Kill

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Era incominciato tutto quando sua madre iniziò a comprargli gli yogurt all'albicocca invece di quelli alla fragola. Quando, per la prima volta, Ashton aprì il frigo e trovò degli stupidi yogurt all'albicocca sbuffò rumorosamente chiudendo gli occhi e passandosi una mano sul viso stanco.

Si iniziò a preoccupare di più quando, una settimana dopo, sua madre non lo andò a prendere a scuola.

A 15 anni un ragazzo non dovrebbe essere dimenticato, una madre non dovrebbe dimenticare certe cose.

Tutto fu un evento a catena. Dopo la scuola, aveva dimenticato di andare a fare la spesa, di chiudere la porta di casa la sera, di stirare le camicie bianche da lavoro del marito, scambiava i nomi delle sue tre figlie e alcune volte anche quello di Ashton, fino a quando si dimenticò di spegnere il gas del fornello della cucina beige dopo aver preparato la cena.

Ashton quella volta era intervenuto in tempo, ma quando vide il dottore uscire dalla camera di sua madre con gli occhi bassi, fissi sulla moquette che una volta veniva lavata e aspirata ogni settimana, non ce la fece più.

Guardò le sue tre sorelle aggrapparsi a lui come una roccia, ma non voleva esserlo. Guardò la maggiore con occhi cupi e quest'ultima si staccò lentamente dal torace del fratello trascinando con se quella di mezzo che era ancora piccola per capire certe cose.

Una stretta più forte alla gamba destra gli fece abbassare gli occhi verso la testa mora che non voleva lasciarlo, passò una mano tra quei capelli scuri, ma più chiari dei suoi e molto più lunghi.

La piccola Noah alzò il viso, non era colpa sua se assomigliava alla madre quasi meticolosamente.

-Ashton.-

Quella voce tremante gli faceva pulsare la testa, non riusciva a sopportarlo. Per avere 15 anni non era pronto a quelle responsabilità.

-Ashton la mamma sta bene?-

Il ragazzo guardó ancora in basso, riflettè sulle parole da dire.

Semplicemente non esistevano, scosse la testa.

Ashton la scansò mentre le urla della più piccola delle sorelle lo accompagnarono alla porta.

Se ne andò con la consapevolezza che lo avrebbero dimenticato come già la madre aveva fatto con lui.

Quello sguardo che lo aveva tormentato per notti intere, adesso lo stava facendo affogare. Hayley lo guardava con disperazione, come la sorella qualche anno prima.

Questa volta sarebbe andato fino in fondo, non avrebbe abbandonnato anche quegli occhi.

Scosse le spalle quando si ritrovò 20 sterline in mano.

-Diesel.- ordinò.

Il ragazzo davanti a lui aveva gli occhi scuri, arrabbiati. Teneva ancora la mano intorno alla vita di Hayley, con l'intento di non lasciarla andare cosí facilmente.

Hayley osservò Ashton sistemarsi il colletto della polo rossa della sua divisa prima di avvicinarsi alla pompa.

Gli occhi azzurri di Hayley guizzarono immediatamente sul ragazzo davanti a lei che, nel frattempo, l'aveva spinta verso la moto, facendole aderire la schiena contro il sellino nero.

Cercò Ashton con uno sguardo di aiuto.

-Non guardarlo.- le sibilò Luke nell'orecchio.

-Non puoi impedirmelo.- Rispose lei sicura per poi cercare di spostare il ragazzo spingendolo dal petto. Quest'ultimo rise appena, avvicinandosi di più ad Hayley. Lei voleva solo farlo arrabbiare.

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