King

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Luke camminava facendo strusciare i polpastrelli macchiati dalla rabbia contro il muretto che costeggiava la strada buia. Guardava le mani grandi con disgusto, avevano provocato dolore e piacere a tanta gente. Quelle non erano la mani di una persona.
Si credeva un re, si era sempre ritenuto tale.
Avrebbe visto la propria corona cadere a terra fino alle mure. Tradito dal proprio demone.

Le solite bugie che gli inchiodavano la testa.

Lui era un demone. Un Re andato al potere per i motivi sbagliati. Gli stessi motivi che, dopo averlo fatto sfogare, lo avevano portato lì. Davanti alla casa da cui doveva stare lontano, il demone era prevalso, oscurandogli la vista per qualche minuto.

Lei era lì, la luce gialla e cruda della sua stanza era accesa. Si sentiva un ladro, le stava rubando la cosa più preziosa che avesse: la vita.

Le dita si contorsero contro la stoffa dei pantaloni di jeans, stringendola, stritolandola. La sua mente stava lentamente cadendo dentro quel giardino poco curato.

Lui guardava mentre sentiva la terra sotto i suoi piedi cedere. Le sue difese stavano cadendo, la lastra di ghiaccio, spessa come il marmo, ma adesso.

Adesso era sottile come un foglio di carta e la realtà era una biro nera. Che lo avrebbe perforato dritto nel petto, era li che gli faceva davvero male. In mezzo al petto dove tutto era immerso nelle ragnatele, non provava niente.

Però, quando vide la finestra del secondo piano aprirsi e poi richiudersi violentemente, si sentì sprofondare.

Li, se ne accorse.

Era stato tagliato fuori.

Luke si avviò ansiosamente verso il balcone, come aveva fatto qualche notte prima, lo scavalcò iniziando a colpire il vetro sottile.

Le mani umide lasciavano segni precisi delle sue dita contro la superficie liscia e fredda. Batteva contro lo strato di vetro della finestra di camera di Hayley.

-Hayley aprimi! Ti prego!- Le urlò, dopo qualche secondo appoggiò la fronte contro il vetro.
Il suo respiro gli appannava la vista ma riusciva a vedere la figura della ragazza dal fondo della stanza, era di spalle, rigida. Voleva far finta di non vederlo?

-Ti prego.- Sussurrò.
Gli occhi gli pizzicavano senza sosta. Si passò veloce le mani sul visto sporco prima di colpire ancora la finestra.

Chiuse gli occhi e quando sentì dei rumori strani, la superficie sotto le sue mani si spostò. Ma lui non voleva vedere.

Non voleva vederla vestita del dolore che le aveva causato.

Si sentì prendere le mani e trasportare lentamente nella stanza. Le scarpe a contatto con la moquette fecero un rumore ovattato, come se stesse camminando su una nuvola.

Aprì gli occhi e premette le labbra tra di loro quando vide il viso fragile di Hayley. Una guancia era piú rossa dell'altra e con calma Luke portò una mano vicino ad essa.

Erano grandi uguali.

Portò il viso vicino all'orecchio di Hayley appoggiando il mento sulla spalla fine.

-Perdonami.- sussurrò.

Quelle parole così normali, sussurrate da una persona come lui, sembravano così profonde.

Hayley gli prese il viso tra le mani portandolo davanti al suo.

-Ho bisogno di sapere cos'è successo Luke.- parlò con voce sicura.

Tutti e due sapevano che le parole di Crystal erano perfide ma totalmente vere e la ragazza davanti a lui aveva solo bisogno di sapere.

-Charlotte era così semplice.- sussurrò Luke quasi non volendo svegliare il suo ricordo - e io ero così arrabbiato quando avevo scoperto cosa mi aveva fatto.-

DisconnectUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum