Un sogno a occhi aperti

By MarinaLume

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Lancio i vestiti sull'unica sedia e rimango in intimo, poi mi lascio cadere pesantemente sul letto. Ho sonno... More

PROLOGO
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
INFORMAZIONI
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
CAPITOLO 31
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
CAPITOLO 37
CAPITOLO 38
CAPITOLO 39
CAPITOLO 41
CAPITOLO 42
CAPITOLO 43
CAPITOLO 44
CAPITOLO 45
CAPITOLO 46
Capitolo 47
CAPITOLO 48
CAPITOLO 49
CAPITOLO 50
CAPITOLO 51
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CAPITOLO 52
EPILOGO
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CAPITOLO 40

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By MarinaLume

"Skye, dobbiamo parlare"

Mi tiro su a sedere faticosamente, tra qualche ansito e gemito di dolore.

"Di cosa?" Domando, allarmata.

"Tu sai che dopo... Dopo l'incidente, non ti sei risvegliata subito, giusto?"

Annuisco, non capendo dove voglia andare a finire.

"Sarà passato un mese da... Dal nostro momento di intimità" Ricomincia, esitante. "E... I medici non hanno accennato a una possibile gravidanza o aborto. Perciò sono abbastanza fiducioso sul fatto che non abbiamo concepito un bambino. Ma devo esserne sicuro, ti giuro, sto impazzendo. Devo sapere."

Trattengo il respiro, non sapendo come rispondere e come comportarmi.

"Si... Certamente, potresti comprare un test di gravidanza e potremmo farlo anche subito se vuoi. Ti chiedo solo una cosa, non liquidare la faccenda come se fosse solo un peso in più, un enorme errore. Un bambino non è mai qualcosa di questo. È un dono, capisci?" Spiego, con gli occhi lucidi, pensando ai miei genitori che non l'hanno mai capito. O almeno non hanno ritenuto che questo discorso valesse anche per me.

Il suo sguardo si indurisce di poco, ma parla comunque con un tono di voce abbastanza calmo e controllato:"Skye, sai come la penso. Ora, non litighiamo inutilmente. Per favore"

"Non stiamo litigando. E non ne avevo alcuna intenzione. Semplicemente ti ho esposto la mia opinione, che penso sia la più giusta" Spiego, forzandomi a non innervosirmi.

"Ritorniamo sempre al punto di partenza! Anche io ti ho esposto la mia opinione. E cioè che sarebbe un grosso errore, sopratutto alla nostra età! Cosa vuoi che due sedicenni, senza una famiglia alle spalle e un aiuto finanziario, possano fare con un bimbo a carico? Pensi sarebbe semplice?"

"Nessuno ha detto questo. Indubbiamente, sarebbe un cambiamento radicale nelle nostre vite, ma non puoi condannare il bambino per i tuoi sbagli!" Comincio a gridare, gesticolando come una vera italiana.

"Semmai i nostri! Non ricordo che tu mi avessi detto di prendere precauzioni! E comunque, non ho voglia di continuare questo discorso. Adesso vado a comprare il test. Aspettami qui e non ti muovere! Chiaro?" Mi dice, puntandomi il suo sguardo fiammante nel mio, altrettanto acceso e preso dalla discussione.

Non rispondo, semplicemente, incrocio faticosamente le braccia e alzo il mento, in una posizione molto infantile, ma soddisfacente.

Sean scuote la testa, ma un piccolo sorriso fa capolino sul suo viso, prima adombrato.

Vedo che esita sulla porta della stanza, poi si avvicina a me velocemente e mi ruba un casto bacio sulle labbra, che però mi fa rabbrividire di piacere.

Non faccio in tempo a prenderlo per la maglia e impegnarlo in un bacio ben più profondo e passionale che lui è già sull'uscio di casa, pronto ad uscire nel rumoroso traffico newyorkese.

Sbuffo sonoramente, poi lascio scorrere il mio sguardo per tutta la stanza, soffermandomi poi sul famoso pacco, speditomi dai miei nonni.

Mi alzo dal letto, sempre molto lentamente, e mi avvicino ad esso, finalmente pronta a scoprirne il contenuto.

Lo sollevo e lo butto sul letto, rischiando di farlo cadere. Poi mi ci arrampico sopra e ne accarezzo piano la superficie liscia della scatola.

Rabbrividisco per l'anticipazione, indecisa se aprirlo piano o velocemente. Alla fine, opto per la seconda opzione e in pochi secondi il mio letto si riempie di plastica e pezzi di cartone. Inoltre, pezzi di polistirolo volteggiano attorno a me, in una danza silenziosa e rilassante.

Con mani tremanti, prendo un album fotografico che ha in copertina un orsetto dolcissimo, con un cappello da party in testa. Lo sfondo è sul blu-viola, e sulle loro sfumature.

Sorrido istintivamente, pensando alla mia cara nonnina che si è premurata di cercare un album tanto tenero.

Lo sfoglio lentamente, assaporando il dolce sapore del sentimento che i nonni provano nei miei confronti, che traspare chiaramente in tutte le foto.

Sono tutte fotografie di noi tre, a partire dal mio primo anno di vita fino ai miei sedici.

Una di noi tre ad un picnic, in un rigoglioso e verde parco durante una soleggiata domenica primaverile.

Un'altra di io piccolina e di mia nonna che mi fa il bagnetto.

O ancora di io che comincio la scuola elementare, fino a ricostruire i miei primi anni di esistenza.

Rido tra le lacrime di gioia, voltando una pagina dopo l'altra e rivivendo alcuni dei miei più importanti momenti ed episodi, tutti ovviamente legati a queste due figure che hanno funto da genitori.

I primi giorni di scuola, i miei compleanni, la comunione, la cresima...

Tutto.

Noto che le ultime pagine sono vuote e sorrido, pensando che le riempirò presto.

Poggio l'album sotto il letto, sopra una catasta di vestiti e altre cianfrusaglie di cui non ricordavo nemmeno l'esistenza.

Rimango stupita quando sento la serratura che scatta e la voce bassa di Sean che si annuncia.

"Bambolina, sono qui"

"E io non mi sono mossa di un millimetro dal mio lettuccio. Vieni?" Lo invito, desiderando sentire il suo profumo e assuefarmene.

"Eccomi." Dice, comparendo sull'uscio con il suo solito sorriso malizioso "Ti sono mancato, ammettilo"

"Ma zitto" Urlo, ridendo e tirandogli un cuscino, prendendolo in pieno.

L'album mi aveva messa di buon umore, indubbiamente.

"Bambolina, ora vedrai cosa significa sfidare il grandissimo Sean" Soffia, passandosi una mano nei capelli soffici e facendomi desiderare di poter fare lo stesso.

Brandisce il cuscino da me lanciatogli e si avvicina con un passo felpato, facendomi arretrare fino a sbattere contro il muro.

Ansimo quando lui arriva a qualche centimetro di distanza dal mio corpo, già accaldato.

Fisso il mio sguardo sulle sue labbra carnose, passandomi la punta della lingua sulle mie, catturando di conseguenza la sua attenzione.

Sorrido languidamente, sentendomi forte nel vedere una reazione in lui.

Il mio sexy coinquilino annulla la distanza esistente fra noi due e mi impegna in un bacio profondo, passionale, dettato più dall'impulso carnale che da quello sentimentale.

Infilo le mani nei suoi capelli, tirandolo più vicino a me, desiderando di poterlo sentire dentro di me.

E un gemito di protesta fuoriesce dalle mie labbra quando lui si allontana, lasciandomi insoddisfatta.

"Direi che per adesso può bastare... Mi sono vendicato abbastanza." Parla con voce roca, facendomi rabbrividire di piacere, sapendo di essere riuscito nel suo intento di lasciarmi vogliosa e desiderosa di qualcosa in più.

"Bastardo" Ansimo, con un preciso piano in testa.

La mia mano scende piano verso il bordo dei miei leggins neri, e li abbasso piano, facendo nascere un'espressione interrogativa sul viso di Sean.

"Cosa hai in mente?" Chiede, socchiudendo di poco gli occhi, evidentemente tentando inutilmente di captare i miei pensieri dal viso.

"Lo vedrai. Goditi lo spettacolo, tesoro" Soffio volutamente sull'ultima parola, usando un tono roco e basso, che fa accendere di passione il suo sguardo torbido.

Sfilo definitivamente i pantaloni, lanciandoli in un punto indefinito della stanza, cercando di non fare movimenti strani, essendo ancora un po' rigida.

Dedico la stessa sorte anche ai miei quasi inesistenti slip di pizzo rosso e al mio maglioncino, rimanendo solo con il reggiseno coordinato agli slip.

Lo sguardo di Sean non mi molla un istante e posso notare quanto questo "spettacolo" non gli sia proprio indifferente.

"Mi farai impazzire, Skye" Geme piano.

Mi avvicino a lui, e lo bacio profondamente, facendo scoppiettare il fuoco di piacere che arde dentro di me.

Mi struscio sul suo pacco gonfio, e mi faccio togliere l'unico indumento rimastomi sopra.

Finalmente nuda, indietreggio sino a sentire il bordo del letto in corrispondenza delle mie gambe e mi lascio cadere.

Con una mano percorro il mio ventre, in una languida carezza e mi soffermo sul seno, giocando con i capezzoli e strappandomi un basso gemito di piacere.

Chiudo gli occhi e inarco leggermente la schiena, facendo scendere l'altra mano nella mia intimità.

Sento il respiro di Sean che si mozza, vedendo che mi do piacere da sola.

La vista del mio corpo, ricoperto da una patina di sudore, abbandonato al piacere che cresce sempre di più in me, con il seno che si alza e si abbassa ritmicamente, deve avere fatto scoppiare un fuoco anche in Sean, dato che sento il fruscio degli abiti che vengono sfilati e successivamente buttati a terra.

Infilo un dito nella mia intimità, sentendo ardere sempre più il piacere, e sentendomi esplodere quando lo muovo in modo regolare, esplorando luoghi nascosti e proibiti.

"Sei una piccola streghetta, lo sai?" Mi mormora lui all'orecchio, invitandomi a sfilare il dito e tempestandomi il viso di baci.

Ridacchio, tirandolo violentemente verso di me, per poterlo baciare.

Le nostre intimità si scontrano e io gemo senza pudore, sentendo lui che inizia a penetrarmi, allargandomi le gambe.

"Sicura?" Mi domanda, accarezzandomi i capelli.

"Sicurissima" Rispondo, senza esitazione.

E finalmente entra completamente in me, strappandomi un ansito di dolore.

Si muove piano, permettendo di abituarmi alla sua presenza.

"Sean..."

"Hmm..."

"Veloce" Ordino, con un sorrisetto in viso.

E lui stranamente obbedisce, senza replicare, e senza prendermi in giro, come al solito.

Sento il fuoco del piacere che comincia ad ardere sempre di più, e inarco la schiena, in un tentativo di sentirlo più profondamente.

"Ti amo" sussurro, quando il fuoco, che è in me, scoppia, lasciandomi frastornata ed esausta.

Dopo qualche spinta, anche Sean mi raggiunge nell'oblio dei sensi e si accascia su di me, cingendomi delicatamente e uscendo da me.

"Mio piccolo amore... Sai che mi stavo dimenticando di nuovo delle precauzioni?" Mormora, con gli occhi chiusi.

"Cazzo" Impreco sottovoce, rimproverandomi per la mia stupidità e pensando alle ramanzine che mi farebbe mia nonna in questo momento.

"Ci ho pensato io, tranquilla. Ora, mi dispiace rovinare l'atmosfera, ma devo assolutamente sapere la verità. Ti va di fare il test?" Domanda dolcemente e, sopratutto, cautamente.

"Si" Dico solamente, in un sospiro appena udibile.

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