Attenzione : Occhio al cambio di Pov!
Sono passati quattro giorni dal risveglio di nonno, e la sua condizione migliora a vista d'occhio. Tutti sono più tranquilli, quasi si azzardano a sorridere. Papà non aveva preso benissimo la presenza di un calciatore, ma era li per me, e tanto bastava. Berna si era fermato davvero, e sia lui che Clara mi facevano compagnia nel mio appartamento. I due si comportavano ancora in modo un po' strano, a mala pena si guardavano quando parlavano. Avrei indagato presto.
Sono passati quattro giorni da quando avevo detto addio a Paulo, e non lo sapeva nessuno. Nemmeno Berna sapeva di essersi trovato a pochi metri dal suo migliore amico, e non intendevo dirglielo. Né a lui né a Clara. Non ero pronta, e non so quando lo sarei stata. Nonostante quella notte in clinica, nonostante gli abbia detto addio, mi sentivo ancora legata a lui. Mi mancava. Mi sarebbe passato presto, o almeno lo speravo.
Ogni telegiornale parlava ancora di mio nonno, delle buone notizie e di me. A volte spuntavano foto con Berna, e a dir la verità alcuni programmi avevano mandato in onda l'arrivo immediato del calciatore in clinica. Ma non solo, spuntarono foto su foto di noi due uscire dalla clinica o che prendiamo un caffè al bar.
È frustrante.
Per fortuna nessuno mi aveva ancora seguito fino a casa, altrimenti sarebbero stati guai.
Odiavo essere sulla bocca di tutti, a sparlare della mia vita privata. Ma non potevo farci niente, tranne aspettare che la loro attenzione sparisse presto.
<<Devo tornare a Torino, o sta volta il mister mi taglia le palle e le usa per giocarci a bocce.>>
Berna si butta sul divano, con un pacchetto di patatine in mano e un'espressione strana. Sembra quasi abbia messo il broncio, è adorabile. Cerco qualcosa di decente in tv e gli rubo un paio di patatine, odio ammetterlo ma vorrei che non se ne andasse.
<<Mh, una prospettiva divertente.>> commento, scherzosa.
<<Ma guarda a questa!>> ridacchia Berna, dandomi un colpetto scherzoso sul fianco.
<<Quando parti?>> gli chiedo, già triste.
<<Dopo pranzo, vorrei salutare i tuoi e tuo nonno prima di andare.>> dice, serio.
Ma perché non mi sono innamorata di lui? È praticamente l'emblema del ragazzo premuroso e dolce, e invece no...ho dovuto dare il mio cuore a qualcuno che non è libero. In fatto di uomini sono un caso perso. Berna mi guarda con affetto, e per fortuna non prova nulla per me oltre ad una profonda amicizia. Anzi, se non ho capito male, ha un'altra per la testa.
<<Perfetto.>> borbotto, colpita dalla sua premura.
<<Dai, fammi un sorriso! Ci vediamo presto! Siamo vinicinissimi, possiamo anche andare a bere qualcosa insieme questo fine settimana.>> esclama, buttandomi un braccio sulle spalle. Se avessi un fratello penso che sarebbe così, una continua risata.
Chiacchieriamo del posto e dell'orario per mangiare qualcosa insieme a Torino nel weekend, quando i nostri cellulari squillano impazziti. Li prendiamo contemporaneamente e ho diverse chiamate perse, tra cui Clara, mia madre e Riccardo. I social stanno impazzendo, i messaggi su whatsapp sono trenta e stanno aumentando a vista d'occhio.
<<Ma che...è inutilizzabile!>> ringhia, mostrandomi lo schermo del cellulare. Le notifiche, le chiamate, i messaggi sono centinaia, ma perché?
La porta di casa si spalanca e compare Clara, con il viso bianco come un lenzuolo. I capelli scuri sono consigliati, gli occhi sgranati e le sue labbra tremano un po'. Alle spalle scorgo due ragazzi in giacca e cravatta, le ventiquattrore in mano e due espressioni da far paura. Clara, Riccardo e Rodrigo entrano in casa in silenzio, mentre io e Berna ci alziamo dal divano.
<<Che diavolo sta succedendo?>> domanda il biondo, innervosito.
<<Forse è meglio se vi sedete.>> risponde evasivo Riccardo, con due occhiaie scure intorno agli occhi. Questo non dorme da giorni.
Serro la mascella, guardo Berna e obbediamo mal volentieri. Rodrigo nel frattempo ha tirato fuori il suo computer, lo posiziona sul tavolo e afferra il telecomando della tv. Fa di tutto per non incontrare il mio sguardo, il che è strano, di solito mi abbraccia e fa commenti stupidi sui miei capelli. Invece è serio, troppo per i suoi standard. È preoccupante.
<<Se non parlate subito giuro che mi incazzo.>> borbotto, agitata.
<<Dobbiamo restare calmi e studiarci un piano, perché stavolta fattelo dire Eurò, hai fatto un gran casino.>> dice Rodrigo, fulminandomi con un occhiata gelida.
<<Di che stai parlando?>> sbraito, con il cuore che batte più veloce. Mi sto arrabbiando, odio chi non parla chiaro.
<<Di questo.>> sibila, mettendomi davanti lo schermo del computer.
Non faccio in tempo a vedere niente che cambia canale in tv, e un canale di gossip prende il posto di un documentario sulle scimmie urlatrici. Sono confusa, non è una novità che il mio viso sia sbattuto a destra e a manca. Ne avevamo già discusso abbastanza allungo, anche con il consiglio di amministrazione.
Sto per parlare quando leggo i titoli in grassetto, e mi si blocca il respiro.
È uno scherzo.
Deve essere uno scherzo di cattivo gusto, perché...perché se è reale è un fottuttissimo casino. Una marea di merda intergalattica.
"IL TRIANGOLO AMOROSO: GRECO - BERNARDESCHI - DYBALA.
LE FOTO IN ESCLUSIVA DEL TRADIMENTO. "
Federico scatta in piedi quando vede le foto che fanno passare in tv. Io e Paulo in spiaggia mentre ci sorridiamo complici, noi tre mentre parliamo sul balcone dell'albergo, io mentre sono tra le braccia di Paulo dopo l'uragano. Ma non sono compromettenti, o almeno non dimostrano nulla.
<<Sono solo cazzate, non vedo come possano provare un tradimento!>> dico, incrociando le braccia al petto. Non mi farò intimorire da due foto che non provano niente.
<<Oh no, il bello viene adesso.>> esclama Riccardo, indicando la tv.
Le foto cambiano e mi sale il voltastomaco mentre passano le foto di me e Paulo seduti a prendere un caffè, di me distesa su di lui sulla spiaggia, quando mi ero ubriacata, di noi due abbracciati mentre ci godiamo l'alba. Ma solo le ultime che sono peggio di un pugno nello sterno. C'è la foto con il maialino, dove io guardo il piccolino e Paulo che, con un sorriso strano, fissa intensamente me. Penso che questa sia la più rivelatrice, i sentimenti del calciatore sono palesi.
Ma non si fermano qui.
Ho il cuore a mille mentre guardo una foto in cui ci baciamo, prima di chiudere la porta della casetta presa in affitto. Io che parlo con Berna, la mia mano sulla sua e la comparsa di un Paulo palesemente arrabbiato. Noi due che balliamo la sera di Capodanno, le labbra di Paulo sul mio collo. Hanno persino una foto della balconata, in cui Paulo mi ha tra le braccia e mi stava esternando i suoi sentimenti. Sono talmente vivide da far vedere Bernardeschi sullo sfondo, proprio accanto all'ingresso della sala.
Qualcuno ci ha tenuto d'occhio per tutto il tempo. Il solo pensiero mi fa salire una tale rabbia che spero di non scoprire mai chi sia stato. È un casino, queste foto parlano e...come ne usciamo?
<<Porca puttana.>> mormora Berna, sbiancando di un paio di tonalità.
Siamo tutti e tre nella merda fino al collo. Non possiamo uscirne tutti puliti, qualcuno si dovrà sacrificare. Sudo freddo mentre i miei occhi si incontrano con quelli del biondo, sappiamo entrambi che non finirà bene.
<<Se prendo chi è stato lo uccido.>> esclama, con le vene del collo in evidenza. È furioso, esattamente come me.
<<Dobbiamo pensare al modo più dignitoso di uscirne, e forse sarà il caso di parlarne anche con Dybala. Se buttiamo giù una linea d'azione coerente e comune, andrà tutto per il meglio.>> dice Rodrigo, abbastanza sicuro.
Se mio nonno viene a sapere cosa ho combinato mi disereda veramente, e non avrebbe neanche tutti i torti. Ma non permetterò che il buon nome della famiglia venga macchiato da qualche stronzo. Ci sediamo tutti al tavolo, e cominciamo a pensare a cosa fare. Quattro teste sono meglio di due.
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Dybala's pov
Ho il fiato di mio fratello sul collo, è frustrante. Da quando ho mandato via Oriana e sono scomparso subito dopo la fine dell'allenamento, non mi toglie gli occhi di dosso e sta cominciando a stufarmi. Non ho bisogno di una babysitter. Per fortuna non sa dove sono andato, o da chi, ed è meglio per tutti che non lo scopra mai.
<<Hai intenzione di dormire qui?>> sbotto, raggiungendo mio fratello sul divano. È stravaccato a guardare la tv da almeno un ora.
<<Sinceramente? Può darsi.>> risponde, fregandosene del mio evidente nervosismo.
Non mi piace essere controllato, e ho bisogno di stare da solo. Le parole di Europa mi girano ancora in testa, devo fermarmi e ragionare a mente lucida. Sono confuso, stranito ed arrabbiato. In fondo so che non avrei voluto lasciarla, non lo voglio, ma non ho altra scelta. Come sempre nell'ultimo periodo.
<<Sono stanco.>> ammetto. Gustavo sa che non mi sto riferendo al corpo, ma alla situazione.
<<Sapevi bene a cosa andavi incontro firmando quei fogli, e ora non puoi più tornare indietro.>> commenta lui, ricordandomi quello che so già.
Ho un accordo con la società secondo il quale dovrò essere sempre sobrio, non avere atteggiamenti strani e avere una relazione stabile nel tempo. Devo dimostrare alla società e al mondo che sono affidabile, cambiato, una persona nuova.
Niente scandali, niente risse, niente donne, niente di niente.
Mi pento ogni giorno di aver firmato una cosa del genere.
<<Vorrei poterlo fare.>> mormoro, cadendo sul divano al suo fianco.
<<Per la tua libertà o per la biondina?>> ridacchia mio fratello, sapendo già la risposta. Quando fa così lo prenderei a pugni in faccia.
<<Sei un coglione.>>
<<Sono tuo fratello.>> dice, scrollando le spalle. Allora deve trattarsi di un fattore genetico, altrimenti non si spiega.
Gustavo riprende a passare da un canale all'altro, ma al suono perforante del suo cellulare si alza. Lo ignoro, spero che lo tengano occupato per un bel po'. Magari sono fortunato e dovrà tornare a casa sua. Dopo due minuti lo sento urlare come una gallina a cui vogliono fare la festa, corre verso il divano e mi sfila il telecomando di mano.
<<Ti richiamo!>> attacca subito, alzando il volume.
Non faccio in tempo a dire una parola che sento e vedo cose che non avrei mai voluto né vedere né sentire. Qualcuno l'ha fatta fuori dal vasino. Parlano del tradimento di Europa nei confronti di Berna, per colpa mia. Ovviamente.
È sempre colpa mia, neanche a farlo apposta.
Ci sono foto di tutti i tipi, compresa quella in cui ci baciamo nel corridoio della clinica. Chi diavolo era appostato a quell'ora?
<<Che cazzo hai combinato...sei andato pure da lei in clinica! Ma sei...sei...>> balbetta Gustavo, a corto di insulti. La vena sul collo è enorme, ha un tic all'occhio destro e le mani che non stanno un attimo ferme. Questo mi ammazza sul serio.
<<Secondo te potevo sapere che qualcuno ci stava seguendo passo passo?>> urlo, con le mani tra i capelli.
Questo cambia tutto, se non rimediamo subito la mia carriera si può considerare conclusa. Non giocherò più nella Juve fino alla fine del campionato, verrò svenduto alla miglior offerente e cadrò nel dimenticatoio.
Bella prospettiva di merda.
Sudo freddo mentre imploro mio fratello con lo sguardo, deve tirarmi fuori da questo casino.
<<Ora mi lasci pensare, poi ti dirò quello che dovrai fare e non voglio sentire una sola parola cazzo, o ti scuoio come un maiale.>> ringhia, staccando il cellulare.
Qualsiasi cosa penserà non sarà piacevole, spero solo di non dover affossare Europa pur di restare a galla. Per non parlare di Berna, è mio amico e non voglio che venga coinvolto. Ma è già successo, ci siamo dentro insieme ma sono certo che non ne usciremo allo stesso modo. Al solo pensiero mi viene da vomitare, l'ho già fatta stare male abbastanza.
<<Ora chiamerò il programma che ti piace di più e gli offrirò un intervista in esclusiva, direttamente in studio. È ora di prendere la decisione giusta fratellino.>> esclama Gustavo, dopo mezz'ora di silenzio.
Non so perché ma suona tanto come una condanna a morte.
Spazio autrice: zan zan zan zaaaaaaaaaa! Un bel aggiornamento notturno!
Chi se lo aspettava?
Ma soprattutto...come si risolverà la situazione? Bene o male?
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima! 😏😏😏