Romanza della Notte • Il Racc...

By Jollory

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Com'è la Terra, vista degli occhi del cielo? Scoprilo con questo racconto, che narra di come madama Luna pers... More

• Prefazione •
I • Sorgere (1 di 4)
I • Sorgere (2 di 4)
I • Sorgere (3 di 4)
I • Sorgere (4 di 4)
II • Emergere (1 di 4)
II • Emergere (2 di 4)
II • Emergere (3 di 4)
III • La Leggendaria Terra (1 di 4)
III • La Leggendaria Terra (2 di 4)
III • La Leggendaria Terra (3 di 4)
III • La Leggendaria Terra (4 di 4)
IV • La Ricerca che ci Aspetta (1 di 4)
IV • La Ricerca che ci Aspetta (2 di 4)
IV • La Ricerca che ci Aspetta (3 di 4)
IV • La Ricerca che ci Aspetta (4 di 4)
V • Le Torri d'Ottone (1 di 4)
V • Le Torri d'Ottone (2 di 4)
V • Le Torri d'Ottone (3 di 4)
V • Le Torri d'Ottone (4 di 4)

II • Emergere (4 di 4)

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By Jollory

«Che cosa si fa?» chiese Betty interrompendo il pesante silenzio. Luna sentì le sue braccia stringersi di nuovo attorno a sé, ma non riuscì a rispondere.

«Non credo ci sia molta scelta,» rispose Sirio per lei. «Se davvero si è innescato quello che ha portato alla sparizione di due cieli in passato dobbiamo scoprire come affrontarlo... e sperare che ci sia un modo di evitare che accada di nuovo. Madama?»

Luna non poteva più evitare la questione. Avrebbe voluto dire che aveva paura, e che non voleva andare sulla Terra, ma sapeva che il suo cielo si aspettava ben altro dalla propria sovrana... Così si sforzò di annuire, sentendo tutto il peso di ciò che aveva appena accettato.

«Madama, non dovete temere, io verrò con voi,» disse Betty, interpretando perfettamente i suoi pensieri in quel silenzio.

«Madama Betelgeuse, non penso proprio. Io accompagnerò madama Luna: non sappiamo che pericoli incontreremo sulla Terra, e tu mi saresti solo d'intralcio.»

«Madama Luna ha bisogno di sostegno in questo momento, e non credo che con il carattere che ti ritrovi saresti in grado di metterla a suo agio!» ribatté Betty.

Sirio inspirò e cominciò con fermezza: «Madama Betelgeuse-»

«-Vuoi venire sulla Terra? Sì, grazie!» lo interruppe Betty, acida.

Sirio la fulminò con lo sguardo e aprì la bocca a vuoto, senza trovare le parole adatte per controbattere.

«Permettetemi,» disse Luna, e le due stelle interruppero la loro battaglia verbale. Le pesava come un macigno quello che stava per chiedere loro.

«L'ultima cosa che vorrei è sapervi in pericolo a causa mia. E mai avrei voluto chiedervi di seguirmi fin sulla Terra, però... sento che vi vorrei... sento di avervi bisogno accanto, tutti e due. Se vorrete accettare di accompagnarmi, ve ne sarò grata per sempre.»

«Ma certo, madama!» disse Betty dolcemente. Lanciò a Sirio un'occhiata di vittoria e il capitano sospirò accettando la sconfitta.

Ora c'era il primo grande problema da affrontare.

«Come saliamo sulla Terra? Voi stelle potete volare fin là, ma io non ho le ali... S sono legata al trono...» rifletté Luna a voce alta.

«Hmm... E se provassimo a sollevarvi?» propose Betty.

«Siamo troppo leggere, non avremmo la forza di sollevarla e sostenerla fin sulla Terra... Forse con la costellazione della nave...» disse Sirio.

«Pensi davvero di riuscire a tenere la costellazione stabile fin lassù? Sai quanto è lungo il viaggio?»

«Impegnativo ma non impossibile,» rispose fiero il capitano.

«Se la costellazione si sfalda a metà strada, madama cadrà,» fece notare Betty.

Sirio esitò.

«Beh... Magari è meglio non correre il rischio...»

«E se usassimo il riflesso del mare?» propose Luna. «Ricordate quella volta a millennio in cui facciamo riposare il mare?»

«Oh, sì, che bello! Quando le onde si fermano il mare diventa uno specchio e ci si vede riflesso tutto il cielo!» esclamò Betty.

«E non si distingue più quale sia il cielo e quale il suo riflesso,» completò Luna.

«State proponendo di confonderci con il riflesso del mare che dorme, così da ritrovarci sulla Terra senza affrontare il viaggio?» chiese Sirio.

«È un tentativo che non ci costa nulla,» disse Luna.

«Ma se addormentiamo il mare... come parleremo poi con il suo sovrano?» chiese Betty.

«Potrei cantare in modo che possa ancora comunicare attraverso i sogni, e in ogni caso il sovrano della Terra sarà sveglio.»

«D'accordo... Però il mare non dormirà per sempre. Dovremo stare attenti a rientrare per tempo o rimarremo bloccati sulla Terra,» ammonì Sirio. Luna annuì, e il capitano le rispose con un cenno d'approvazione.

«Polaris!» chiamò Sirio.

«Capitano, agli ordini!» disse la giovane stella, fiondandosi per l'ennesima volta al fianco del capitano.

«Ti affido le stelle... in mia assenza...»

Polaris spalancò gli occhi. «Signore... Non credo di aver capito...»

«Salirò sulla Terra con madama Luna per fermare-»

«Ehi!» lo interruppe Betty.

«...E con madamigella Betelgeuse... per fermare questa sequenza di eventi critici ed evitare il peggio. In mia assenza, hai il governo del cielo. Ora smettila di fissarci in quel modo e mettiti al lavoro!»

Polaris si sforzò di riprendersi. Luna intuì la sua confusione. «Polaris...» gli disse, «mi dispiace darti tanta responsabilità così all'improvviso, ma...»

«Non pensateci nemmeno, madama. Contate pure su di me!»

Luna fece un cenno al giovane capitano, congedandolo. Polaris cercò di tranquillizzarla con un sorriso scomposto e poi sfrecciò via nel cielo. Luna si sentì in colpa ad abbandonare il suo regno in un momento simile. Si chiese se fosse davvero la cosa giusta da fare. Betty la allontanò dai suoi pensieri offrendole aiuto per rialzarsi: era il momento.

Luna guardò su, verso la buia Terra. Le gambe le tremavano, e si chiese se davvero sarebbe riuscita ad addormentare il mare.

Con il corpo che le tremava e il fuoco acido che le azzannava le viscere per la paura, chiuse gli occhi e schiuse le labbra.

«Gentile ti arrivi il mio canto
è tempo di far... di...
»

Si fermò, non riuscendo a trovare il verso adatto.

Provò ancora:

«Gentile ti arrivi il mio canto
è tempo mio mar di... dormir
le onde si plachino... tanto...
»

Pessima! La sovrana si fermò. La disperazione che provava in quel momento era visibile chiaramente sul suo volto.

Si coprì il viso con le mani, ma Betty le poggiò una mano sulla spalla, sorridendole, per darle forza. «Coraggio, madama...» le disse.

Luna silenziosamente annuì.

«Rilassatevi, provate... a cantare quello che sentite...»

E cosa sentiva? Quella domanda in quel momento le faceva tanta, tanta paura... Quel fuoco dilaniante dentro di lei sembrava gridare per avere la parola e il controllo, ma cosa sarebbe successo se li avesse ottenuti? Terrorizzata, prese in mano tutto il coraggio di cui disponeva e ascoltò quella sua belva. Fece bene attenzione a misurare le parole, per non confessare a pieno quel imbarazzante e vergognoso dolore e cominciò a cantare.

«Affranto ti arriva il mio canto
bisogno ho di te caro mar
ascolta ti prego il mio pianto
ti chiede per me di sognar.
Pensiero non siano le navi
che culli col tuo sciabordar
si plachino i flutti soavi
riposino i pesci del mar.
La voce ti lascio mio mare
nel sonno tu parlami ancor
così che tu possa fermare
le onde di questo dolor.
Accetta in dono la quiete
angosce e timor non hai più
gran dono per chi ne ha gran sete
ed io ne ho ben molta quaggiù.
»

Mentre i capelli di Luna concludevano la loro danza, la sovrana abbassò lo sguardo, deglutendo a fatica e passandosi una mano sul viso umido. Si vergognava con ogni briciola del suo essere di quel canto in cui ammetteva la sua profonda debolezza. Il trono non aveva suonato, e quel silenzio rimbombava nel vuoto che Luna sentiva anche dentro. Sentì la presa di Betty farsi più salda e il braccio di Sirio cingerle l'altra spalla. Non ebbe la forza di alzare lo sguardo su di loro, si sentiva così sbagliata in quel momento...

«Guardate!» disse Betty a un certo punto. Lo sguardo delle tre creature celesti si alzò verso la Terra. Quelli che prima erano deboli e frastagliati riflessi di stelle sulla superficie del mare, iniziarono a farsi luci più stabili e meno traballanti. Poi il loro dondolare rallentò fin quasi a fermarsi, e Luna iniziò a intravedere, riflesso nel nero cielo, la propria silhouette. Splendide le stelle brillavano nelle profondità di quel mare di cielo, sparse attorno alla loro sovrana, che fissava la superficie dell'acqua al fianco delle sue stelle più fidate. La speculare figura di se stessa in un cielo di mare sembrava ricambiare lo sguardo, ma era troppo lontana per dirlo con certezza. Così, mossa dalla curiosità e dalla paura, si avvicinò un poco a quella silhouette tanto familiare e spaventosa spingendosi con le mani e con i piedi. Sentì l'angoscia e il terrore crescere in lei man mano che si avvicinava all'altra Luna del mare di cielo. Guardò Betty e Sirio al proprio fianco, che senza lasciarla si spingevano in su assieme a lei, rivolgendole sguardi di incoraggiamento. Luna si sforzò di spingersi ancora, ma sentiva di metterci sempre meno impegno e desiderio. A poco a poco, Betty e Sirio non furono più al suo fianco, ma sopra di lei, per trascinarla verso la superficie: uno tenendola salda per la mano destra, l'altra tenendola forte per la sinistra. Ormai Luna avrebbe potuto vedere il proprio viso chiaramente attraverso il riflesso, ma il terrore e la vergogna per la debolezza che vi avrebbe visto la costrinsero a chiudere gli occhi.

Betty e Sirio tirarono a fatica il suo corpo stremato e ormai inerme per l'ultimo tratto, finché non si immersero oltre il pelo dell'acqua, finché non emersero nel buio ed estraneo regno degli uomini.

***

La canzone che ho scelto per questo capitolo è:
♪ Pilgrims on a Long Journey di Cœur de Pirate

***

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