¡Mala Mía!paulo dybala

By basiqally

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Fe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football ... More

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epílogo
ringraziamenti
missing moments: 1, no corras
missing moments: 2, talking helps a lot
missing moments: 3, mira quien volviò!
missing moments: 4, quien es la otra?
missing moments: 5, concluir algo con él
missing moments: 6
missing moments: 7
missing moments: 8
missing moments: 9
missing moments:10, quella foto di noi due

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By basiqally

«Sono sfinito» la porta di casa si chiude con un suono sordo giusto dopo la breve dichiarazione di Paulo, seguita dal tonfo causato dal borsone con i vestiti del l'allenamento che ha fatto cadere a terra come al solito.

Alzo lo sguardo dalla padella, facendo svolazzare i ciuffi di capelli che sono sfuggiti al mio vano tentativo di fare una coda.

«Bentornato» esclamo, mettendomi in punta di piedi per baciarlo. Con le sue mani gelate mi accarezza il viso e il collo, facendomi rabbrividire.

«Ti prego, hai le mani gelate» mi allontano da lui, tornando alla padella dove sto facendo cuocere la cena.

Sento la risatina insolente di Paulo, poi le sue mani gelati sulla mia vita, sotto la felpa slavata di mio fratello che stamattina avevo deciso di indossare.

«Cosa cucini, niña?» appoggia il mento sulla mia spalla, osservando la padella mentre mastica qualcosa, probabilmente un pezzo di pane.

«Una frittata, l'unica cosa che potessi cucinare con quello che hai nel frigo e il poco tempo che mi è rimasto. Stasera ho accompagnato tua madre in aeroporto, prima ho messo apposto la camera degli ospiti e messo a lavare le lenzuola, ho pulito per terra in tutta la casa e, quando volevo prepararti la cenetta come una perfetta casalinga, ho scoperto che nel tuo frigo c'era solo latte di soia, qualche busta di insalata e una quantità impressionante di uova» riassumo la mia giornata a grandi linee, spegnendo il gas.

«E dimmi, in tutta questa frenesia, ti sei ricordata di fare il bagnetto a Lucifero?» mi rivolge un sorriso di scherno, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Simpatico, Dybala, veramente» prendo un piatto e ci metto la frittata, per poi metterla in tavola accanto a due terrine piene fino all'orlo di verdura.

«Tranquilla, Cenerentola, è arrivato il Principe Azzurro» fa finta di sistemarsi una giacca elegante sulle spalle, con la schiena dritta e il portamento di un vero principe.

«Siediti, Principe, che sto morendo di fame» annuisce, probabilmente d'accordo sulla parte della fame, e si accomoda davanti a me, prendendo subito un pezzo di pane dal tagliere e mettendoselo in bocca mentre condisce l'insalata.

«Hai detto che hai lavato le lenzuola della camera degli ospiti, pensavo che visto il cattivo sangue che scorre tra te e mia madre le avresti bruciate di nascosto» dice, tra un boccone e l'altro.

«Tranquillo, ho aggiunto del disinfettante al detersivo, così se ti venisse la malsana idea di farmi dormire in quelle lenzuola sarei al sicuro» ribatto, dicendo effettivamente la verità.

Paulo scoppia a ridere proprio mentre sta masticando l'insalata, facendo sì che gli vada di traverso. Mi alzo in piedi, battendo sulla sua schiena con una mano per evitare che si soffochi e mi muoia davanti.

«Penso che lei avrebbe fatto lo stesso, se si fosse trovata in una situazione simile» ammette poi, dicendomi ciò che già immaginavo, ossia che l'odio che sua madre prova nei miei confronti non si è attenuato nemmeno dopo la magnifica serata di Natale che abbiamo passato insieme.

«Sì, penso anch'io» mormoro, abbassando lo sguardo verso il mio piatto.

«Ehi, tutto bene? Ti vedo un po' giù» il suo sguardo preoccupato incontra il mio e, dopo qualche attimo di silenzio, sospira, alzandosi dalla sua sedia, posizionata esattamente davanti alla mia, e fa il giro del tavolo, piegandosi sulle gambe e guardandomi dal basso.

«Cosa pensi che io debba fare per piacerle?» chiedo, un po' intimidita dalla figura di Alicia che in qualche modo è sempre presente, anche se ormai si trova dall'altra parte del mondo.

«Niña, non sei tu il problema» mi accarezza la guancia mentre mi rivolge uno sguardo triste e allo stesso tempo dolce «Mia madre non vuole accettare che io stia con te, non ho ancora capito perché, ma questo non mi ferma dal voler stare con te» mi mordo il labbro, guardandolo.

«Però il suo parere è importante per te» sussurro, spaventata a fargli notare quanto sia grande il rispetto che nutre per la figura di sua madre.

«La sua opinione è importante, certo, ma mai come quanto sei importante tu. Mi ha dato fastidio come ti ha trattato quando era qui, gliene ho parlato quando sei uscita con Florencia, o era Sierra?» aggrotta le sopracciglia, cercando di ricordare il nome della mia amica.

«Erano entrambe» ridacchio, accarezzandogli il viso mentre lui annuisce, ricordandosi quel piccolo dettaglio.

«Hai ragione» sorride, ridendo anche lui «In ogni caso: le ho parlato, le ho detto che anche se non le stai a genio dovrebbe semplicemente accettare il fatto che stiamo insieme, e portarti rispetto, una cosa che non si nega a nessuno, che abbia due o novantacinque anni» scrolla le spalle, posando una mano sulla mia coscia.

«Grazie, Paulo, ma io più o meno il fastidio che prova, non è l'unica a pensare che io sia troppo piccola» mormoro, dando voce ai miei pensieri.

«Non fare così» mi accarezza la gamba, arrivando fino al fianco e facendomi rabbrividire «Finché stiamo bene insieme, non c'è nulla di sbagliato. La domanda adesso è: tu stai bene con me? Perché io sto bene con te» annuisco senza neanche rendermene conto, ammettendo anche a me stessa oltre che a lui quanto sia legata a lui.

«Sto così bene che non me lo riesco a spiegare» sussurro, avvicinandomi al suo viso e facendo sfiorare i nostri nasi.

Faccio unire le nostre labbra e lui accarezza il retro delle mie gambe. Si alza in piedi, una mia mano sul suo viso e l'altra tra i suoi capelli, che stringo un po' quando mi alzo e lui stringe il mio sedere, tirandomi facilmente sul tavolo e spostando con un movimento del braccio la mia terrina di insalata.

«Ehi! Volevo mangiarla quella!» mormoro, allacciando le gambe attorno al suo bacino.

«Ci hai messo tantissimo aceto balsamico, non ti fa bene, un giorno mi ringrazierai» ricomincia a baciarmi, accarezzando la mia pelle da sotto la felpa.

«Hai le mani ghiacciate!» esclamo, allontanandomi di scatto da lui, ma sentendo già la mancanza del suo corpo premuto contro il mio.

«Va bene, non ti toccherò, ma vieni qui» mi prende per le gambe, avvicinandomi di nuovo a lui, e allaccia le sue braccia dietro la sua schiena, mentre ricominciamo a baciarci, ma manca decisamente il contatto fisico che abbiamo sempre avuto.

«Ah, vaffanculo» prendo le sue mani e le rimetto sui miei fianchi. Lui sorride, mentre le sue mani diventano più calde.

«Posso?» guarda la mia felpa, rigirandosi i lembi tra le dita mentre aspetta una risposta. Annuisco, troppo concentrata a guardare le sue labbra gonfie e rosse e sentire il suo respiro affannoso per rispondere a parole.

Me la sfila, lentamente, guardando il mio corpo mentre mi sta spogliando e deglutendo quando il suo sguardo si posa sul mio tatuaggio, ancora coperto dalla pellicola.

«Mi facevi impazzire senza, pensa con questo tatuaggio quanto mi fai uscire di testa» mormora, la voce roca e lo sguardo basso, le pupille dilatate.

Gli sfilo anche io la felpa, restando senza fiato davanti al suo addome scolpito e al suo petto definito. Accarezzo la sua pelle abbronzata, sentendolo sospirare quando con le dita arrivo al suo basso ventre, sfiorandolo.

«Non devi se non vuoi» geme quando scendo dal tavolo con un balzo, facendo scontrare i nostri bacini.

Prendo la sua mano, trascinandolo con me mentre sto correndo verso la sua camera da letto, ridendo come una bambina quando si inciampa e sta per cadere, grazie alla sua esperienza probabilmente, anche se il suo equilibrio da calciatore viene seriamente messo alla prova.

«Cos'è? C'è una trave sporgente anche in questo corridoio?» chiedo, fermandomi davanti alla porta della camera e baciandolo, sorridendo come una stupida.

«Stai zitta stronza» mi prende in braccio, facendo allacciare di nuovo le mie gambe intorno ai suoi fianchi mentre cammina tranquillamente verso il letto.

«Non ci credo che lo stiamo per fare» geme, facendomi stendere sul letto e infilandosi tra le mie gambe e tenendosi sopra di me con le braccia, per evitare di pesarmi addosso.

«Smettila di essere così loquace» dico, ridendo della sua espressione infastidita e baciando la sua guancia, poi la sua mandibola e il suo collo.

«Sai quante volte ti ho immaginato in questo momento? Sembra quasi un sogno» ride, accarezzando i miei capelli.

«Stai zitto, ti prego» alzo di nuovo la testa, sorridendo. Mi accarezza i fianchi, prendendo tra le dita l'elastico dei suoi pantaloni della tuta che ho addosso. Annuisco e lui comincia a sfilarli, guardando le mie gambe.
Qualcuno suona alla porta, facendolo fermare.

«Chi diavolo è a quest'ora?» esclama, in italiano, alzando abbastanza il tono della voce perché lo sentano dalla porta d'ingresso.

«Tesoro, sono io!» Paulo sbuffa e si lascia cadere sul letto al mio fianco, mettendosi entrambe le mani sul viso e lamentandosi sotto voce.

«Entra mamma, le chiavi sono sotto lo zerbino» alzo gli occhi al cielo, rotolandomi sul letto fino a nascondere il viso nel suo petto nudo e sentendo la sua pelle bollente contro la mia guancia.

«Siamo a due su due eh» sussurro, infastidita almeno come lui dall'interruzione di Alicia. Paulo ride amaramente, accarezzando la mia schiena.

«Cazzo! E se vede i vestiti per terra?» esclamo, cercando di moderare il tono della voce per evitare di fare sentire tutto alla donna che si trova nell'altra sala.

«Che li veda, non sono più un bambino» dice sicuro lui, abbassando lo sguardo verso di me e sorridendo della mia preoccupazione.

«Dio, Alicia mi annegherà nell'acqua santa» mi copro il viso con le mani mentre lui mi stringe a sé e il suo petto vibra, scaldandomi un po' il cuore.

lollissimo

LO VOLEVATE EH

CI AVETE SPERATO EH

GODO TANTISSIMO AHAHAHAHAH

amatemi, sapete che mi dispiace, anche io li vorrei vedere insieme.

devo vedere cosa far fare a questi due a capodanno, datemi delle idee

comunque, due aggiornamenti in un giorno... un grazie me lo merito

ciaone💙💙

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