Ex's and Oh's | Scorose

By nymphcalipso

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"Rose Weasley e Scorpius Malfoy non stanno più insieme" si sussurra non poi così discretamente nei corridoi d... More

0. aria di crisi
1. non stiamo più insieme
2. finzione o realtà?
3. perché vi siete lasciati e se solo non fosse così bella
4. rimpiazzi ed eghi giganteschi
5. tra testa e cuore
6. sei sporco di rossetto
7. niente va per il verso giusto e il mio ragazzo
8. così capisci che cosa ti sei persa
9. egoista del cazzo
10. fai in modo che ne valga la pena
11. sarà strano solo se lo permetterai
12. i Cannoni e scuse belle grosse
13. assumersi le proprie responsabilità e amici?
14. ti sei fottuto il cervello, altroché
15. lo siamo stati e non posso odiarla
16. questa volta niente di più
17. i no che fanno male, bagni e paure
18. un posto già occupato da altri
19. effetto Scorpius e necessità
21. tradizioni e portafortuna
22. pezzi fondamentali ed eccezioni
23. non sono tua e mai lo sarò
24. nemmeno per un istante pt.1
25. nemmeno per un istante pt.2
26. anime affini e ringraziamenti

20. in trappola e me lo devi

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By nymphcalipso

A Hogwarts aveva piovuto poche ore prima e il Lago Nero era pieno fino all'orlo, il terreno e il prato erano gonfi d'acqua e le chiome degli alberi erano ancora traboccanti di goccioline che scivolavano inesorabili verso il terreno. Eppure, lì, su quella distesa verde a una ragazza dai capelli straordinariamente rossi non sembrava importare granché di sgualcirsi la gonna o di macchiarsi la camicia. Se ne stava lì, seduta sul prato, tra le mani un romanzo dalla copertina scolorita e lo sguardo perso tra quelle pagine che profumavano di pagine gialle.

«Mi devi delle spiegazioni.»

Una voce improvvisa accompagnata da un paio di occhi smeraldo la sorpresero all'improvviso facendole fare un salto. «Al! Mio Dio mi hai fatto prendere un infarto!» esclamò Rose portandosi una mano sul petto dove il cuore batteva all'impazzata, il libro che teneva tra le mani abbandonato sul grembo con ancora le pagine aperte.

Albus le fece un sorriso di scuse e le si sedette senza esitazioni accanto come se l'erba bagnata non fosse un problema nemmeno per lui. «Scusa, ma ti ho cercata ovunque e ora finalmente ti ho trovata: mi devi delle spiegazioni.»

«Che ho fatto ora?»

«Che cosa non hai fatto piuttosto»

«Non ti seguo, Al»

Il corvino alzò gli occhi al cielo per nulla sorpreso dal fatto che la cugina si mostrasse ancora una volta restia a parlare di sè e dei suoi sentimenti.
«Non mi hai detto nulla di quello che sta succedendo tra te e il mio attuale migliore amico! Nessuno dei miei amici mi dice nulla e Violet se ne va in giro con un sorrisetto odioso da una settimana a questa parte, quel genere di sorriso che sfoggia solo quando sa più cose di me!»

«Ehm... okay?» Rose lo fissò come se gli fosse appena spuntata una seconda testa da dietro la schiena e lasciò che finisse di sfogarsi prima di riprendere a parlare. «Va un po' meglio?» domandò quando lo vide chiudere gli occhi e rilasciare un grosso sospiro.

Al annuì con il capo e iniziò a giochicchiare con i fili d'erba intrecciandoli tra loro. «Si, ci voleva proprio. Quindi?»

«Non lo so, Al. Siamo in una situazione di stallo, per una serie di sfortunati eventi è venuto a sapere della mia cotta per lui e non so come abbiamo finito per parlarne.»

«E dopo? Che è successo?» l'impazienza nel tono del Serpeverde sarebbe stata palpabile a chiunque eppure Rose continuò a rimanere in silenzio e a fissare il tramonto che si infrangeva sullo specchio d'acqua del Lago Nero. Iniziava a far freddo ed era quasi ora di pranzo eppure Rose non riuscì a capire come i suoi compagni preferissero starsene nel castello invece di assaporare una vista del genere.

Proprio quando Albus iniziava a perdere le speranze, Rose sospirò e lasciò che le parole le scivolassero fuori piano, in punta di piedi per paura che pronunciarle ad alta voce le avrebbe rese fin troppo vere.
«Mi ha chiesto del tempo.»

Albus si voltò di scatto verso di lei stupito, non si sarebbe mai aspettato un risvolto del genere. «Ah.»

Non voleva illudersi, non doveva illudersi. Scorpius era diventato un enigma gigantesco e lei era passata da saperlo leggere perfettamente a perdersi nei suoi intrecci di fili e labirinti in pochi mesi. Era destabilizzante sapere che per una volta finiva per essere tagliata fuori, incapace di comprenderlo. «Già.»

«Quanto tempo di preciso?»

«Non lo so.» ed era la verità. Scorpius le aveva chiesto tempo e lei glielo avrebbe dato, ma quanto? Quanto tempo ci mettono le ferite a ricucirsi, a chiudersi e risanarsi? Di quanto tempo avrebbe avuto bisogno per tornare a fidarsi di lei?

E poi c'era un dubbio, una domanda che attanagliava il suo stomaco da alcuni giorni ormai: e se alla fine del suo tempo Scorpius si fosse reso conto di non volerla più, se si fosse reso conto che per lei non ne valeva la pena?

Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto. Era un copione scritto e già recitato molte volte eppure ogni volta le lasciava una ferita sul cuore. Avrebbe sorriso e gli avrebbe voltato le spalle incamminandosi a testa alta verso i suoi dormitori. Non avrebbe pianto, no, non più. Una come lei non avrebbe mai più pianto per un ragazzo, non avrebbe mai più versato anche solo una singola lacrima, ma di certo si sarebbe sentita lacerare dentro, come se una piccola parte di lei l'avesse appena abbandonata.

«Beh... è sempre meglio di niente, no?» Albus le posò una mano sulla spalla e le si fece più vicino regalandole un sorriso consolatorio. Era sempre stato bravo a pensare per il meglio, lui. Per lui il bicchiere era sempre mezzo pieno, sapeva trovare il lato positivo in qualsiasi situazione ed era il ritratto dell'ottimismo.

«Lo spero.» Rose si strinse nelle spalle sospirando rassegnata, si voltò verso il cugino e cambiò rapidamente discorso. «Sai... Degeneres non è poi così male, non mi dispiacerebbe avere una come lei in famiglia.»

Albus nascose malamente un sorriso nel sentire nominare la ragazza, ma Rose se ne accorse comunque. «È il genere di persona che farebbe impazzire Dominique, ma sì, tutto sommato è una brava amica.»

«Perché mi guardi così?» aggiunse preoccupato vedendo che Rose lo fissava con lo sguardo di una che la sa decisamente lunga. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, un'ombra di un sorriso furbo sulle labbra, ma quando si voltò verso il castello si trattenne a stento dall'imprecare in modo davvero poco signorile. «No, nient- ommioddio ma è una persecuzione!»

«Rose! Che piacevole coincidenza!» Josh Stevens le rivolse un sorriso a trentadue denti avvicinandosi e Rose non potè fare altro se non rivolgere uno sguardo disperato a suo cugino che la osservava curioso.

«Credevo di essere stata abbastanza chiara l'altro giorno.» sbuffò lanciandogli un'occhiataccia che avrebbe fatto accapponare la pelle di chiunque ma non del Grifondoro davanti a lei a quanto pareva.

Al contrario Josh le fece un sorrisino irriverente e si passò una mano tra capelli distrattamente. «Sì, direi che hai reso l'idea.»

«Quindi, che vuoi ancora?»

«Sai è curioso...» Albus intanto osservava incuriosito al di fuori di quel quadretto sua cugina. Era visibilmente nervosa e continuava a giocare con l'orlo della sua gonna arricciandola. Il ragazzo davanti a lei indossava la divisa rossa e oro, ma Al era convinto di non averlo mai visto in giro prima, di sicuro se lo sarebbe ricordato vista la sua arroganza non indifferente. «Stavo tornando in dormitorio dopo che mi hai urlato contro e l'unica cosa che riuscivo a pensare è che tu una possibilità non me l'hai mai nemmeno data. Ed è ingiusto perché io potrei essere potenzialmente innamorato di te e tu potresti avermi sfruttato durante il nostro primo appuntamento solamente per far ingelosire quel tuo Malfoy, quindi... capisci, a nessuno piace essere usato...»

Rose sbattè le palpebre un paio di volte lasciando finalmente stare l'orlo della gonna e alzò il volto a fronteggiarlo ostentando tranquillità. «Qual è il punto?» chiese, un cattivo presentimento in mente.

«Esci con me, questa volta sul serio, senza testa tra le nuvole o pregiudizi. Esci con me.»

In trappola.

Quel ragazzo l'aveva maledettamente incastrata, stava facendo leva sui suoi sensi di colpa e sulla sua familiarità con quel sentimento tanto amaro come il rifiuto. Le voci per i corridoi a Hogwarts correvano fin troppo veloci e probabilmente qualcuno aveva sentito lei e Scorpius parlare nella Sala Comune Serpeverde, riflettè.

Scorpius...

Sospirò e si impose di essere il più dura possibile. «Te lo dirò un'ultima volta, tu non mi piac-»

«Me lo devi.»

Josh le puntò gli occhi azzurri tanto simili a quelli di Scorpius addosso e fu come se una folata di vento l'avesse investita in pieno petto. Rimase per alcuni secondi ferma, paralizzata, bloccata da quelle pozze così brillanti da sembrare quelle del ragazzo che le aveva rubato due volte il cuore e inerme non riuscì a fare altro se non un breve cenno di assenso con il capo.

Io ve lo dico già da ora, tenetevi pronte perché nei prossimi capitoli ci divertiremo...

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