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Canzone del capitolo:
Mercy- Shawn Mendes

Cameron's Pov

Due giorni.

Erano due giorni che continuavamo a cercarla, trovare qualcosa che ci facesse capire dove si trovasse la casa di Christian.

Dovevo ammettere che anche Nate ci stava mettendo del suo, perfino Victoria era arrivata a fare varie conclusioni ma nulla.

"Cameron, calmati" disse Aaron posando una mano sulla mia spalla.

"Non dormi e non mangi da due giorni" continuò con tono preoccupato.

"Non m'interessa" scostai la spalla posando entrambe le mani vicino alle tempie per spremermi le meningi.

"Se continuerai così ti farai solo del male e sarà ancora più difficile trovarla, lei non vorrebbe vederti in questo stato" chinai lo sguardo capendo che forse aveva ragione.

Incrociai le braccia sul tavolo buttando la testa su di esse e chiudendo gli occhi, mi sentivo uno schifo.

La porta si spalancò e la testa scattò a guardare chi fosse ma davanti si fermò solo un ciuffo platino, così sconfitto e deluso riabbassai il capo.

Ma che credevo che fosse lei e che fosse scappata da sola?

"Hai notizie?" farfugliai.

"No, nulla"

"Dannazione" strinsi gli occhi con forza cercando di trattenermi dal prendere a pugni qualcosa.

"Dove potrebbero essere?" chiese Aaron sedendosi.

"Non lo so, credo sia un luogo dove Christian ha sempre desiderato vivere"

"Non ti ha mai raccontato nulla del genere?"

"No, ma spesso parlava di un posto in cui avrebbe vissuto in futuro, gli piaceva molto" alzai la testa ricordando.

Mi alzai, presi le chiavi e la giacca.

"Dove vai?" chiese Aaron.

"Ho capito dove sono, vado a prenderla" dissi chiudendo la porta alle mie spalle.

Flashback

Spensi il motore arrivato a destinazione, ormai si era fissato per quel posto.

Scesi dalla macchina chiudendo lo sportello cercandolo con lo sguardo e proprio come sospettavo era seduto sulla roccia difronte la vecchia villa, mi sedetti al suo fianco e mi voltai trovandolo ancora con sguardo perso.

"Amo questo posto, è così rilassante" inspirò profondamente l'aria pulita socchiudendo gli occhi per poi riaprirli.

"Cos'ha di speciale?" chiesi accigliandomi non trovando nulla di speciale intorno a me.

"Non lo so, lo trovo così tranquillo e rilassante, è quasi rigenerante venire qui" raccontò posando per pochi secondi gli occhi scuri su di me.

Mi voltai trovando una vecchia villa messa parecchio male e a pezzi in un terreno come tutti gli altri, come avevo già detto, non ci trovavo nulla di speciale.

"Un giorno verrò qui" sorrise fiero della sua idea, sbuffai stanco di ascoltare quelle stupidaggini e prendendo una sigaretta decisi di farla finita.

"Christian, dobbiamo parlare del nuovo quadro.."

Fine flashback

Joi's Pov

Dondolavo i piedi in aria da non so quanto.

Negli ultimi giorni ero rimasta chiusa nella mia stanza a guardare film, mangiavo raramente e se mettevo qualcosa nello stomaco era solo per Sofia che mi obbligava a mangiare non volendo che mi sentissi male e senza forze.

Mi voltai a guardare la finestra dove mostrava la pioggia regnare, uno sbuffò mi uscì e mi rivoltai per guardare The Italian Job.

Mentre guardavo la tv, un rumore attirò la mia attenzione e mi voltai di scatto verso la finestra del balcone ma non dandoci peso scossi la testa.

Quando lo sentii la seconda volta presi il dizionario per proteggermi, era l'unica arma a disposizione, mi avvicinai a essa ma appena notai la figura alta e slanciata finire di arrampicarsi e poggiare i piedi sul balcone mi cadde dalle mani.

I ricci corvini erano bagnati e così pendenti, la tunica nera era completamente fradicia come tutti i vestiti mentre sul volto rigato dalla pioggia e chiaro per il freddo predominavano delle magnifiche labbra rosse e screpolate, un nasino arrossato e dei magnifici occhi giada.

Spalancai la finestra fregandomene della pioggia e gli saltai tra le braccia, mi avvinghiai circondandolo con le gambe e le braccia e lui mi strinse con forza a sé.

Essere di nuovo tra le sue braccia e inspirare il suo afrodisiaco profumo era così rassicurante ma quando si scostò con la testa e mi baciò capii che quella era una delle cose che mi era mancata di più.

Le sue magnifiche labbra, anche se fredde e screpolate, mi erano mancate così tanto.

"Dio, quanto mi sei mancata" disse poggiando la fronte contro la mia.

La sua voce calda e roca mi fece sospirare dalla felicità, sembrava quasi impossibile che fosse lì per salvarmi.

"Anche tu" risposi stringendolo di nuovo e affondando la testa nell'incavo del suo collo.

Camminando con ancora me avvinghiata entrò dentro al riparo dalla pioggia, mi scostai e gli riempii il viso di baci facendolo così sorridere e mostrare la tanto amabile e mancata fossetta sinistra.

Mi accarezzò il volto sfregando delicatamente il naso e mi servì solo quello per farmi morire, affondai le mani tra i suoi ricci bagnati e le sue labbra si fiondarono sulle mie.

Pregai Dio di non svenire per poter vivere quel momento, le sue labbra erano così morbide e passionali che non capivo più nulla.

Morse gentilmente il mio labbro inferiore per poi tirarlo appena verso di sé cosa che scatenò una parata del Madagascar con tanto di domatori di leoni e pubblico trepidante nello stomaco.

"Cam" cercai di chiamarlo ma continuava a baciarmi, la guancia, il mento, il collo...

"Cameron, dobbiamo andare"

"Due minuti" disse baciandomi vicino l'orecchio.

"Cam, se non ce ne andiamo potrebbero scoprirci" gli presi il volto tra le mani staccandolo amaramente dal suo lavoro e quando mise il musone lo baciai velocemente a stampo.

"Appena saremo fuori di qui, sarò tutta tua ma dobbiamo andare"

"È una promessa?" risi debolmente e annuii scendendo dalla sua vita e prendendo coraggio per iniziare la fuga.

Era ora di andare via.

Come To MeWhere stories live. Discover now