CAPITOLO QUINDICI - point break

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Mentre quei pensieri continuavano a turbarmi li sfogavo scagliando pugni sempre più forti contro il sacco da box che Sam stringeva con forza, mentre mi osservava con quei suoi limpidi occhi verdi, riempiti dallo stesso tipo di turbamento e frustrazione. - Dovresti metterti i guanti, Ben - Suggerì indicandomi le nocche spaccate dalle quali usciva sangue.

Per tutta risposta feci spallucce e mi passai il dorso della mano sulla fronte, consapevole che le fasce avrebbero asciugato leggermente le gocce di sudore che solleticavano il mio viso infastidendomi tanto quanto mi infastidivano i miei pensieri. Mi sembrava quasi che ogni goccia che mi accarezzasse corrispondesse a un pensiero velenoso, credevo di stare impazzendo. Guardando Sam mi rendevo contro sempre più che dovevo scoprire cosa stava combinando mio fratello, perché la sua preoccupazione per Katherine era visibile anche a chi non li conosceva, e soprattutto dovevo farlo per lei, perché era sottoposta a un pericolo di cui nemmeno era a conoscenza. Qualsiasi cosa le sarebbe accaduta sarebbe stata una pugnalata alle spalle per lei, visto che Katherine si fidava di mio fratello. - Sento la puzza della tua ansia persino da qui. - Gli dissi fermandomi e respirando affannosamente. - Oltre che delle bugie. -

- Che tuo fratello non mi piace non è una novità, e non devo fingere che mi piaccia per farti un favore, quindi non capisco di che cosa tu stia parlando, Woods. - Rispose il ragazzo mollando il sacco e tirando su le maniche della felpa. 

- Tu e i ragazzi mi state nascondendo qualcosa. - Arricciai il naso infastidito, soprattutto osservando la sua espressione. Sam poteva apparire anche apatico, ma le espressioni del suo viso lo tradivano sempre, se lo avevi imparato a conoscere almeno un po'. In quel momento il suo sguardo si fece leggermente sorpreso, come se lo avessi colto sul fatto, il che mi fece intuire che avevo ragione.

- Hai preso una botta in testa per caso? - Domandò aggrottando le sopracciglia e stringendo gli occhi a fessura.

- Andiamo Sam, puoi fare meglio di così. - Risposi ridendo e scuotendo il capo. - Non sai recitare e nemmeno mentire, ritentiamo? -

- Benjamin tu la devi smettere di giocare con le persone e manipolarle, dico davvero - Borbottò infastidito nonostante fosse mezzo divertito. - È inutile che mi guardi così, non c'è niente da dire, riprenditi dai - Mi diede una spallata mentre uscivamo dalla stanza uno di fianco all'altro lanciandomi un'occhiata che sicuro pensava non avrei percepito.

Erano tutti strani, troppo strani. Qualcosa non mi quadrava e onestamente stavo iniziando anche a sentirmi preso in giro, ma feci comunque finta di niente, finsi di credergli, perché tanto prima o poi, in un modo o nell'altro, avrei scoperto cosa mi stavano nascondendo tutti quanti.

Incrociammo Arthur per le scale, che alzò gli occhi su di me e mi fece un luminoso sorriso quando mi vide, poi salutò Sam e si mise al mio fianco spiegando che lui ed Amy avevano preparato del tè caldo e volevano offrircene un po'. - Perché non sei con Victoria? - Mi chiese una volta giunti in cucina ed esserci seduti mentre Amy versava il tè.

- Ti ringrazio Amy. - Le dissi sorridendole. - Perché devo sempre essere con Victoria? - Risposi a mio fratello portando gli occhi su di lui.

- Ah non lo so, dimmelo tu - Esclamò Arthur divertito. - Nelle ultime settimane non avete fatto altro che passare le giornate insieme come se dipendesse dalle vostre vite, pensavo persino che venisse a vivere qui. -

Dopo quella frase Sam tossicchiò e sputò il tè battendo le ciglia freneticamente e mettendosi la mano sul petto. Si voltò di scatto verso di me e mi spintonò leggermente, facendo ridere i due ragazzi che ci fissavano divertiti. - Io ti ammazzo Woods - Minacciò il ragazzo. - Mia sorella rimane a casa Hastings per un po' ancora, capito? Per un bel po' di tempo: direi che prima dei trent'anni non andrete a convivere, prima dei quaranta niente matrimonio e prima dei quarantacinque niente figli. -

UNCONDITIONALLYWhere stories live. Discover now