sei troppo ottusa. Sei imprigionata dalla paura, ma vedi che non è stata colpa sua se sei diventata anoressica. Sei tu che hai gestito male il dolore. È solo colpa tua!" "Ho sentito abbastanza!" dico alzandomi dal divano innervosita. "Kristal se te lo dico non è perché voglio litigare, ma perché voglio che tu ti rendi conto dell'evidenza e torni con lui." "La vita è la mia e la gestisco come mi pare e piace." "Ti odio quando fai così" dice la mia amica. Per un attimo mi ero illusa che tra noi potesse tornare tutto come prima. Io me ne vado sbattendomi alle spalle la porta dell'ufficio. Quando arrivo alla villa, mi siedo sul divano in salone e aspetto che vengano a consegnarmi il gatto. Ci impiegano circa un'oretta, ma poi finalmente il micio è tutto mio. È una minuscola palla di pelo bianca e l'unico elemento che spicca in lui sono i penetranti occhi azzurro ghiaccio. Avevo già detto che lo avrei chiamato Gabriele e così sarà. Io rispetto le promesse! Lo coccolo per metterlo a suo agio e poi quando tornano Lydia e Charlotte, lo affido a loro e io esco per recarmi al centro commerciale più vicino. Li gli compro il necessario: croccantini, scatolette di carne, latte, lettiere, coperte e una targhetta da personalizzare. Lì farò incidere il suo nome. Ritorno alla villa e mi prendo teneramente cura di lui per tutto il pomeriggio. La sua dolcezza ricuce il mio cuore ferito e mi fa smettere di pensare ai miei problemi. Quando finalmente si addormenta, prendo una coperta e lo adagio ai piedi del mio enorme letto. È un amore! Rimango lì a contemperarlo e così mi trovano le mie amiche che fino a quel momento erano rimaste in compagnia dei miei genitori. Quando entrano mi rendo immediatamente conto che hanno i visi stravolti. Stanno molto peggio di me. Tuttavia il mio motivo di sofferenza lo conoscono tutti, il loro no. Quindi domando immediatamente: "Qual è il problema?" "È successa una cosa orribile Kristal." "Cosa? Mi state spaventando!" "Clara ha la leucemia! Una forma molto aggressiva e i medici le hanno dato pochissimo tempo da vivere ancora." "Ma Clara la fidanzata di Edward?" Annuiscono e io chiedo: "Ma da quanto tempo lo sanno?" "Da un bel po'. Lei sta sempre peggio e le sono stati sconsigliati i viaggi troppo lunghi. Deve stare tranquilla. Evitare stanchezza eccessiva e stress. Ecco perchè non sono venuti in Puglia e al tuo compleanno hanno partecipato contro la volontà del medico stesso" dice Lydia. "O mio Dio! Io non ne avevo proprio idea! "Nemmeno noi! Soltanto che oggi eravamo con loro quando lei si è sentita male e li abbiamo accompagnati all'ospedale dove Edward, distrutto dal dolore, ha finalmente vuotato il sacco. Le rimane davvero pochissimo da vivere e lui sta malissimo cazzo. Non l'ho mai visto così! Sono quasi due anni che stanno insieme e sono una coppia così bella. Non oso davvero immaginare ciò che sta provando al momento" osserva Charlotte mentre Lydia aggiunge: "Certo che la vita è una cosa così effimera. Spesso la diamo per scontata invece di capire che è l'unica che abbiamo e che se la perdiamo non torna indietro. Mi è dispiaciuto così tanto per lui. Lui vorrebbe amarla per altri cento anni e non rimangono loro nemmeno cento giorni e poi ci sono coppie sane, in salute e che invece di amarsi sprecano tempo." Cazzo, hanno perfettamente ragione. Non so se le loro sono frecciatine a me e Gabriele, ma se lo sono me le merito tutte. Escono dalla stanza lasciandomi sconvolta e in lacrime. Poco dopo mi raggiunge anche Desiré che ha una faccia cadaverica quanto la mia. Anche lei ha saputo la terribile novità. Si siede accanto a me e imprigiona le mie mani tra le sue. Poggiando la testa sulla mia spalla dice: "Non sprecare tempo perchè potresti scoprire di non averne abbastanza per tornare indietro." Quando va via, io scoppio di nuovo a piangere e chiamo Edward. Parliamo per quasi due ore e lui mi spiega ancora meglio la situazione in cui versa Clara. Mi offro di andare a trovarlo in ospedale, ma lui si rifiuta perchè in quel reparto possono entrare soltanto i familiari stretti. Mi dice anche che per Clara è molto meglio non ricevere tante visite perchè un qualsiasi tipo di patologia portata dall'esterno può aggravare la sua già fragile e precaria situazione. Io studio medicina e queste cose le so già, ma sarei pronta a tutto pur di stargli vicino. Edward è stato una parte importante della mia vita. Prima di salutarci lui mi da un consiglio: "Chiara Ferragni, se hai una persona che ami, stringila, baciala, abbracciala, facci l'amore. Sfrutta ogni prezioso secondo come se fosse l'ultimo perchè non lo sai cosa ti riserva il domani." Chiudo la chiamata mentre le parole del mio caro amico attecchiscono dentro di me e mi fanno pensare e ripensare a Gabriele. In me qualcosa cambia, il cuore si scongela, i muri crollano così come le mie certezze e le emozioni dilagano. Provo uno sconvolgente senso di perdita e un dolore così forte come non lo sentivo da tempo. Questo è il dolore che un anno e mezzo fa mi stava distruggendo e che stavolta, invece, devo gestire nel modo corretto. Una cosa però ora la so: Gabriele mi manca, io lo amo, si finalmente riesco ad ammetterlo e me lo riprenderò costi quel che costi!

CUORE DI GHIACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora