Angeli e Demoni

namelessjuls_ által

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Quest'opera contiene tutti i libri della serie «Angeli e Demoni»: • la mezzosangue: concluso • nell'ombra: co... Több

cast (in aggiornamento)
libro primo:
0.1 • Lui
0.2 • bellezza
0.3 • la prima mossa
0.4 • con me
0.5 • angelized
0.6 • innoqua
0.7 • isaie
0.8 • regole
0.9 • vino nero
10 • non mi hai lasciato scelta
11 • il primo fra tutti
12 • non ti credo più
13 • biscotti al forno
14 • fuori dal mondo
15 • fuori
16 • cuori nell'ombra
17 • spero che mi perdonerai
epilogue • l'ultimo valzer
libro secondo:
01 • inferno
02 • a letto col nemico
03 • odio
04 • silenzi
05 • ring
06 • istinti
07 • ivar
08 • scopo
09 • il cuore del vampiro
10 • mai più sola
11 • amici
12 • qui, con me, per sempre
13 • quindi mi vuoi bene
14 • dal primo momento
15 • l'inizio della fine
16 • solo per te
17 • regina
18 • lontano
19 • un sorriso per una vita
20 • l'invito
21 • ethos
22 • senza difese
libro terzo:
01 • adamo
02 • essere umani
03 • solo la seconda
04 • un sogno che si avvera
05 • il re del mondo
06 • complici
07 • amici
08 • va tutto male
09 • ti ho trovato
10 • ribelle
11 • non più una pedina
12 • miss nessuno
13. ritorno alla corte
14 • bersaglio
15 • ultimo atto
epilogue: la fine
P R I M O E X T R A
S E C O N D O E X T R A
T E R Z O E X T R A
Q U A R T O E X T R A
QUINTO EXTRA
U L T I M O E X T R A
Vorreste una nuova storia su questo tema?👼😈
This girl is back

epilogue • addio

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namelessjuls_ által

Ethos diede avvio alla riunione di prima mattina, ed Aima, ovviamente, era più inferocito che mai: batteva il piede, nervoso, mentre la sua mano destra stringeva con forza la mia mano.

Per fortuna, ero rientrata in camera prima del suo risveglio e, nonostante avessi dovuto giustificare l'aver perso le mie lenti, il bacio che mi diede subito dopo sembrò sancire la sua totale fiducia in me.

Pensare che, solo pochi minuti dopo, avrebbe scoperto del mio tradimento mi stava uccidendo lentamente.

Lanciai uno sguardo ad Isaie, in piedi dietro alla sedia di Ethos, che, rivestito della sua uniforme, batteva con nervosismo la sua penna bianca sulla scrivania, continuando a fissare il demone, impenetrabilmente zitto.

Le guardie, richieste su ordine dello stesso principe, erano già pronte dietro di noi.

Fra pochi minuti, sarebbe esplosa una vera e propria bomba.

"Quindi, avete preso una decisione? Io e Marine vorremo tornare a casa."

Sentii le unghie di Aima pungere la mia carne, ed un sottile gemito sfuggi dalle mie labbra, venendo subito colto da Ethos, se pur mascherato alla perfezione.

"Credo che tu immagini perfettamente che, sin dal vostro attacco, io e il mio consiglio stiamo elaborando un metodo per riportare Marine a casa, il luogo dove dovrebbe davvero stare," cominciò, lentamente. "Lei appartiene a questo posto."

"Marine appartiene ai demoni, Ethos: lei stessa ha partecipato all'esame di appartenenza, superandolo," ribadì l'altro, sanguinoso. "Lei è una demone, non un angelo."

"Marine è una mezzosangue, Aima, credo che, anche per te, sia arrivata l'ora di vedere la realtà per quella che è." Ethos era freddo, risoluto: l'unico capace di spegnere il fuoco che rappresentava Aima al momento. "Non ha superato la prova dell'Orologio durante il suo primo anno di età: questo l'ha resa una fuori legge e, di conseguenza, subordinata alla fazione angelica. Da fin troppo tempo la magistratura ha sopportato gli assurdi giochetti compiuti dalla vostra fazione, compresa l'assurda tradizione di uccidere un membro della nostra per dimostrare di essere dei veri demoni, pur di mantenere l'equilibrio, ma, ora, ci sono io al comando, e tutti, anche te, dovranno accettare la mia legge. Sei il reggente della tua sezione, Aima, e credo che sia possibile trovare un compromesso."

"Un compromesso?" Ripeté il demone, sconvolto. "Io non farò mai compromessi con te, Ethos, e Marine tornerà a casa con me."

Ethos strinse le labbra, combattuto, e, infine, sospirò, rialzandosi. "Non mi lasci altra scelta, quindi."

Si voltò verso le guardie, donando loro un breve cenno. "Arrestate il reggente, per favore."

Aima sgranò gli occhi, sconcertato, mentre le guardie angeliche gli si avvicinavano, prelevandolo con la forza. "Cosa? Non puoi arrestarmi!"

"Da oggi non ci saranno più scappatoie, Aima, e questo vale anche per te," continuò Ethos, freddo come il ghiaccio. "Tu hai ucciso e per questo ti condanno. Credo che la fazione demoniaca necessiterà di un nuovo reggente."

"Tu sei un ladro, Ethos! Un dannato delinquente!" Aima sputò a terra, furioso, e, infine, si liberò dalle prese delle guardie, stringendo la mia spalla. "Non si può arrestare un reggente senza prove, nemmeno tu ne hai il diritto, Ethos. Marine, avanti, andiamo."

Aima cercò di tirarmi verso di sé, ma io rimasi ferma, stringendo le mie dita sul velluto della poltrona. "No."

Mi voltai verso di lui, seria come non mai, e notai lo sguardo di Aima cristallizzarsi nella paura: a quanto pare, ciò che aveva sempre temuto, si stava concretizzando davanti ai suoi occhi.

Lo stavo tradendo.

"Marine, che cosa dici?" Chiese, e balbettò, continuando a scuotere il volto, nel panico. "Avanti, dobbiamo andare."

Provò a tirarmi ancora, ma questa volta Isaie si mise in mezzo, strappandomi dalle sue mani e portandomi lontano. "Lei resta qui."

Aima boccheggiò, e i suoi occhi caddero su di me con la tristezza dell'intero mondo. Nel rosso delle sue iridi, scorsi i frammenti del suo cuore, ormai irrimediabilmente spezzato.

Senza usare armi, l'avevo appena ferito moralmente.

"Marine?" Sussurrò, senza fiato. "Tu volevi stare con me."

Strinsi le labbra, affidandomi alle forze di Isaie per restare in piedi mentre, con violenza, i sensi di colpa mi distruggevano l'anima.

Solo in quel momento mi resi di quanto fossi stata crudele, di quanto avessi sbagliato.

Nessuno ha il diritto di rovinare qualcuno, nessuno può incaricarsi tale potere, ma, al tempo, ero troppo stupida per capirlo, e, nello sguardo spezzato di Aima, ci lasciai una parte del mio spirito.

Ethos scosse il volto, ormai non tollerando più quella vista, e fece cenno ai suoi uomini. "Portatelo via."

Una singola lacrima cadde lungo la guancia di Aima ma, quando le guardie cercarono nuovamente di portarlo via, lui recuperò tutta la sua forza e la sua violenza.

Sbatté le mani sulla scrivania, e guardò in cagnesco Ethos. "Dille la verità: diglielo subito, oppure lo farò io."

Sgranai gli occhi, confusa, e mi voltai verso Ethos, notando come, improvvisamente, fosse impallidito.

"Ethos, ma di che cosa sta parlando?" Chiese Isaie, dietro di me, anche lui confuso.

Aima sorrise crudelmente, continuando a fissare Ethos come se fosse un regalo da scartare. "Avanti, Ethos: parla."

"Non ho niente da dire," replicò lui, ma notai la sua voce vacillare.

Che cosa stava succedendo?

"Ah no, mio sire? Vorresti forse dirci qualcosa sul vero motivo per cui hai fatto uscire Marine dalla cella? Del patto sancito con gli altri nobili per avere il trono? Suona come una cosa davvero poco nobile, Ethos."

Io non sapevo che dire; Ethos pareva essere sull'orlo di una crisi di nervi mentre Isaie ci fissava con perplessità.

"Signore, ma di che cosa sta parlando?" Chiese, infatti.

Ethos sbatté le palpebre lentamente, e, finalmente, mi guardò: in quel preciso istante, mi sentii mancare.

"Mi dispiace, Marine," sussurrò, semplicemente, e il rammarico punse il suo volto.

"Gli angeli con cui ho lavorato mi hanno detto tutto," proseguì Aima, mentre io continuavo ad osservare allibita un Ethos che non stentava ad ignorarmi. "Ethos ha patteggiato con i nobili la vita della mezzosangue in cambio del trono. Lui avrebbe dovuto liberarti, mostrarti al mondo, così che si ricordassero, e poi giustiziarti, come segno della fedeltà alla legge degli angeli."

Uccidermi, Ethos voleva uccidermi.

Mi strinsi alle mani di Isaie, non riuscendo più a sorreggermi sui miei piedi: non ne avevo più le forze.

In quel momento, qualcosa si spezzò al centro del mio cuore.

"Signore, perché non parla? Dica che non è vero," incalzò Isaie, sconvolto, ma, ormai, era tutto inutile.

Ethos non aveva nemmeno il coraggio di guardarci, figurarsi parlare.

"Non essere così triste, licantropo: il tuo principe è troppo debole per compiere un atto simile, per non essere giusto," replicò Aima, vittorioso. "Ha perfino preferito proteggere Marine piuttosto che uno della sua specie, condannando Pisti. Non è per questo che hai acconsentito a sposare la figlia del vecchio sovrano? Per cercare di pararti le spalle quando eri ormai ad un passo dalla fine. Il rapimento di Marine è stata praticamente una fortuna, per te: la mezzosangue non era più un peso, ma una buona scusa per rivalersi contro di noi."

Quindi, finalmente, ero giunta a capirlo: il mio valore era lo stesso di una merce di scambio.

"Voglio andarmene," sancii, semplicemente, liberandomi dalle mani di Isaie: solo in quel momento, Ethos trovò il coraggio di guardarmi.

"Marine, aspetta." Tentò di sfiorarmi la mano, ma io subito lo allontanai, brusca.

"Stammi lontano," sputai, sconcertata, prima di voltarmi verso Aima, che sembrava aver finalmente perso il sorriso. "E lo stesso vale per te. Sono sopravvissuta per sedici anni in una cella stando completamente sola, e poi il mondo mi ha rovinato."

Scossi il volto, contrariata. "Credevo di aver bisogno di qualcuno per stare bene, di qualcuno che mi amasse, ma sbagliavo. Non ho bisogno di nessuno, se non me stessa, e la vostra vita mi disgusta."

Avevo finito, completamente, e così decisi di uscire dalla stanza, non curandomi del caos che causai alle mie spalle, e, prontamente, tornai nella mia stanza, dove Ivar aspettava pazientemente.

"Allora, come è andata?" Chiese, sereno, ma come risposta si ritrovò solo uno zaino gettato addosso ed una versione di me, completamente impazzita, che si apprestava a preparare i bagagli.

"Questo mondo è pazzo," sbraitai, sconvolta, infilando alla rinfusa diversi maglioni: "un demone ha venduto il mio sangue per conquistarmi, un angelo ha stretto delle alleanze mettendo la mia vita come garante: no, io qui non voglio restare un minuto di più. Che si distruggano."

Chiusi la borsa nell'esatto momento in cui la porta della stanza si aprii di nuovo, rivelando Isaie, anche lui visibilmente scomposto.

Al primo sguardo, già persi la pazienza.

"Se sei venuto qui per cercare di calmarmi, sappi che non funzionerà: ho deciso di andarmene," spiegai, veloce, infilandomi la giacca a vento e la sciarpa. "E sono pronta ad uccidervi per farlo."

Isaie ed Ivar si lanciarono uno sguardo insolitamente complice, e poi, semplicemente, il vampiro annuì, avvicinandosi al lupo.

"In realtà, noi abbiamo già pensato ad un piano, nel caso fosse servito," informò Ivar, risoluto. "Il mio potere non funziona molto sulle creature che solitamente non proverebbero attrazione per qualcuno del mio sesso ma, sforzandomi, anche le migliori guardie finiranno per cedere."

"Ed io vi accompagnerò sino all'uscita secondaria, così da essere più veloci e dare meno nell'occhio," completò Isaie, dello stesso avviso.

Guardai entrambe, sinceramente confusa: erano seri?

"Voi volete aiutarmi a scappare?"

"Ivar verrà con te." Il lupo mi sorrise con delicatezza, avvicinandosi a me e accarezzandomi le guance con affetto. "Io resterò qui e sarò il vostro infiltrato."

Ancora prima di capire, mi ritrovai con una scatola di lenti a contatto fra le mani.

"Un paio di entrambi i colori," continuò. "Il bosco può essere pericoloso e tu dovrai essere pronta a tutto."

"Il bosco?" Chiesi, perplessa.

"Sappiamo di sacche di civiltà formate da lupi, vampiri e reietti, tutti uniti da un sentimento di odio verso le fazioni: saremo al sicuro," informò Ivar, certo. "Ma dobbiamo partire subito."

Mi voltai verso Isaie, l'unico che sarebbe restato, e notai la lucidità dei suoi occhi. Stava per mettersi a piangere.

"Sei la migliore amica che io abbia mai avuto," disse, emozionato. "E ti meriti una vita che sia solo tua."

Non riuscivo a crederci, non al fatto che potesse davvero esistere un affetto simile.

Alla fine, non ero stata sempre così sfortunata.

Abbracciai Isaie, lo strinsi forte, abbastanza per tutte le volte che non lo avrei potuto fare, e gli baciai le guance. "Non è un addio, tu ci raggiungerai."

Isaiei annuì, fra le lacrime. Gliele raccolsi tutte. "Sì, ma certo."

Sorrise, ed io con lui, prima che il lupo si allontanasse da me, rivolgendosi al vampiro. "Dobbiamo andare."

Ivar annuì, già forte della sua sicurezza, e si rivolse a me. "Di' addio a questa baracca, ragazzina, perché questo non dovrà essere un arrivederci."

Angolo

E siamo all'epilogo!

Marine se ne è andata 😱 ma almeno ha finalmente capito che non può fidarsi di nessuno, angelo o demone che sia 🤔

Ora vedremo cosa troverà nel bosco 🤫

Fatemi sapere il vostro pensiero sul capitolo!

A domani con la trama del prossimo libro❤️

A presto,
Giulia

Olvasás folytatása

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