Soap Girls

By Lice_and_catz

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Lisa Andrews è la classica ragazza perfetta: fa parte del gruppo delle cheerleader e passa il suo tempo a pen... More

Diritti d'autore
Prima di iniziare
Dediche
Prologo: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il cadavere
1: un bastoncino di zucchero a tiratura limitata
2: una lista di cose odiate e odiose
3: benvenuti nel club
4: essere diversa dalle altre
5: si sta/come femministe/in mensa/a settembre
6: ricetta per l'impeachment di una femminista
7: non fidarti dell'uomo calvo nell'ufficio beige
8: mondi paralleli, pronti a collidere
9: molestie, pulizie, la fine del mondo
10: monaci buddisti sulla tazza e terroristi ceceni in erba
11: i microsonni della giovane Mintha
12: the fault in our Nowak
13: ricorda chi sei stata
14: segreto di due segreto di Dio, segreto di tre segreto di tutti
15: cose successe prima del disastro
16: il club degli addominali decomposti
17: Galina giovane fa buon brodo
18: dalla padella alla brace, in salsa russa
19: dolce casa Zhukov
20: nella tana del Lyubov
21: marmellata di lamponi nella steppa russa
23: The Fucking Hurricane Nowak
24: Policija zdes'
25: bimbe cattive a Jurassic Park
26: effetti collaterali delle chiamate perse
27: un secondo a mezzanotte
28: il topolino nel granaio
29: casa in fiamme, mamma dorme, lasciami qui
30: Lyuba fa una scelta

22: Fidelity Cards e Rainbow Prom Nights

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By Lice_and_catz

Per un corpo come quello di Mintha, conservare il calore non era cosa facile. Troppo poco grasso, troppa superficie esposta all'aria. Un corpo del genere non sarebbe stato affatto funzionale nelle zone fredde che, fondamentalmente, gli aveva dato i natali. A volte Mint pensava che sarebbe stato come trasferire una giraffa in Svezia. Subito dopo si rendeva conto che paragonarsi a un camelide leopardato non aiutava granché la sua autostima, così allontanava il pensiero.

In quel momento, tuttavia, Mint si sentiva perfettamente calzare nella similitudine della giraffa in Scandinavia: era così che si sentiva, fisicamente e psicologicamente.

Aveva freddo. Un freddo che le mangiava le viscere, che nasceva direttamente da dentro, impossibile da ignorare. Avrebbe voluto illudersi che si trattasse di uno spiffero proveniente dalla porta chiusa – si trovavano in ogni caso in quello che aveva tutta l'aria di essere uno scantinato – ma la triste verità era che in quel minuscolo, soffocante ufficio c'era un bel tepore.

Il problema era che si sentiva totalmente fuori posto, con la terribile consapevolezza di aver fatto un brutto, madornale errore di valutazione.

Era più che sicura che Galina non avesse voluto metterla in difficoltà, ma forse quella tenera bambina non aveva ben chiaro per chi lavorasse il suo adorato papà russo. Però Mintha sì.

D'altronde, non era la prima volta che aveva a che fare con la mafia russa.

"Che contratto?" si ritrovò a domandare, dopo un silenzio che forse era durato cinque minuti. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla fotografia del brutto ceffo appesa alle spalle della padrona di casa e non riusciva a capire se la traduzione dal russo Impiegato del mese potesse calzare a quell'improbabile cornicetta azzurro carta da zucchero. Era consapevole che al suo fianco si trovava il corpo di Lisa, ma era come un'informazione superflua, poco importante in quel momento.

Aveva ucciso il figlio di un clan mafioso.

Aveva letteralmente sfasciato le tempie del secondogenito di un'importante famiglia criminale di New York.

Ne aveva nascosto il corpo nel cesso fatiscente delle cheerleader della stessa scuola.

Immediatamente si rese conto del perché Aidan fosse scomparso da giorni ma nessuno sembrava aver chiamato la polizia o fatto una denuncia: probabilmente la sua famiglia lo stava cercando per i fatti propri, per evitare di dover coinvolgere la giustizia.

Una giraffa in Svezia? Forse sarebbe stato meglio dire in Siberia.

Lyuba, dietro il suo scrittoio, sospirò. Probabilmente stava incrociando lentamente le dita delle sue mani, come fanno sempre le persone di potere quando devono iniziare un discorso spiacevole nel loro ufficio.

"Non pensavate di certo fosse gratis".

Mintha non aveva pensato assolutamente a nulla quando l'aveva cercata per parlarle. Era semplicemente troppo disperata per farlo presente a sé stessa.

Lyuba arricciò le labbra, mostrando gli incisivi separati dal diastema.

"Non ci avete pensato, vero?"

Mint scosse la testa. Sapeva che Lisa era paralizzata, lì di fianco. Non avrebbe aperto bocca.

"E immagino non abbiate nemmeno la nostra Fidelity Card".

"Avete... una Fidelity Card?"

"Il futuro non si ferma mai, tesoro. Di questi tempi tutti vanno matti per le carte fedeltà. A proposito, non siete interessate a quella della nostra agenzia? Facciamo uno sconto spaziale sulla terza cassa da morto nel giro di sei mesi!"

Mint deglutì e scosse di nuovo la testa.

"No, grazie".

Lyuba parve delusa da quella risposta. Come se si aspettasse davvero che una delle due saltasse in piedi gridando di gioia per quell'imperdibile offerta. Riprese in mano la penna con le piccole matrioske comuniste e iniziò a giocherellarci.

"In ogni caso, voi non fate parte delle Bambine di Medea. O sbaglio?"

"Le cosa?" pigolò Lisa.

"Bambine di Medea, bambolina".

"Non sappiamo cosa siano" ammise Mintha, ripetendosi per l'ennesima volta che aveva sicuramente fatto un errore nel fidarsi di Galina.

"Avete mai visto questo?"

La piccola russa si alzò in piedi, afferrò il bordo della manica sinistra e l'alzò. Sotto gli occhi di Mint, su quella pelle bianca come latte e costellata di nei, comparve un tatuaggio di color viola scuro. Rappresentava una corona di spine, attorniata da due serpenti con la bocca aperta e la lingua ben visibile.

"Tipo in chiesa?" domandò a bassa voce Lisa.

Lyuba scoppiò di nuovo in quella risata canina, molto caratteristica, gettando la testa all'indietro.

"Tu non sai proprio un cazzo di niente, eh, kukla?"

"Mitologia greca" ribatté Mint, nella cui mente si era profilata, in maniera inquietante, la figura femminile di un racconto che aveva letto durante l'ora di storia, due anni prima.

"Finalmente, qualcuno che sa" gongolò l'altra, tornando seduta. "La corona avvelenata e i serpenti del carro della maga Medea".

"Il signore degli anelli?" insisté Lisa. Mintha cercò subito la sua mano e gliela strinse, per comunicarle che sarebbe stato meglio tacere. Fortunatamente Lyuba non diede peso a quello sciocco commento, perché si aprì in un sorriso da pitone pronto a ingoiare la sua preda e disse: "Chiaro, non l'avete mai visto. Non mi stupisce, in verità. Ma non importa. Avremo tempo di parlare anche di questo".

"C'entra con il campo estivo?" domandò Mint, cominciando a provare la sensazione di galleggiare in quel mare di parole surreali.

"Già. Immagino che sia per questo che sei la fondatrice del tuo club, vero, tesoro? Sei sicuramente la più sveglia del tuo anno".

Mint corrugò le sopracciglia. "Del mio anno? Ma tu non sei..."

"Io" tagliò corto Lyuba, "ho a malapena l'età legale per guidare ma, come avreste già dovuto intuire, sono anche in possesso di un Quoziente Intellettivo molto superiore a quello di un normale studente di diciotto anni, ed è per questo che concorro con voi nel nobile intento di raccattare un diploma che mi permetta di proseguire con una meravigliosa e meritatissima laurea in Scienze Funerarie. Oppure in Belle Arti, chi lo sa".

Mint decise che non le avrebbe detto che fino al giorno prima non era stata neppure a conoscenza della sua esistenza. Lyuba sembrava quel tipo di persona in grado di accoltellare qualsiasi povero sprovveduto privo di rispetto con una paletta per torte.

"Scienze Funerarie ha il suo perché" commentò invece.

"Vero? Però mi dispiacerebbe sprecare il mio talento artistico" rispose la ragazzina dai capelli rossi, indicando orgogliosa la donnola tassidermizzata sulla sua scrivania. "Non la trovate adorabile?"

"Deliziosa" concordò Mint.

"Splendida" aggiunse Lisa.

"Le faccio anche su commissione" fece loro sapere Lyuba.

"Forse per il compleanno della mamma" ribatté trasognata la sua compagna di malasorte.

Mintha ebbe l'immediata, terribile impressione che la loro ospite avrebbe continuato a tentare di vendere loro cose, fino a quando fossero arrivate al punto della questione. Decise che sarebbe stato meglio arrivare al dunque, perché Lyuba, per quanto geniale e pericolosa, sembrava anche molto dispersiva.

"Cosa prevede il contratto se non si è Bambine di Medea?"

La ragazza dai capelli rossi tornò improvvisamente seria. Tornò a tenere tra le mani la penna comunista.

"Dipende da quello che volete da me" disse lentamente. "Protezione?"

"Dobbiamo far sparire il corpo" rispose Mint, con un moto acido di odio verso sé stessa. "Il corpo di... di Aidan".

"Dove si trova?"

"Nel bagno delle cheerleader della scuola".

Lyuba fece una smorfia. "Da quanti giorni?"

"Più di una settimana" borbottò Mint, abbassando lo sguardo.

"Puzza" trillò Lisa, con un accenno di isteria in quella manciata di lettere pronunciate.

"Bene" decretò Lyuba, prendendo appunti. "Quindi dovrà essere una cosa rapida".

"Ma la sua famiglia?" chiese Mintha, quasi fulminata da quell'improvvisa presa di coscienza. "Lo starà cercando".

"Sicuramente" ribatté la padrona di casa, molto più serena di quanto lei si aspettasse e senza nemmeno alzare gli occhi dal foglio. "Però sarà molto facile per loro pensare che sia scomparso a causa di qualche sgarro all'interno della malavita, piuttosto che da due mucchietti d'ossa ed eyeliner a scuola, non trovate? Diciamo che abbiamo un piccolo margine di tempo in cui agire... soprattutto perché io conosco i Brooke, non è gente che brilla per intelligenza. Poco ma sicuro, quell'idiota del suo fratello maggiore sta facendo saltare denti e ginocchia a metà dei suoi alleati, tra gli altri clan irlandesi".

"Parli di Ryan?"

"E di chi se no? Cosa credi, che sia davvero andato al college, quel quarto di manzo senza zoccoli? No... sta semplicemente portando avanti l'attività di famiglia".

Mintha lanciò un'occhiata di nascosto a Lisa. Notò che il suo pallore aveva cominciato a virare verso il grigio calce. Non si stupì affatto di quella nuova tonalità, ma si preoccupò per lei. Ormai in quel dramma erano entrambe coinvolte e Mint non riusciva a guardarla con lo stesso pietoso disprezzo di prima. Lisa non era che una bambina sperduta e maltrattata ai suoi occhi. C'era qualcosa della Mintha del passato in lei.

"In ogni caso" riprese Lyuba, "la situazione non è rosea. Soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento. Capite cosa intendo, vero?"

Mint lo capiva. Lo capiva fin troppo bene.

"Certo" mormorò docile.

"Bene. Non si parla di una persona comune, ragazze. Non è l'amante che vi ha messo le corna, né il vicino di casa che ascolta la musica country a palla alle cinque del mattino. Stai parlando di un Brooke. Questo comporta un alto rischio anche per me, capite? Se la sua famiglia venisse a scoprire ciò che ho fatto per voi..."

Mintha iniziava a capire dove Lyuba stava andando a parare. Deglutì a fatica e domandò: "Quanto vuoi?"

"Voi quanto potete darmi?" parve sfidarla l'altra.

"Non abbiamo molti soldi".

"Oh, non parlo di quelli. Già mi ero immaginata che non avrei fatto fruttare i milioni, con i vostri due musetti. Cosa mi offrite in cambio, che non siano soldi?"

La mano di Lisa strinse con violenza la sua e Mint provò un istantaneo terrore a quelle parole.

"Cosa... cosa vorresti?" sussurrò per entrambe.

Lyuba si aprì in un lento sorriso. Un sorriso predatorio.

"Potreste iniziare a lavorare per me, per esempio. Anche una sola delle due, sapete".

"Lavorare... lavorare per te?"

"Prostituzione?" ebbe il coraggio di chiedere Lisa, diventando ancora più cerea. Il sorriso della ragazzina rossa scomparve immediatamente, sostituito da un'espressione offesa.

"Nessuno qui vende il corpo delle donne!" esclamò infastidita, alzando la voce. "Qui si vendono solo armi e si commissionano sparizioni su misura, niente più".

"E il lavoro...?" insistette Mint, sempre più preoccupata.

Lyuba si calmò immediatamente e tornò a sorridere, rendendo il contrasto con quello accaduto prima ancora più spaventoso.

"Beh... per le sparizioni su misura, è sempre gradito un bel faccino..."

Non lasciò nemmeno sedimentare quel pensiero nelle teste esauste delle due ragazze che aggiunse, con un anti-climatico gridolino di eccitazione: "Ah! E voglio che il club del femminismo organizzi una festa di fine anno aperta alle coppie arcobaleno!"

Nonostante la drammaticità della situazione, Mintha sgranò gli occhi e guardò la sua ospite a occhi aperti.

"Cosa?"

"Sì! Voglio che organizzi una festa aperta anche alle coppie omo! E soprattutto che si possa portare gente da altre scuole!"

"Ma... perché?" osò chiedere lei, ormai all'apice della sorpresa.

Lyuba si fece improvvisamente seria e la fissò negli occhi, dicendo: "Devo sistemare una situazione incresciosa avvenuta con una persona".

Mint si limitò ad annuire. Non ci aveva capito nulla, ma forse era meglio non insistere.

"Questo penso si possa... fare".

"Bene! Fantastico! Allora non vi resta che firmare il contratto, e..."

"Aspetta. Per la questione del lavoro?"

Lyuba, che si era alzata per tendere loro un foglio prestampato in cui lei aveva solo compilato alcuni campi – era una malavitosa più organizzata delle poste, a quanto pare – si irrigidì e riportò il foglio al petto, stringendoselo contro.

"Beh. Una delle due dovrà firmare. E immagino che sarà la bambolina, visto che tu ti occuperai della festa" ribatté, guardando Lisa. Anche Mintha guardò Lisa e le fu immediatamente chiaro ciò che sarebbe successo.

Lisa scoppiò in singhiozzi.

"Non... non... vi prego, io non..."

Mintha non ci pensò su. L'afferrò tra le braccia e, mentre la consolava dandole piccole e gentili pacche sulla schiena, guardò Lyuba e disse: "Possiamo pensarci?"

La ragazzina dai capelli rossi non parve particolarmente colpita da quell'esplosione di lacrime e disperazione. Si limitò a sedersi lentamente, senza distogliere lo sguardo da Mintha.

"Potete pensarci quanto volete" disse gentile. "Però più passerà il tempo, più la decomposizione andrà avanti. Ma, in fondo, non sono io che ho ammazzato Aidan Brooke".

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