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Canzone del capitolo:
Marchin On- One Republic

"No, non voglio che lui ti scriva più, basta!" sbottò Cameron quasi strappandosi i capelli dalla testa.

"Lo so Cam, ma ormai ha avuto ciò che voleva con l'ultimo furto e sappiamo entrambi che si rifarà sentire"

"Glielo impedirò"

"E come?"

"Facile, ti chiudo per sempre nella mia stanza" fece spallucce.

"Tu sei pazzo"

"Forse" guardai al di fuori della finestra mentre Cameron sistemava l'ultima foto alla parete.

"Cosa c'è?"

"Qui non ha ancora nevicato"

"Che?" corrugò le sopracciglia scendendo dal letto e posando lo scotch sul comodino.

"Nulla, non pensarci" risi scuotendo la testa.

"Vuoi che nevichi?"

"Sì, non ho mai visto la neve, dove abitavo non ha mai nevicato e poterla vedere è stata una speranza che ho sempre serbato da quando sono venuta a Londra"

"Nevicherà" mi sorrise scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Sta piovendo" misi il muso.

"Mi dispiace, il piano di andare al campo è andato in fumo"

"Cavolo" la porta fu aperta da Victoria che con sguardo preoccupato ci guardò entrambi.

"Ragazzi, venite di là"

"Ok" rispondemmo all'unisono, Cameron mi prese per mano e insieme andammo in cucina dove tutti erano riuniti intorno al tavolo.

"Che succede?" chiese Cameron.

"Guarda" Aaron si spostò per farci vedere un foglio sul tavolo, più che altro una lettera.

-"Cari ragazzi miei,

Mi fa davvero piacere pensiate che tutto sia andato per il meglio e che sia finito, vuol dire che possedete una fervida fantasia ma non è così.

Vi ho già detto più di una volta che Joi mi appartiene e che starà di nuovo con me, Nate può confermarvelo e anche lei.

Preparatevi perché ormai ho finito la mia carriera e verrò a prendere il mio piccolo tesoro, il primo tentativo è fallito ma non sbaglio mai due volte.

Un bacio a te, amore.

-Chris"

"Quando l'avete trovata?"

"Prima, l'ho trovata io nella buca della posta quando sono tornata da lavoro" rispose Victoria preoccupata.

"Quindi tornerà a prendermi" borbottai sommessamente impanicata.

"Sì, sta pensando a questo piano non appena ha scoperto che tu eri qui a Londra" disse Nate guardandoci tutti.

"Sai qual è?"

"No, non l'ha raccontato a nessuno"

"Non servi proprio a niente" borbottò Cameron.

"Dobbiamo stare attenti, mi raccomando Joi, non devi mai restare sola, mai" mi avvertì Nate facendomi annuire.

"Ok" un'improvvisa ansia mi s'instaurò nello stomaco e di certo non se ne sarebbe andata presto.

Stiracchiandosi Aaron si alzò dal divano guardandoci.

"Ragazzi, io vado a dormire, domani devo andare a lavoro presto"

"Notte" rispondemmo all'unisono.

"Meglio se vada anch'io, domani ho una riunione importante. Per qualsiasi cosa chiamami, ok?" disse Nate sorridendomi.

"Ok, notte" continuai a guardarlo lungo al corridoio sapendo che la cosa avrebbe irritato Cameron.

"Non sciuparlo, eh?" ringhiò il riccio fulminandomi con gli occhi socchiusi, amavo quando era geloso.

"Hai ragione, dopo come farei?" canticchiai facendolo irritare di più.

"Come se non ti proteggessi io se succedesse qualcosa, non chiamare lui ma me. Capito? ME" puntualizzò calcando il soggetto.

"Ho capito, gelosone"

"Non sono geloso, solo non deve avvicinarsi, punto"

"Questa si chiama gelosia" chiarii.

"Ed io lo trasformo in omicidio" ghignò.

"Cattivo e geloso"

"Come vuoi te" rispose attirandomi a sé facendomi così accoccolare tra le sue braccia e sul suo petto.

Quando fummo completamente stesi e stretti in un abbraccio cominciammo a guardare un film d'amore, The Notebook cioè uno dei miei preferiti, avevo visto quel film almeno una settantina di volte.

"Non è stato bello..." mi voltai trovandolo sonnecchiare a occhi chiusi e a bocca socchiusa, gli scostai i ricci corvini caduti dal viso per poi abbassare il volume della canzoncina che accompagnava i titoli di coda.

Con estrema delicatezza mi staccai da lui lasciandogli un leggero bacio sulla fronte per poter bere qualcosa, aprii lo sportello del mobiletto prendendo un bicchiere e quando aprii il frigo un rumore mi fece voltare di scatto.

Le gambe di Cameron erano ancora stese al di fuori del divano così scossi la testa e presi del thè, versato dentro il bicchiere e dopo aver preso il primo sorso risentii di nuovo lo stesso rumore.

Che avrei dovuto fare? Titubante posai il bicchiere e mi sporsi per vedere Cameron ormai caduto in un sonno profondo.

Era solo uno stupido rumore.

Camminai arrancando sulle gambe verso la mia stanza e aprendo lentamente la porta trovai qualcosa sul mio letto, quando mi avvicinai, aggrottai le sopracciglia prendendo una delle felpe e il bigliettino.

-"Ti avevo detto ti avrei preso le migliori, mantengo sempre le promesse.

-C." spalancai gli occhi guardandomi attorno e nel panico uscii dalla stanza per poi sentire un forte tonfo dalla cucina, corsi verso di essa trovando Cameron stropicciarsi gli occhi e scurire lo sguardo quando incontrò il mio nel panico.

"Cosa è successo?" chiese ancora mezzo addormentato con voce bassa e roca, guardai la finestra aperta dove le tende chiare si muovevano in onde irregolari per il vento che ve ne entrava.

"Lui è stato qui" risposi flebilmente per poi mostrargli la felpa e il bigliettino.

"Cosa?" in uno scatto si alzò prendendo i due oggetti per poi puntare i suoi occhi chiari nei miei.

"La finestra" gli indicai e con un ringhio si avvicinò chiudendola con forza.

"Io lo ammazzo"

"Cam, ho paura" non sapendo il perché la mia voce uscì tremante anche se non volevo dirgli quelle parole, mi attirò a sé stringendomi tra le braccia e accarezzandomi i capelli.

"Non preoccuparti, tutto questo finirà e noi ne usciremo insieme" mi sussurrò rassicurandomi e lasciandomi un delicato bacio sulla testa.

Come To MeWhere stories live. Discover now