LA FATA- The Beauty and the B...

Od valxhz

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La bellissima copertina è stata fatta da @hellocliffxrd SECONDO LIBRO DELLA SAGA "Beauty and the Beast". SI... Více

Pierwszy Rozdział: Mönike
Drugi Rozdział: Obca
Trzeciego Rozdział : Orion
Piąty Rozdział : Sprzymierzeniec
Szósty Rozdział: Czym jesteś?
Rozdziale Siódmym: Rana
Rozdział Ósmy: Zazdrość i Sojuszy
Rozdział Dziewiąty: Zdrajcą
Rozdzialu Dziesiatego: Ustalenia
Rozdział Jedenastu: ból
rozdział dwunasty: znak
A V V I S O
rozdział trzynasty: wróciłam
rozdział czternastu: normalność
rozdział piętnasty: aresztowanie
rozdział szesnasty: Doe wat ik zeg
rozdział siedemnasty: chcesz zostać?
Rozdział Osiemnasty: Komenda
Rozdział dziewiętnasty: wrócić do domu
Rozdział dwadzieścia: Podobieństwa
Rozdział dwadzieścia jeden: Wilk
rozdział dwadzieścia dwa: Riccardo
Rozdział dwudziesty trzeci: blisko ciebie
Rozdział Dwudziestu Czterech: Agatha
Rozdział dwadzieścia pięć: prawda
Rozdział dwudziesty szósty: Badaniach
Rozdział dwudziesty siódmy: Puzzle
A V V I S O
Rozdział Dwadzieścia osiem: omówić
Rozdział Dwadzieścia dziewięć: Chance
Rozdział Trzydzieści: Długie Rozmowy
Rozdział Trzydzieści Jeden: Marka
Rozdział Rrzydziesty Drugi: nie jestem taki jak ty
Rozdział trzydzieści trzy: o krok od końca

Czwartym Rozdziale: Ucieczka

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Od valxhz

Terzo capitolo: Fuga

𝐅𝐞𝐫𝐧𝐰𝐞𝐡
𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨
"𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢."

"Quando pensi che si sveglierà?" Riesco a sentirlo a malapena mentre apro di poco gli occhi per richiuderli subito dopo per colpa della luce.

Il primo pensiero razionale è proprio legato alla luce. E' giorno.

Il solo pensiero mi fa spalancare agli occhi. E se Ashton fosse già passato per casa mia? Potrei aver perso l'unica occasione di fargli sapere dove mi trovo, l'unica occasione di poter tornare indietro.

"Stai bene?" Sento dire dal biondo che, con occhi preoccupati, non si distanzia nemmeno di qualche centimetro dal mio corpo. Con lentezza mi ricordo il suo nome: Luke. Le sue mani sono ai lati dei miei fianchi e le sue labbra si abbassano sulla mia fronte per lasciarmici un bacio veloce.

Mi ritraggo di scatto, pentendomene subito dopo. La testa mi pulsa dolorosamente e a stento riesco a trattenere un gemito di dolore. Devo aver sbattuto la testa quando ho perso i sensi. Accanto a me, seduto sul bracciolo del divano, si trova il ragazzo a cui sono andata addosso.

Indossa degli occhiali tondi e scuri, che gli scendono leggermente sul naso.

Reprimo a fatica la voglia di infilarglieli in qualche orifizio mentre con forza mi isso sulle braccia, scansando Luke dal mio corpo.

Il suo sguardo si fa subito cupo mentre sento il suo petto, a contatto con la mia schiena, vibrare.

"Non guardarla." Ringhia Luke al moro, facendogli alzare un sopracciglio. Orion assume un'espressione di scherno ma, ancora, rimane chiuso nel suo silenzio. Mi alzo con lentezza estrema, sempre sostenuta dal braccio di Luke.

"Non mi serve il tuo aiuto," gracchio io, con la voce che raschia contro la mia gola. Strabuzzo gli occhi mentre il mio sguardo vola subito sull'espressione divertita di Orion. Almeno qualcuno riesce a ridere in questa situazione che io inizio a disprezzare.

Il mio sguardo vaga circospetto, alla muta ricerca di qualcosa che potrebbe essere di vitale importanza. E' quando lo trovo che rabbrividisco. L'orologio appeso al muro segna placidamente le sei e mezza, come a volersi burlare di me.

Il Tempo probabilmente starà ridendo di me mentre mi sfugge tra le dita, invogliandomi a velocizzarmi. Riesco a percepire ogni secondo che passa, ed il ticchettio dell'orologio pare aver preso il ritmo del mio cuore.

"Devo andare..."

Capisco di averlo bisbigliato solo quando la stretta di Luke si stringe maggiormente contro il mio fianco. Il suo calore mi brucia la pelle, mentre le sue dita tracciano sentieri incandescenti sulla mia schiena.

"Non puoi uscire." La frase esce dalle labbra sottili della donna che aveva curato Luke: Mary. E' poggiata al muro con la schiena leggermente curva ed i capelli scoloriti che le accarezzano il volto. Mi guarda con dolcezza, quasi compassione.

Eppure la dolcezza del suo tono non riesce a surclassare il tremendo tremito che mi percuote il corpo quando realizzo la sua frase. Ashton arriverà sotto casa mia tra qualche minuto assieme a Lindsey, non posso rimanere qui.

Io devo uscire.

Un altro pensiero si fa strada nella mia mente, aumentando il tremore delle mie mani: vogliono uccidermi? No, se mi avessero voluta morta sarei già sepolta da qualche parte.

Improvvisamente la stretta di Luke pare farsi troppo da contenere, il calore esaustivo della sua pelle mi sta torturando, così come la sua energia. Quasi mi manca il respiro quando i miei occhi incontrano i suoi. Posiziono velocemente i palmi delle mani sul suo petto e tento di spingerlo lontano da me.

"Lasciala," la voce di Orion arriva limpida alle mie orecchie, e sicuramente anche a quelle di Luke che, sempre più infastidito, ringhia. Orion si alza gli occhiali sul naso dritto, lanciandomi un piccolo sguardo. "Non si sente bene, lasciale spazio." Continua poi, facendo abbassare lo sguardo di Luke sul mio corpo.

Quest'ultimo sembra decidere che le parole del coinquilino sono vere e con un piccolo grugnito di disapprovazione si distanzia. L'aria inizia a circolare di nuovo con regolarità mentre tento di calmare il mio battito cardiaco.

"Dobbiamo capire come è riuscita a passare la barriera." Prorompe Samael, incrociando le braccia al petto. Annuisco anche io con vigore, se riesco a capire come sono entrata posso anche capire come uscirne.

Non ho intenzione di rimanere bloccata qui a morire.

"Un mio amico verrà a prendermi a casa tra venti minuti, se mi vede potrebbe riuscire ad avvisare qualcuno e riportarmi indietro." Propongo io, con le dita che tremano. La paura di non tornare a casa mi divora, così come quella di non poter rivedere mio padre.

Mary si avvicina a me con passo felpato, con una tazza fumante in mano, dall'odore capisco si tratti di tè. Eppure il suo sguardo non mi convince, sembra compatirmi. Gli occhi di ognuno di loro esprime quest'emozione.

Orion si sfrega le dita sul mento, schiudendo le labbra come a volermi spiegare la situazione. Intuitivamente, ho già capito che piega sta prendendo la situazione.

Con un piccolo scatto lascio che la mia mano colpisca la tazza, facendola scontrare contro il pavimento. Il liquido bollente mi ricade sulle dita fino ad imbrattare il pavimento, assieme ai cocci.

"Non voglio il vostro tè, ne la vostra gentilezza. Io voglio tornare a casa!" Urlo con quanto più fiato ho in gola, portandomi le dita bruciate al petto, sbattendo il piede a terra.

Samael scambia uno sguardo con Orion e, all'unisono, volgono lo sguardo verso Luke.

"Tu non tornerai a casa."

**

"Fatemi uscire!" Sbatto i pugni sul legno della porta, prendendo un po' di fiato per lenire il dolore acuto alla gola. Il mio sguardo ricade placido sulle mie nocche, ormai tutte spaccate e ricoperte di sangue.

Il mio corpo è dolorante, ma la mia psiche è quella più danneggiata. Ashton sarà già passato per casa mia, avrà notato la mia apparente scomparsa. Ma questo non è affatto un sollievo, perchè sono bloccata in questa stanza da quasi un'ora.

Rinuncio quindi all'idea di continuare ad urlare, e mi siedo a terra, con le spalle che toccano il muro ed il morale che tocca le radici di un albero secolare. Non penso d'essermi mai sentita così sola, così impotente davanti agli eventi della mia vita.

La finestra della stanza è sigillata e non vi sono altre porte dalle quali uscire.

O almeno, non porte visibili. Balzo in piedi, tastando il pavimento con il piede, ascoltando il suono, e lo stesso faccio con il muro, utilizzando la mano. Con le dita tento di trovare qualche crepa nel muro o nel pavimento che possano simboleggiare una via d'uscita ma, dopo aver ispezionato ogni centimetro, capisco che non ve ne sono.

"Sono venuto a portarti qualcosa da mangiare." E' la voce di Luke che irrompe nel mio momentaneo silenzio. Non rispondo, paralizzandomi sul posto. I miei occhi vagano da soli per la stanza, fino a quando non intravedo l'attizzatoio del camino riposto a terra.

Un Mannaro non può morire per una botta in testa, giusto?

Deglutisco e con le mani ancora doloranti afferro l'attizzatoio, nascondendomelo dietro le spalle. La maniglia della porta si abbassa lentamente mentre io trattengo il respiro, fino a quando il ciuffo biondo di Luke sbuca dalla porta.

"Scusa amico," gli dico io, prima di colpirlo in volto.

20 stelline e 8 commenti

ANGOLO ME:

Ecco il cast:

Alexandra Daddario come Monike

Alex Pettyfer come Luke:

Bill skarsgard come Orion:

Me:

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