♅ L'ASSASSINO DEL PECCATO ♅

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Sono Raven e ho letto il prologo e i primi dieci capitoli della storia "L'Assassino del Peccato" di DavideBianchini.

ATTENZIONE: Segnalo nella mia recensione una allerta spoiler, in quanto parlerò in maniera dettagliata di eventi importanti per la trama, quindi se non avete ancora letto la storia, magari tornate qui quando sarete arrivati al capitolo undici.


Qui di seguito la mia recensione:


♅ Copertina

Personalmente non mi fa impazzire, anche se richiama la luna rossa e il simbolo che compare al centro, come viene di fatto descritta nel libro. Forse è perché il simbolo viola è un po' piatto, sembra proprio incollato sulla immagine; se si vedessero le macchie lunari un po' in trasparenza sembrerebbe più realistico.


Sinossi

La sinossi è ben scritta, dettagliata il giusto e criptica a sufficienza per fare venire voglia di leggere la storia.


Trama

La trama è originale e intrigante, mi piace molto tutto il riferimento ai sette peccati capitali che dilagano fisicamente in questo mondo fantastico, seminando la più cupa disperazione. Il protagonista è l'eroe della storia, colui che una antica profezia ha designato essere l'unico che potrà distruggere i sette. Ho trovato però la storia un po' lenta a ingranare, con una serie di sfighe incredibili che lo colpiscono. Nei primi otto capitoli (più o meno) tutti i vari personaggi che vengono presentati (anche molto bene) muoiono: dai compagni di mille avventure, al suo storico maestro. Quindi diciamo che ci si trova poi con un nulla di fatto, che, sì, giustifica la sua rabbia e determinazione nel compiere il suo destino, ma diciamo che ha richiesto, a mio parere, troppi capitoli.
La storia è comunque avvincente, con armi fantastiche, magie, e strane creature, che gli amanti del genere non possono non apprezzare.


Grammatica e lessico

La storia è ben scritta, viene usato un lessico pressoché corretto anche se si trovano qua e là diversi errori sia grammaticali che sintattici (giusto un paio di esempi: sta' volta al posto di 'sta volta – diversi senza accento – tempi al passato non corretti) e l'utilizzo di parole e vocaboli non propriamente adeguati (palazzi vetrati = di vetro? - voce troneggiante). Ad ogni modo la lettura è scorrevole e piacevole, credo basterebbe davvero una revisione di bozza a rendere il testo perfetto.
Il capitolo dieci, l'ultimo che ho letto, arriva al momento dell'uccisione di Lussuria, e leggendolo mi sono resa conto di averlo già letto, praticamente identico, nel Prologo. Quindi, di fatto, è sbagliato definirlo "Prologo" che per definizione dovrebbe essere una premessa, un antefatto o una introduzione all'opera. L'intento era di iniziare "in media res", salvo poi tornare indietro e ripercorrere la storia di come si sia arrivati a quel punto. Che va bene, ma non chiamandolo prologo, e a quel punto eviterei di ripetere metà del capitolo praticamente uguale. È vero che sono stati indicati i riferimenti temporali (due mesi prima/due mesi dopo) ma continua a non sembrarmi un prologo. Forse meglio se lo chiami capitolo 1 e li fai scalare tutti, e basta.


Descrizioni

Le descrizioni sono ben fatte e aiutano ad entrare in questo mondo davvero particolare che mi è piaciuto molto: un misto tra fantasy e steampunk, dove si incontrano Elfi, Fatine, magia insieme a robot dal cappello a cilindro, macchine per scrivere e altra tecnologia non proprio recente.
I personaggi sono descritti bene, caratterizzati e definiti, e come dicevo prima, peccato che siano già morti tutti nei primi dieci capitoli (nemmeno George R.R. Martin ha fatto tanto nel suo Trono di Spade).
In alcuni punti forse le descrizioni sono troppo dettagliate senza una vera ragione: infilò la mano sinistra nella borsa infinita (che tra l'altro è fighissima)... ma se fosse stata la destra, sarebbe cambiato qualcosa? Salì i cinque gradini per... e se fossero sei? Nulla di grave, ci mancherebbe, ma a lungo andare possono appesantire la lettura.


Emozioni suscitate e parere personale

Di emozioni questa storia ne suscita davvero molte, creando una sensazione di angoscia e di oppressione per le vicende del protagonista. La storia infatti è cupa e drammatica, e per questo motivo confesso di non aver apprezzato molto il risvolto comico delle fatine che parlano dialetto; non c'è stato nessun accenno comico o grottesco nei capitoli precedenti, e personalmente l'ho trovato un po' fuori luogo.
Ho apprezzato invece moltissimo la frase all'inizio di ogni capitolo che fa da incipit e inizia sempre con "Il mio peccato è..."; manca nel capitolo 8 dove c'è invece la lettera, torna nel 9 e poi manca di nuovo nel 10. Suggerisco di metterla sempre, anche se c'è la lettera o altre cose, a me è piaciuta davvero molto.

Quindi in sostanza è una lettura che consiglio assolutamente per gli amanti del genere, o dovrei dire dei generi, visto che è un fantasy steampunk davvero interessante.


Da Raven è tutto!

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