¡Mala Mía!paulo dybala

By basiqally

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Fe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football ... More

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epílogo
ringraziamenti
missing moments: 1, no corras
missing moments: 2, talking helps a lot
missing moments: 3, mira quien volviò!
missing moments: 4, quien es la otra?
missing moments: 5, concluir algo con él
missing moments: 6
missing moments: 8
missing moments: 9
missing moments:10, quella foto di noi due

missing moments: 7

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By basiqally

«Dolores, che sorpresa» esclamo, rispondendo al telefono. È sera, è quasi ora di cena e, almeno per stasera, sono sola a casa, visto che Luke e Sierra hanno deciso di concedersi una serata di coppia, senza me come terzo incomodo, come dicono loro, o come fardello, come preferisco definirmi io.

«Ciao bella, come va?» il suo tono di voce è dolce, come se volesse sondare il terreno per sapere se sto completamente affondando nei miei sentimenti o se riesco a gestire il mio dolore abbastanza bene da stare a galla a fatica.

«Discretamente bene, ma non oso lamentarmi. Tu invece? Notizie dall'Argentina?» mi sforzo di risponderle così, solo superficialmente, nonostante io mi fidi di lei. Sento qualcuno bussare alla porta e capisco che è Lea, così apro senza nemmeno controllare e la saluto con un bacio sulla guancia.

«Tutto bene, grazie. No, da qui niente di nuovo» sento che vuole dire altro, quindi non oso proferire parola e aspetto che sputi il rospo «So che hai saputo» aggiunge infatti, con un sospiro sofferente «Mi dispiace»

«Sarebbe venuto fuori prima o poi, lo sai anche tu» rispondo, cercando di rimanere neutrale. Sicuramente non posso parlare male della sua amica con lei, che ha vissuto con lei due settimane e che sembra una sua amica tanto stretta.

«Lo so ma avrei dovuto dirtelo io, o Paulo, o Oriana, non avresti dovuto saperlo da una stupida storia vista dal cellulare di Nahuel» si lamenta, quasi con un tono di cantilena che non fa nulla che infastidirmi. Sospiro, cercando di calmarmi.

«L'ho scoperto, basta parlarne» dico secca, quasi fosse un ordine. Lei sta in silenzio un attimo, capisce che non voglio parlare di lei, poi prende un grande respiro e ricomincia a parlare.

«Hai parlato con lui?» mi chiede, sempre con quel tono di chi non è sicura se il suo interlocutore possa reggere ciò che gli sta chiedendo.

«No, e non voglio farlo sinceramente» ammetto. Lo faccio fieramente, ma so che in realtà è una mia debolezza e che prima o poi avrei dovuto parlare con lui faccia a faccia. Non ho nulla da temere, alla fine ha fatto tutto lui, dal litigio causato dal "troppo" tempo passato con suo nipote al gossip che ha fatto esplodere con questa Oriana.

«Dovrai farlo, soprattutto adesso» esclama lei, come se fosse questione di vita o di morte. Allontano velocemente il cellulare dal mio orecchio e guardo Lea, sconcertata dopo che anche lei ha sentito l'esclamazione.

«Soprattutto adesso? Cosa vuoi dire, Dolores?» chiedo, mettendo la telefonata in viva voce e sedendomi sul divano accanto alla mia amica, che si fa sempre più vicina per ascoltare bene la conversazione e capire cosa sta succedendo. Faccio affidamento alla sua intelligenza perché capisca chi sia il soggetto della conversazione e non dico niente, ascolto e basta.

«Sai che sono venuti alla festa in discoteca con me, giusto? Ma cos'altro sai?» scavo nella mia testa per riuscire a ricordare le parole di Lautaro, ma trovo poco e niente, rendendomi conto che tutto ciò che mi ha detto riguardo la ragazza è che è un'amica di Dolores, che Paulo era attirato da lei ma che secondo lui la cosa sarebbe durata poco e che tra di loro, di fisico, non c'era ancora stato nulla.

«So che vi conoscete perché tu eri in classe con la sorella e che non hanno... combinato nulla» ammetto, sotto lo sguardo attento di Lea, che stringe forte la mia mano mentre aspetto che Dolores risponda e che mi chiarisca un po' le idee.

«Con chi hai parlato? Chi ti ha detto così?» chiede. Adesso sembra agitata e sento una porta chiudersi e poi il silenzio, segno che sta aspettando la mia risposta e che cerca un po' di privacy per dirmi come stanno veramente le cose.

«Lautaro» dico in modo sicuro. È la verità, me l'ha detto lui, e non ho nessun problema a dirlo a sua sorella. Lei sospira, Lea stringe ancora di più la mia mano.

«Lui non sa tutto» esclama, quasi infastidita dal fatto che io avessi chiesto cos'era successo a Lautaro piuttosto che a lei, che sicuramente ne sapeva più di lui.

«Tu cosa sai di più?» chiedo, un po' infastidita dal fatto che lei giri intorno all'argomento senza dirmi ciò che sa direttamente. Sa che mi da fastidio e lo fa in ogni caso. Lea fa in modo che la guardi e nella mia testa so che lo fa per rassicurarmi, so che lo fa per farmi capire che nulla di ciò che mi potrà dire Dolores adesso potrà essere peggio di ciò che ho passato.

«Oriana mi ha chiamato stamattina» comincia, con un tono autoritario «Mi ha detto che sarebbe andata a casa di Paulo, perché presto parte, e che voleva parlare con lui. Ti ho chiamato apposta per fartelo sapere» termina. Per me la cosa non ha senso: cosa c'entro io con il fatto che l'altra voglia parlare con Paulo?

«Perché me lo stai dicendo?» chiedo, cercando di arrivare al punto. Voglio sapere, devo sapere.

«Dubito che stiano parlando, al momento. Conosco Oriana, ed entrambe conosciamo Paulo, sai che non ha freni quando si tratta di ragazze e soprattutto di ragazze belle e disponibili come lei. Vai da lui, ti prego» il suo tono è disperato, mentre appoggio la fronte alla spalla di Lea e lei mi stringe a sé. Chiudo gli occhi.

«Perché dovrei? Si sta divertendo, che diritto ho io di fermare ciò?» chiedo, cercando di capire perché vuole che io impedisca ai due di divertirsi.

«Ti prego, Fe, fallo per Oriana, e se non vuoi farlo per Oriana, fallo per me! Lui la scaricherà domani mattina, se non addirittura stanotte, perché non ha alcun interesse in lei che non sia prettamente fisico, sessuale. Lei soffrirà, perché si renderà conto di essere stata semplicemente usata» verso la fine, la voce di Dolores si incrina e si alza di qualche tono, finché non si ritrova a urlare nel microfono del telefono.

«Io ho sofferto, soffro anche oggi, ma nessuno mi ha mai detto che Paulo mi avrebbe scaricata! Perché per lei deve essere diverso? Perché non può sbattere la testa come ho fatto io e basta?» Lea mi stringe ancora di più, mi fa capire che è lì con me e io la ringrazio per ciò.

«Paulo ama te, nessuno ti ha mai detto nulla perché è chiaro che lui non voglia nessuno che te, ma per Oriana è diverso. Lei lo sa, gliel'ho detto quando ha cominciato a mettergli like a Novembre» tralascio la sua ultima frase, nonostante so che la tirerò fuori tra qualche ora, giusto per farmi rodere ancora di più il fegato.

«Se amasse solo me, se volesse solo me perché vorrebbe andare a letto con un'altra?» mi alzo dalla posizione con la testa sulla spalla di Lea e mi alzo in piedi, mettendomi dritta «Perché mi avrebbe scaricata? Dimmelo, Dolores! Perché vuole me ma è attirato fisicamente da Oriana?» anche io comincio a urlare, perché sono infastidita e perché voglio capire.

«Fe, ti prego, vai da lui» non risponde alle mie domande, non ne fa nemmeno riferimento, pronuncia semplicemente quella frase e poi mette giù. La sua voce era flebile, ma sembrava convinta, e per un attimo ha convinto pure me.

«Cosa vuoi fare?» Lea mi toglie il telefono dalle mani, sa che potrei fare una stupidaggine dal momento all'altro, scrivendo a qualcuno a cui non dovrei scrivere o postando qualcosa che non dovrei postare, rendendomi lo zimbello di tutti.

«Voglio sparire e ricomparire magari a Siviglia, a Capodanno, o tra due anni, quando mi metterò a ridere di questa storia» sbuffo, rifugiandomi tra le sue braccia, che apre prontamente mentre io scoppio a piangere.

«Non pensarci» sussurra al mio orecchio, mentre mi accarezza la schiena e mi lascia un bacio sulla tempia.

«Non riesco! Non posso! Ogni volta che provo a pensare a qualcos'altro, mi torna in mente lui, quello che mi ha fatto e quella... Oriana che me l'ha soffiato da sotto il naso pur essendo in un altro continente!» ammetto finalmente, prima a me stessa che a lei.

Questo è ciò che mi ha ferito di più, sapere che c'è qualcuno che a lui piace di più, qualcuno migliore di me in qualcosa. Tutto ciò che ho sempre fatto, l'ho fatto meglio degli altri, e adesso una ragazza con le gambe lunghissime, la pelle sempre perfetta e gli occhi verdi costantemente socchiusi (perché così è più sensuale) mi è passata davanti, mi ha superata al traguardo, e poi ha deciso bene di sbattermelo in faccia coinvolgendo tutti i miei amici.

«Tu non sai cosa prova lui, conosci solo il tuo punto di vista» chiudo gli occhi, prendendo seriamente in considerazione ciò che mi stanno consigliando tutti, ossia parlare con lui «E immagini quello che può pensare lei, ma in realtà non lo sai, magari è esattamente il contrario di ciò di cui sei convinta» mi alza il viso con una mano e mi guarda negli occhi.

«Va bene, vado adesso» mi asciugo velocemente il viso, tirando su con il naso mentre lei mi passa un pacchetto intero di fazzoletti «Vieni con me?» le chiedo, sussurrando e mostrandole le mie debolezze, come facevo giusto qualche mese fa senza problema. Ma adesso, dopo aver passato così tanto tempo lontane, questo tipo di "intimità" non è poi così scontata.

«No, è una cosa tra te e Paulo, non voglio immischiarmi. Sono qui ad aspettarti quando torni a casa» mi accarezza il viso, mi prende per mano e poi si alza dal divano, accompagnandomi alla porta.

«Dai per scontato che io torni a casa» dico, con un sorriso, subito dopo essermi soffiata il naso, per riportare un po' di leggerezza in quella casa dove l'atmosfera si è fatta opprimente.

«Lo spero, se vuoi dargli una seconda opportunità almeno fallo penare!» ridiamo insieme, poi esco dalla porta e mi faccio forza mentre scendo le scale.

L'appartamento di Sierra è più vicino alla periferia che al centro, e io non ho voglia di prendere i mezzi pubblici per spostarmi, soprattutto di venerdì sera, quindi opto per una camminata (nemmeno troppo leggera) che dovrebbe aiutarmi a schiarire le idee che si affollano e si mescolano nella mia testa.

Un unico nome che continua a ripetersi, associato a tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme.

Io e lui, la prima volta che abbiamo preso un caffè insieme perché voleva parlarmi della presunta cotta di Lautaro per me.
Io e lui, quando trovava ogni scusa per andare a casa di Mariano e monitorare la situazione.
Io e lui, e la mia prima volta in aereo.
Io e lui, sotto una doccia ghiacciata a Torino.
Io e lui, a prendere una sangria a Barcellona, a ballare sotto la Sagrada Familia.
Io e lui, a salutarci all'aeroporto.
Io e lui, a sentirci solo al telefono.
Io e lui, e la tripletta che mi ha dedicato, e la volta che ha viaggiato buona parte della notte per passare qualche ora con me e poi ripartire.
Io e lui, vestiti eleganti a Capodanno a Siviglia.
Ma anche io e lui, ogni venerdì sera accoccolati sul divano a guardare la tv.

Sospiro e metto le mani in tasca. Stranamente la felpa che ho addosso adesso non è una delle sue, ma una di mio fratello, che ho deciso di portare con me a Torino per quando avrei sentito la sua mancanza.

Pensare a come fosse geloso di quella che, in fin dei conti, era stata la mia prima relazione mi fa sorridere. Quella paura che io potessi rimanere ferita si era quasi subito trasformata in odio verso Paulo e ogni cosa che facesse.

Mentre sto per arrivare in centro, una leggera pioggerellina comincia a ricoprire Torino- e me- di un sottile e fastidioso strato umido, che fa in modo che i miei capelli si gonfino e che io senta freddo. Allungo il passo per evitare di prendermi la broncopolmonite e in quello che mi sembra un batter d'occhio sono sotto il portone di legno di casa Dybala.

La fortuna, almeno adesso, è dalla mia parte perché quando sto per suonare il campanello qualcuno sta uscendo, così prendo l'occasione al volo e mi infilo nell'atrio del grande palazzo.
Il portiere ormai mi conosce, considerando che quando vivevo qui mi dimenticavo le chiavi un giorno sì e l'altro pure.
Stasera l'uomo ha uno sguardo stanco e mi rivolge un'occhiata infastidita, come se fossi la centesima ragazza che arriva per chiedergli la stessa cosa.

«Terzo piano A vero?» si passa tutte le chiavi tra le dita fino ad arrivare a quella giusta e porgermela, per poi indicare l'ascensore.

«Sì, grazie mille, gliele riporto quando torno giù» rispondo, schiacciando il pulsante per chiamare l'ascensore e aspettando una manciata di secondi prima che arrivi. Sono scalpitante, le mie vene sono piene di adrenalina e non vedo l'ora di confrontarmi con lui direttamente. Non appena l'ascensore arriva al piano terra, io mi ci infilo dentro e schiaccio il pulsante con un bel 3 scritto sopra.
Quando le porte si stanno chiudendo, scorgo una ragazza che corre fuori dalla porta d'ingresso, imprecando in uno spagnolo stretto. Non dubito, anzi sono quasi sicura, che c'entri qualcosa con Paulo.

Che sia lei la famosa ragazza della storia?

lollissimo

due capitoli in così poco tempo??? incredibile???????

comunque nel prossimo capitolo ci sarà finalmente il confronto (così sembra temptation island) tra Paulo e Fe, quanti sono pro al loro rappacificamento e quanti sono contro?

ciaone💙

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