La sfiga ultimamente mi ama, ma che dico, mi ama da ben 24 anni. Ho sempre cercato di conviverci meglio che potevo, accettando cadute in pubblico, figuracce in ogni dove e prendendola con ironia. Ironia forzata si intende.
Semplicemente alcuni sono baciati dalla fortuna, mentre io sono baciata dalla iella.
Potrei sembrare esagerata, ma giuro che è la verità. Temo di avere la nuvoletta di Fantozzi sulla testa, pronta a lanciarmi un fulmine dritto in testa. Anche se una bella batosta l'ho appena presa.
Sono seduta su una panchina, al centro di Roma, e sta piovendo da circa dieci minuti. Non una stupida pioggerellina, ma un vero e proprio acquazzone. Non ho l'ombrello ma anche se l'avessi non lo userei. Sono completamente sconvolta, con un buco all'interno del petto.
I capelli mi si appiccicano sulla fronte, i jeans si fanno sempre più scuri man a mano che assorbono l'acqua, ma non sento freddo. Non sento nulla. Stringo le mani fino a far sbiancare le nocche, il cellulare si illumina e leggo velocemente l'ennesimo messaggio.
"Non volevo lo scoprissi così, avrei dovuto gestirla meglio. Per favore, chiamami, parliamone."
Parliamone?
Chiamami?
Gestirla meglio?
Ma ci fa o ci è?
Scoppio a ridere carica di amarezza, con il desiderio di distruggere qualcosa o di urlare fino a perdere la voce. Non stiamo parlando di annullare un appuntamento o di aver dimenticato di pagare una bolletta dannazione!
Un ombrello mi ripara dalla pioggia, trasformatasi in grandine. Una ragazza mora, con un trucco impeccabile si siede al mio fianco. Mi passa un fazzolettino di carta, che uso per tamponarmi il viso.
<<So che non dovrei dirlo e che odi sentirtelo dire ma...avevo ragione. L'avevo detto che quel tipo era un coglione.>> esclama Clara, con un espressione spaventosa.
<<Così non mi aiuti.>> ringhio, pervasa dalla rabbia.
<<Scusa, hai ragione. Però guarda il lato positivo...>> dice, con più dolcezza.
<<Lato positivo? Ho nella testa le immagini di Paolo che si scopa una tizia bionda nel nostro letto! Dovrebbero esserci dei lati positivi?>> mi passo una mano sugli occhi, cercando di calmarmi.
<<Hai scoperto chi è davvero prima che fosse troppo tardi Eu, uno così meglio perderlo che trovarlo.>> la mano di Clara copre la mia, la allontana dai miei occhi per far incontrare i nostri sguardi.
<<Lo amo Cla, lo amo cazzo! Vedere quella scena mi ha distrutto il cuore, ora non provo nulla se non odio. E non merita nemmeno quello.>> mormoro sconsolata.
<<Passerà, datti tempo. Quel ragazzo non ti merita, non ti ha mai meritata, tu hai bisogno di una persona completamente diversa al tuo fianco.>> ammette convinta, come se ci credesse davvero.
<<Rimarrò zitella a vita, te lo dico io. Farò la fine di zia Rosaria, divorziata e con più gatti che figli in casa. Ah, impazzirò per le piante grasse e ci invaderò il balcone dell'appartamento.>> piagnucolo, nell'autocommiserazione.
<<Smettila, sappiamo entrambe che hai il pollice nero! E poi gli animali ti odiano.>> ridacchia Clara, abbassando l'ombrello. Ha smesso di piovere, il sole fa addirittura capolino dalle nuvole nere.
<<Alzati, andiamo da una parte.>> continua, tirandomi su. Sono bagnata dalla testa ai piedi, e per fortuna la mora ha la macchina parcheggiata dall'altro lato della strada.
Gocciolo sul tappetino e bagno il sedile, Clara fa finta di nulla e guida con calma tra le vie trafficate di Roma. Ci allontaniamo dal centro, e raggiungiamo la periferia. Appena spegne la macchina capisco subito dove siamo, ma soprattutto da chi stiamo andando.
<<Da Gianna? Ma sei matta?>> sbraito, confusa. Sono sentimentalmente a pezzi, vorrei solo farmi una doccia e dormire fino all'anno prossimo.
<<Niente storie, su su!>> mi tira e trascina fino all'appartamento di Gianna, in un condominio grigio.
Suona il campanello e parte "Perdere l'amore" di Massimo Ranieri.
È uno scherzo questo? Perché non è divertente. Clara si copre la bocca con la mano, facendo finta di tossire. Ma chi diavolo ha un campanello così trash?
<<Chi è?>> grida una voce da ranocchia, dietro la porta. Dallo spioncino sbuca una pupilla scura che ci osserva senza però vederci.
<<Sono Clara.>> urla la mia amica, sperando di farsi sentire dall'anziana.
La serratura scatta, e la porta si apre con un cigolio agghiacciante. Forse sono ancora in tempo per scappare, poco importa se la metro è lontana. Non faccio in tempo ad indietreggiare che Clara mi ha già trascinata dentro, e la porta si chiude con un tonfo. Sembra quasi una condanna a morte, o la chiusura di un sarcofago.
<<Sono qui ragazze!>> grida ancora la voce da rana.
Ci inoltriamo nella cucina e troviamo una piccola signora seduta su una sedia di fronte ad una tv risalente all'anti guerra. I capelli bianchi ricadono dritti sulle spalle ricurve, il vestito sdrucito azzurro con i fiori le cade morbido sulle gambe tozze, occhi neri enormi ci fissano da dietro due lenti spesse. È inquietante.
<<Qual buon vento vi porta qui?>> esclama, senza staccare gli occhi dal Segreto. Clara si siede e mi fa cenno di imitarla.
<<Anzi, non ditemelo tanto lo so già. Caffè?>> continua, in contemporanea al fischio della macchinetta. Spengo il fornello, il caffè gorgoglia e Clara mi aiuta a versarlo nelle tazzine.
<<Stupida Mediaset con le sue mille pubblicità!>> impreca, prima di spegnere la tv e sbattere il telecomando sul tavolo.
Finalmente Gianna ci degna del suo sguardo sproporzionato, girando la sedia con il cuscino verso di noi. Guarda prima le tazzine fumanti, poi Clara, a cui sorride, e infine me. Alza le sopracciglia spesse e fa una brutta smorfia.
<<Clara, tesoro, vieni qui.>> dice, facendole segno di avvicinarsi. Mette una mano rugosa davanti alla bocca, si piega verso l'orecchio della ragazza con fare confidenziale e grida: <<Mi spieghi perché mi hai portato a casa una col malocchio? Questa qui porta iella!>>
Spalanco la bocca, non tanto perché l'anziana voleva che non la sentissi quanto per le sue parole. Come faceva ad essere sicura che avessi il malocchio? Sul serio portavo sfortuna?
<<Nonna! Europa la vedi minimo due volte l'anno!>> grida Clara, sgomenta. Ah, almeno lei ha fatto finta di non sentire che porto effettivamente iella.
<<Certo certo cara, ma sai, l'età avanza e poi non vedo bene come ai vecchi tempi.>> si difende, sfoggiando un sorriso furbo e sdentato.
<<Bevi il tuo caffè tesoro, sennò si fredda.>> continua, indicando la mia tazzina.
Lo butto giù con un sorso, amaro. Ed è una contraddizione, considerando il desidero di soccombere sotto ad una montagna di zuccheri.
L'anziana afferra la tazzina rapida, se la mette solo il naso grosso e ne fissa il fondo con grande interesse.
<<Ah! Lo sapevo!>> grida, sbattendo la mano sul tavolo. Sobbalzo di colpo, questa donna è pazza!
<<Cosa? Cosa hai scoperto?>> chiede Clara, in attesa della grande rivelazione.
<<Ha appena subito un grave tradimento, da cui però si riprenderà in fretta. Nel suo immediato futuro è presente una persona che avrà grande importanza, sarà fondamentale per la sua rinascita. Perché quando tutto sembra perduto, accade sempre qualcosa di inaspettato. Quindi tuffati, rischia. Poi noto qualcosa di poco chiaro, che non promette benissimo.>>
Resto immobile con il cervello a mille. Osservo la nonnetta guardarmi seria, sicura di ciò che ha appena predetto. Sa di aver azzeccato qualcosina, ma io non credo ad una parola. La lettura dei fondi o quel che è, è roba da allocchi. Clara sorride radiosa, non so cosa le stia passando per la testa.
<<Ti ringrazio nonna, ti lasciamo al tuo rosario, ci rivediamo presto!>> esclama Clara, dandole un bacio sulla guancia. Mi alzo felice di andare via, ma Gianna chiude la sua mano rugosa sul mio braccio.
<<Aspetta tu.>> borbotta, andando ad aprire un cassetto. Tira fuori qualcosa di sottile e me lo mette nella tasca del giubbotto.
<<Ho smesso di togliere il malocchio, ed è una pratica che in pochi ormai sanno svolgere. Ma il segreto è pensare positivo ed ovviamente portare sempre un Santo in saccoccia.>> grida, pensando di sussurrare.
Sgrano gli occhi, Clara trattiene una risata e parte "Perdere l'amore". Apriamo la porta e fanno irruzione due vecchiette con dei rosari in mano. Guardano prima Gianna, poi Clara e infine me. A bocca aperta si fanno il segno della croce, borbottando qualcosa a bassa voce.
Possibile che le persone avanti con l'età riuscissero a percepire certe cose?
Usciamo da quella casa, Clara mi prende a braccetto e con la mano tiro fuori il cartoncino sottile raffigurante San Patrizio. Scoppio a ridere e lascio che la mia amica mi accompagni a casa.
Spazio autrice: Capitolo lunghino ma necessario per presentarvi la nuova protagonista, spero vi sia piaciuto. Entreremo sempre più nel vivo della storia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Inoltre sarà pubblicato un altro capitolo, in giornata, quindi occhi aperti! Un bacio e buona domenica 🌌💎