This is us // Bond

Galing kay LittleTurtle95

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[CONCLUSA] Sequel di This is us // Youth della saga "Until the Very End". Edmund, Margaret e Frannie proseguo... Higit pa

Note, premessa, personaggi
Prologo - Villa Firwood
La Coppa del Mondo di Quidditch
L'estate più bella
Extra - Summer Aesthetic
Si torna a casa
Il Calice di Fuoco e un pizzico di vaniglia
I quattro campioni
Il folletto Hengist e la maledizione imperius
I migliori furetti sono biondi
Per un paio di spettrocoli
Dicembre festoso e grandi preparativi
Il Ballo del Ceppo
San Valentino e la Seconda Prova
La giornata più strana
Lezione di smaterializzazione
Il primo Aprile
La patente e oscuri presagi
Tranquillità... in frantumi
La terza prova
Gli ultimi giorni
Epilogo - Ritorno a casa
Sequel online!

Le maledizioni senza perdono

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Galing kay LittleTurtle95

Mentre Frannie trascinava Edmund a osservare la nave di Durmstrang più da vicino, Mag avanzò con sguardo cadaverico verso l’ufficio di Piton. Deglutì e bussò.
“Chi è?” chiese il professore da dietro la porta. A Mag sembrò che la voce di Piton fosse più irosa del solito, ma forse era solo la sua paura ad amplificare le sensazioni negative.
“Rosander, signore. Se ha un minuto avrei bisogno di parlarle” rispose lei.
“Avanti” disse lui. La porta si aprì con la magia.
“Che brutta idea, che brutta idea, che brutta idea” continuò a pensare mentre raggiungeva la scrivania del professore.
“C’è qualche problema?” chiese Piton sollevando gli occhi da una rivista intitolata I Pozionisti.
“No, volevo solo chiederle una cosa a nome mio e di altri ragazzi della nostra Casa” disse Mag facendosi coraggio.
“Ti ascolto, Rosander” disse lui con fare annoiato.
“Ecco, lunedì sarà il compleanno di Edmund Pevensie, e ci chiedevamo se fosse possibile organizzargli una… festa… In qualche aula vuota. Sempre che lei ci dia il permesso e che ci sia un’aula…” disse tormentandosi le mani per la tensione.
“È il compleanno di Pevensie?” chiese lui squadrandola con la sua solita aria severa.
“…Sì…” rispose lei senza sapere che altro aggiungere, poi le venne in mente “…Compie diciassette anni”
“Una tappa importante” disse il professore in tono piatto. A Mag sembrò che si stesse prendendo gioco di lei.
“Infatti” disse con un filo di voce “…Ma se non possiamo saltare la cena organizziamo in Sala Comune…”
“Al terzo piano” iniziò Piton riprendendo in mano la rivista “C’è un’aula sufficientemente grande che non viene mai usata a causa della lombaggine della professoressa Babbling. Potete usare quella”
“Oh” disse Mag, che era già pronta a sparire dallo studio del professore e cambiare nome e Casa e scuola “Bene”.
“Quanto alla cena, non c’è problema, avrai notato che la Sala Grande è sovraffollata, Rosander” continuò Piton “Stateci fino all’orario del coprifuoco, non oltre”
“Certo, lo terremo presente” disse Mag solennemente. Si sarebbe assunta la responsabilità di cacciare tutti via prima delle undici.
“Puoi andare. I miei auguri a Pevensie” disse Piton senza degnarla di uno sguardo. Mag lo guardò stranita per un attimo ma poi capì che era il momento di filarsela.
Uscì dalla stanza e fece un sospiro di sollievo. Frannie e Edmund avrebbero dovuto ringraziarla con un bel regalo per quello che aveva appena fatto.
Percorse a passo leggero la distanza che la separava dall’uscita dal castello e corse quasi saltellando verso il Lago Nero, dove Frannie e Edmund probabilmente l’aspettavano.
I due erano arrivati da poco e si stavano scambiando le loro impressioni sul perché Mag avesse deciso di non seguirli nella loro passeggiata.
“Ossessionata come è dalle navi mi sembra strano che abbia deciso di non venire con noi” disse Edmund cercando di non sembrare troppo interessato.
“L’hai sentita, ha detto che finiva il capitolo del libro e poi forse ci avrebbe raggiunti!” disse Frannie alzando gli occhi al cielo.
“Puoi anche dirmelo se è andata a cercare il ragazzo di Beauxbatons di cui parlavate ieri, non è un problema” disse lui fingendosi indifferente.
Frannie non riuscì a reprimere una risata.
“Onestamente, credi che Mag lo farebbe? La conosci poco, amico, mio!” disse con l’aria di una che la sa lunga, cercando di non ridere di nuovo.
Mag era totalmente diversa da lei, non avrebbe mai seguito un ragazzo per provarci, men che meno avrebbe mai fatto il primo passo.
“E comunque sì che sarebbe un problema per te – sì lo so, non ne vuoi parlare” si affrettò a dire subito facendosi un’altra risata ai danni dell’amico.
“Sei davvero insopportabile” borbottò lui.
“Non è vero, e lo sai” disse Frannie prendendolo sotto braccio “E comunque non hai ancora fatto la lista degli invitati per sabato prossimo”
Era meglio cambiare argomento. Prima o poi si sarebbe deciso a parlarle dei suoi drammi amorosi. Edmund era completamente perso dietro a Mag, faceva poco o nulla per nasconderlo ma non tollerava che qualcuno lo punzecchiasse a riguardo. Però a Frannie, e a sua insaputa anche ai fratelli, divertiva prenderlo in giro a riguardo, ogni tanto.
Mag li raggiunse dieci minuti dopo con un sorriso smagliante.
“Wow, è quella la nave? Dite che ci fanno fare un giro sopra se chiediamo?” disse senza neanche annunciare il suo arrivo.
“Dobbiamo ingraziarci Viktor Krum” disse Frannie ridendo “o qualcuno dei suoi amici, tipo Dimitar”.
“Dannazione, spero di riuscire a scambiare due parole con Krum, prima della fine del Torneo!” disse Edmund.
“Anche io” sospirò Mag.
Tornarono insieme al Castello. Mag fece capire a Frannie che la missione era stata portata a termine con successo.
Fortunatamente, appena entrate in Sala Grande, trovarono una Susan piuttosto agguerrita che riempì Edmund di domande sul perché non le avesse riferito quali corsi avrebbe seguito quell’anno. Mag e Frannie ne approfittarono per sgattaiolare al terzo piano per vedere la stanza che avrebbero usato per la festa di Edmund.
“Deve essere questa” disse Mag facendo strada all’amica. Era un’aula piuttosto isolata, i banchi erano impolverati e su una lavagna era stata scritta una parolaccia di quelle che avrebbero fatto arricciare le labbra alla McGranitt. Probabilmente era opera di Pix, chissà di quanti anni prima.
“Beh, direi che qui ci scriviamo ‘Auguri Edmund’” disse Mag guardando la lavagna.
“Domani dobbiamo venire a pulire” disse Frannie “Edmund sarà da tenere a bada, ma se chiediamo ai gemelli di darci una mano possiamo farcela”
“Giusto! Poi potremmo dirgli che Lucy lo cerca urgentemente e farlo vagare per il castello alla sua ricerca. Non si placherà finché non l’avrà trovata” disse Mag sogghignando, anche se le dispiaceva l’idea di far stare in pensiero Edmund.
“A proposito, notizie di Peter?” chiese Mag.
“Ancora niente” sospirò Frannie “Però sono sicura che arriverà una risposta”
Si divisero i compiti per i due giorni successivi. Frannie avrebbe cercato tutti gli invitati e li avrebbe avvertiti della festa a sorpresa e si sarebbe occupata degli alcolici per fare il brindisi, Mag invece avrebbe pensato al cibo, alla torta, agli addobbi e al biglietto da parte sua e di Frannie. Il regalo glielo aveva comprato Frannie a Diagon Alley quell’estate.
L’indomani andò tutto liscio. Al mattino Edmund fu placcato dai gemelli Weasley che gli mostrarono le Crostatine Canarine e alcune merendine marinare di loro invenzione. Edmund fortunatamente fu molto interessato a tutto, anche se si pentì di aver provato i Pasticcetti Svenevoli.
Intanto Mag, Frannie e straordinariamente Lucy si erano date da fare per pulire da cima a fondo la stanza. Nel pomeriggio, dopo pranzo, Frannie accorse in Sala Comune mentre Mag e Edmund giocavano distrattamente (ma segretamente beati della presenza dell’altro) con Jaime, e avvertì il ragazzo che Lucy lo cercava.
“Ti ha detto perché?” chiese lui balzando in piedi, allarmato.
“No, ha detto solo di raggiungerla il prima possibile” disse Frannie.
“E dov’è?”
“Boh, forse stava andando in cortile” disse la ragazza con un’alzata di spalle.
Mag fece di tutto per non ridere. Non era brava a mantenersi seria in quelle occasioni, ragion per cui sarebbe stata Frannie a trascinare Edmund alla sua festa, l’indomani. Fortunatamente il ragazzo non se ne accorse e uscì dalla Sala Comune di corsa.
“Speriamo di non incontrarlo” disse Mag alzandosi in piedi.
“Altrimenti gli diciamo che stiamo cercando il ragazzo francese” rispose Frannie con naturalezza “Non vorrà venirci dietro”
“Quello che a te piace, certo” disse Mag ridendo.
Insieme andarono verso l’aula portando i festoni ben nascosti nella cartella di Mag. Furono felici di trovare anche Laets, che era arrivata per dar loro una mano.
“Qualche notizia di Peter?” chiese Laets speranzosa.
“Ancora niente” disse Frannie.
Quando uscirono dalla sala erano decisamente soddisfatte. Avevano appeso dei festoni verde e argento sul muro, Mag aveva cancellato la parolaccia sulla lavagna e con dei gessetti colorati aveva scritto in bella grafia “Tanti auguri, Edmund!”; con un po’ di fatica erano riuscite a trasfigurare le sedie in divanetti. Lo stereo gentilmente prestato da Lee Jordan era pronto per essere utilizzato, fortunatamente c’era un caminetto, come nella maggior parte delle aule di Hogwarts. La sala non era troppo grande, perciò aveva un aspetto intimo.
“Speriamo che sia felice” disse Mag mentre tornava in Sala Comune con Frannie. Quando arrivarono trovarono Dante appollaiato sul camino e Edmund e Zabini che si sfidavano a scacchi.
“Vedo che non sei migliorato molto, Zabini” disse Frannie avvicinandosi e stringendo il la pergamena presa dalla zampa di Dante.
“Dove diavolo eravate finite?!” chiese Edmund distraendosi per un attimo dalla partita “E comunque Dante ha dei seri problemi. Ho cercato di prendere il biglietto che portava ma mi ha quasi staccato un dito”
“In giro” disse Mag guardandosi intorno “ho incontrato Aurora e ci siamo prese un tè con Frannie, vero?”
“Sì, infatti” disse Frannie in fretta “E comunque ho addestrato bene Dante, a quanto pare” 
“…Pennuto malefico” disse lui sbuffando; mosse pigramente una pedina.
“Alla fine Lucy era nella sua Sala Comune, ho girato il castello in lungo e in largo solo per sentirmi dire che ha comprato dei biscottini per Silver” aggiunse sbuffando.
“Poteva inventarsi una scusa migliore” pensò Frannie.
“Beh, si vede che per lei era importante” disse Mag facendo una risata nervosa.
Edmund fece scacco matto a Zabini, che si alzò indispettito e se ne andò, seguito da Draco che lo prendeva in giro.
“Senti, non è che potresti sfidare anche Draco, un giorno o l’altro?” chiese Mag guardando con aria truce il ragazzo.
“Potrei anche farlo” disse Edmund con un’alzata di spalle.
“Magari dopo il compleanno, altrimenti se perde è capace di non farti il regalo” disse Frannie alzando gli occhi al cielo. Odiava quando Edmund passava dalla parte di Mag per Draco.
Andarono a cena. Mag non stava più nella pelle per il giorno dopo, non vedeva l’ora di fare gli auguri a Edmund e di iniziare a tutti gli effetti l’anno scolastico. Anche Frannie era piuttosto esaltata, più che altro per la festa di Edmund. Era il primo del gruppo a diventare maggiorenne, meritava una festa in grande.
Dopo cena tornarono in Sala Comune e chiacchierarono un po’, poi, dopo che Mag ebbe sbadigliato quattro volte di seguito, decisero di andare a dormire. Mag avrebbe avuto lezione subito, mentre Frannie, Edmund e Jasmine potevano dormire un po’ di più. Ovviamente Edmund si sarebbe ugualmente svegliato prima delle tre ragazze, come al solito. A tal proposito Mag avanzò una proposta che fu bocciata in tronco da Jasmine. Frannie fu difficile da convincere ma dopo una lunga discussione disse che per lei andava bene.
“Dai, sarebbe strano se andassi solo io” disse Mag arrossendo. 
“Il solo fatto che tu l’abbia pensato è strano” buttò lì Frannie con un sorriso malizioso “E comunque non ti preoccupare, lo faccio per Edmund”
“Non essere sciocca, è un mio amico e voglio farlo felice per un giorno, stop, dov’è la parte strana?”
Frannie alzò gli occhi al cielo, indecisa se spiegarle dettagliatamente la situazione o no, ma decise di tacere.

*

Edmund si svegliò come al solito prima delle sei. Ci mise un po’ a realizzare che il giorno del suo compleanno arrivato, ma quando fu in piedi era già arzillo e sorridente. Andò in bagno a prepararsi e dopo meno di mezz'ora scese in Sala Comune, che era deserta. Avrebbe aspettato Mag e Frannie per un’oretta e poi sarebbe andato a fare colazione. Sperava che qualcuno si ricordasse del suo compleanno. Per quanto riguardava Mag non c’era da temere, dato che sapeva meglio di lui anche il giorno del compleanno dei suoi fratelli, di Silver e forse anche di sua madre. Poteva anche confidare in Frannie senza difficoltà, dato che in quei giorni sembrava essere molto presa dall’organizzazione della sua festa. Per altri invece aveva un po’ paura; forse nessun altro lo avrebbe ricordato. Poco prima delle sette sentì delle voci provenire dal dormitorio delle ragazze e sperò con tutto il cuore che fossero le sue amiche. Mag e Frannie fecero capolino dalla porta poco dopo; Mag era sveglia, vestita con la divisa e sorridente, mentre Frannie era ancora in pigiama, ma sorridente quanto Mag. Si alzò in piedi e fu travolto dall’abbraccio di Frannie, che gli stampò un bacio su una guancia e gli strillò i suoi auguri nell’orecchio. Quando l’abbraccio fu sciolto anche Mag lo stritolò e gli fece gli auguri.
“Sei maggiorenne!” trillò dandogli un sonoro bacio sulla guancia.
“Andiamo a fare colazione?” chiese lui con un gran sorriso.
“Io ci sono!” disse Mag prendendo da terra la sua tracolla “Speriamo che ci sia la tua torta preferita!”
“Io ti raggiungo dopo, Ed” disse Frannie.
“Ma come?” chiese Mag.
“Abbiamo lezione alle dieci, me ne torno a dormire” disse la ragazza alzando le mani al cielo. Mag sbuffò.
“Va bene” disse Edmund ridendo “Nemmeno io ho lezione ma non riesco a dormire, ti aspetto in Sala Grande allora”.
Mag guardò un po’ intristita l’amica che tornava nel dormitorio, poi si voltò e si accorse che Edmund la stava fissando. Le era venuta un po’ di ansia all’idea di rimanere sola con Edmund.
“Beh, andiamo?” disse prendendolo goffamente a braccetto.
Arrivati in Sala Grande notarono che si stava già riempendo, in particolare c’erano tutti i ragazzi dei primi quattro anni.
Il tavolo dei Serpeverde era già abbastanza affollato. Si sedettero e prima di avere il tempo di prendere qualcosa da mangiare, arrivò Lucy e strinse il fratello in un abbraccio.
“Auguri Ed! Posso stare qui con te?” chiese felice.
In tutta risposta Mag le fece spazio, anche se a malincuore. Nel tragitto fra la Sala Comune e la Sala Grande aveva iniziato a piacerle l’idea di fare colazione da sola con il ragazzo. Poco dopo, a loro si unì anche Susan, che quel giorno sembrava più contenta del solito. Man mano che i membri della Casa Serpeverde arrivavano, con grande sorpresa di Edmund, si avvicinavano a lui per fargli gli auguri. Draco gli strinse solennemente la mano, e anche il resto della squadra passò a salutarlo; persino Hans, dall’altra parte del tavolo, con il suo solito sguardo odiosamente gentile gli fece i suoi auguri, ai quali Edmund si sforzò di rispondere cordialmente. L’unico Serpeverde che quel giorno sembrò non sapere che era il suo compleanno fu Montague, che lo evitò per tutto il giorno. Intanto anche Fred e George si diressero verso il loro tavolo per fare a Edmund gli auguri. I due furono visti di cattivo occhio dal gruppo di Malfoy, ma non se ne curarono. 
“Bella giornata, eh?” disse Fred prendendo un pezzo di torta dal vassoio davanti a Edmund.
“Il sole splende”
“All’incirca” disse Fred, guardando il soffitto della Sala che era inequivocabilmente grigio.
“Pevensie diventa maggiorenne”
“Così può allacciarsi le scarpe con la magia”
“O soffiarsi il naso”
“Grazie ragazzi” tagliò corto Edmund che già stava ridendo.
Rimasero a far baccano per un po’, poi tornarono al loro tavolo e alla fine rimasero Mag, Edmund e le sue sorelle. Dopo un po’ però la ragazza dovette alzarsi e andare a lezione. Salutò l’amico mettendogli timidamente una mano sulla spalla e uscì dalla sala.

*

“Allora, come è andata Aritmanzia?” chiese Edmund sorridendo quando vide Mag arrivare. Frannie era arrivata da poco e stava facendo colazione.
“Bene, a parte il fatto che non siamo nemmeno dieci a lezione” disse Mag posando la tracolla “Però mi piacciono i corsi con poche persone. Tony è nel banco dietro al mio”
“Bene, così lo terrai d’occhio per me” disse Frannie.
Dopo mezz'ora si diressero eccitati verso l’aula di Difesa. Conoscere nuovi professori metteva sempre tutti di buon umore, anche se questa volta erano un po’ timorosi, dal momento che l’insegnante era un uomo molto conosciuto, soprattutto in ambiente magico.
Mag e Laets si misero al primo banco, come al solito, anche Frannie e Edmund riuscirono a prendersi il primo banco nella fila accanto. Straordinariamente anche Fred e George si sedettero al primo posto. Erano più eccitati di tutti gli altri messi insieme. Attesero tranquilli l’arrivo del professore, Mag e Laetitia parlarono della festa di Edmund, attente a non farsi sentire, mentre Frannie scrisse sulla pergamena degli appunti di Edmund “Auguri”, con accanto un cuoricino, cosa che gli fece alzare gli occhi al cielo ma sorridere di cuore. A un certo punto sentirono il tonfo dei passi diseguali di Moody che percorreva il corridoio e tutti si zittirono.
Mag aveva il libro spalancato sulla prima pagina, così come altri ragazzi. La prima cosa che disse Moody fu “Metteteli via, non ci servono”.
Una volta arrivato alla cattedra, prese il registro e fece l’appello. L’occhio magico era decisamente inquietante, dal momento che roteava da uno studente all’altro e si soffermava in modo invadente sui volti, mentre l’altro occhio leggeva i nomi.
“Allora” disse quando chiamò i Weasley, ultimi della lista “il professor Lupin mi ha mandato una lettera in cui ci teneva a informarmi sugli argomenti trattati l’anno scorso in questa classe. Ho dato un’occhiata ai vostri voti e ve la siete cavata molto bene con i GUFO”.
Frannie sospirò quando Moody nominò Lupin, Edmund le diede una gomitata.
“Da quanto ho capito avete affrontato il tema delle maledizioni, ma quanto nel dettaglio?” disse guardandosi intorno. I ragazzi si guardarono in faccia senza sapere cosa rispondere.
“Quando si tratta delle Arti Oscure, io credo in un approccio pratico” affermò senza pretendere una risposta alla sua domanda “Ditemi. Cosa sapete dirmi delle Maledizioni Senza Perdono?”
Erano tutti piuttosto preparati in merito, dato che una delle domande dei GUFO verteva proprio su quell’argomento. La maggior parte degli studenti alzò la mano.
“Tu” abbaiò puntando il dito contro uno dei gemelli “un Weasley, immagino. Sentiamo”
Accadeva davvero di rado che Fred o George alzassero la mano per dire una cosa sensata. Mag e Laets guardarono l’amico sconcertate.
“La Maledizione Imperius!” disse quello che doveva essere George “Nostro padre ce l’ha spiegata una volta”
L’occhio sano di Moody scintillò per un attimo in maniera inquietante, poi ammiccò.
“Procura sempre non pochi problemi al Ministero. Tuo padre la conosce bene” disse con uno strano sorriso “…Mi ha tirato fuori da un bel guaio l’altro giorno… Ora, il Ministero vorrebbe che mi limitassi a insegnarvi solo le contromaledizioni. NON SONO D’ACCORDO” disse battendo un pugno sulla cattedra e alzando improvvisamente la voce, facendo sobbalzare Mag e qualcun altro.
“…Ormai siete al sesto anno e dovete sapere come si manifestano gli Anatemi più Oscuri. Il professor Silente pensa che i vostri nervi siano sottovalutati. Pensa che possiate farcela. Prima sapete cosa dovrete affrontare, meglio è, dico io. Un mago che sta per scagliarvi contro un anatema illegale non vi dirà cosa ha intenzione di fare. Non ha intenzione di comportarsi lealmente. Dovete essere preparati. Dovete essere vigili e attenti. Dovete mettere via quella roba, SIGNOR WINDFALL!” urlò facendo sobbalzare di nuovo Mag e l’antipatico ragazzo Corvonero che stava mostrando alla vicina di banco un disegnino appena fatto. Frannie non riuscì a trattenere la risata, Edmund portò una mano alla fronte, scuotendo la testa per l’assenza di autocontrollo dell’amica. 
“…Allora, siete d’accordo?” chiese tornando in sé e guardando gli studenti, che annuirono spaventati. Le lezioni tranquille e pacate di Lupin erano ormai alle loro spalle.
Il professore si mosse a passi pesanti verso la scrivania ed estrasse dal cassetto un barattolo di vetro. Dentro zampettavano tre enormi ragni neri. Mag, schifata, si rannicchiò contro Laetitia, che a sua volta non era per niente a suo agio. Frannie e Edmund invece non si erano scomposti, anzi, vedendo Mag, Frannie diede una gomitata a Edmund e i due si fecero una risata ai danni dell’amica.
Moody pescò nel barattolo uno dei tre ragni, lo tenne nel palmo della mano e con un “Engorgio” lo ingrandì, in modo che tutti lo vedessero. Aurora si fece scappare un lamento di orrore. Il professore puntò la bacchetta contro il ragno e pronunciò: “Imperio!”
Il ragno si calò con un balzo dalla mano di Moody appeso a un sottile filo di seta, e prese a dondolarsi avanti e indietro come su un trapezio. Tese le zampe rigidamente, poi fece un salto all’indietro, spezzando il filo e atterrando sulla scrivania, dove cominciò a fare la ruota. Moody agitò la bacchetta, e il ragno si alzò su due delle zampe posteriori e si esibì in quello che era un inconfondibile passo di tip tap.
I due gemelli furono i primi a scoppiare a ridere, seguiti da Lee Jordan e da altri ragazzi. I tre Serpeverde e Laets invece erano piuttosto a disagio, e Moody lasciò che quasi tutta la classe iniziasse a ridere, rimanendo serio.
“Vi sembra divertente, eh?” sbottò “Vi piacerebbe se lo facessi a voi?”
Le risate si spensero quasi all’istante, la classe cadde in un silenzio imbarazzato.
“Controllo totale” disse il professore “Potrei costringerlo a saltare fuori dalla finestra, ad affogarsi, a ficcarsi giù per la gola di uno di voi”
Edmund aveva la nausea.
“…Anni fa c’erano un sacco di maghi e streghe controllati dalla Maledizione Imperius” disse Moody, alludendo sicuramente agli anni in cui Voldemort era al potere “Un bel lavoretto per il Ministero, cercare di stabilire chi era costretto a fare certe cose e chi le faceva di sua spontanea volontà, non trovate? …Per contrastarla ci vuole una grandissima forza di carattere, e non tutti ce l’hanno. Meglio evitare di esserne vittime. VIGILANZA COSTANTE!” abbaiò alla classe, e tutti sussultarono.
“Altre maledizioni illegali?” chiese Moody ricomponendosi e mettendo il ragno nel barattolo.
Questa volta ad alzare la mano furono solo alcuni, anche se tutti sapevano la risposta. Mag si chiese se avrebbe fatto una dimostrazione pratica di tutte le Maledizioni senza Perdono, guardò Frannie e capì che la ragazza si era appena posta la stessa domanda.
“Tu” disse Moody puntano il dito contro Edmund, che aveva alzato la mano indeciso “Tu sei Pevensie, vero?”
“Sì, signore” rispose Edmund “La Maledizione Cruciatus…”
La conosceva bene, fin troppo bene. L’aveva sentita sulla sua pelle anni prima, sotto il folle potere di sua zia Jadis. Dopo averla nominata rabbrividì, Frannie gli toccò il braccio in segno di sostegno. Mag lo guardò di sottecchi e notò che era impallidito.
Moody tenne fisso l’occhio magico su Edmund, che si sentì quasi violato da quello sguardo meccanico, mentre l’altro occhio lo puntò sul ragno.
Mag lottò contro sé stessa per non dire ad alta voce quel che pensava, cioè che non c’era bisogno di farlo, ma Moody incuteva troppo timore, non voleva inimicarselo alla prima lezione. Mentre il professore ingrandiva il nuovo ragno, tutta la classe trattenne il respiro.
“Crucio!” disse Moody puntando la bacchetta contro il ragno.
D’un tratto, le zampe del ragno si piegarono sotto il suo corpo; l’animale si rovesciò e prese a contorcersi orribilmente, dondolando da una parte all’altra. Non emise alcun suono, ma Edmund fu certo che se avesse potuto, avrebbe urlato. Lo sapeva, lo aveva già visto, lo aveva già fatto. Improvvisamente si sentì mancare la terra sotto i piedi e ringraziò di essere già seduto. Frannie non lo aveva perso di vista per un attimo e gli strinse il braccio molto forte, facendolo riprendere leggermente. Moody non spostò la bacchetta, e il ragno cominciò a sobbalzare e ad agitarsi più violentemente. Per Mag fu troppo. Incapace di proferire parola, trascinò la sedia all’indietro facendola stridere sul pavimento. Era pronta ad alzarsi e uscire dall'aula, ma qualcosa la bloccò. Si sentiva come se sul suo banco si fosse materializzato un cadavere in putrefazione. Odiava i ragni con tutta sé stessa, ma la tortura nei confronti di qualsiasi essere vivente la faceva star male. La sua sedia andò a sbattere contro il banco dietro di lei. Prima che decidesse di muovere qualche passo verso la porta, Moody si accorse di star esagerando e mise fine alla sofferenza della bestia.
“Reducio” mormorò puntando la bacchetta contro il ragno, che continuava a contorcersi. Arrossendo violentemente, Mag risistemò la sedia.
Insieme a Frannie guardò Edmund. Aveva gli occhi sbarrati e stravolti.
“Tutto bene?” sussurrò Frannie all'amico. La sua voce sembrò riportarlo alla realtà. Si schiarì la gola e borbottò un sì sommesso.
“Dolore” disse Moody dolcemente; a Frannie non piacque per niente quel tono “Non c’è bisogno del torchio o degli aggeggi inventati dai Babbani per torturare qualcuno, se sapete scagliare la Maledizione Cruciatus. Anche quella era molto popolare tempo fa. Ne conoscete altre?”
Mag si guardò attorno. Dalle facce, capì che si stavano chiedendo tutti cosa sarebbe successo all’ultimo ragno. Nessuno alzò la mano, Moody guardò lei. Aveva attirato troppa attenzione poco prima.
“Rosander, vero?”
“Sì” rispose senza riuscire a guardarlo negli occhi “C’è l’Avada Kedavra”
“L’anatema che uccide” disse Moody in tono grave. Si diresse verso il barattolo, estrasse l’ultimo ragno, che sembrò intuire quel che gli stava per succedere e cercò disperatamente di non farsi prendere.
“Professore, non c’è bisogn–” squittì Laetitia.
“Avada Kedavra!” ruggì Moody.
Ci furono un lampo di luce verde accecante e un rumore improvviso, come se un’entità enorme e invisibile galleggiasse nell’aria: il ragno si rovesciò sulla schiena all’istante, intatto ma chiaramente morto.
Mag portò una mano alla bocca e represse un lamento. Frannie fissò il ragno morto davanti a lei sentendo dentro di sé montare un sentimento mai provato prima per un professore. Era disgusto, o qualcosa del genere.
Moody spazzò via il ragno morto dalla cattedra con sguardo impassibile.
“Avada Kedavra è una maledizione che ha bisogno di essere sostenuta da un grande potere magico: potreste estrarre tutti le vostre bacchette adesso, puntarle contro di me, e pronunciare le parole, e dubito che mi fareste uscire anche solo il sangue dal naso. Ma questo non ha importanza. Non sono qui per insegnarvi come si fa. Ma dovete sapere. Dovete capire cos’è il peggio e come affrontarlo. Vigilanza costante!!”
I ragazzi lo fissarono sotto shock. Non si aspettavano una lezione del genere. Moody iniziò a dettare loro gli appunti e il resto della lezione passò decisamente più tranquillo. Quando uscirono gli unici davvero entusiasti erano Fred, George e Lee Jordan.
“Ma dico, avete visto come si contorceva? Ma quanto è forte Moody?” disse Lee.
“E quando l’ha ucciso?” disse George.
“Diamine, lui sì che sa” aggiunse Fred.
I tre Serpeverde non erano molto d’accordo, e anche Laets, che era tornata fra i suoi compagni Corvonero, era piuttosto scossa. In due ore di lezione Edmund era passato dall’essere sotto shock all’essere furioso. Frannie e Mag era disgustate, ma anche preoccupate per lui. 
"Dubito che Silente possa approvare” disse Mag.
“C’è un motivo per cui queste Maledizioni sono illegali! Non avrebbe dovuto mostrarle davanti alla classe!” sbottò Frannie.
Edmund era rimasto in silenzio, si era persino dimenticato che fosse il suo compleanno e che fino a due ore prima era il ragazzo più felice della terra. Mag lo notò e si avvicinò con cautela, mettendogli una mano sulla spalla e stringendola. Ricordava bene le parole di Edmund dell’anno prima. Conosceva la maledizione Cruciatus perché l'aveva provata di persona. Prima che riuscisse a dire qualcosa, la loro attenzione fu attirata dal tonfo della gamba di legno di Moody, il quale stava uscendo dall’aula e si dirigeva verso di loro. Il professore scostò bruscamente Mag per poi rivolgersi a Edmund. La ragazza lo guardò offesa.
“Va tutto bene, ragazzo?” gli chiese senza degnare di uno sguardo le due studentesse.
“Sì, tutto bene” rispose Edmund a denti stretti.
“Brutta storia, brutta storia” borbottò Moody “Ho conosciuto tua zia, tempo fa. Gran brutta storia”
Mag e Frannie impallidirono, Edmund si irrigidì ancora di più.
“…Perché non vieni nel mio ufficio? Possiamo berci una tazza di tè…” azzardò Moody.
Mag ebbe la sensazione che se il professore non avesse tolto la mano dalla spalla di Edmund entro tre secondi, il ragazzo si sarebbe scostato, e lo avrebbe fatto malamente. E così fu.
“No, grazie. C’è il pranzo, e poi sono già in compagnia” disse scostandosi nella maniera meno rude che gli riuscì.
“Come vuoi” disse squadrando Mag e Frannie che avevano assunto un’aria piuttosto compiaciuta “Ci vediamo giovedì”
Si voltò e se ne andò.
“Ma come si permette?” sbraitò Edmund quando finalmente furono soli.
“Hai perfettamente ragione” disse Mag, a sua volta arrabbiata. Non sapeva se stringergli il braccio per calmarlo o no, temeva che la respingesse come aveva appena fatto con Moody.
“Parlare di lei, ma… Come… Come si è permesso?” disse lui camminando ancora più velocemente “Cosa voleva fare? Offrirmi un tè e passarlo a parlare di zia Jadis e di quando si divertiva a –?!” si bloccò prima di terminare la frase, era troppo difficile per lui parlare di quei momenti, lo faceva stare troppo male.
“È stato inopportuno e invadente” disse Frannie, arrabbiata quanto l’amico “Anche a lezione. Se sapeva come stanno le cose, non avrebbe dovuto rivolgerti la parola”
“E poi lo ha detto davanti a voi!” disse Edmund portandosi le mani alla testa.
Se le due non lo avessero già saputo avrebbe dovuto spiegarglielo in quel momento, cosa inammissibile. Ci aveva messo quasi tre anni ad aprirsi con loro, dopo quello che era successo. L’idea di parlarne a cuor leggero con uno sconosciuto gli faceva venire la nausea.
“Almeno non lo ha detto davanti alla classe” disse Mag. Prese coraggio e strinse il braccio all’amico. Lui si irrigidì, ma non la respinse e si limitò a guardarle la mano.
“…Non avrebbe dovuto dirlo, non avrebbe dovuto fare quelle cose a lezione” continuò Mag.
“Non mi piace per niente” disse Frannie “Lupin era mille volte meglio. Moody sarà anche stato un grande, ai tempi, ma mi sembra troppo fuori di testa”
Nessuno osò contraddirla. Lupin mancava già a tutti. Rimasero fermi davanti alla Sala Grande per aspettare che Edmund si calmasse, prima di andare a pranzo. Fortunatamente erano liberi fino alle tre, così se la presero comoda. Dopo pranzo Mag lasciò Edmund e Frannie da soli mentre andava nelle cucine a prenotare tutto il cibo necessario per la festa. Sperava davvero che quella sorpresa gli risollevasse il morale.
Quando tornò li trovò in Sala Comune a giocare a scacchi con un inaspettato rivale: Hans, il quale era circondato dai suoi compagni del settimo anno. Mag arrossì violentemente e prese in considerazione l’idea di scappare, ma Frannie la vide e fece cenno di avvicinarsi. Era raggiante, il che voleva dire solo una cosa: Edmund stava vincendo. La ragazza si avvicinò a passi incerti verso il gruppo, fra cui c’erano anche Draco e i suoi due tirapiedi.
“Ciao” disse fissando la scacchiera, attenta a non guardare in faccia il suo ex.
“Ciao Mag” la salutò subito lui, lei gli concesse un mezzo sorriso.
“Draco, ti spiace farle posto?” disse Edmund al ragazzo, che si era seduto accanto a lui sul divanetto.
“Lascia stare, mi siedo accanto a Frannie” disse lei sorridendo compiaciuta dello sguardo contrito di Draco, che guardò Goyle accanto a lui e gli intimò di sedersi per terra. Frannie guardò Gregory Goyle abbassare la testa e fare come gli aveva detto l’amico e pensò che se Mag o Edmund l’avessero trattata in quel modo, come minimo avrebbe buttato per terra loro; ma fra lei e i suoi amici c'erano abbastanza complicità e rispetto da non permettere che accadessero queste bassezze.
La partita procedeva abbastanza tranquilla, anche se Hans stava dando del filo da torcere all’amico.
“Stai facendo un regalo di compleanno a Pevensie?” chiese Higgs ridendo quando il cavallo di Edmund distrusse la prima torre di Hans.
“Può darsi” rispose Hans, che mai avrebbe ammesso di aver studiato nei minimi dettagli quella mossa che si era appena rivelata perdente.
Edmund sembrava deciso a distruggere il ragazzo che l’anno precedente era stato uno dei motivi principali del suo malumore cronico, e sembrava farcela. Mag non riusciva a capirci molto di scacchi, anche se qualche volta ci aveva giocato, quindi rimase con il fiato sospeso finché la regina di Edmund non fece a pezzi il re di Hans, che guardò la scena con occhi sbarrati. Una domanda premeva per uscire dalla sua bocca “Come diavolo hai fatto?”, ma era troppo orgoglioso per chiederglielo, e poi le urla esaltate di Frannie e Mag gli davano troppo fastidio. Anche Draco sembrava piuttosto compiaciuto della sua sconfitta.
“Voglio la rivincita!” disse serissimo. Edmund lo squadrò.
“Non so se ti conviene” disse incrociando le braccia e appoggiando la schiena al divanetto, piuttosto rilassato. Frannie lo imitò nella postura e lo squadrò. Mag li guardò e sentì di voler loro un bene immenso.
“Non vorrei fare la guastafeste, ma è ora di andare a lezione” disse guardando prima l’orologio e poi Edmund con un sorriso complice.
“Hai ragione, Mag” disse lui alzandosi in piedi. Mag guardò Hans e alzò le spalle come per dire “è così, arrangiati”.
Quando uscirono dalla Sala Comune insieme a Miles, Mag non riuscì a trattenersi dal dire a Edmund che lo adorava. Notò con piacere che quella partita era riuscita a fargli tornare il buon umore, e forse anche quel “ti adoro” che gli aveva detto con molto ardore.
“Se avessi perso mi sarei buttato dalla torre di astronomia” disse il ragazzo sorridendo compiaciuto.
“O avremmo buttato giù lui e tutti i testimoni” disse Frannie.
“Mi piace di più questa soluzione” disse Mag scoppiando a ridere.
Arrivati a lezione, Mag e Frannie non ascoltarono molto. Dato che Edmund era in banco con Laetitia, loro due sistemarono gli ultimi dettagli della festa comunicando attraverso un foglietto.
Alla fine della lezione tornarono ognuno nella propria Sala Comune, poi a un certo punto Mag andò a cambiarsi, tolse la divisa e indossò dei jeans e un elegante maglioncino blu petrolio e annunciò che sarebbe andata in biblioteca, lasciando Frannie e Edmund da soli.
"Ci vediamo a cena, non aspettatemi qui!" disse cercando di non ammiccare a Frannie.
“Io vado a cambiarmi per la cena” disse Frannie con aria disinteressata dopo che fu passata quasi un’ora “Consiglierei anche a te di farlo”
“Ma sono le cinque” protestò Edmund.
“Sì ma prima volevo fare un giro fuori, quindi poi non c’è più tempo” disse lei alzandosi in piedi “Dato che devi venire con me ti conviene fare lo stesso”
“Devo?” le urlò Edmund mentre lei faceva i primi scalini verso il dormitorio.
“Sì!” fu l’ultima parola di Frannie.
A malincuore Edmund andò a cambiarsi. Avrebbe preferito rimanere in Sala Comune, ma tutti i suoi amici sembravano essere scomparsi. Solo la presenza di Frannie lo aveva convinto che non era un complotto nei suoi confronti. Sperava che almeno Mag avrebbe rinunciato allo studio per quel giorno, e invece lo aveva lasciato solo.
Tolse la divisa un po’ imbronciato e infilò dei jeans e la felpa della divisa da Quidditch; dopo dieci minuti era di nuovo in Sala Comune ad attendere Frannie. La ragazza arrivò poco dopo con un paio di pantaloni attillati e un maglioncino rosa.
“Dove devi andare vestita così?” chiese Edmund.
Di solito la ragazza rimaneva in tuta o indossava maglioni meno eleganti per rimanere in castello.
“È per farti fare bella figura mentre siamo in giro insieme” rispose lei con un sorriso esaltato. Lo prese sotto braccio e uscirono dalla Sala Comune.
Quando furono davanti alla Sala d’Ingresso, al posto di uscire in cortile, Frannie si diresse verso l’ampia scalinata che portava ai piani superiori.
“Ma non dovevamo andare fuori?” chiese Edmund alzando un sopracciglio.
“No, prima voglio chiedere a Mag se ha voglia di unirsi a noi” disse Frannie alzando le spalle. Edmund non ebbe nulla da ridire.
Fortunatamente la biblioteca si trovava proprio al terzo piano, per cui non fu difficile trovare una scusa per trascinarlo fino a lì. Solo che la stanza era un po’ più in là rispetto alla biblioteca, ma non era un problema per lei. Avrebbe improvvisato.
“…E poi mi ha detto che avrebbe frequentato anche Erbologia e Cura delle Creature Magiche, quindi lo vedrai e dovrai raccontarmi cosa dice e cosa fa, d’accordo?”
Frannie aveva passato metà del tragitto sulle scale a parlare di Tony. Edmund sospirava e annuiva.
“Cura delle Creature magiche ce l’ho verso la fine della settimana. Mi ha detto Fred che Hagrid vuole farci cavalcare ancora gli Ippogrifi, io non vedo l’ora” disse Edmund cercando disperatamente di cambiare discorso.
“Ti ho raccontato di quella volta in cui ho visto un Fwooper?” disse Frannie quando arrivarono al terzo piano. Edmund scosse la testa, dando il via libera al racconto di Frannie.
A metà del racconto superarono la biblioteca, ma Edmund quasi non se ne accorse. Quando furono a dieci metri dalla stanza però si fermò.
“Guarda che la biblioteca è di là!” disse a Frannie. Lei impallidì leggermente. Ce l’aveva quasi fatta.
“Dai, arriviamo alla fine del corridoio, così finisco di raccontare, poi entriamo in biblioteca” disse gesticolando con noncuranza.
Edmund non capì il senso del camminare inutilmente quando potevano finire il loro discorso fermi davanti alla biblioteca, ma la seguì ugualmente, anche se cominciava ad avere la strana sensazione che qualcosa non quadrasse.
“…Menomale che quella mia amica conosceva l’incantesimo silenziatore, altrimenti adesso sarei più pazza di quello che sono”
“Le manderò dei fiori” disse Edmund ridendo.
“Però all’inizio il canto era bellissimo… Oh, guarda, tu ci sei mai stato in questa stanza?” disse indicando la porta e alzando la voce per farsi sentire dai ragazzi che stavano dietro.
“Perché diavolo stai urlando, Fran!?” sibilò il ragazzo guardandosi intorno sperando che nessuno fosse in ascolto “…Comunque no, ma che importa…?”
Frannie spalancò la porta e spinse dentro Edmund, che stava iniziando a contemplare l’idea che Frannie soffrisse di una pazzia latente causata da quel Fwooper.
Quando entrò la stanza era al buio, ma improvvisamente la luce si accese e si ritrovò davanti tutti i suoi amici che gli urlarono in coro “SORPRESA!”
Frannie lo spinse più dentro alla sala e gli passò un braccio intorno alle spalle.
“Buon compleanno!” gli disse dandogli un bacio sulla guancia.
Per la prima volta Mag riuscì a battere Lucy sul tempo e si fece avanti per abbracciarlo. Lui era ancora stordito dalla sorpresa e si rese conto che c’era anche lei solo quando si ritrovò il viso immerso nei suoi capelli. La strinse più forte del solito quando sentì le braccia di lei intorno al suo collo.
“Ci sei anche tu!” mormorò sconcertato.
“Beh, mi pare ovvio, scusa. È stata una mia idea!” disse lei staccandosi a malincuore dall’abbraccio per far spazio anche a Lucy e a tutti gli altri.
“Davvero?” chiese lui guardandola negli occhi.
“Come se noi non valessimo niente, Rosander” si intromise Frannie.
“Lasciale il suo momento di gloria, dai!” disse Jasmine che, con Aladdin, era arrivata per fare i suoi auguri a Edmund, che a ogni abbraccio sorrideva sempre di più.
C’erano tutti i suoi amici: la squadra di Quidditch al completo, tranne Hans e Montague, notò con piacere, Fred, George e Lee Jordan, Laets, Aladdin e le sue sorelle. Dallo stereo provenivano canzoni rock di gruppi magici che facevano da sottofondo. Su un tavolo c’erano salatini di ogni sorta, insieme a un discreto numero di dolci, tortine, pasticcini e cupcake. Su un tavolo a parte, una grande torta di panna, fragole e qualche spruzzata di cioccolato attendeva di essere tagliata.
Edmund fece un giro per la stanza seguito da Frannie e Lucy che gli saltellavano intorno in preda all’euforia del momento, poi si voltò e guardò solennemente gli invitati.
“Non dovevate! Grazie!” disse imbarazzato.
“Ma certo che dovevamo! Sei maggiorenne!” disse Frannie dandogli un buffetto sulla testa e abbracciandolo di nuovo.
“Serviti per primo” disse Laets “Sei il festeggiato!”
Dopo un po’ erano tutti seduti a mangiare e bere, raccontando a Edmund le imprese compiute per organizzare la festa, soprattutto per tenergli nascosta la sorpresa; inoltre era stato quasi divertente pulire quella stanza che sembrava non essere stata toccata da anima viva negli ultimi cinquant’anni. Lui ascoltava e sorrideva, era davvero felice.
“Io direi che dovresti aprire i regali” disse Frannie tirando fuori la bacchetta e appellando un banco su cui erano stati ammassati tutti i regali. Edmund l’aveva visto da subito ma aspettava che qualcuno gli dicesse che erano per lui.
“Apri prima il nostro!” disse Lucy prendendo un pacchetto argentato e passandoglielo.
Come da tradizione per i maghi maggiorenni, i famigliari di Edmund gli regalarono un orologio d’oro con le stelle al posto delle lancette.
“Lo abbiamo scelto con Peter quando eri in giro per la Sardegna” disse Lucy abbracciandolo da dietro il divano. Edmund era seduto fra Mag e Frannie.
“Spero che ti piaccia” disse Susan sorridendogli.
“Ma certo! È bellissimo!” disse Edmund cercando di metterselo al polso subito.
“Lascia, ti aiuto io” disse Frannie mentre Mag passava al ragazzo il pacco che conteneva il regalo da parte della squadra di Quidditch.
“Non sapevamo che quest’anno non ci sarebbe stato il Quidditch” disse Adrian.
“Ma potrebbe comunque tornarti utile!” disse Miles sorridendo e dando una gomitata all’amico che aveva appena parlato. Mentre Edmund apriva il regalo, che era stato fatto anche da parte di Malfoy e Higgs, Frannie si sporse verso Mag.
“Dobbiamo chiedere a Miles come va con Adrian” disse sottovoce. Mag annuì e soffocò una risata. Quei due erano diventati uno dei punti principali da discutere quando iniziavano ad aggiornarsi sui pettegolezzi.
Il regalo consisteva in un set personale per giocare a Quidditch. C’erano tutte le quattro palle e due mazze da battitore. 
“Che bello! Grazie!” disse Edmund entusiasta “Così quest’estate ho qualcosa da fare!”
“…Io avrei un altro regalo, da parte mia e dei miei genitori” disse Draco con fare altezzoso passandogli una scatola ricoperta di carta velina verde e argento.
“Grazie, Draco” disse Edmund un po’ frastornato. Il regalo fatto con la squadra non bastava? Non notò la smorfia di Terrence. Draco doveva sempre fare qualcosa in più solo per farsi vedere.
La scatola riportava il logo del negozio di Madama McClan e dentro c’erano una camicia, che probabilmente era costata più della divisa da Hogwarts di Edmund, e una giacca elegante verde petrolio scurissima, quasi nera.
“Ma è bellissima!” esclamò Mag quando Edmund la sollevò per vederla meglio. Draco annuì compiaciuto.
“Ma sei sicuro di non aver esagerato?” chiese Susan al giovane Serpeverde, alzando un sopracciglio.
“Certo che no! Madama McClan ha preso le misure su di me, tanto siamo alti uguali, vero Ed?” disse Draco tronfio.
“Hai ragione Draco” disse Frannie “E comunque è bellissima”
“Grazie, scriverò anche ai tuoi genitori!” disse Edmund un po’ imbarazzato; il regalo era decisamente gradito, ma non sapeva per quale occasione indossare quegli indumenti. Mag lo aiutò a ripiegarli e rimetterli nella scatola.
Fred, George e Lee si guardarono accigliati. Mag notò quello scambio di sguardi e da una parte condivise il loro disappunto, dall’altra si chiedeva quanto sarebbe stato bello Edmund vestito in quel modo. Frannie diede voce ai suoi pensieri.
“Vedi di indossarla già da domani, sarai sicuramente un gran fico” asserì con convinzione.
“Come no!” disse Edmund imbarazzato “…Questo di chi è?” chiese indicando un pacchettino blu.
“Mio!” disse Laets Edmund scartò il regalo e ne uscì un libro.
“…La difesa contro le arti oscure – guida per aspiranti Auror” scandì il titolo “Wow, grazie!”
“Me lo ha consigliato Vitious, dato che è quel che vuoi fare dopo Hogwarts, ho pensato che potesse piacerti!” disse Laets con un gran sorriso. Edmund si alzò per andare ad abbracciarla.
“Lo inizierò stasera stessa!” disse lui.
Finalmente qualcuno oltre a Frannie e Mag prendeva sul serio le sue aspirazioni. Susan e Lucy si scambiarono uno sguardo preoccupato, Frannie lo notò e alzò gli occhi al cielo.
“Ora tocca al nostro! Abbiamo aspettato anche troppo” disse prendendo il regalo che lei e Mag avevano fatto insieme.
“Chissà che tortura, povera Fran!” disse Edmund ridacchiando e scompigliandole i capelli.
Scartò il regalo e trovò uno specchietto che aveva l’aria totalmente innocua e normale, se non per il fatto che era diviso in due parti ed era nero.
“Stai a vedere!” disse Frannie tirando fuori la bacchetta “Accio borsa”
La borsa che le aveva regalato Tony un mese prima arrivò fluttuando verso di loro. La aprì e iniziò a rovistare.
“Non ci credo, l’ho dimenticato nel dormitorio!” disse con tono mesto.
“Fran, ma ce la fai!?” disse Mag alzando gli occhi al cielo “Accio borsa”.
Anche la borsa di Mag arrivò e ne estrasse uno specchio identico a quello di Edmund.
“Guardalo” disse. Edmund guardò nello specchio e vide il volto di Mag.
“…In teoria dall’altra parte dovresti vedere Frannie, quando lo ha anche lei” disse Mag continuando a guardare lo specchio.
“E con questo possiamo comunicare a distanza” disse Frannie con un gran sorriso.
“Ma è…” iniziò a dire Edmund.
“Bellissimo, lo so! Non vedevamo l’ora di dartelo!” disse Frannie entusiasta.
“Così non ci perdiamo di vista” disse Mag con aria sognante “…Sempre che Frannie non perda il suo da qualche parte” aggiunse ridendo.
“Lo ho solo dimenticato nel dormitorio” protestò la ragazza.
“In ogni caso è bellissimo” disse Edmund abbracciando e baciando sulle guance le due amiche.
Sul tavolino rimanevano solo i regali dei tre Grifondoro e di Jasmine e Aladdin. I primi gli regalarono un’infinità di cioccorane e qualche Merendina Marinara.
“Poi c’è questo”
“Lee ha contribuito a crearle”
“Sono Orecchie Oblunghe” disse George.
“Wow, ragazzi! Grazie! Non vedo l’ora di usarle!” disse Edmund.
Infine, Jasmine e Aladdin gli regalarono un mantello invernale, che Edmund apprezzò particolarmente.
“Vi ringrazio tutti!” disse Edmund. Era fuori di sé dalla gioia.
“C’è ancora una cosa!” disse Frannie schiarendosi la voce. Indicò un foglio di pergamena rimasto sul tavolo, Edmund lo prese e distinse subito la calligrafia di Peter.
“Alle sette e mezza guarda il camino”
“…Hey, che significa?” chiese a Frannie.
“Che alle sette e mezza devi guardare il camino, caro” disse lei con un sorriso. Gli prese il braccio e guardò l’ora dal suo nuovo orologio “Mancano dieci minuti!”
“Dai, così poi tagliamo la torta” disse Mag sorridendo. Il sorriso di Edmund era contagioso.
Intanto gli invitati avevano iniziato a spargersi per la stanza. Draco parlava del Torneo Tremaghi con i suoi compagni e con loro si scambiava sguardi furenti con i Weasley, che non avevano neanche per la mente di provare a essere amichevoli con gli odiati rivali. Edmund si spostò accanto al caminetto con Susan e Lucy. Quando iniziò a scoppiettare in maniera più strana del solito tutti si avvicinarono incuriositi. Dopo circa trenta secondi emerse la testa di Peter Pevensie.
“Ciao Peter!” esclamò Lucy sedendosi accanto a Edmund, per terra accanto al camino.
“Ciao ragazzi! Tanti auguri Ed!” disse Peter con un gran sorriso.
“Grazie” disse Edmund, un po’ stordito per la gioia di vedere il fratello “Come te la passi?”
“Oh, sono in un pub in Austria, alla fine abbiamo deciso di partire da Est; domani saremo a Roma” disse Peter “Come è andata la giornata? Piaciuto il regalo?”
In tutta risposta Edmund sollevò il braccio e gli fece vedere che lo aveva già al polso.
“Lo sai che alla fine ci avevi preso? Quest’anno hanno organizzato il Torneo Tremaghi” disse Edmund con un sorriso.
“Che cosa?!” sbraitò Peter “Non ci credo”
“Non crederci” disse Frannie ridendo.
“Ma perché? Non potevano pensarci l’anno scorso?” chiese Peter contrito.
“Per la cooperazione magica o qualcosa del genere” disse Fred.
“Ma noi non possiamo partecipare” disse George.
“In teoria” aggiunse Fred lanciando al fratello uno sguardo complice. Frannie captò subito che i due stavano tramando qualcosa.
“Perché?” chiese Peter.
“Perché hanno messo la regola che i minori di diciassette anni non possono partecipare” disse Susan “E sono decisamente d’accordo”.
“Hey, Ed! Tu adesso potresti partecipare!” disse Aladdin.
“Sì, ma non lo so, ci devo pensare” balbettò Edmund.
Lucy diede una gomitata a Susan, che stava per dargli la sua opinione in merito, ma si zittì.
“Mi dispiace che tu non possa partecipare” disse Edmund rivolto al fratello “non solo ti avrebbero scelto, ma avresti anche vinto” disse guardando Frannie con aria di sfida, che lo guardò con sguardo omicida.
“Questo non lo sapremo mai, ma sì, come minimo avrei messo il mio nome nel Calice” disse Peter pensieroso “Beh, mi terrete aggiornato!”
Cambiarono argomento, ma rimasero a parlare per altri dieci minuti solo i fratelli. Tutti gli altri tornarono al buffet; Draco e Pucey osservavano a distanza di sicurezza le Orecchie Oblunghe, sicuramente le desideravano ardentemente, ma non potevano di certo chiederle a dei ragazzi con cui si scambiavano insulti quasi tutti i giorni per i corridoi.
Mag e Frannie presero da parte Miles e le chiesero se fra lei e Pucey ci fosse del tenero. La ragazza rispose assolutamente no, ma arrossì violentemente, dando alle due nuovo materiale su cui discutere nei giorni successivi.
Quando Edmund e i fratelli ebbero finito di parlare, tornarono fra gli invitati più sorridenti di prima e Susan aiutò Edmund a tagliare e distribuire la torta.
“È buonissima” disse Edmund fra un boccone e l’altro avvicinandosi a Mag e Frannie, le quali stavano raccontando a Laets di Miles e ridacchiavano.
“Volevo aiutare gli elfi a cucinarla ma non me l’hanno permesso!” disse Mag mesta “Uno mi ha costretta a sedermi e mi ha raccontato la storia dei suoi calzini. Credo che fosse un po’ matto”
“Siano lodati gli elfi, altrimenti adesso saremmo tutti in infermeria” disse Frannie ridendo.
Laets le lanciò un’occhiataccia, anche se era divertita, mentre Edmund scoppiò a ridere. Mag le diede una gomitata fingendosi offesa.
“Il brindisi!” disse Frannie correndo verso la bottiglia di Whiskey Incendiario che aveva portato.
Quando tutti i bicchieri furono pieni, Frannie prese sottobraccio Edmund.
“A Edmund! Il migliore amico che una persona possa sperare di incontrare!” disse alzando il bicchiere. Edmund abbassò il viso imbarazzato e sorrise.
Tutti bevvero alla salute del ragazzo; Mag andò accanto a lui e fece un brindisi con l’amico.
“Allora, ti stai divertendo?” chiese sapendo già la risposta.
“Stavo iniziando a pensare che Fran fosse impazzita ma poi ho capito il perché, siete fantastiche!”
“Lo sappiamo” disse Frannie con orgoglio “Siamo o no le migliori amiche che potessi sperare di avere?”
Lui in tutta risposta le scompigliò i capelli e le intimò di smetterla, anche se era felice e si vedeva. E poi concordava con lei.
“E comunque Piton ti fa gli auguri!” disse Mag.
“Piton?” chiese Edmund sconcertato.
“Sì, quando gli ho chiesto il permesso di fare la festa mi ha detto di farti gli auguri” disse Mag “a volte sembra quasi un essere umano”
Gli altri ragazzi erano rimasti in ascolto e mormorarono ammirati. Mag andò a scambiare due parole con Laets, lasciando soli Edmund e Frannie.
“Sai, non sapevamo se invitare anche Hans…” disse all’amico.
“Scherzi?! Mi avreste fatto solo uno sgarbo – e anche a Mag, sinceramente” disse guardandola con sguardo indagatorio. Perché glielo stava dicendo?! In tutta risposta Frannie scoppiò a ridere.
“Ti giuro che è la stessa identica risposta che mi ha dato Mag quando l’ho chiesto a lei” disse scuotendo la testa, sempre più convinta che i due fossero fatti l’uno per l’altra.
“Non capisco cosa vorresti dirmi con questo” disse lui portandosi il bicchiere alla bocca.
“E poi è stata lei and andare da Piton, non voleva, ma lo ha fatto per te” continuò Fran, ma non gli diede il tempo di risponderle perché andò dai gemelli che stavano ballando sulle note di Do the Hippogriff. Lo lasciò lì, a rimuginare sulle parole che gli aveva appena detto.
Rimasero a chiacchierare per altre due ore, un po’ del Torneo, un po’ si rammaricarono tutti dell’assenza del Quidditch, poi i primi ad andarsene furono i membri della squadra, seguiti da Susan e Lucy e poi da Jasmine e Aladdin. Anche Lee se ne andò. Rimasero ancora per un po’ i gemelli, Laets e i tre Serpeverde, ma ben presto rimase Edmund solo con Frannie e Mag, che iniziarono a tirare su la roba da portare via.
Edmund rimase seduto sul divano e studiò il suo set da Quidditch. Rischiò di liberare un Bolide ma fu pronto a bloccarlo prima che si liberasse dalle catene.
“Che peccato non poter giocare quest’anno” disse Mag mentre puntava la bacchetta contro un gruppo di palloncini per farli scendere e rimpicciolire.
“Beh, le Nimbus sono sempre lì, possiamo fare qualche amichevole ogni tanto” disse Edmund esaminando la mazza da Battitore nuova.
“Sfidiamo solo i Tassorosso, così siamo sicuri che vinciamo” disse Mag ridacchiando. Frannie le intimò di stare attenta a come parlava.
Edmund sorrise e chiuse il bauletto. Prese lo specchietto magico e lo analizzò.
“È davvero un bel regalo” mormorò rigirandoselo fra le mani.
“Lo so, è stata una mia idea” disse Frannie facendo tornare i divanetti al loro stato originale di sedie di legno.
“La modestia che ti contraddistingue è sempre sconcertante” disse Edmund ridendo e alzandosi in piedi “Aspetta, ti aiuto”
“A che serve la modestia? È una bella idea e l’ho avuta io. È una verità” disse Frannie.
“…Così quando Ed sarà Auror, Frannie in giro per l’Africa e io qui a dannarmi l’anima, potremo vederci lo stesso” disse Mag con aria sognante “è una cosa bellissima”
“Hai ragione” disse Edmund soffermando lo sguardo su di lei più a lungo del dovuto, ma Mag non lo notò perché si era girata di nuovo a raccogliere i piattini abbandonati sui banchi.
“Bene, direi che è a posto!” annunciò Frannie guardando l’intera stanza.
“Gazza dovrebbe ringraziarci” disse Mag facendo un sospiro per la stanchezza.
Presero alcuni regali di Edmund per aiutarlo a portarli fino alla Sala Comune. Ormai erano le dieci passate e i corridoi erano deserti se non per qualche fantasma che vagava parlando o da solo o con i quadri.
Una volta arrivati alla Sala Comune la trovarono quasi deserta. Edmund prese con sé tutti i regali e li spedì con la bacchetta nel dormitorio, poi si voltò verso le due amiche.
“È stato bello da parte vostra” disse grattandosi il braccio con imbarazzo.
“Te lo sei meritato, mettiamola così” disse Frannie facendogli l’occhiolino e muovendo un passo verso di lui per abbracciarlo.
“Tanti auguri” gli disse stringendolo forte. Gli voleva davvero bene.
“Auguri Ed” disse Mag abbracciandolo a sua volta “Sono contenta che ti abbia fatto piacere”
“Grazie di tutto” disse lui stringendola a sé, sorridendo.
“Beh, buonanotte!” disse Frannie guardandoli e sogghignando alla vista del rossore di Mag e dell’imbarazzo di Edmund.
Si vedeva lontano un miglio che avrebbe preferito rimanere abbracciato all’amica per molto più tempo.
“Buonanotte” disse Mag toccando il braccio di Edmund e avviandosi per prima verso la scala del dormitorio.
Salirono su per le scale, Mag occupò tutta la sua concentrazione per mettersi il pigiama, sperando di perdere il rossore che avvertiva fortemente sulle guance. Frannie si sdraiò sul letto per riprendere fiato, e comunque aveva notato il rossore di Mag, ma aveva deciso di ignorarlo. Miles e Jasmine non erano ancora arrivate.
“Secondo te dov’è Miles?” chiese la ragazza guardando i due letti vuoti accanto a loro.
“Non lo so, ma scommetto che neanche Pucey è nel dormitorio” disse Mag con un sorriso malizioso mentre metteva il pigiama.
“Sono troppo contenta per Edmund!” disse ancora entusiasta.
“Sì! E poi il nostro regalo…! Era il migliore!” disse Mag. Ricordandosene Frannie guardò nel cassetto del comodino e ci trovò il suo specchio.
“Eeeeedmund!” sussurrò Frannie avvicinandosi allo specchio “Guarda, Mag! Lo sta già guardando”
Mag si buttò sul letto dell’amica per vedere. L’amico le guardava sorridendo. 
“Bel pigiama Mag” disse Edmund dall’altra parte dello specchio. La voce arrivò come se si fosse trovato dietro un vetro molto spesso, ma si sentiva bene.
“Grazie” disse lei, vantandosi del suo pigiama rosso con disegnato al centro un gatto che dormiva beato.
“Senti, Pucey è lì?” chiese Frannie scambiandosi con Mag uno sguardo d’intesa.
“No, perché?” disse lui guardandosi intorno.
“Te lo diciamo domani” disse Frannie ridendo “Dormi bene, maggiorenne!”
Gli inviò un bacio soffiando e quando anche lui le diede la buonanotte mise via lo specchio.
“Lo sapevo” disse Mag “Dobbiamo convincere Ed a far parlare Adrian”
“Nuova missione dell’anno” disse Frannie.
“Sempre meglio di andare a caccia di cani neri” disse Mag tornando sul suo letto.
Si diedero la buonanotte ed entrarono nel mondo dei sogni con il sorriso sulle labbra.

Note autrice
Come vi sembra il professore di Difesa di quest'anno? Trovate comprensibili le reazioni dei ragazzi?
E così, per dirla alla Weasley, ora Edmund può allacciarsi le scarpe con la magia! Facciamogli tantissimi auguri! Sembra che si sia goduto la festa, che ne dite?
Il suo regalo, che d'ora in poi accompagnerá le loro avventure, è dello stesso genere di quello con cui James e Sirius comunicavano quando erano ragazzi e che poi ha ricevuto Harry e, come sappiamo, Aberforth.
Chi non ne vorrebbe uno così?

Invece, se avete voglia di qualche curiosità:
Il Fwooper, di cui parla Frannie a Edmund, è un animale fantastico di origini africane. Ha il piumaggio molto vivace, è stato a lungo un fornitore di stravaganti piume per scrivere e depone anche uova dai disegni coloratissimi, la tinta del guscio, infatti, è uguale a quella del pulcino che vi è contenuto ad esempio da uova verdi usciranno uccellini dallo stesso colore.
Benché all'inizio risulti piacevole, il canto del Fwooper conduce l'ascoltatore alla follia e il Fwooper di conseguenza viene venduto corredato di un Incantesimo Silenziatore, che dovrà essere rinforzato una volta al mese. Uric Testamatta una volta tentò di dimostrare che il canto del Fwooper era in realtà salutare e lo ascoltò per tre mesi di fila senza interruzioni. Purtroppo il Consiglio dei Maghi al quale riferì della sua scoperta rimase perplesso, dal momento che Uric si presentò all'incontro indossando solo un parrucchino che ad un esame ravvicinato si scoprì essere un tasso morto. I proprietari di Fwooper hanno bisogno di una patente, perché queste creature devono essere maneggiate in maniera responsabile.

Nel prossimo capitolo sarà l'ora di mettere i nomi nel calice! Ci sarà da ridere!
A venerdì~

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