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Il trasferimento definitivo di Kuroo in ospedale avvenne così velocemente che Kenma quasi non se ne rese conto.

In meno di 24 ore ebbe una crisi respiratoria costringendo il ragazzo a chiamare un'ambulanza.  Aveva inoltre chiamato l'ospedale, aiutato Kuroo a mettere tutto ciò di cui aveva bisogno in una borsa da viaggio, e poi se ne andarono.

Nessuno dei due cercava di pensare che quella, probabilmente, era l'ultima volta del corvino nel loro appartamento.

Kuroo venne sistemato in una stanza abbastanza velocemente, e Kenma si era assicurato di aprire la finestra non appena arrivati. Le pareti bianche e l'odore antisettico gli fecero rivoltare lo stomaco, la stanza troppo impersonale era talmente irritante che era quasi quasi impossibile sentirsi a proprio agio.

E da quel giorno, il tempo sembrava scorrere sempre più velocemente. Le ore volavano, Kenma a malapena riusciva a conciliare lavoro e Kuroo. Il pensiero del corvino da solo in una stanza bianca e priva di ogni affetto era sufficiente a fargli gelare il sangue.

Per fortuna, Bokuto e Akaashi gli facevano visita tutte le volte che potevano. Le risate gioiose di Bokuto spesso riempivano la piccola stanza, inoltre lo aveva aiutato a decorarla con foto e orribili meme sui gatti che Kuroo avrebbe amato sicuramente, oltre a stelle che si illuminavano al buio e che tracciavano alcune delle sue costellazioni preferite attaccate ai muri. Gli occhi di Kuroo gioirono quando spensero le luci per farle brillare la prima volta, davvero felice che queste gli facessero compagnia.

Oltre a questo, l'ospedale era a soli tre isolati dalla casa editrice dell'ex alzatore del Fukurodani, perciò trascorreva spesso le pause pranzo insieme a lui, inviando a Kenma le foto che ritraevano entrambi per tenerlo aggiornato.

I giorni si trasformarono in settimane e pian piano diventarono mesi. Le condizioni di Kuroo peggioravano giorno dopo giorno, ad un ritmo in rapido aumento, proprio come il dottor Yamazaki aveva previsto.
Il corvino prese la situazione con estrema calma, però. Non contestò mai l'aggiunta di una flebo in più, di un respiratore o di una macchina.

Un giorno, quando i fiori di ciliegio erano prossimi alla fioritura nel parco vicino l'ospedale, Kenma ebbe l'orribile sensazione di non riconoscere più Kuroo e si era odiato per questo.

Il ragazzo dormiva in quel momento, con il capo inclinato, si intravedevano le vene del collo bluastre in netto contrasto con la sua pelle altrettanto pallida. Il suo viso sembrava scarno, le sue labbra screpolate e inespressive. I suoi soliti capelli spettinati erano ora premuti contro la sua fronte. I tubi apparentemente infiniti che uscivano dalla sua pelle gli fecero salire la pelle d'oca, tenendolo fermo, immobile, appoggiato alla porta, come se avesse i piedi troppo pesanti per spostarsi.

Nonostante l'aspetto vivace del ragazzo fosse scomparso da tempo, Kenma lo amava ancora.

Si morse il labbro inferiore, ancora paralizzato sullo stipite della porta. Non era mai stato così titubante quando si trattava di lui prima, e non sapeva il perché di questa esitazione. La sua testa sapeva che era del tutto irrazionale, poiché il ragazzo sdraiato era ancora il suo Kuroo, se solo avesse potuto convincere il suo cuore di questo.

Kenma arricciò il naso, un'ondata momentanea di disgusto verso se stesso lo investì, per ciò che continuava a trattenerlo lì, immobile.

Lo amava, e lo avrebbe amato sempre.

Come se avesse potuto sentire i suoi pensieri, Kuroo si mosse, aprendo gli occhi. "Ehi, kitten."

"Ciao", rispose, sollevando la mano con un piccolo gesto. "Come stai oggi?"

"'Bene, Keiji è passato a trovarmi. Mi ha detto come finirà il manga a cui sta lavorando. " Kuroo sbatté le palpebre, cercando di liberarsi dalle catene del sonno. "Tu invece? Come stai?"

Kenma sorrise. "Sto bene." Si sentiva meglio ora che stava parlando con lui, visto che aveva ancora la possibilità di essere in sua presenza.

"Ho completamente finito con il lavoro per oggi", continuò Kenma, con voce calda. "Vuoi guardare qualcosa con me?"

Kuroo annuì. "Mi piacerebbe molto."

Kenma oltrepassò lo stipite, entrando nella stanza dell'ospedale e chiudendosi la porta alle spalle. Si affrettò a lasciar cadere lo zaino dopo aver estratto il portatile e si lasciò scivolare nel letto d'ospedale accanto al ragazzo. Mise il suo laptop in equilibrio sulle loro gambe vicine. "Vuoi guardare qualcosa in particolare?"
"Scegli tu," mormorò Kuroo.

Kenma fece scorrere il cursore tra i menu di Netflix per alcuni minuti prima di decidere un film che doveva essere una commedia, mise play prima di appoggiare la testa sulla spalla dell'altro. Non ci volle molto perché le sue palpebre iniziassero a chiudersi e il sonno lo travolgesse.

Quando tornò al mondo reale, i titoli di coda del film scorrevano lungo lo schermo, fissato estremamente da Kuroo. Forse aveva notato che si era appisolato e non voleva dire nulla.

"Ti è piaciuto?" Chiese Kenma, allungando un braccio verso di lui.

"Sì", fu la sua unica risposta.

Kenma fece una smorfia. Le risposte di Kuroo erano davvero crescenti ultimamente è più raro, più tempo passato in silenzio che conversare. Il silenzio era qualcosa che Kenma non era mai stato in grado di associare a Kuroo prima, ma stava rapidamente diventando un altro membro della loro relazione.

"Vuoi guardarne un altro?"

L'angolo della bocca di Kuroo si sollevò. "Quindi puoi fare un altro pisolino?"

"Non è colpa mia se sei comodo." Come per dimostrarlo, si appoggiò la testa all'indietro sulla sua confortevole spalla. Era più ossuto di prima, e l'osso premeva il suo capo, ma comunque era a suo agio. "Un altro film? Oppure possiamo fare qualcos'altro. "

"Non vai a lavoro domani?" Chiese Kuroo, sempre con il suo tono da finto responsabile.

"Stavo solo pensando di restare qui stasera e farmi un giorno in malattia, se devo essere onesto."

"Kenma," lo rimproverò. "Non dovresti farlo."

"Perchè no? La soddisfazione di essere il capo è poter legalmente fare quello che voglio. " Il suo tono era profondo, ironicamente professionale.

Ma la sua affermazione suscitò una lieve risata da parte del corvino, che per Kenma era come musica. "Dio, sei così carino."

Kenma arrosai lievemente e mormorò. "Sei piuttosto carino anche tu."

"Per favore, non ditemi che voi due recitare ancora la fase degli adolescenti smielati", si intromise una terza voce proveniente dalla porta. Sia Kenma che Kuroo alzarono lo sguardo per salutare Bokuto, e Akaashi in piedi proprio accanto a lui. "Voi due siete la prova vivente che la fase della luna di miele non finisce mai."

"Da che pulpito," dissero entrambi nello stesso momento. Rammentando tutte le volte in cui prendevano in giro Bokuto, il quale nominava Akaashi in ogni intervista, direttamente o indirettamente, chiamandolo per nome o "il mio fidanzato" o "il mondo".

"Abbiamo interrotto qualcosa?" Chiese Akaashi, alzandosi gli occhiali lungo il ponte del naso. "Possiamo tornare domani, se volete."

"No, entrate." Su invito di Kenma, entrambi entrarono nella stanza, Akaashi scegliendo di sedersi sulla sedia accanto al letto e Bokuto ai piedi del letto.

Insieme a tutti e quattro, la stanza era piena di suoni vivaci, più di quanto non fosse stata in precedenza, adesso ora priva di qualsiasi oscurità. Sebbene Kuroo non avesse l'energia per parlare tanto quanto gli altri,il bassino poteva dedurre dal suo sorriso e dalla lucentezza dei suoi occhi che era felice.

E questo, per lui, significava il mondo.

Sotto le coperte, intrecciò la sua mano con quella di Kuroo. Non aveva intenzione di lasciarlo andare per molto, molto tempo.

the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)Where stories live. Discover now