¡Mala Mía!paulo dybala

By basiqally

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Fe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football ... More

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epílogo
ringraziamenti
missing moments: 1, no corras
missing moments: 2, talking helps a lot
missing moments: 3, mira quien volviò!
missing moments: 4, quien es la otra?
missing moments: 5, concluir algo con él
missing moments: 6
missing moments: 7
missing moments: 8
missing moments: 9
missing moments:10, quella foto di noi due

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By basiqally

«Buongiorno niña» il sorriso di Paulo riscalda il mio viso, facendomi sorridere.

«Sono le otto di sera» gli faccio notare, sbadigliando e sistemandomi meglio sulla testiera del letto.

«Sì, ma tu sembri sconvolta come se fossero le quattro di mattina» mi osserva, lo sguardo preoccupato mischiato alla sua solita ilarità.

«Non hai dormito bene stanotte?» annuisco, senza nemmeno cercare di mentire. Lo saprebbe in ogni caso.

«Ho dormito poco, stamattina avevamo verifica di storia» sbadiglio di nuovo, sbattendo le palpebre per cercare di svegliarmi almeno un po' e non addormentarmi mentre sono in videochiamata.

«Dormo poco da quando tu sei tornata in Argentina» mormora, senza sentirsi minimamente in imbarazzo a pronunciare quella frase.

«Perché non ci sono più io che ti faccio andare a dormire presto?» alzo un sopracciglio, prendendolo in giro.

«No, perché saperti con me mi calmava, ma non chiedermi il motivo perché non lo so» gli sorrido teneramente, grata anche oggi per la dose di dolcezza che mi riserva ormai quasi giornalmente.

«Saresti stato un po' meno sereno se ti avessi detto che più volte ho pensato di ucciderti nel sonno?» assume un'espressione contratta, facendomi ridere.

«Non l'avresti mai fatto, ti addormentavi prima di me e ti svegliavi quando io avevo già finito di fare la colazione, in più dormi come un ghiro» mi fa l'occhiolino, per poi ridere.

Vedo qualcosa muoversi nello sfondo e poi compare il viso di Nahuel, sorridente come al solito, che muove velocemente la mano per salutarmi.

«Comunque sono preoccupato, non sei esattamente il viso della salute» mi tocco il volto, pensando stupidamente di poter capire cos'abbia anche solo attraverso la mano.

«Perché? Cos'ho?» corrugo le sopracciglia, stranita.

«Sembri pallida, e se lo dico di te, che hai anche una carnagione poco più scura della mia, vuol dire che lo sei veramente» prendo lo specchio sulla scrivania, notando che effettivamente sono molto pallida.

«Smettila di preoccuparti, sto benissimo» gli sorrido, cercando di rassicurarlo.

«Sarà» mi rivolge uno sguardo inquisitore, a cui io rispondo con un sorriso spontaneo «Cosa hai fatto oggi?» mi sistemo la maglia del pigiama, incrociando le gambe.

«Sono andata a scuola, emozionante vero?» ridacchia, giochicchiando con una pallina di gomma.

«Molto, e cosa avete fatto?» la pallina gli cade e lui si abbassa per prenderla, facendomi avere una perfetta visuale su Nahuel che sta facendo boccacce.

Scoppio a ridere sonoramente, senza riuscire a trattenermi mentre il ragazzo imita Paulo, rendendomi difficile smettere.

«Perché ridi?» mi guarda con un sopracciglio inarcato, per poi girarsi verso l'amico che si ferma esattamente com'è, rendendo la scena ancora più comica.

«Nahuel! Ma non riesci proprio a farti un pacco di cazzi tuoi?» esclama, facendogli cenno di andare via.

«È che siete così carini!» si lamenta lui, prima di arrendersi e dirigersi definitivamente lontano da Paulo.

«Mi esaspera, non so come abbia fatto a diventare mio amico» sospira lui, sedendosi composto sul divano e nuovamente concentrando tutta la sua attenzione su di me.

«Allora, dov'eravamo rimasti?» chiede, corrugando le sopracciglia mentre cerca di ricordare.

«Mi hai chiesto cosa ho fatto oggi a scuola» gli sorrido, colpita dalla tenerezza che si manifesta sul suo viso.

«Ah sì, giusto, quindi cosa hai fatto oggi a scuola?» ripete la domanda, prendendo il telefono dal tavolino.

«Due ore di storia, scienze naturali, spagnolo, storia dell'arte e inglese: la ricetta perfetta per il suicidio» sbuffo, alzando gli occhi al cielo, ripensando a quanto quelle ore non passassero più.

«Dai, non essere così melodrammatica, a me piaceva studiare scienze naturali» mi sorride, cercando qualcosa negli scaffali della cucina.

«Ma probabilmente non avevi il professore che ho io» gli faccio notare, incuriosita dalle cose che sta tirando fuori «Si può sapere cosa stai facendo?»

«Sto prendendo il contenitore per il mate» dice semplicemente, come se fosse la cosa più normale da fare la sera.

«Come fai a dormire se bevi il mate alle otto?» chiedo, e solo dopo aver pronunciato quella frase mi rendo conto del mio tono stranito.

«In Italia è l'una di pomeriggio, niña, non bevo il mate come se fosse una tisana» risponde, divertito dalla mia domanda.

«Ah giusto, scusami» scuoto la testa, sentendomi immediatamente almeno un po' più stupida.

«Perché ti scusi? Non hai nulla di cui vergognarti, visto che anche solo vedere il tuo viso mi migliora la giornata» sorride radiosamente, quasi fosse stato lui a ricevere quel complimento.

«Oggi sei in vena di carinerie?» vorrei dirgli qualcosa di bello almeno quanto quello che mi ha appena detto lui, ma non riesco nemmeno a formulare una frase di senso compiuto.

«Lo sono sempre, se c'entri tu. Comunque io avevo Jesús per scienze naturali, tu chi hai?» appoggia il telefono sul ripiano della cucina, cominciando a mescolare le erbe.

«Anche io, e non ci capisco proprio nulla» borbotto, guardando le lenzuola ingarbugliate alla fine del letto.

«Ma come! Lui era il mio professore preferito, l'unico che riuscisse a spiegarmi qualcosa, e nutriva una strana simpatia nei miei confronti» mi guarda, fiero di ciò che ha appena detto.

«È per quello che lo chiami per nome e non per cognome?» chiedo, divertita da tutto quell'orgoglio.

«Proprio per quello» finisce di preparare il suo amatissimo mate e rimette tutto al proprio posto «Perché ti sta così antipatico? Secondo me è bravo» scrollo le spalle, incapace di rispondere.

«Spiega tutto come se fosse una cazzo di formula magica, e io non ci arrivo. Una volta è venuto un supplente e ci ha spiegato tutto adoperando la matematica, e io stranamente ho capito, pensi che sia stata un'intercessione divina?» chiedo retoricamente, facendolo ridere.

«Quando ci vediamo ti aiuto io in chimica, era la mia materia preferita» sorride alla sua affermazione, anche se tutto quello che riesco a sentire io è una tristezza infinita e indefinibile.

«A proposito, quando ci vediamo?» quando l'ho chiamato non sarei voluta finire su questo argomento, ma voglio veramente avere una risposta e so di non potere ottenerla se non glielo chiedo direttamente.

«Non lo so» sospira, abbassando lo sguardo e sorseggiando rumorosamente il suo benedetto mate.

«Il campionato comincia tra due settimane, gli allenamenti sono cominciati oggi. Io non posso muovermi da qui e tu non puoi muoverti da lì, che si fa?» ci guardiamo per un attimo, poi nella mia mente prende forma un'idea geniale.

«Non hai qualcosa da fare con la nazionale? O qualche progetto che ti riporti in Argentina?» devo suonare disperata in questo momento, ma è passata a malapena una settimana da quando ci siamo salutati e mi manca ogni giorno di più.

«A novembre abbiamo qualcosa, ma non so esattamente cosa, e comunque sarebbe a Mendoza» lo interrompo, sapendo già dove vuole andare a parare.

«Che comunque è a più di sei ore da qui» sospiro, abbassando lo sguardo e cercando di placare tutta la tristezza che si sta formando dentro di me.

Novembre. Novembre è tra tre mesi. Non potrò vedere Paulo prima di tre mesi.

«Ehi, niña, troveremo un modo, okay? E anche se non ci dovessimo vedere nemmeno a Novembre, tornerò per Natale» cerca di rassicurarmi, ma io stento ad alzare lo sguardo dalle lenzuola chiare.

«L'hai detto anche tu che di solito passi solo qualche giorno a Laguna Larga a Natale» gli ricordo le sue stesse parole e lui sorride amaramente.

«Allora andremo da qualche parte insieme, Dubai è bella durante il periodo di Capodanno» alzo un sopracciglio, ridendo tra me e me.

«Non verrò a Dubai con te» lo avviso, ridacchiando mentre lui alza gli occhi al cielo.

«Allora farò lo sforzo di stare a Laguna Larga per tutte e due le settimane della pausa, perché voglio passare del tempo con te e non poterti vedere mi distrugge. Però, niña, devo sapere se lo vuoi come lo voglio io, se ha senso fare tutti questi sforzi per mandare avanti questa cosa» ci guardiamo, il suo sguardo incatenato nel mio mentre cerco di respirare regolarmente. Sì. Sì, sì, sì, sì.

lollissimo

piango, regalatemi un Paulo personale

no ma quanto sono carini??

ciaone

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