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Canzone del capitolo:
18- One Direction

"Victoria, ho finito"

"Ok, grazie" rispose prendendo la pizza e mettendola in forno.

"Cameron è ancora fuori?" chiese posando il guantone da forno.

"Si" risposi guardando la porta per poi tirare un sospiro.

"Sai ho amato l'espressione che ha fatto quando ti ha visto" rise facendomi accigliare.

"Cosa?"

"Andiamo, non l'hai visto? Appena ti ha vista ha sbarrato gli occhi ma quando ha notato Nate li alzati al cielo" continuò ridendo mentre io spalancavo la bocca.

"Cosa?"

"Come, non l'hai proprio visto?"

"No" risposi guardando la tv ancora accesa.

"Oh mio Dio Joi, stavo per morire soffocata per trattenermi dal ridere"

"Dai, scema"

Tornarono tutti tranne Cameron così quando si fece tardi e capimmo non sarebbe tornato cominciammo a mangiare, la pizza uscì meglio della prima volta e Aaron si complimentò con noi per poi minacciarci di farla più spesso.

"Hai intenzione di aspettarlo?" mi chiese Victoria.

Annuii continuando a guardare la tv, lei mi sorrise e si avviò nel corridoio.

Alle due passate tutti i ragazzi andarono a dormire, io rimasi sul divano anche se di Cameron non ce n'era nemmeno l'ombra.

Un rumore mi fece sobbalzare, mi ero addormentata sul divano con il televisore acceso come una scema.

Mi voltai trovando Cameron entrare e buttare il borsone per terra, appena alzò lo sguardo nella mia direzione chiusi gli occhi fingendo di star ancora dormendo.

Sentii il suo passo pesante per un po', stava gironzolando per casa, e quando sentii il frigo aprirsi capii che si stava prendendo una birra.

"Hey" sentii il ticchettio sella sua collana in vicinanza all'orecchio e quando la puzza di birra mi colpì il naso capii che era al mio fianco.

"Hey, imbranata stai già dormendo?" chiese picchiettandomi la spalla, quello fu il primo soprannome che mi affibbiò all'aeroporto al nostro primo incontro e mi trattenni dal sorridere a quel ricordo.

Mugugnai qualcosa per farlo allontanare ma invece fece il contrario, si sedette sul divano e fece un piccola ma dolcissima risata.

Sentii le sue dita accarezzarmi il braccio finché non arrivò all'altezza della spalla e mi scostò una ciocca di capelli dal viso.

"Imbranata, mocciosa, marmocchia, nanetta e rompiballe" continuò tra una risata e l'altra continuando ad accarezzarmi la spalla.

Prendermi in giro era il suo "must" ma non credevo sarebbe stato in grado di farlo anche quando dormivo, lo sentii alzarsi e sentii le sue labbra posarsi sulla mia fronte.

Mi aveva dato un bacio.

Quando ascoltai il suo passo tornare in cucina e il rumore del vetro scontrarsi contro i suoi anelli ero certa stesse finendo la birra, avendo campo libero feci un mega sorriso trattenendomi dal tirare il mio solito gridolino.

Lo sentii avvicinarsi di nuovo e sentii il caldo respiro sul volto, stavo per impazzire ma non dovevo aprire gli occhi.

"Ho capito, è ora della nanna piccola"

Mi prese dalla schiena e le gambe alzandomi a mo di sposa, mi accoccolai meglio tra le sue braccia inspirando l'afrodisiaco profumo e beandomi del calore e protezione che mi donava il suo corpo, sentii il suo naso sfiorarmi la guancia e da qui capii che si era voltato a guardarmi.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora