«Papà ha una fissa per la botanica.» Elijah mi spiega quando stiamo già camminando per il vialetto. Tiene la mia mano stretta nella sua, è calda e mi offre il calore di cui ho bisogno. Mi sta tornando la nausea e mi sento già avvampare. Prima di bussare il campanello, Elijah mi bacia la fronte e mi ripete per l'ennesima volta di stare tranquilla. Un attimo dopo due repliche esatte del ragazzo al mio fianco ci accolgono all'entrata con sorrisi ampi e calorosi.

«Edward!» Esclama sua madre abbracciandolo e dondolando un po'. «Che bello vederti.» Quando sua madre si stacca da lui, Elijah subito mi guarda per presentarmi.

«Lei è Oralee, la mia ragazza.» Sorriso un po' imbarazzata, allungando la mano verso la donna che, invece di stringerla, mi attira tra le sue braccia.

«Finalmente, non vedevo l'ora di conoscerti.» Ammette staccandosi poi per guardarmi meglio, ha le mani sulle mie spalle e continua ad osservarmi. «Sei meravigliosa.»

«Potrei dire lo stesso di lei.» Rispondo fin troppo lusingata.

«Chiamami Mary e dammi del tu.»

Nel frattempo Elijah, che ha già salutato suo padre, me lo presenta e solo ora, osservandolo meglio, mi rendo conto che Elijah somiglia più a sua madre che a Peter. Anche quest'ultimo mi abbraccia e mi dice di dargli del tu, subito poi ci invitano in casa per sistemarci. Togliamo le giacche e le porgiamo a Mary che le sistema in un'altra stanza. L'interno dell'abitazione è molto vintage, ci sono molte foto e oggetti di epoche passate che decorano le pareti della casa.

«Emma è in doccia, è tornata da poco da lavoro.» Spiega Peter quando Elijah chiede della sorella. «Avete fame?»

«No, abbiamo mangiato un'ora fa.» Risponde il ragazzo al mio fianco mentre andiamo in quella che si rivela essere la cucina.

«C'era traffico?»

«Non molto.»

Ci sediamo alla tavola della cucina, Elijah sempre al mio fianco e di fronte i suoi genitori. Dicono che per stasera Mary ha preparato una cena fantastica, suo marito scherza dicendo che in realtà non è una grande cuoca.

«Ti piacerebbe avere il mio talento.» Risponde lei alzando gli occhi al cielo. «Oralee, tu hai qualche preferenza? Sei intollerante a qualcosa? Ho dimenticato di chiederlo ad Elijah.»

«No, va bene qualsiasi cosa.» Rispondo ma subito dopo vengo interrotta.

«Non le piace il tacchino e la rapa.» Elijah mi contraddice facendo ridere i suoi genitori.

«Tranquilli, quelli li ho scartati a prescindere.»

Mi chiedono cosa studio, se lavoro e della mia famiglia. Mi rendo conto che Elijah dice poco se non nulla dei Lawson dato che Mary e Peter neanche sapevano che suo fratello fosse sposato con mia sorella. Scopro che Mary è chef in un ristorante a poche miglia da qui mentre Peter, purtroppo, è stato da poco licenziato. Elijah aggiunge che più volte ha cercato di convincere suo padre a lavorare con lui, è bravo con i conti e quelle con stupide cose burocratiche, ma Peter si è sempre rifiutato dicendo che non esiste che lavori con quello scervellato di suo figlio. Mentre parliamo del più e del meno, Emma finalmente ci raggiunge. Quando entra in cucina non posso far a meno di notare quanto sia bella e identica ad Elijah, in tutto. Sorride quando lo sguardo si posa su di me, io ricambio e mi alzo dal mio posto per presentarmi.

«Lei è Oralee.» Dice Elijah quando sto già stringendo la mano a sua sorella.

«Quindi hai trovato qualcuno che ti sopporta.» Emma esclama facendomi ridere, ha il suo stesso umorismo. «Piacere, Emma.»

«Oralee.» Dico osservandola meglio anche se è inutile, sono proprio identici.

«Siete appena arrivati?» Chiede poi sedendosi a capotavola e poggiando il mento al palmo della mano.

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