Un sogno a occhi aperti

By MarinaLume

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Lancio i vestiti sull'unica sedia e rimango in intimo, poi mi lascio cadere pesantemente sul letto. Ho sonno... More

PROLOGO
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
INFORMAZIONI
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
CAPITOLO 31
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
CAPITOLO 37
CAPITOLO 38
CAPITOLO 39
CAPITOLO 40
CAPITOLO 41
CAPITOLO 42
CAPITOLO 43
CAPITOLO 45
CAPITOLO 46
Capitolo 47
CAPITOLO 48
CAPITOLO 49
CAPITOLO 50
CAPITOLO 51
Avviso
CAPITOLO 52
EPILOGO
Avviso!
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CAPITOLO 44

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By MarinaLume

Sean's pov

Quando la porta di casa sbatte, traggo un profondo respiro, tentando di calmarmi, invano.

Impreco sottovoce, rifugiandomi in camera. Ma cambio subito idea, dato che tutto in quella stanza mi richiama la mia ragazza, e decido di farmi una doccia.

Pessima scelta.
Completamente nudo, mi metto sotto il getto dell'acqua gelida, non riuscendo a trovare il modo per far uscire quella calda.

Lo sbalzo termico mi toglie il respiro e passando una mano fra i capelli, respiro lentamente, ancora in preda alla rabbia.

Perché non si confida?
Perché non si apre con me?
È così difficile?
È chiedere troppo?

Poggio il capo sulle mattonelle altrettanto fredde del bagno e sospiro, sconsolato.

Il suo pensiero ci sarà sempre ormai, qualunque sia l'attività in corso e qualunque sia il luogo dove mi trovo.

Ma la doccia continua a riportarmi alla mente quei due soli episodi avvenuti qui.
E io mi rendo conto che senza di lei, non posso stare.

È come se mi mancasse l'aria.

Mi riscuoto dai miei pensieri e decido di mettermi subito alla ricerca di Skye, non appena avrò finito di mangiare qualcosa, dovendo essere in forze per poter girare gran parte di New York.

Skye's pov

"Ci rivediamo Skye"

Tremo sotto il suo sguardo penetrante, una brutta sensazione che permea l'aria e mi toglie il respiro.

"Vorrei poter dire che è un piacere, ma no, non lo è" Mi sforzo di essere spavalda, ma fallisco miseramente.

Lui ride macabramente, e io fisso il mio sguardo nel suo.

Rimaniamo per un tempo indefinito ad osservarci, in una muta sfida, cui non mi sottraggo.

Un ghigno prende forma sul suo volto, vedendo la mia espressione determinata e, senza rompere il contatto visivo, ringrazia Jack per "la sua ineguagliabile bravura" e lo invita ad andarsene, avendo terminato il suo lavoro.

La mia bocca freme per la voglia di ferire Jack anche solo una minima parte di quanto lui abbia fatto con me e non mi trattengo.

"Ehi! Jack! Ma tu lo sai che Eli è un vero maschiaccio? Con tutti quei suoi frequenti rutti, certamente non molto femminili, e con le sue scoregge ha sempre allontanato i ragazzi che le ronzavano attorno." Mento spudoratamente, godendo quando lo vedo sbiancare e deglutire vistosamente. "Per non parlare delle sue strane manie. Ma non vorrei spaventarti, d'altronde c'è sempre di peggio no?" Non attendo un suo minimo cenno e, sentendo il profumo della vendetta, aggiungo sorridente "C'è chi a sedici anni passati ha ancora paura del buio, peggio dei neonati"

La sua faccia passa dal bianco candido al rosso porpora e io rido vittoriosa, non riuscendo a trattenermi.

E rido ancora di più quando Mirko aggiunge, serafico:"Allora è questo che ti aveva fatto la mia Skye? Ti ha reso schiavo di una stupida paura da femminuccia? Mi deludi, Jack"

Le mani del sottoscritto si chiudono in uno stretto pugno e le nocche cominciano a sbiancare, chiaro segno di furia a stento trattenuta.

"Ne avete ancora per molto?" Chiede ironico, ormai viola in volto.

"Penso sia abbastanza per ora, puoi andare" Lo liquida con un secco gesto della mano Mirko, tornato improvvisamente serio.

Jack non se lo fa ripetere due volte e in pochi secondi è scomparso nel grigiore del corridoio.

"Quindi... Cara Skye, sei pronta?"

"Pronta? Per sbarazzarmi di te definitivamente? Quello sempre, tranquillo" Ribatto acida, alzandomi, ma sentendo un giramento di testa che mi spinge ad appoggiarmi al muro scrostato.

Un vago odore di muffa e di chiuso mi stordisce e mi ritrovo a chiudere gli occhi per poter riprendere il controllo delle mie emozioni, sentendo la stanchezza e la spossatezza sopraggiungere, in seguito a tutti questi avvenimenti.

"Dovrò trovare un modo per far tacere quella tua deliziosa boccuccia. Magari potresti deliziarmi come sai fare tu. Come facevi tu." Insinua, poggiando una mano vicino al mio viso e avvicinandosi pericolosamente.

"Stai lontano da me."

"Altrimenti?" Mi sfida, chiaramente sottovalutandomi.

"Altrimenti... succede questo" Dico, e, senza perdere tempo, il mio ginocchio si alza, in direzione gioielli di famiglia di Mirko.

Ma lui è più veloce e mi blocca con tutto il corpo, non lasciandomi vie di fuga.

Alza gli occhi all'aria, chiaramente annoiato e, lasciando vagare lo sguardo tutt'intorno, parla. "Sai fare solo questo? Non hai altre mosse da mostrarmi?"

Poi, senza aspettare risposta, mi prende e mi mette davanti a lui, bloccandomi con le sue braccia, in modo da non farmi scappare.

"Cammina"

"No" Mi impunto, non muovendo i piedi.

Lui sospira frustrato e mormorando un "ti pareva" scocciato, mi prende in braccio stile sacco di patate, mettendomi sulla sua spalla.

"Mettimi giù, razza di bastardo troglodita!" Ringhio, sentendomi indolenzita, avendo sforzato troppo i miei muscoli malmessi dopo un incidente.

Mirko non si cura nemmeno di rispondermi e continua a camminare, portandomi in poco tempo in strada.

Rossa in viso, per l'umiliazione in corso, lo tempesto di pugni e pizzicotti sulla schiena, ottenendo solo un basso e roco gemito di rabbia.

"La vuoi finire?" Mi domanda, dopo qualche minuti trascorso in silenzio tombale.

"No" Dico, tornando all'attacco e facendolo sospirare nervosamente.

Solo pochi secondi dopo, Mirko mi spinge a sedere in una macchina molto lussuosa e interamente sui toni scuri del nero e del marrone.

"Fai schifo in fatto di 'arredamento'" Lo stuzzico, non resistendo alla voglia e stupendomi per la mia calma momentanea.

Ho capito dove vuole portarmi.
E non penso che mi opporrò.
Ha ragione Casey, l'infermiera della mia scuola, quando diceva che Sean avrebbe dovuto prima combattere i suoi demoni per poi amare liberamente.
Lui lo sta facendo.
Io no.
Io mi sto solo nascondendo.
E penso sia arrivato il momento di fronteggiare queste maledette paure per poterle superare una volta per tutte.

Così da poter tornare da Sean, finalmente libera da qualsiasi incubo e attacco d'ansia e godermi il nostro infinito amore.
Devo superare le mie paure e imparare a fidarmi nuovamente delle persone.
So che non sarà semplice, ma un vago moto di determinazione e coraggio si fa strada in me e io sento un piccolo sorrisetto spuntare sulle mie labbra, rinfrancata da tutte queste constatazioni.

"Mi spiace deluderti, Skye cara, ma non ho deciso io di comprarla così" Ghigna vittorioso, godendosi la mia faccia prima stupita e poi scocciata.

"Allora fai schifo a fidarti di coloro che hanno acquistato questo catorcio" Lo stuzzico comunque.

"Sei fin troppo contenta di tornare in Italia. Dove sta la fregatura?" Domanda, ignorandomi volutamente e facendomi sentire tremendamente infantile.

Sorrido radiosa, sentendo solo del dolore nel profondo del mio cuore non potendo rivedere Sean ancora una volta prima di lasciarlo temporaneamente.

"Nessuna fregatura, per tua fortuna. Sono ansiosa di rivedere i miei" Mento, non volendo rivelare il vero scopo per il quale mi sto tranquillamente lasciando portare verso le mie paure personificate.

"Risparmia il fiato e la forza per quando ce ne sarà davvero bisogno, Skye. Lo dico per il tuo bene" Mormora Mirko, lo sguardo vacuo puntato sul finestrino oscurato.

Una smorfia di disappunto si disegna sul mio volto e decido di non ribattere, preferendo chiudere gli occhi e cadere in uno stato di dormiveglia.

Ma prima di riposare, sfilo il cellulare dalla tasca del cappotto logoro e scrivo un breve e conciso messaggio a Sean, approfittando della momentanea assenza mentale e distrazione di Mirko.

"Ciao Sean,
Voglio solo dirti che me ne vado. Non so per quanto tempo starò via, ma stai sicuro che tornerò. Tornerò prima di quanto credi.
Per favore, non cercarmi.
Skye"

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