«Non mi hai detto quando ci sarà.» Gli faccio notare provando a nascondere la mia distrazione.

«Fine mese, le date a inizio Aprile sono tutte piene.» Annuisco continuando a guardare il mio caffelatte. «Scusa se non te ne ho parlato prima.»

«Non importa.» Lo rassicuro girando il cucchiaino nella bevanda.

«Sicura?» Chiede ancora provando a cercare il mio sguardo, ha la fronte corrugata e gli occhi dubbiosi.

«Tranquillo.»

«Che succede?»

«Nulla.»

«Nulla detto da te è tanto.» Poggio la testa alla mano chiudendo gli occhi, sta per iniziare e mi chiedo come faccia a non capire.

«Possiamo finire la colazione e tornare a casa?» Provo a concludere inutilmente, lui si muove sul posto sporgendosi verso di me per parlarmi a bassa voce.

«È per la gravidanza?»

«Non c'è nessuna gravidanza.»

«Già, è questo che ti fa stare così?»

«No.» Prendo la giacca poggiata allo schienale e la indosso velocemente.

«Va bene, ne parliamo in macchina.»

Mentre imita le mie azioni, roteo gli occhi mi alzo salutando velocemente James e Richard. Facendolo, tiro su un sorriso che poi svanisce appena esco dal posto. Elijah cammina silenzioso a qualche passo dietro di me, fa il giro della macchina ed entra velocemente. Appena la mia sedia incontra il sedile, lui subito attacca di nuovo con quel discorso.

«Ti ho detto che sto bene, smettila.»

«Non ti capisco.» Obietta guardandomi mettere la cintura. «Tra me e te, eri tu quella a non volere figli.»

«Stai facendo tutto tu.»

«Lo so, ma solo perché tu non vuoi parlarmi.»

«Non ho nulla da dirti.»

«'Fanculo.» Conclude finalmente ignorandomi, mette la cintura, infila le chiavi e prende a guidare.

In casa nessuno fiata, lui chiuso in studio ed io seduta in salotto con un libro sulle gambe. So che è sbagliato quello che faccio, Mitchell mi dice sempre di usare la voce perché nessuno è in grado di entrare nella mia testa e capire da solo quello a cui sto pensando. Avrei voluto vedere un positivo su quel test? No, resto sempre dell'idea che una come me, in questo preciso momento della vita, un bambino è l'ultima cosa a cui dovrebbe pensare. Sto ritrovando i miei passi, man mano e lentamente e avere un altro essere umano a cui badare metterebbe solo da parte il lavoro che ho fatto fin'ora con me stessa. Sentirei un altro peso a cui badare, e non m'importa se suona male dire una cosa del genere. Allo stesso tempo ho odiato leggere quel negativo e vedere quel filo di speranza sparire dagli occhi di Elijah. Lui è fatto per amare, per offrire amore e riceverne, ma ho bisogno che lo concentri su di me perché per quanto egoista possa sembrare, io ne ho davvero bisogno. Una parte di me ha paura che lui possa smettere di amarmi, che il fatto di avere piani diversi nel presente, e nessuno nel futuro, possa dargli disagio a tal punto da fargli decidere di lasciarmi. Non voglio restare da sola, non voglio più vedermi senza di lui.

La porta dello studio è aperta, lui è in piedi e fa avanti e indietro mentre legge dei fogli. Mi appoggio allo stipite della porta e aspetto che si accorga di me, ma non possa molto prima che succeda.

«Cosa c'è?» Chiede serio ma non è incazzato.

«Cosa fai?»

«Controllo delle cose di lavoro.» Annuisco, lui distoglie lo sguardo e torna ad occuparsene.

«Possiamo parlare?»

«Non ora.» Mi dice, ora posso sentire un velo di fastidio nel suo tono.

«Mi dispiace.» Mi allontano dalla porta per avvicinarmi a lui, Elijah resta zitto ma sospira posando i fogli sulla scrivania. «So che sei rimasto deluso e odio sapere che ne sono la causa.»

«Non sono deluso da questo, anzi non sono deluso. Vorrei semplicemente che tu mi dicessi sempre quello che realmente pensi.»

«Lo sai che non è facile per me.»

«Sì, lo so ed è per questo che non ho voluto continuare a discuterne.»

«Quindi possiamo chiudere quel discorso?»

«No..» scuote la testa facendomi espirare bruscamente. «Voglio parlarne perché un discorso serio su questo argomento non c'è mai stato tra me e te.»

«Di cosa vuoi parlare?» Incrocio le braccia al petto aspettando che continui.

«Tu vedi un noi nel futuro?» Corrugo la fronte pensando a quanti sia scontata la risposta.

«Non farmi queste domande se sai che fino a qualche tempo fa neanche credevo di riuscire a farcela fino ad oggi.»

«Puoi per un attimo considerare anche me?» Gesticola nervosamente facendomi ritrarre un po' sorpresa. «Tu hai bisogno di certezze nel presente, io ho bisogno di sapere se sei disposta a darmene nel futuro.»

«Io non ti ho mai dato certezze, lo sai.»

«Non hai idea delle volte in cui me ne hai date..» afferma alzando le sopracciglia, «..solo che alcune volte mi hai tirato un pugno in faccia, come quando mi hai detto di non volermi sposare.»

«Elijah..»

«Non iniziare, rispondi e basta.» Sbuffa poggiando il peso su un lato e incrociando le braccia al petto.

«Non lo so.»

«Cosa non sai?» Sento il viso in fiamme ma non voglio piangere, sono solo un po' in soggezione, quasi a disagio dovendo rispondere a queste domande.

«Desidero ogni cosa che desideri anche tu, ma non lo voglio ora. Tutto ciò che mi voglio far bastare ora è noi.» Sospira, annuisce e sembra un po' più rilassato. Abbiamo tutti bisogno di certezze, anche se preferiamo vivere la vita giorno per giorno. Ci sarà sempre quel qualcosa, quel qualcuno, che nella vita di ognuno di noi ci rassicura semplicemente con la sua stessa esistenza. Elijah ha bisogno di sapere che domani ci sarò, io glielo prometto e, nel frattempo, mi aggrappo al lui con tutta la forza che il mio amore per lui possiede.


Golden 𝟚 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora