Colpita da una stella 🌌...

By SethDiodoros1

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Europa è una ragazza come le altre, solo più sfigata. Dopo il tradimento del suo ragazzo, partirà per una vac... More

Capitolo 1 - Zitella a vita
Capitolo 2 - L'incantatore di serpenti
Capitolo 3 - Niente da invidiare alle stelle
Capitolo 4 - Vedere le stelle
Capitolo 5 - È importante?
Capitolo 6 - Sono morta e non me ne sono accorta
Capitolo 7 - Le promesse le mantengo
Capitolo 8 - La parte peggiore
Capitolo 9 - L'effetto Dybala
Capitolo 10 - Zeus era un maiale!
Capitolo 11 - Nuove abitudini
Capitolo 12 - The wreck of our hearts (parte 1)
Capitolo 13 - The wreck of our hearts (parte 2)
Capitolo 15 Extra - Non affezionarsi mai
Capitolo 14 - Uno a uno, palla al centro
Capitolo 16 - Vedere nero
Capitolo 17 - Il pericolo più grande
Capitolo 18 - Noi non siamo amici
Capitolo 19 - Photoshop fa miracoli
Capitolo 20 - Questo è troppo!
Capitolo 21 - Mi piace
Capitolo 22 - Castello di carte
Capitolo 23 - Sto bene
Capitolo 24 - Shine like a star (parte 1)
Capitolo 25 - Shine like a star (parte 2)
Capitolo 26 - The night before Christmas (parte 1)
Capitolo 27 - The night before Christmas (parte 2)
Capitolo 28 - The night before Christmas (parte 3)
Capitolo 29 - Non ne vale la pena
Capitolo 30 - Vaffanculo Paulo Dybala
Capitolo 31 - Non lo nominare!
Capitolo 32 - Di follie non ne faccio più
Capitolo 33 - The hurricane (parte 1)
Capitolo 34 - The hurricane (parte 2)
Capitolo 35 - The hurricane (parte 3)
Capitolo 36 - The Nightmare
Capitolo 37 - Resta con me
Capitolo 38 - Hai vinto.
Capitolo 39 - Disordinato cronico
Capitolo 40 - Un cielo privo di stelle
Capitolo 41 - Buona vita
Capitolo 42 - Decisamente il peggio
Capitolo 43 - Ricordati chi sono
Capitolo 44 - Non ho bisogno di nessuno
Capitolo 45 - Diamond heart
Capitolo 46 - Il mondo è bello perché è vario
Capitolo 47 - Disincanto
Capitolo 48 - Roba grossa
Capitolo 49 - Sotto zuccheri
Capitolo 50 - Forse non avrei dovuto dirlo
Capitolo 51 - Sono uno stronzo ma...
Capitolo 53 - L'apparenza inganna
Capitolo 54 - Hai il ciclo?
Capitolo 55 - Niente
Capitolo 56 - Qualcosa di cui avere paura
Capitolo 57 - Cuore spezzato
Capitolo 58 - Passerà
Capitolo 59 - Sono un idiota
Capitolo 60 - Recupereremo
Capitolo 61 - Il sapore di un addio
Capitolo 62 - Un male per un bene
Capitolo 63 - Storto
Capitolo 64 - Niente cazzate
Capitolo 65 - Capodanno (parte 1)
Capitolo 66 - Capodanno (parte 2)
Capitolo 67 - Capodanno (parte 3)
Capitolo 68 - Torn
Capitolo 69 - Tre
Capitolo 70 - Responsabilità
Capitolo 71 - Tornare alle origini
Capitolo 72 - Vertigini
Capitolo 73 - Il triangolo no
Capitolo 74 - Sacrificio
Capitolo 75 - Ci sei riuscito
Capitolo 76 - Ex
Capitolo 77 - Basta
Capitolo 78 - Avanti
Capitolo 79 - Voglio
Capitolo 80 - Non basta
Capitolo 81 - L'ultima mossa
Capitolo 82 - Fino alla fine
Capitolo 83 - Let It burn
Capitolo 84 - Al cuor non si comanda
Epilogo
Extra

Capitolo 52 - Fino in fondo

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By SethDiodoros1

Traduco quello che ho sentito a Paulo e mi viene il volta stomaco. La reazione a caldo sarebbe andare dritta dritta da quella famiglia di stronzi e pestare Aaron, ma so che così perderei l'effetto sorpresa. E poi non so come dirlo a Clara, anche se non credo ci sia un modo giusto per dire certe cose e so già in partenza che ne soffrirà. Non posso nemmeno tenerlo per me, perché prima o poi lo scoprirà da sola e scoppierà un putiferio. Che situazione di merda.

<<Gli spacco la faccia, e sta volta i giornali avranno di cui parlare.>> sbotto, facendo avanti e indietro.

Siamo ancora sulla spiaggia, Paulo è seduto e pensieroso. Sta assorbendo la cosa e ancora non ha detto una parola, è sotto shock pure lui. Mi porto le mani tra i capelli, come ne esco? Come posso fargliela pagare?
Perché in fin dei conti è questo che mi sta tormentando: come distruggere Aaron.

<<Capisco la tua rabbia, ma cerchiamo di ragionare.>> dice Paulo, alzandosi.

<<Sono talmente furiosa che se me lo ritrovassi tra le mani gli farei pentire di essere nato!>> ringhio, con i muscoli tesi.

Una scazzottata è quello che ci vorrebbe, devo scaricare la tensione. Forse farò una capatina in palestra, altrimenti di dormire non se ne parla. Proprio mentre sto per aggiungere i dettagli di ciò che gli farei per poco non saltello dalla felicità.
Alla faccia tua Già, quella sfigata non sono io!

L'oggetto dei miei pensieri violenti sta lasciando l'albergo con tutta la famigliola al completo, e questo significa che posso minimo rompergli il naso. Solo un cazzottino piccino picciò, poi lo lascio andare. Giuro. Un antipasto di ciò che gli farò mi potrebbe bastare per adesso.

<<Oh no no no no...tu non vai proprio da nessuna parte!>> esclama Paulo, appena si accorge di Aaron.

<<Prova a fermarmi.>> lo sfido, non volendo perdere l'occasione.

Quel coglione si è pure fermato a fumare una sigaretta, non sospetta niente. Sorrido perfida, posso fargli il culo pure con i tacchi. Paulo si mette in mezzo, ma dovrebbe sapere che potrei stenderlo con poche mosse.

<<Quando hai quest'espressione determinata sei piuttosto sexy, più del normale intendo.>> dice, mentre giriamo in tondo.

Che?!
Mi blocco, piuttosto confusa.
E diciamocelo, anche un po' lusingata.
Scuoto la testa, lasciando che sia la sete di vendetta a guidarmi e non gli ormoni. Non posso lasciarmi distrarre da questo bel faccino.

<<Sai, io conosco un modo per farti sfogare.>> continua, avvicinandosi di due passi.

Indietreggio d'istinto con il fiato corto, ed è come se i ruoli si fossero improvvisamente invertiti. Quasi perdo di vista ciò che volevo fare, troppo concentra sul calciatore. Mi rende nervosa, impacciata, una scolaretta il primo giorno di scuola. Lo odio.

<<Finiscila di dire scemenze e di insinuare...sai, cose.>> blatero, con le guance a fuoco.

<<Non mi trovi affatto d'accordo, sai...mi piace insinuare cose.>> insiste, con un sorrisetto degno di ogni badboy che si rispetti.

Per un secondo mi lascio rincretinire dal suo sguardo malandrino e dalla tensione sessuale che mi sta accendendo peggio di una miccia, poi mi faccio furba. Crede di potermi incantare con due moine ma si sbaglia di grosso.

<<Lo vedo, quello che non sai è che piace anche a me.>> esclamo, abbassando il tono di voce.

Gli vado incontro e sta volta è lui a sorprendersi, mi guarda come se mi vedesse per la prima volta. Non pensa neanche per un attimo che questa sia una tattica per distarlo a mia volta, gli occhi gli brillano di malizia e lo osservo irrigidirsi quando siamo a pochi centimetri di distanza.

<<Davvero?>> mormora, la voce rauca. Non osa toccarmi, non ancora almeno. E non capisco più se stiamo scherzando oppure no.

<<Fregato.>> gli sussurro all'orecchio, prima di scattare e superarlo.

Corro verso il bersaglio, quel coglione senza palle che ancora è lì, a fumare e parlare con qualcuno che è nascosto alla mia vista. Sono quasi arrivata, manca davvero poco...quando mi placcano da dietro. Cado in avanti e riesco ad evitare di finire faccia a terra, cerco di togliermi il ragazzo di dosso ma stranamente non ci riesco. Non credevo che Paulo fosse così veloce e nemmeno in grado di sapersela cavare in un corpo a corpo. L'ho sottovalutato e ora ne pago le conseguenze.

<<Sei stata brava, mi hai distratto abbastanza da scappare.>> esclama, tra l'arrabbiato e il sorpreso.

Sta volta l'ho combinata grossa perché mi guarda davvero come se volesse scrollarmi per le spalle. Mi tiene a terra, di schiena, con le mani bloccate ai lati del viso. Mi parla sfiorando l'orecchio con le sue labbra calde, il corpo buttato di peso sul mio e alla fine non mi è andata poi così male dai...

<<Lasciami andare!>> gli intimo, fuori controllo.

Quando mi arrabbio sul serio divento ingestibile, quindi le poche volte che succedeva mi chiudevano in casa, in palestra. Mi lasciavano sfogare finché non ne potevo più e la rabbia diminuiva fino a scomparire.
Ma qui, ora, non ho nulla a disposizione per calmarmi. La presenza del calciatore peggiora solo la situazione, la tensione mi serpeggia sottopelle.

<<Guarda. Guarda bene Europa e vediamo se ho fatto bene a fermarti.>> esclama, furioso.

Alzo gli occhi su Aaron, ha finito di fumare e circonda le spalle di Clara. Salutano la sua famiglia e si dirigono verso il nostro albergo. Sento la sua risata cristallina da qui e il mio cuore si contrae, non se lo merita. Con un verso di esasperazione poggio una guancia sulla sabbia e rilasso i muscoli. Paulo mi lascia andare, considerandola una resa. Mi metto seduta e passo le mani tra i capelli, non so davvero cosa fare.

<<Mi hai ingannato prima.>> dice Paulo, restando in piedi.

Rimango in silenzio, senza nemmeno guardarlo. Gli ho omesso delle cose ma non l'ho mai ingannato, non sono come lui. Bipolare, complicato e...mi viene da piangere e da urlare allo stesso tempo.

<<Hai giocato sulla mia attrazione per te, è stato meschino.>> continua, e per poco non gli scoppio a ridere in faccia.

<<Il bue che dice cornuto all'asino. Hai iniziato prima tu!>> sbotto, fulminandolo con un occhiataccia. 

<<Io ero sincero, ti stavo provocando ed è vero ma...sarei andato fino in fondo.>> ammette, gli occhi chiari seri.

Spalanco la bocca, sconvolta. È stato diretto, una qualità che di solito apprezzo, ma che ora mi mette in profondo disagio. Lo osservo dal basso verso l'alto e sento un brivido percorrermi la schiena, e non per colpa dell'aria fresca della sera. Il pensiero che avrebbe mantenuto la parola e mi avrebbe intrattenuta mi fa arrossire.

<<È questa la differenza tra me e te, Europa.>> dice, piegandosi sulle ginocchia.

Occhi negli occhi, mi si mozza il respiro. Vorrei rispondere qualcosa ma ho la gola secca e la testa in confusione, riesco solo a guardarlo stupita. Paulo si apre in un piccolo sorriso, mi sfiora una guancia con l'indice e il suo tocco è fuoco. Brucia, ma non fa male. Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicina decisamente troppo, i nostri visi quasi si toccano.

Senza dire altro preme le labbra bollenti contro le mie, senza alcuna delicatezza. Dovrei respingerlo, dopotutto sono ancora arrabbiata ma il cervello ha ufficialmente smesso di funzionare. Schiudo le labbra e lascio che la sua lingua giochi con la mia, godendomi ogni attimo. Paulo intensifica il bacio, infila una mano tra i capelli e la posa alla base del mio collo. Con l'altra mi tira verso di sé, il seno che cozza con il suo petto solido.

<<Desideravo baciarti da quando sei scesa nella hall, in realtà da quando hai aperto la porta della tua camera oggi pomeriggio.>> mormora, eccitato.

<<Addirittura...>> commento, prendendolo un po' in giro. Non ammetterò mai che per me è lo stesso, anzi, forse anche peggio. E che sto per avere un infarto.

<<Non so cosa mi fai Eu, so solo che con te sono la versione migliore di me stesso.>>

Spalanco gli occhi sotto shock e vorrei tanto dirgli che per me è lo stesso ma non sarebbe vero, non sono così sicura che lui tiri fuori il meglio di me. Dolorante sulle ginocchia e parecchio rincretinita cerco di alzarmi, ho bisogno di riprendere fiato. Paulo mi aiuta e mi fissa peggio di uno stalker.

<<Ho detto qualcosa di sbagliato?>> chiede, non sapendo che pesci prendere.

<<Io...no, ma è successo così tanto in così poco tempo...>> balbetto, in difficoltà. Cerco aiuto dal cervello ma è ufficialmente in vacanza il bastardo!

<<Capisco. Forse è meglio se rientriamo.>> dice, annuendo.

Ci scrolliamo più sabbia possibile di dosso, ma effettivamente ci siamo rotolati a terra quindi ne abbiamo attaccata un infinità. Paulo mi aiuta con i capelli che ormai sono un intrico indomabile. Raccolgo le scarpe ma solo vedere i tacchi alti mi fa venire la nausea, o è tutto il vino che ho bevuto a cena.

<<Col cavolo che me li rimetto!>> esclamo, facendo ciondolare i sandali da due dita.

<<Allora passiamo per la spiaggia e poi entriamo direttamente al nostro albergo, ok?>> propone, sempre con una soluzione a tutto. Annuisco, grata.

Ci incamminiamo verso la battigia e immergo i piedi nell'acqua calda, Paulo fa lo stesso. Restiamo fermi, uno di fianco all'altro, a guardare la distesa nera di fronte a noi. La salsedine mi invade le narici ed è piacevole. Poi il calciatore fa sfiorare le nostre dita fino ad intrecciarle. Il cuore reagisce subito battendo due volte più veloce.

<<Non ho dimenticato quello che hai detto prima che scoppiasse il finimondo, e credo proprio che dobbiamo parlare. Anche se sono sicuro che saranno sciocchezze.>> esclama, rinsaldando la stretta della mano.

<<In realtà...>> inizio, pronta a dargli alcune spiegazioni. Tanto ormai non ho nulla da perdere.

<<Ne riparleremo con calma in un altro momento, non adesso.>> mi interrompe Paulo, girandosi a guardarmi.

Il cuore batte quattro volte più veloce del normale, perché il calciatore ha appena dato la risposta perfetta. Non posso fare a meno di sorridergli, e lui di sfiorarmi la fronte con un bacio leggero.

<<Ora rientriamo, si è fatto tardi anche per i miei standard.>>

Dopo pochi minuti raggiungiamo l'albergo e per fortuna nessuno si accorge di una coppia con i vestiti sgualciti, pieni di sabbia e con i capelli scompigliati. Lascio che Paulo mi prenda in braccio fino all'ascensore, in cui gli intimo di mettermi giù.

<<No.>> risponde, più serio della morte.

Come no?!
Mi divincolo con le poche forze che mi sono rimaste, ma non ottengo altro che l'apertura totale dello spacco della gonna. Quasi mi si vedono le mutande, anche se effettivamente sono così microscopiche che quasi non si notano. Maledetto vestito!

<<Non ci provare nemmeno!>> gli intimo, appena noto il suo sguardo percorrere le gambe scoperte fino a...oddio.

<<A fare cosa?>> borbotta, facendo il finto tonto. Certo, come se non stesse fissando il mio inguine con tanto interesse. Ci crediamo tutti.

<<Lo sai. Finiscila.>> ringhio, rossa in volto. Questa cosa mi imbarazza, nonostante lui abbia visto già tutto tutto.

Paulo scoppia a ridere e il suo petto vibra. Sentirlo così, con il viso contro la sua clavicola mi fa tremare la mani. È una posizione intima, e devo ammettere che stare tra le sue braccia è una bella sensazione. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento protetta, ben voluta e da qualcuno che non ha secondi fini. Escluso il volersi infilare nelle mie mutande si intende.

<<Vuoi premere il pulsante o restiamo qui per l'eternità?>> esclamo, alzando gli occhi al cielo. Considerando che ancora non si è deciso a far partire questo dannato ascensore.

Paulo smette di ridere e una canzone lenta fa da colonna sonora ad un risposta che penso di aver immaginato, un magari sussurrato, quasi impercettibile. Credo anche di sapere chi canta, credo sia Jaymes Young. Il calciatore mi guarda intensamente, ascolta le parole della canzone e alza il viso verso le casse. Sembra turbato.

"I'm building this house, on the moon

Like a lost, astronaut

Lookin at you, like a star

From the place, the world forgot

And there's nothing, that I can do

Except bury my love for you

The brightness of the sun, will give me just enough

To bury my love, in the Moondust

I long to hear your voice, but still I make the choice

To bury my love, in the moondust."

Un brivido poco piacevole mi scuote gli arti, riconquistando l'attenzione di Paulo. Con un dito preme il pulsante per il mio piano e la cosa mi sorprende, perché pensavo che avrebbe provato a convincermi a passare la notte insieme. Convincerti...certo che questa è proprio buona.

<<Siamo arrivati.>> dice, schiarendosi la gola.

Oh. Bene.
Prima di mettermi giù però Paulo mi stringe contro il suo petto, incurante della possibilità concreta che gli sporchi la camicia bianca. Affondo il viso nell'incavo del collo e prendo un respiro profondo, ispirando il suo profumo. Ok, lo sto annusando ma non penso sia un reato.

<<Allora ci vediamo domani?>> mormora tra i miei capelli.

<<Certo.>> rispondo, temendo che il cuore potesse uscirmi fuori dalla gabbia toracica.

Con una smorfia strana mi mette giù, e mi guarda dalla testa ai piedi. Devo avere un aspetto a dir poco osceno. Con le scarpe in mano e la borsetta sotto l'ascella esco dell'ascensore.

<<Eu aspetta un attimo.>> esclama veloce Paulo, bloccando momentaneamente l'ascensore.

<<Volevo chiederti una cosa, e lo so che potrebbe essere inopportuno e sei liberissima di dirmi di no. Insomma, lo capirei e non me la prenderei di certo e cavolo...sto straparlando. Lo faccio solo quando sono nervoso.>> blatera, passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

Ah.
Paulo Dybala è in difficoltà e ha pure ammesso di essere nervoso. Devo segnare questo giorno sul calendario prima di subito.

<<Va avanti.>> lo incito, troppo curiosa di sapere cosa vuole chiudermi.

<<Voglio dormire con te.>> sgancia la bomba quasi con naturalezza, come se non fosse un cavolo di scherzo. Una barzelletta.

<<Solo dormire, non pretendo altro. Non che non voglia sfilarti quella gonna di dosso o strappartela ma...sto di nuovo straparlando.>> ridacchia, con le guance rosse.

Allora anche lui è umano e può arrossire. Interessante.
Lo prenderei in giro se non fossi troppo impegnata a riprendermi dallo shock.
Che ha detto?
Vuole dormire con me?
Ma siamo sicuri che non ha preso una botta in testa o assunto droghe?

<<Ti senti...bene?>> azzardo, sperando di non aver sentito male. Magari ha bevuto troppo, e poi non l'ho mai visto così insicuro.

<<Mai stato meglio.>> esclama, ritrovando un pizzico di sicurezza.

Ok, quindi niente ripensamenti.
Mi prendo un paio di secondi per ragionare sulle implicazioni della sua richiesta e...ma al diavolo! Namo bene, proprio bene.

<<Va bene.>> dico di botto, facendo cadere anche le ultime resistenze. Se devo farmi male meglio farlo alla grande.

Paulo sgrana gli occhi, sorpreso dalla mia resa incondizionata. Poi si apre in un sorriso mozzafiato, da strappa mutande. Non sono più molto sicura che voglia solo dormire, non che opporrei resistenza nel caso anzi...qui c'è il rischio concreto che gli salti addosso.

<<Ti farei venire da me ma c'è Berna, posso stare da te?>> domanda, rinvigorito.

Annuisco, non ci vedo nulla di male. Tanto sono certa che Clara è con Astronzo, quindi non ci sono problemi. Il solo pensiero che sia con quel doppiogiochista mi fa salire il sangue al cervello, così come la furia omicida. Cerco di calmarmi, così apro la porta della mia camera trovando tutto come avevamo lasciato prima di uscire.

<<Allora ci vediamo tra un secondo, arrivo subito.>> dice, prima di far ripartire l'ascensore con un colpo secco.

Entro in camera e chiudo la porta, con la sensazione di essere spiata. Non è la prima volta che succede, ma in corridoio non c'era nessuno. Forse sono solo paranoica. Faccio solo in tempo ad aprire la finestra che dà sul mare che sento bussare piano alla porta. Apro e il viso sorridente di Paulo manda in cortocircuito il mio cervello. Lo lascio entrare e noto che in mano ha un cambio pulito che posa sul divanetto all'ingresso.

<<Abbiamo entrambi bisogno di una doccia, siamo incrostati di sabbia.>> mormora, soffermandosi sui miei capelli. Annuisco di nuovo, incapace di dire alcunché. 

<<Ehm, il bagno è di là.>> borbotto, indicando la porta chiusa con un dito.

Paulo si sbottona la camicia e i pantaloni scuri, si sfila il tessuto dalle braccia e fa un certo caldo. Credo di aver bisogno di un ventaglio. Mi faccio aria con la mano, ma appena i pantaloni iniziano ad andare verso il basso distolgo lo sguardo. Questo rischia lo stupro e io la galera. Anche se penso che sarebbe più che consenziente.

<<Puoi andare prima tu se vuoi, o possiamo farla insieme. Giuro che non ti toccherò se non lo vorrai.>>

Ed è questo il punto: vorrei che mi toccasse e che facesse molto altro. Ma non possiamo, non ora almeno. In fondo non me la sento, la serata è stata un disastro e non ho la testa per nient'altro. Apprezzo le sue parole, accenno un sorriso di scuse e lui sembra capire al volo. Sfilo il top della testa e la gonna con un movimento veloce, lasciando cadere una gran quantità di sabbia a terra.

<<Ah.>> commenta a mezza voce Paulo, fissando i miei slip striminziti color carne e il reggiseno abbinato.

Lascio i vestiti su una sedia, passo vicino al calciatore e mi ci fermo di fronte. Gli scosto una ciocca ribelle dalla fronte ed indugio sulla guancia resa ispida da un accenno di barba. Lui chiude gli occhi ma posso vedere qualcosa che si sta muovendo nei paesi bassi.

<<Grazie per avermi evitato una notte in gattabuia.>> sussurro, sporgendomi sulle punte per dargli un leggero bacio sulle labbra.

Paulo ridacchia, poi non resiste e mi circonda con le sue braccia. Corpo a corpo riesco a sentire quanto mi desidera, e quanto si stia trattenendo. Lo apprezzo, non può capire quanto.

<<Quando vuoi dolcezza.>>

Gli sorrido e mi lascia andare. Mi fa l'occhiolino e prima di potermi chiudere in bagno mi dà una pacca sul sedere. Mi volto di scatto, con la bocca spalancata.

<<Scusa, ma non ho resistito. Ora va a lavarti prima che cambi idea.>> dice malizioso, con una luce passionale negli occhi.

Arrossisco e mi infilo sotto la doccia prima di cambiare idea e lasciare che l'argentino faccia di me ciò che vuole. Tolgo tutta la sabbia dai capelli e dopo quindici minuti sono già fuori, avvolta in un enorme asciugamano. Paulo si alza dal divano e si chiude in bagno senza dire nulla.

Stanchissima, infilo la prima camicia da notte che mi capita a tiro e mi butto a letto. I capelli sono ancora umidi e non importa nemmeno se domani mattina saranno peggio della criniera di un leone, sono le quattro del mattino dannazione. Affondo il viso nel cuscino e mi rendo conto di essermi addormentata solo quando sento il peso di un corpo curvare il materasso.

<<È tutto un disastro, come ne uscirò?>> mormoro, tra il sonno e la veglia.

Paulo mi circonda il fianco con un braccio e mi tira verso di sé, facendo aderire il suo petto fresco alla mia schiena. Il contatto mi calma, il battito del suo cuore mi culla. Mi dà un bacio sulla guancia e lo sento mormorare: <<Affronteremo le cose insieme, un problema alla volta.>>
Sorrido prima di cadere in un sonno profondo.

Spazio autrice: probabilmente è il capitolo più lungo che abbia mai scritto, ma non riuscivo a fermarmi quindi va bene così (almeno credo). Spero che non vi annoi, e che l'attesa sia stata ben ripagata. La situazione è complicata, ancora bisogna capire cosa ha fatto Aaron anche se forse si può più o meno intuire. Quale sarà la vendetta di Europa? Di solito parte sempre con buone intenzioni per poi perdersi per strada...povera stella del cielo 😂
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima ❤💎😈

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